Je Suis Dieudonné

Mabelrode

Get a life
La democrazia mica si esaurisce nel voto e nel suffragio.
È un complesso sistema di regole che garantiscono tutte le parti della società e impediscono a una parte di accaparrarsi abbastanza potere da essere in grado di far cessare questo equilibrio.
Non c'è nulla di democratico in un 51% di votanti che vuole la dittatura.
Non è che qualsiasi cosa decisa a maggioranza è democratica.
Il succo della democrazia è la difesa delle minoranze mica la dittatura della maggioranza.
Infatti a sto tizio mica nessuno impedisce di fare i suoi spettacoli. Solo che dopo le persone che si sentono da lui danneggiate hanno il diritto di avvalersi del sistema democratico per rivalersi e metterlo di fronte alle proprie responsabilità indipendentemente dalla sua fama. Se queste persone non potessero chiedere allo stato in quanto universale che media gli interessi particolari di porsi come arbitro tra lui e loro non ci sarebbe democrazia e non ci sarebbe pace sociale.

Sono assolutamente d'accordo quando dici che i doveri della democrazia non si esauriscono nel voto e che non deve (meglio dovrebbe) risolversi nella dittatura della maggioranza. Questo però non dissipa i miei dubbi riguardo l'esigenza della democrazia di perpetuarsi indipendentemente dal volere popolare.
Dalle mie parole dovrebbe essere già emerso che la mia natura politica è assolutamente democratica quindi non farò ulteriori premesse alle mie prossime frasi.
La democrazia è forse un sistema perfetto? Ovviamente no... e in quanto sistema imperfetto non andrebbe assolutizzato e considerato immutabile nel tempo. Secondo me un elemento fondamentale della democrazia è la sua disponibilità nei confronti del cambiamento quindi trovo che sia una sua perversione considerarla immutabile e in contrasto con il volere popolare anche perchè si sta difendendo contro un nemico inesistente visto che dubito ci sia una percentuale consistente di popolazione che preferirebbe la dittatura alla democrazia.
 

Thewo

Chosen one
Affermazione molto discutibile. Democrazia significa "governo del popolo" e quindi piaccia o non piaccia, governo della maggioranza. Se il 60% dei votanti aventi diritto votasse per instaurare una dittatura, il voto sarebbe paradossalmente un voto democratico.
Sempre ovviamente che questo voto sia stato ottenuto senza brogli e senza minacciare di fucilare chi è contrario. ^__^

Tutela delle minoranze, ecc. ecc. sono l'ideale del buon governo, ma tu fai una associazione buon governo-democrazia che non è affatto scontata.
Basta guardare gli Stati Uniti....da sempre considerati "la più grande democrazia del mondo" ma per che decenni hanno discriminato la popolazione di colore. In base al tuo discorso immagino che in quegli anni secondo te gli Stati Uniti non fossero una democrazia? Beh sfortunatamente lo era.
Stai facendo un casino coi termini mischiando le mele e le pere.
L'etimologia della parola democrazia mi interessa fino a un certo punto, quello che intendiamo noi oggi quando parliamo di sistema democratico è altro, e il suffragio ne è conditio sine qua non ma non condizione sufficiente in sé. La democrazia è un complesso sistema di contrappesi basato sulla separazione dei poteri e volto ad evitare proprio la dittatura della maggioranza. Questo non c'entra nulla col buono o cattivo governo che è un discorso di politiche e non di assetto istituzionale. Decidere democraticamente di instaurare una dittatura è una contraddizione in termini, puoi deciderlo a maggioranza, ma è una cosa ben diversa.
Gli stati uniti infatti non erano assolutamente una democrazia fino a che non hanno obbligato i propri stati del sud a cessare la discriminazione, perche un'altra conditio sine qua non della democrazia è che tutti i citradini devono essere uguali di fronte alla legge indipendentemente da razza sesso e religione, e infatti non lo è la Russia di oggi nonostante le elezioni.
 

Thewo

Chosen one
Secondo me facciamo confusione con i termini "opinione", "dichiarazione" e "fatto".
Il razzismo non è un'opinione, le opinioni che si basano su un sentimento razzista però lo sono. Come tutte le opinioni del mondo, anche queste cercano di basarsi su fatti che possono essere veri o falsi ma, indipendentemente da questo, non perdono lo status di "opinione".
E guarda che lo status di "opinione" non è un valore di qualche tipo.. le opinioni possono essere delle cazzate immonde pur rimanendo opinioni.

Il reato di diffamazione non si basa sulle opinioni ma sulle dichiarazioni.
Se io dico "Secondo me Maldini è un pederasta" esprimo un'opinione, se dico "Ho visto Maldini sodomizzare un bambino" faccio una dichiarazione.
Per questo motivo la frase di Shaka "Secondo me Mabel è contrario al reato di propoganda fascista" è assolutamente un'opinione e in quanto tale non mi ha minimamente infastidito mentre invece "Avete detto che il razzismo non esiste" è una dichiarazione falsa e mi ha fatto un po' incazzare.

Quando sostengo il diritto di dire qualsiasi cosa, che sia essa violenta o amorale, ovviamente non sostengo il diritto della sua applicazione visto che tra parole e azioni c'è una netta differenza.
OK, questo lo capisco di più.
Secondo me l'equivoco che ci divide è che questo non è in effetti un comico, è uno che porta chiaramente avanti un'agenda politica. Questo tizio marcia più sul binario Grillo che sul binario Luttazzi per intenderci. Quando Luttazzi parlava di santanche e Ferrara che si cagano addosso faceva satira su persone precise senza sostanzialmente fare proposte politiche. Questo dice che c'è un complotto mondiale gestito dagli ebrei e basato sul senso di colpa per un evento inventato che si chiama olocausto. Dimmi che anche tu vedi la differenza.

Poi ribadiscono, faccia pure i suoi spettacoli e dica quello che vuole, poi però se qualcuno lo porta in tribunale perché propugna un'agenda politica razzista, questo fa parte della democrazia, ognuno è libero di dire ciò che vuole e se ne assume la responsabilità di fronte alla legge, e questo vale per tutti sopra e sotto a un palco.
 

Mikhail Mengsk

MSPAINT OVERTYRANT
Non mi sembra...la Russia di Putin è appunto l'esempio perfetto di uno stato totalitario e io spero proprio che l'italia non arrivi mai ad assomigliargli.

E poi scusa mik, ma tu continui mettermi in bocca cose che non ho detto, sproloquiando di oppressione dei poveri neofascisti mentre quello che stò criticando io è il principio in generale. Poi oh, se dobbiamo scadere sempre nello stravolgere le idee degli altri per poterle attaccare meglio, lasciamo perdere nessuno ci obbliga a portare avanti la discussione.

Beh ma ti ho già detto che per quanto riguarda il principio generale hai ragionissima. A chiare lettere, proprio.

Voglio però evidenziare il fatto che nel mondo reale questo pericolo non si è ancora configurato e non sembra rischiare di configurarsi neanche nei confronti di quello che può essere veramente un pericolo mortale per il sistema. QUindi se l'arma del "silenziatore" non viene usata contro quello che è il principale bersaglio è ragionevole pensare che non verrà abusata in senso generale. Trovo eccessive le tue preoccupazioni in merito, diciamo.


E comunque se la maggioranza dell'elettorato non capisce da solo che è una troiata riaprire i forni crematori e fucilare chi disobbedisce al dittatore di turno e vota per chi propaganda queste idee, allora vuol dire che è inutle porprio stare a difenderla, la democrazia. Mettiamo al potere una dittatura paternalistica e lasciamo perdere.

Affermazione molto discutibile. Democrazia significa "governo del popolo" e quindi piaccia o non piaccia, governo della maggioranza. Se il 60% dei votanti aventi diritto votasse per instaurare una dittatura, il voto sarebbe paradossalmente un voto democratico.
Sempre ovviamente che questo voto sia stato ottenuto senza brogli e senza minacciare di fucilare chi è contrario. ^__^

Tutela delle minoranze, ecc. ecc. sono l'ideale del buon governo, ma tu fai una associazione buon governo-democrazia che non è affatto scontata.
Basta guardare gli Stati Uniti....da sempre considerati "la più grande democrazia del mondo" ma per che decenni hanno discriminato la popolazione di colore. In base al tuo discorso immagino che in quegli anni secondo te gli Stati Uniti non fossero una democrazia? Beh sfortunatamente lo era.

Attenzione che in quegli anni il diritto di voto era severamente limitato ed escludeva una grossa porzione della popolazione. Solo nel '57 i neri hanno avuto il diritto di voto e la loro presenza alle urne è stata più volte ostacolata negli anni successivi. Quindi era un sistema democratico stacippa: se escludi parte della popolazione dal sistema politico allo scopo di poter usare contro di lei il sistema politico stretto non sei veramente in democrazia. Questo è chiaro.

Capisco comunque il tuo discorso: le democrazie POSSONO attuare leggi discriminatorie. Assolutamente vero.

Ma è loro diritto fare il possibile per evitare che si arrivi ad avere la maggioranza dei votanti che vota per non votare mai più. A quel punto, come giustamente dici tu, la democrazia ha GIA' fallito. E' troppo tardi. Quantomeno, però, si possono combattere le ideologie che vogliono smaccatamente riportare la dittatura nel paese. Costringerle a diluire la propria propaganda, a cambiare dialettica. Non è certamente la difesa perfetta, ma è il giusto equilibrio fra la protezione della democrazia e la tutela della libertà di opinione.

Alla fine come ho già detto non mi sembra che lo stato limiti poi tanto questo genere di ideologie cancrenose visto il loro prosperare.
 

Silen

Get a life
Voglio però evidenziare il fatto che nel mondo reale questo pericolo non si è ancora configurato e non sembra rischiare di configurarsi neanche nei confronti di quello che può essere veramente un pericolo mortale per il sistema. QUindi se l'arma del "silenziatore" non viene usata contro quello che è il principale bersaglio è ragionevole pensare che non verrà abusata in senso generale. Trovo eccessive le tue preoccupazioni in merito, diciamo.

Nel mondo occidentale finora non è verificato, vero, e forse la preoccupazione per il rischio potenziale è eccessiva. A me però questa cosa infastidisce parecchio.


Capisco comunque il tuo discorso: le democrazie POSSONO attuare leggi discriminatorie. Assolutamente vero.

Era questa la cosa che mi premeva evidenziare, infatti.

Ma è loro diritto fare il possibile per evitare che si arrivi ad avere la maggioranza dei votanti che vota per non votare mai più. A quel punto, come giustamente dici tu, la democrazia ha GIA' fallito. E' troppo tardi. Quantomeno, però, si possono combattere le ideologie che vogliono smaccatamente riportare la dittatura nel paese. Costringerle a diluire la propria propaganda, a cambiare dialettica. Non è certamente la difesa perfetta, ma è il giusto equilibrio fra la protezione della democrazia e la tutela della libertà di opinione.

Alla fine come ho già detto non mi sembra che lo stato limiti poi tanto questo genere di ideologie cancrenose visto il loro prosperare.

Sul diritto di combattere certe ideologie, non posso che essere d'accordo, è il mezzo che non mi convince appieno. Più che vietare di fare propaganda ad una certa ideologia io penso che bisognerebbe cercare di evidenziarne gli aspetti odiosi...e se parliamo del caso delle ideologie neofasciste, c'è veramente l'imbarazzo della scelta sotto questo aspetto.

L'etimologia della parola democrazia mi interessa fino a un certo punto, quello che intendiamo noi oggi quando parliamo di sistema democratico è altro, e il suffragio ne è conditio sine qua non ma non condizione sufficiente in sé. La democrazia è un complesso sistema di contrappesi basato sulla separazione dei poteri e volto ad evitare proprio la dittatura della maggioranza. Questo non c'entra nulla col buono o cattivo governo che è un discorso di politiche e non di assetto istituzionale. Decidere democraticamente di instaurare una dittatura è una contraddizione in termini, puoi deciderlo a maggioranza, ma è una cosa ben diversa.

Non mi sembra che sia una questione di etimologia della parola, mi sembra un dato di fatto. Dalle elezioni esce un parlamento, dal parlamento esce una maggioranza, la maggioranza governa, la minoranza fa opposizione ma se la maggioranza è determinata sufficientemente, l'opposizione viene ignorata. Nella nostra bella italia abbiamo avuto più volte governi che andavano avanti a botta di fiducia in parlamento, in altri stati ci sono sistemi elettorali che danno alla coalizione vincente premi di maggioranza tali che permettono di approvare leggi e norme senza il concorso dell'opposizione...vedi il sistema inglese ad esempio.
 

Mabelrode

Get a life
OK, questo lo capisco di più.
Secondo me l'equivoco che ci divide è che questo non è in effetti un comico, è uno che porta chiaramente avanti un'agenda politica. Questo tizio marcia più sul binario Grillo che sul binario Luttazzi per intenderci. Quando Luttazzi parlava di santanche e Ferrara che si cagano addosso faceva satira su persone precise senza sostanzialmente fare proposte politiche. Questo dice che c'è un complotto mondiale gestito dagli ebrei e basato sul senso di colpa per un evento inventato che si chiama olocausto. Dimmi che anche tu vedi la differenza.

Poi ribadiscono, faccia pure i suoi spettacoli e dica quello che vuole, poi però se qualcuno lo porta in tribunale perché propugna un'agenda politica razzista, questo fa parte della democrazia, ognuno è libero di dire ciò che vuole e se ne assume la responsabilità di fronte alla legge, e questo vale per tutti sopra e sotto a un palco.


Io ho visto 5 o 6 filmati tratti dagli spettacoli Dieudonné per un totale di 20 - 30 minuti quindi devo limitarmi a parlare di quelli (se qualcuno degli altri spettacoli palesa il mio errore di giudizio ti chiedo di linkarmelo così me lo guardo ed eventualmente rivedo il mio giudizio).
Per quello che ho visto, non posso che considerarlo un comico che tratta temi politici e di attualità (tra cui omosessualità e sionismo) esprimendo la propria opinione attraverso racconti buffi o esagerazioni con fine comico. Concettualmente lo associo a Crozza ovvero un comico le cui idee politiche sono chiare e che non perde occasione per ribadirle utilizzando mezzi comici più o meno efficaci. Ovviamente condivido molte opinioni di Crozza e praticamente nessuna di Dieudonné ma questo non ha nulla a che fare con la mia decisione di considerarlo un comico o meno.
Prendendo come esempio uno dei filmati che ho visto, il racconto di un Dieudonné che attraversa il gay pride insieme al figlio è, dal mio punto di vista, puramente comico pur lasciando trasparire senza alcuna remora la sua natura omofoba.
Dieudonnè non rappresenta alcun partito e non propone azioni politiche, come molti altri comici si limita a schernire ciò che considera sbagliato quindi non vedo perchè debba essere portato in tribunale per le sue parole.

A questo punto vorrei dilungarmi sull'evoluzione del "politicamente corretto" all'interno della nostra società e di come la libertà di parola stia, giorno dopo giorno, diventando sempre più limitata ma forse mi allontanerei troppo dal discorso generale quindi mi limito ad una riflessione tirando in ballo un altro comico.
Credete che il "Goat Boy" di Bill Hicks oggi verrebbe accettato così come è stato accettato qualche decennio fa?
 

Thewo

Chosen one
Non mi sembra che sia una questione di etimologia della parola, mi sembra un dato di fatto. Dalle elezioni esce un parlamento, dal parlamento esce una maggioranza, la maggioranza governa, la minoranza fa opposizione ma se la maggioranza è determinata sufficientemente, l'opposizione viene ignorata. Nella nostra bella italia abbiamo avuto più volte governi che andavano avanti a botta di fiducia in parlamento, in altri stati ci sono sistemi elettorali che danno alla coalizione vincente premi di maggioranza tali che permettono di approvare leggi e norme senza il concorso dell'opposizione...vedi il sistema inglese ad esempio.
Se non ti interessa va l'etimo bastava non tirarlo fuori
Comunque a monte di tutto questo c'è un sistema di regole e contrappesi tra i vari poteri: contrappesi tra Governo e Parlamento contrappesi tra Capo dello Stato e di governo contrappesi tra politica e magistratura contrappesi tra maggioranza e opposizione. C'è la Costituzione che è un sistema di regole condiviso dai vari partecipanti che sta sopra a tutto quello che tu hai elencato. Anche questa perché uno Stato possa essere definito pienamente democratico deve avere determinate caratteristiche ecc. ecc. ecc.
 

Thewo

Chosen one
A questo punto vorrei dilungarmi sull'evoluzione del "politicamente corretto" all'interno della nostra società e di come la libertà di parola stia, giorno dopo giorno, diventando sempre più limitata ma forse mi allontanerei troppo dal discorso generale quindi mi limito ad una riflessione tirando in ballo un altro comico.
Credete che il "Goat Boy" di Bill Hicks oggi verrebbe accettato così come è stato accettato qualche decennio fa?

Sinceramente direi che non c'è mai stata tanta libertà di parola come oggi nella storia. Fondamentalmente viviamo in un'epoca in cui ogni opinione anche la più imbecille, campata in aria, ingiustificata, priva di qualsiasi argomentazione ha diritto di cittadinanza nel dibattito pubblico e nelle coscienze.
Il politicamente corretto è talmente morto che per essere piu morto ci vorrebbe trey parker e matt stone alla casa bianca. In parlamento la gente parla di scie chimiche e chip sotto la pelle, il capo del più grosso partito di opposizione è uno che non più di 5 anni fa parlava di apartheid sui tram a milano e oggi parla di ruspe e deportazioni. si discute sull'utilità dei vaccini, trasmissioni televisive su ciarlatani con migliaia di seguaci che giurano di guarire il cancro con l'acqua. C'e stata una polemica di giorni sulla morta al bataclan che è stata infangata in ogni modo. A londra in certi quartieri ci sono banchetti di salafiti che propagandano tramite lo slogan "islam is superior" la superiorità della legge coranica sul diritto occidentale, liberamente. C'e stata una polemica di mesi sulle due tizie rapite on siria arrivando su giornali nazionali a dire che erano le troie del battaglione. Il tizio che è in testa ai sondaggi in America per diventare il prossimo POTUS quattro giorni fa ha detto di chiudere le frontiere agli islamici, stiamo qua a discutere di un tizio che crede che la legge sulle coppie di fatto sia un complotto ebraico per propagandare l'omosessualità.
Ma di cosa stiamo parlando?

A me pare che oggi la tematica all'opposto sia come difendere il sistema democratico dal fatto che per sua natura è vulnerabile in quanto tale e concede spazi di libertà a chi li vuole usare per sovvertirlo e portarlo a una fine, non certo il problema della libertà di parola.
 
Ultima modifica:

Mabelrode

Get a life
Sinceramente direi che non c'è mai stata tanta libertà di parola come oggi nella storia. Fondamentalmente viviamo in un'epoca in cui ogni opinione anche la più imbecille, campata in aria, ingiustificata, priva di qualsiasi argomentazione ha diritto di cittadinanza nel dibattito pubblico e nelle coscienze.
Il politicamente corretto è talmente morto che per essere piu morto ci vorrebbe trey parker e matt stone alla casa bianca. In parlamento la gente parla di scie chimiche e chip sotto la pelle, il capo del più grosso partito di opposizione è uno che non più di 5 anni fa parlava di apartheid sui tram a milano e oggi parla di ruspe e deportazioni. si discute sull'utilità dei vaccini, trasmissioni televisive su ciarlatani con migliaia di seguaci che giurano di guarire il cancro con l'acqua. C'e stata una polemica di giorni sulla morta al bataclan che è stata infangata in ogni modo. A londra in certi quartieri ci sono banchetti di salafiti che propagandano tramite lo slogan "islam is superior" la superiorità della legge coranica sul diritto occidentale, liberamente. C'e stata una polemica di mesi sulle due tizie rapite on siria arrivando su giornali nazionali a dire che erano le troie del battaglione. Il tizio che è in testa ai sondaggi in America per diventare il prossimo POTUS quattro giorni fa ha detto di chiudere le frontiere agli islamici, stiamo qua a discutere di un tizio che crede che la legge sulle coppie di fatto sia un complotto ebraico per propagandare l'omosessualità.
Ma di cosa stiamo parlando?

A me pare che oggi la tematica all'opposto sia come difendere il sistema democratico dal fatto che per sua natura è vulnerabile in quanto tale e concede spazi di libertà a chi li vuole usare per sovvertirlo e portarlo a una fine, non certo il problema della libertà di parola.


Ho buttato lì una mezza frase in cui preciso di non volermi dilungare per evitare di andare OT ma a questo punto è necessario che chiarisca meglio la mia posizione per evitare di essere frainteso (se un mod vuole splittare in una discussione sul politicamente corretto forse evitiamo di allontanarci troppo dalla tematica del thread pur essendo indubbiamente parte dello stesso discorso).
La mia riflessione si basa sul concetto del politicamente corretto nel parlare e nel comportarsi che ha avuto una evoluzione negli ultimi decenni abbastanza netta.
Fino a qualche tempo fa, nelle commedie italiane si utilizzavano senza problema alcuno terminologie come "frocio", "negro" , "terrone", "handicappato" , "mongoloide", etc... mentre adesso, in nome del politicamente corretto, è impensabile fare una cosa simile e non solo per questioni di censura sul prodotto finale ma anche solo semplicemente per una censura a monte dettata dalla spinta della società verso il perbenismo.
Il "Goat Boy" di Hicks che ho precedentemente citato, è uno sketch in cui quello che considero il miglior comico della storia simula un incontro di natura sessuale con una ragazzina abbondantemente minorenne ed è costellato da porcate allucinanti. Se oggi un comico presentasse uno spettacolo simile, verrebbe crocifisso in piazza per "istigazione alla pedofilia" e bandito non solo da ogni teatro esistente ma dalla società stessa che lo vomiterebbe come scarto vergognoso.
Prima di venir ulteriormente frainteso vi chiedo di fare particolarmente attenzione a questa mia precisazione:
La mia non è una critica, non sto dicendo "si stava meglio quando si stava peggio", è una semplice analisi di una tendenza sempre più spiccata nel limitare terminologia e situazioni per proteggere la sensibilità del prossimo.
Credo inoltre che trattare insulti simili in maniera differente in base all'oggetto dell'insulto perpetui ulteriormente la convinzione che non tutti sono uguali (esempio: Se i tifosi fanno "BUUUUU" a Cassano non ci sono problemi, se lo fanno a Balotelli diventano automaticamente "BUUUU razzisti" e se ne parla per una settimana spinti da una sacra indignazione).
Trovo particolarmente interessante la tua citazioni di Matt Stone e Trey Parker relativa al politicamente corretto visto che gran parte dell'ultima stagione è basata su questa analisi.


Vorrei fare una parentesi sugli esempi che hai portato.
Dire "L'acqua cura il cancro" non è una questione di libertà di parola, è una questione di disinformazione criminale e anche qui bisognerebbe aprire un'ulteriore digressione sui mali derivanti dall'eccessivo pluralismo di informazione e sulla tendenza della società di non verificare le fonti ma evitiamo altrimenti viene fuori davvero un bordello.
Questo vale per ogni tuo esempio che è legato a giornalisti o politici e non ai comici.
 

Mikhail Mengsk

MSPAINT OVERTYRANT
Io direi che l'attuale atteggiamento è schizofrenico: in alcuni casi c'è la crocifissione mediatica e in alcuni casi la sanzione giudiziaria, in altri casi c'è l'impunità più totale. Per questo si può vedere un politico dichiarare di voler affondare i barconi con la gente sopra nella sostanziale indifferenza generale e vederlo crocifisso per un insulto "territorialmente razzista" o per aver insultato una donna.

In generale però è abbastanza un liberi tutti: i casi in cui la libertà di espressione viene punita a rigor di legge sono enormemente più limitati rispetto a quelli in cui viene garantita anche alle espressioni più becere.

Poi c'è l'indignazione dei media, dellaggente, ma quella non fa testo. Tutti si indignano per tutto e ci sono le mode ricorrenti a seconda del periodo. A rigor di legge, che è quella che conta, la libertà di espressione anche nella sua forma più insultante è ampiamente garantita.
 

Mabelrode

Get a life
Concordo con la definizione "schizofrenico", è molto calzante.
Che per legge un comune cittadino possa dire quasi ogni opinione è indubbio, ci mancherebbe altro... è quel "quasi" che mi infastidisce. Detto questo, nell'ultimo mio post parlavo più che altro di cosa venga considerato politicamente corretto dalla società e non dell'illegale (per questo ho premesso io stesso di considerarlo parzialmente OT) quindi mi soffermavo sull'indignazione generale verso alcuni argomenti universalmente considerati tabù.
Ho già spiegato cosa intendo con "opinione" e il distinguo tra categorie che andrebbero più limitate e altre che andrebbero lasciate libere quindi non c'è bisogno che esprima ulteriormente il mio disgusto nei confronti di un politico con ambizioni a livello nazionale che propone di voler affondare i barconi o spianare con la ruspa i campi rom.
 

Shaka

Get a life
Fantacalciaro
Non so chi già l'ha vista ma Charlie Hebdo ha pubblicato una vignetta sul sisma italiano

Charlie-Hebdo-vignetta-terremoto-Italia.jpg


Grande indignazione su internet e oggi molte meno persone sono Charlie.

E' facile difenderli quando subiscono un attentato per le vignette su Maometto, Allah o sui morti arabi...roba loro...ora che i morti sono i nostri, indignazione, richieste di chiusura, schifo ecc ecc...mah...ipocrisia unica via...
 

Spam Rulez

Chosen one
E' facile difenderli quando subiscono un attentato per le vignette su Maometto, Allah o sui morti arabi...roba loro...ora che i morti sono i nostri, indignazione, richieste di chiusura, schifo ecc ecc...mah...ipocrisia unica via...

Sicuramente. Ed è giusto indignarsi.

Un pò meno, molto meno, infinitamente meno, entrargli in redazione armi in mano e fare una strage.
 
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