Tiro questa volta non si fece scrupoli ed salì sul palco, alcuni lo stavano acclamando ma non si montò la testa: il suo avversario stava ricevendo lo stesso trattamento.
Il sacerdote questa volta non si perse in cerimonie superflue e, con ancora la tunica, iniziò le sue rime:
"Elitiosandro, questo nome m'è familiare
Ho sentito voci, storie, racconti strani
Di come da un mulo ti sia fatto inculare!
Adesso però abbassa le mani,
Ti sembro forse un ciuco?
Tu invece sei proprio un pivello,
Ma se proprio vuoi che riempa buco
Arriva prima al mio livello"