A tutti gli Stati Italici
A Vittore, vescovo di Roma
"Chi vi scrive è Broccardo Bonati, console eletto dai cittadini Fiorentini e umile figlio di Cristo.
Come probabilmente già saprete una, ennesima, guerra civile è scoppiata nella nostra Italia.
Il malgoverno del Console Giunigi ha, probabilmente, scatenato l'ira del suo popolo. Chi governa sa, o dovrebbe sapere, che lo fa in nome del suo popolo e che mai dovrebbe pensare a interessi personali. Io non posso sapere quello che è effettivamente successo a Lucca ma quello che so è che mi si accusa di esser la mano estera dietro questa sommossa, quel che so e che è giusto che tutti voi sappiate e che il nostro Santissimo Padre, Rappresentante di Cristo nella nostra Terra non solo non crede a queste parole ma mi ha dato un compito.
Il Santo Padre non solo non crede a questa calunnia ma mi dato un compito, dovrà essere Firenze ad occuparsi di questa triste questione di figli di Cristo che si amazzano tra di loro per futili motivi e, sperando nel minor spargimento di sangue, sarà io ad accollarmi il gravoso compito di governare i lucchesi sperando di avere più saggezza di chi ora siede in quel castello circondato dai suoi stessi fratelli.
Non vi scrivo questa lettera per chiedervi aiuti anche se, ovviamente, Firenze sarà grata a chi vorrà fornire aiuti di ogni tipo in questa impresa; quel che vi chiedo, illustrissimi Signori, è di astenervi dal credere alle parole di Giunigi e far fede solo alle illuminanti parole del nostro Papa.
A chi di voi ha affetti all'interno di Lucca voglio inifine fare una promessa, chiederò al Console Giunigi di consegnarmi Lucca senza che una sola goccia di sangue sia versata. A lui sarà garantito un giudizio equo e alla sua corte gli onori che gli spettano, spero che il Console di Lucca si dimostrì, in quest'ora buia, più saggio che in passato."
Broccardo Bonati, Console di Firenze
A Vittore, vescovo di Roma
"Chi vi scrive è Broccardo Bonati, console eletto dai cittadini Fiorentini e umile figlio di Cristo.
Come probabilmente già saprete una, ennesima, guerra civile è scoppiata nella nostra Italia.
Il malgoverno del Console Giunigi ha, probabilmente, scatenato l'ira del suo popolo. Chi governa sa, o dovrebbe sapere, che lo fa in nome del suo popolo e che mai dovrebbe pensare a interessi personali. Io non posso sapere quello che è effettivamente successo a Lucca ma quello che so è che mi si accusa di esser la mano estera dietro questa sommossa, quel che so e che è giusto che tutti voi sappiate e che il nostro Santissimo Padre, Rappresentante di Cristo nella nostra Terra non solo non crede a queste parole ma mi ha dato un compito.
Il Santo Padre non solo non crede a questa calunnia ma mi dato un compito, dovrà essere Firenze ad occuparsi di questa triste questione di figli di Cristo che si amazzano tra di loro per futili motivi e, sperando nel minor spargimento di sangue, sarà io ad accollarmi il gravoso compito di governare i lucchesi sperando di avere più saggezza di chi ora siede in quel castello circondato dai suoi stessi fratelli.
Non vi scrivo questa lettera per chiedervi aiuti anche se, ovviamente, Firenze sarà grata a chi vorrà fornire aiuti di ogni tipo in questa impresa; quel che vi chiedo, illustrissimi Signori, è di astenervi dal credere alle parole di Giunigi e far fede solo alle illuminanti parole del nostro Papa.
A chi di voi ha affetti all'interno di Lucca voglio inifine fare una promessa, chiederò al Console Giunigi di consegnarmi Lucca senza che una sola goccia di sangue sia versata. A lui sarà garantito un giudizio equo e alla sua corte gli onori che gli spettano, spero che il Console di Lucca si dimostrì, in quest'ora buia, più saggio che in passato."
Broccardo Bonati, Console di Firenze