The Shiran Reborn
Chosen one
Ne avete già parlato?
Insomma, la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
ISTANBUL - Un migliaio di feriti, e fra loro quattro che avrebbero perso la vista. E' pesante il bilancio fornito dal personale sanitario al secondo giorno di disordini nel centro di Istanbul per la protesta contro la distruzione del parco Gezi, sulla piazza Taksim, mentre il ministro dell'Interno riferisce invece una cifra molto più bassa: 79 feriti. La polizia è intervenuta con i gas lacrimogeni per disperdere i manifestanti che chiedono al premier Recep Tayyip Erdogan di fermare la costruzione di un centro commerciale e di una nuova moschea in quella che ormai si è trasformata in una vera rivolta contro Erdogan, che sta dilagando in tutto il Paese. Impressionante anche il numero delle persone arrestate: 939, in oltre 90 manifestazioni. Molte sono state già rilasciate, aggiunge il ministro dell'Interno Muammer Guler parlando alla televisione.
Il clima è teso in città e le autorità consolari consigliano ai turisti italiani a Istanbul di non uscire dagli alberghi o dalle abitazioni in cui si trovano. E la protesta dilaga anche ad Ankara e Smirne, con migliaia di persone in piazza anche oggi. Nella capitale i manifestanti si sono riuniti a Kizilay. La polizia è di nuovo intervenuta con cannoni ad acqua e gas lacrimogeni. Già ieri sera ad Ankara si erano verificati duri scontri con i manifestanti, che avevano cercato di avvicinarsi al parlamento.
Internet rallentato. Diversi utenti lamentano su Twitter che l'accesso alla rete è molto rallentato e che il principale provider turco TTNET impedisce l'accesso a Twitter e Facebook. In rete, uno degli hashstag più seguiti per la rivolta è #OccupyGezi.
ANKARA - ll "popolo laico" della capitale turca Ankara si è riversato nella notte a migliaia nelle strade della città per contestare il governo del premier islamico, Recep Tayyip Erdogan, dopo gli scontri di ieri a Istambul dove ci sarebbero stati oltre mille feriti e almeno due morti secondo Amnesty International per la protesta contro la distruzione del parco Gezi, sulla piazza Taksim, luogo simbolo della rivolta.
Lungo la centrale arteria commerciale di Tunali ad Ankara una folla variopinta, molti con la bandiera turca rossa con la mezza luna bianca o con stendardi rossi con le sigle del fondatore della Turchia moderna, Moustafah Kemal Ataturk, sulle spalle, ha sfilato cantando "Tayyp vattene". Moltissimi tenevano in mano bottiglie di birra, simbolo della resistenza contro il partito islamico Akp del capo del governo, che la settimana scorsa ha imposto un duro giro di vite sul consumo di bevande alcoliche. Su un marciapiede di Tunali i manifestanti hanno depositato una dietro l'altra una cinquantina di bottiglie, alcune decorate con lumicini accesi.
Lungo la via diverse coppie che, sempre a mò di contestazione delle autorità islamiche, si sono baciate sulla bocca. La settimana scorsa la polizia di Ankara aveva tentato di impedire una "protesta del bacio" in una stazione del centro della capitale, convocata dopo che le autorità locali avevano invitato i passeggeri della metropolitana ad un "comportamento morale". Le telecamere a circuito chiuso avevano infatti ripreso alcuni giovani che si erano baciati sulla bocca.
Anche a Istanbul i manifestanti presidiano ancora piazza Taksim, anche se il loro numero è sceso notevolmente. Lo riferiscono i giornalisti locali sul posto. Alcuni dimostranti hanno eretto delle barricate provvisorie. Nei pressi dell'ufficio del premier nella città la situazione è calma, ed è vistosa la presenza di agenti in tenuta anti-sommossa.
Insomma, la goccia che ha fatto traboccare il vaso.