Alla presenza del sempre compassato presidente Mormont e di un mister Neve che appare sereno e rilassato, presso la Sala Nera si svolge la cerimonia di presentazione delle nuove divise dell'Atletico La Barriera.
A prendere la parola il diesse Tarli, peraltro palesemente non a suo agio nel ruolo di anfitrione: «Buonasera a tutti, signore e signori. Come ben sapete qui alla Barriera abbiamo più e più volte fatto richiesta alla lega di poter ricorrere al nostro storico ed unico colore, il nero, sia per quanto riguarda la divisa casalinga che quella per le gare in esterna, ma il permesso ci è stato sempre negato. Quest'anno abbiamo dunque deciso di far buon viso a cattivo gioco, andando ad optare per un restyling che, dovendo obbligatoriamente tradire il look total black, vuole allora portare su di sè un forte elemento d'identità: La Barriera è da dove noi veniamo, è dove stiamo e dove sempre staremo, La Barriera è il nostro unico orizzonte, per cui porteremo La Barriera anche sulle nostre divise!».
«Cominciamo dunque con la maglia che ci è costata il sacrificio maggiore, il maggior tradimento verso il nero: la seconda maglia. In questo caso abbiamo optato per una visione di profilo della Barriera, rappresentata in nero, circondata dall'algido bagliore che emana. Fuori, il grigio, perchè tutto è grigio al di fuori della Barriera.»
Entrano Apostolakis, Suvorov e Pavone che sfilano con grande serietà indossando la divisa per le gare in trasferta:
«Ed ora andiamo con la prima maglia: il nuovo sponsor tecnico ci ha garantito un nero di una profondità mai vista prima, e sul nostro amato trionfo di nero ecco che campeggia una vista frontale della Barriera, in tutta la sua splendente bellezza»
I primi a sfilare sono Zamo, Cami e Manstein che sfilano visibilmente impettiti e gonfi d'orgoglio, ma proprio mentre i tre hanno concluso la loro passeggiata sul palco ecco un brusio crescente venire dal fondo della sala fino ad arrivare alle prime file: i più accorti l'hanno visto, ecco che arriva Terrasina con la sua nuova numero 9, e non appena mette piede sul palco esplode un boato di applausi:
A prendere la parola il diesse Tarli, peraltro palesemente non a suo agio nel ruolo di anfitrione: «Buonasera a tutti, signore e signori. Come ben sapete qui alla Barriera abbiamo più e più volte fatto richiesta alla lega di poter ricorrere al nostro storico ed unico colore, il nero, sia per quanto riguarda la divisa casalinga che quella per le gare in esterna, ma il permesso ci è stato sempre negato. Quest'anno abbiamo dunque deciso di far buon viso a cattivo gioco, andando ad optare per un restyling che, dovendo obbligatoriamente tradire il look total black, vuole allora portare su di sè un forte elemento d'identità: La Barriera è da dove noi veniamo, è dove stiamo e dove sempre staremo, La Barriera è il nostro unico orizzonte, per cui porteremo La Barriera anche sulle nostre divise!».
«Cominciamo dunque con la maglia che ci è costata il sacrificio maggiore, il maggior tradimento verso il nero: la seconda maglia. In questo caso abbiamo optato per una visione di profilo della Barriera, rappresentata in nero, circondata dall'algido bagliore che emana. Fuori, il grigio, perchè tutto è grigio al di fuori della Barriera.»
Entrano Apostolakis, Suvorov e Pavone che sfilano con grande serietà indossando la divisa per le gare in trasferta:
«Ed ora andiamo con la prima maglia: il nuovo sponsor tecnico ci ha garantito un nero di una profondità mai vista prima, e sul nostro amato trionfo di nero ecco che campeggia una vista frontale della Barriera, in tutta la sua splendente bellezza»
I primi a sfilare sono Zamo, Cami e Manstein che sfilano visibilmente impettiti e gonfi d'orgoglio, ma proprio mentre i tre hanno concluso la loro passeggiata sul palco ecco un brusio crescente venire dal fondo della sala fino ad arrivare alle prime file: i più accorti l'hanno visto, ecco che arriva Terrasina con la sua nuova numero 9, e non appena mette piede sul palco esplode un boato di applausi: