Bellona scese nell'arena dopo essersi adeguatamente preparata per lo scontro. Si era cosparsa il corpo di olio, come tradizione voleva, rinunciando alla corazza e alle armi. Lunghe fasce di stoffa le ricoprivano le mani, mentre semplici pezzi di tessuto le coprivano il seno e l'inguine. A fronteggiarla c'era Amathea, l'eroina di Magheìa che aveva scelto, in quel di Timurania, di inseguire la strega anziché perseguire la caccia al Cinghiale di Demetra. Dopo i saluti formali, d'uopo alla presentazione dei contendenti, Bellona augurò buona fortuna alla sua avversaria, poi rivolse un veloce pensiero ad Atena e infine si lanciò all'attacco.
Per prima cosa cercò di spingere Amathea in difesa, vibrando rapidi ganci al volto, nella speranza di spingerla a eseguire un contrattacco; l'idea dell'eroina della Splendente era, infatti, quella di colpire Amathea nell'esatto instante in cui avesse provato a reagire, cogliendola a difese abbassate. Unitamente a questo avrebbe giocato molto sulle gambe, muovendosi continuamente, così da offrire meno vulnerabilità ad un eventuale attacco.