Kairos aveva lasciato sul campo fino all'ultima traccia dell'esotico aplomb che da sempre lo circondava, le eleganti vesti coperte di polvere e bruciacchiate dalle saette, le penne scarmigliate, il muso spaccato da un ghigno a tutte zanne.
L'arte magica del predatore alato nulla aveva di accademico, di misurato, di studiato.
Era energia pura, istinto, potenza.
Aveva dovuto giocare in difesa per buona parte dello scontro, e l'ultimo affondo dell'avversaria avrebbe spazzato via più di un mago esperto. La saetta, accompagnata da un grido di Banshee, aveva per un attimo oscurato il sole, accecando il pubblico e la giuria.
Il Principe non era stato da meno, facendo erompere feroci serpi d'acqua e geyser dal terreno dell'arena, bagnando le piume dell'Arpia e togliendole il vantaggio in mobilità rappresentato dal volo, ma solo giocando di sponda e di scacchi, un colpo dopo l'altro, era riuscito ad ottenere il vantaggio.
Ora, alla fine dello scontro, persino la sua instancabile parlantina era prosciugata.
"Complimenti, Cacciatrice. Avete combattuto superbamente."
All'annuncio della vittoria del Principe da parte di una delle Incantatrici della Giuria tre generazioni di nobiltà Rahonavide gettarono alle ortiche decenni di etichetta e dignità, alzando strida da voliera e lanciando in aria sciarpe e cappelli.
Contemplando divertito lo spettacolo della corte, kairos ricambiò il calore del pubblico con un'inchino.