Silen
Get a life
E' questo il nome ufficioso con cui sono onosciuti i domini che l'arpia Silene ha conquistato in maniera avventurosa per sè, partendo da un gruppo mercenario formato da un pugno di sue consorelle e di un indurito gruppo di veterani di varie razze che avrebbero seguito persino la stessa Tiamat in cambio di oro sufficiente.
Storia
Tutto iniziò quando Silene, un'arpia visionaria per lo standard della sua razza, dopo uno dei tanti assalti che le arpie conducono ai danni delle carovane che attraversano i territori da esse infestati concepì per la prima volta l'idea di acquistare una sorta di sovranità sui territori abitati dalle Prede (ovvero qualsiasi non-Arpia) in modo da acquistare non solo un nuovo e più ricco Territorio di Caccia, ma anche sfruttare a proprio profitto il lavoro e le abilità delle Prede stesse.
Dopo un certo tempo Silene riuscì a convincere soltanto un pugno delle sue consorelle, non più di qualche centinaio, a seguirle in questa sua impresa, troppo poche per poter sperare in una riuscita. Proprio quando sembrava che i suoi sforzi fossero destinati al fallimento, Silene scoprì che c'erano molte Prede disposte a servire ai suoi ordini come soldati in cambio di oro, assolutamente inutile per la mentalità di un'Arpia, oro che poteva facilmente reuperare dai relitti delle carovane assaltate nei deserti e nelle terre desolate nel corso di anni interi.
Il resto della storia è noto: l'impresa di Silene fu favorita dalle condizioni politiche della regione, da tempo frantumata in una miriade di piccoli principati e staterelli deboli e litigiosi, ben disposti ad arruolare mercenari per i propri puerili conflitti. Costretta inizialmente ad accettare impieghi da questi stati per poter avere abbastanza oro da mantenere insieme il suo esercito, Silene riuscì a poco a poco ad ingrandire le sue forze fino ad impadronirsi di un principato proprio da usare come partenza per conquistare gli altri, riuscendo allo stesso tempo ad ingrandire sempre più le sue forze attirando col suo successo altre arpie dalle terre desolate, fino a giungere a contatto con gli stati più organizzati a nord.
Società
La struttura dello stato è nettamente divisa su base razziale. Al vertice sono le Arpie, sia quelle che seguirono inizialmente Silene sia quelle che si aggiunsero in seguito, unite in quella che esse seguitano a considerare secondo i loro principi di Caccia Condivisa: ovvero un'associazione volontaria su basi strettamente paritarie. Un simile sistema non potrebbe mai funzionarie, ad esempio, in una società umana, ma per le individualistiche Arpie sembra non solo essere l'unica via possibile ma anche funzionare molto meglio di quanto ci si potrebbe aspettare, probabilmente grazie alla sorprendente lealtà e solidarietà di razza che le arpie hanno finora dimostrato.
Inoltre, per quanto fieramente indipendenti, le arpie sono state finora disposte a seguire la guida di Silene in quanto ideatrice di tutta l'impresa (il titolo che alcune arpie le rivolgono, Prima nella Caccia o semplicemente Prima appare emblematico) oltre che a rivolgere un certo rispetto alle compagne che sembrano avere maggiore esperienza nel combattere al seguito di Silene e vivere in mezzo alle Prede così che una vera e propria "gerarchia non ufficiale" sembra essersi formata con al vertice Silene e le sue compagne della prima ora, poi quelle che si aggiunsero dopo le prime vittorie, via via fino alle ultime arrivate, e anche se Silene non rivolge mai ordini alle altre arpie, bensì semplici richieste in tono molto elaborato, il risultato finale è molto simile.
Le arpie costituiscono una elite prettamente militare: fra di loro non ci sono commercianti, nè artigiani, nè costruttori: esse sono cacciatrici efficienti e spietate e come i fatti hanno dimostrato, una volta equipaggiate e abituate a combattere in gruppo, guerriere temibili ma pur essendo molto intelligenti esse semplicemente non sembrano interessate alle attività che occupano la vita delle altre razze. Artie mestieri che esulano dalla caccia sono guardate con freddo disinteresse e persino la magia viene stimata soltanto per puro interesse pratico.
Tutte le creature delle altre razze, indipendentemente da origine o ceto sociale sono considerate, in omaggio alle radicate convinzioni di superiorità delle Arpie, delle Prede ma di un genere particolare: lo sfruttamento del lavoro e dei beni che queste possono produrre era infatti uno degli scopi principali, se non lo scopo ultimo di tutta l'impresa e questo fa si che, per la prima volta nella loro storia, le arpie abbiano guardato alle altre razze come qualcosa di diverso da animali da carne da uccidere e divorare.
Fin dalle prime conquiste gli abitanti delle regioni occupate sono stati considerati quindi Proprietà Condivisa di tutte le arpie: un nome antico per un concetto nuovo. La maggior parte delle arpie ha comunque affibbiato loro il nomignolo sprezzante di schiavarazza.
Tutti gli schiavarazza devono pagare una capitazione individuale detta con macabro umorismo diritto di esistere: la pena per chi rifiutasse di pagare l'imposta infatti è il declassamento allo stato di Preda con tutte le conseguenze che è facile immaginare.
D'altronde il pagamento della tassa, per quanto onerosa, è l'unico vero obbligo richiesto al suddito che per il resto è lasciato vivere la sua vita nella maniera che meglio crede; l'amministrazione di città e villaggi è lasciata a elementi locali ai quali è permesso inoltre anche entrare al servizio dello stato come soldati detti schiavi da battaglia.
Il reddito fornito dal diritto di esistere inoltre, detratte le spese militari, viene ridistruibuito alle arpie come parte della preda ottenuta dalla Caccia Condivisa e queste lo utilizzano per ottenere tutti quei beni prodotti dai sudditi e che esse desiderano. Questo sistema permette alle arpie di mantenere il proprio sistema di vita e allo stesso tempo di ottenere tutti i benefici di una società più sviluppata e, poichè l'idea dell'accumulare denaro senza utilizzarlo è estranea alla loro mentalità, favorisce non poco il commercio e l'artigianato interno per fare fronte alle bizzarre richieste della classe dominante.
Un sorprendente effetto secondario di questo sistema è il declinare costante della schiavità come sistema: secondo la mentalità delle Arpie infatti sia schiavo che padrone sono tenuti al pagamento del diritto di esistere:onere che per forza di cose ricade sul padrone, a meno che questi non voglia vedere lo schiavo catturato e fatto allo spiedo. La conseguenza diretta è stata che sia i grandi proprietari terrieri sia le manifatture delle città si stanno via via orientando verso la trasformazione degli schiavi in affittuari e mezzadri liberi piuttosto che in operai salariati dato che l'aumento del costo della manodopera è più che compensato dallo scarico del diritto di esistere sull'operaio o affittuario, il quale a sua volta dopo aver pagato la tassa si trova comunque in condizione migliore di quanto non fosse quando era schiavo.
Per tutte queste ragioni il dominio delle arpie pur non essendo popolare non è nemmeno detestato: a differenza di molti conquistatori le arpie non hanno reclamato il possesso della terra o preteso di ridurre in fattiva servitù la popolazione: tuttora la maggior parte delle arpie preferisce vivere fuori dalle città, cacciando quando necessario e stabilendo la propria dimora su picchi e scogliere che essere sembrano prediligere. La stessa Silene ha fatto costruire per sè un bizzarro palazzo a strapiombo su una grande scogliera, un insieme di grandi stanze arredate con lusso barbarico. Gli ingressi al pianterreno sono stati poi murati in modo che sia accessibile soltanto dall'ampio terrazzo e soltanto da creature volanti. Questa peculiare forma di architettura stà riscuotendo un certo successo ed è probabile che altri palazzi del genere sorgano in futuro.
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