"Pechino, al contrario del collega russo, ritiene invece fallimentare gettare alle ortiche gli anni di esperienza accumulati dalle truppe africane. Come abbiamo fatto notare, tesi supportata dal collega keniota, sono le milizie dei signori della guerra ad istigare la popolazione, costringendola a comportamenti ostili con la forza. Inoltre troviamo pretestuosa la tesi secondo la quale una missione a guida araba riscontrerebbe l'apoggio della popolazione, sia per quanto appena esposto, sia perchè le truppe presenti sul territorio sarebbero comunque internazionali e di etnia e religione differente a quella somala, quanto affermato dallo stimato collega russo pare dunque un controsenso.
Se i timori di Mosca sono genuinamente ed unicamente ascrivibili a preoccupazioni circa l'atteggiamento del popolo somalo, è nostra opinione che le parole del collega keniota dovrebbero tranquillizzare giacchè, come affermato, le truppe keniote sono culturalmente affini alla Somalia e sono sempre state ben accolte dalla popolazione civile messa in condizione di poter esprimere liberamente il proprio pensiero.
Per i motivi enunciati non riteniamo di dover modificare la proposta di risoluzione, affidando il comando a terzi che non siano Kenya e/o Sud Africa, la Russia è libera di mantenere il proprio orientamento e non inviare truppe se ritiene che la missione non avrà successo, altro discorso è attivamente impedire un processo di pacificazione condiviso dal resto della comunità internazionale con il proprio veto.
La Cina propone di procedere alla votazione, il mondo saprà trarre da solo le sue conclusioni".