La Guerra del Giudizio
Con l'arrivo della primavera le truppe che circondano la necropoli di Antarion si trovano davanti a un bivio: assalire la città o rinunciare, non esistono altre scelte possibili perchè di certo i tristi abitanti della città non si arrenderanno per fame. Nuovi rinforzi giungono dall'Unione e dalla Contea e fervono i preparativi mentre nel campo della generalessa Sagan si verifica un intenso via vai di messaggere alate provenienti da Rahonyve e da Kyrne Lamiya. Quale sia il contenuto dei messaggi non è dato sapere ma quello che è certo è che una settimana prima del giorno dell'assalto Sagan ordina alle proprie forze di abbandonare il campo e muovere verso sud, verso il territorio dell'Impero, per la strada più veloce attraverso le regioni dell'alleato Sylvaniano. Alla richiesta di spiegazioni la taciturna Arpia risponde con un laconico "Problemi" e non c'è verso di strapparle una parola di più.
La defezione del corpo di spedizione imperiale e dell'Arconita è un serio colpo ma i preparativi continuano; il piano prevede che una nazione amica aiuterà l'attacco con il lancio di diversi incantesimi distruttivi. Il giorno dell'assalto un enorme tifone si materializza dal nulla, poi un secondo e un terzo imperversando sulla necropoli. I soldati esultano...quando all'improvviso i tifoni deviano sulle truppe di Carandor e della Contea inferendo imparzialmente su di loro come sui non morti!
Quando la furia dei venti e delle tempeste evocate si esaurisce il campo degli assedianti è sconvolto, centinaia di sodlati giacciono morti, altre centinaia dispersi...e come non bastasse la terra inizia a tremare. Echeggiano richiami frenetici, gli ufficiali cercano di rimettere ordine fra le truppe, perchè il tremore della terra è causato dalla carica di migliaia di belve impazzite dei generi più svariati: cinghiali, alci, grandi felini, aquile, predatori e prede di ogni specie e rango, tutti orribilmente mutati, irti di zanne e artigli all'inverosimile, alcuni con sei paia di arti, altri con tre o quattro teste, altri ancora irriconoscibli tanto sono stati mutati...una cosa in comune però ce l'hanno sono tutti schiumanti di furore e attaccano qualunque cosa si muova. Ne scaturisce una vera e propria battaglia e parecchie centinaia di soldati vengono uccisi o feriti prima che l'ultima delle belve mutate sia abbattuta: e quello che è peggio è che i non morti, dietro le loro mura e fortificazioni, hanno sofferto assai meno delle forze assedianti l'attacco delle folli bestie impazzite. Le truppe di Carandor appaiono gravemente scosse, e l'assalto alla necropoli non è nemmeno iniziato!
Nonostante tutto i Carandorani e i loro alleati non si arrendono e i generali Galadriel Anth e Gallo Tronfipiede riescono a rimettere ordine nelle loro truppe e a prepararle per l'assalto. In particolare Galadriel ò l'idolo dei soldati di Carandor e riesce ad infiammare l'animo dei suoi soldati spronandoli a superare sè stessi, a gettarsi all'attacco nonostante tutto operi contro l'Unione, nonostante la defezione delle forze imperiali, nonostante le magie che avrebbero dovuto aiutarli si siano rivolte contro di loro. In prima fila l'elfa guida la carica contro le mura di Antarion, lanciando un feroce urlo di guerra, i soldati migliori immediatamente dietro di lei...quand'ecco che uno di questi soldati si avvicina, sembra volerle gridare un avvertimento e poi si perde nella mischia. Galadriel si ferma, i suoi soldati la superano. L'elfa guarda sgomenta il suo fianco sinistro: un pugnale la trafigge, la lama infilata fino all'elsa. Galadriel Anth, comandante in capo di tutte le forze di Carandor, veterana di decine di battaglie, stramazza a terra, senza un grido. Vani saranno i tentativi di salvarla, come anche quelli di ritrovare l'assassino, ormai disperso fra migliaia di soldati con la stessa divisa, gli stessi colori.
E' troppo per i guerrieri di Carandor, la carica si spezza, le braccia si fanno incerte, il terrore inspirato dai Caduti e dai loro servitori non morti fa il resto. L'assalto ad Antarion viene malamente respinto e l'esercito dell'Unione va in rotta e fugge precipitosamente: solamente gli hobbit, a dispetto della loro statura e numero, combattono testardamente, i loro maghi aprono vuoti fra le file dei non morti con le loro mage di esorcismo, gli Ent abbattono cadaveri come fossero birilli, ma non possono fare più di tanto. Alla fine sono respinti e costretti a rinunciare: l'attacco ad Antarion è fallito.
L'Unione lamenta la morte della generalessa Galadriel Anth e di 3,800 soldati. Gli hobbit lasciano sul campo 4,000 caduti e 250 Ent. I non morti perdono all'incirca 6.500 dei propri effettivi.