GDR Gli Aidar ed il Jayathi Riyasaat

Mikhail Mengsk

MSPAINT OVERTYRANT
LE REGIONI AIDAR
Gli Umani delle regioni meridionali chiamano se stessi Aidar, sono più scuri di pelle e più bassi di statura rispetto alla media delle altre regioni, ma hanno toraci a botte indizio di forza e grande resistenza alla fatica. La moda locale impone da più di un millennio ai maschi di portare la barba rasata e baffi accuratamente curati, mentre le donne sono solite adornarsi di monili in bronzo e legare i capelli in lunghe code di cavallo.

Questo vasto popolo abita regioni un tempo ricche e lussureggianti, ma irrimediabilmente divise fra etnie in perenne contrasto. Grandi dinastie locali guerreggiavano per il titolo di Rajah, ma ognuno di essi che tentasse di elevarsi a tale rango veniva inevitabilmente rovesciato da una coalizione di rivali. Col passare dei secoli, il titolo di Rajah venne del tutto abbandonato, e le dinastie presero il nome di Riyasaat: Stati Principeschi.

Dalle loro grandi città elaboratamente decorate, i Ryasi raccoglievano i tributi dei sudditi e reclutavano i propri eserciti, spesso accompagnati da dozzine di elefanti. Enormi carovane, a volte provenienti dagli angoli più remoti del mondo, convergevano nei ricchi mercati del sud portando merci esotiche, schiavi e ricchezze. Gli intrighi erano all’ordine del giorno, con interi ordini di spie ed assassini indaffarati a vendere i propri servizi al miglior offerente. Gli eserciti mercenari più famosi erigevano campi fortificati nei quali accogliere i potenziali datori di lavoro, mentre le bande più piccole stazionavano poco fuori le mura di questa o quella città, offrendo i propri servizi a mercanti o capitani di ventura.

Una miriade di culti, più affini a scuole di pensiero e filosofie, permeava (e permea ancora in buona parte) la civiltà meridionale; nessuno di essi si focalizzava su magnifiche manifestazioni di poteri magici o grandiose divinità, ma perlopiù fornivano risposte ai problemi della vita quotidiana o protezioni di vario tipo e potenza. I Rishi (saggi) più potenti erano spesso membri di spicco delle comunità locali e fornivano protezione ed aiuto ad intere province.


IL JAYATHI RIYASAAT
Il Jayathi Riyasaat pre-Impero era uno Stato Principesco tipico del sud del continente: popoloso, tumultuoso ed uno stato di costante conflitto con gli altri Riyasaat. I Jayathi erano particolarmente abili nell’arte della guerra, risultando spesso all’avanguardia per quanto riguarda tattiche ed equipaggiamenti e capaci di conseguire vittorie dalla grande risonanza nella regione. In tempo di pace, non disdegnavano di fornire interi reggimenti come mercenari al soldo di altri Riyasaat. Alcune debolezze strutturali a livello di governo ed economico gli hanno tuttavia sempre impedito di estendere troppo il proprio dominio, e certo le periodiche coalizioni dei Riyasaat vicini non hanno aiutato.

Le rivalità locali vennero spazzate via nel quando l’Impero lanciò la sua campagna di conquista meridionale, arrivando nella regione degli Stati Principeschi intorno al 50: i Jayathi si lanciarono nella lotta col consueto entusiasmo, guidati dal leggendario Chandragupta Maurya, riunendo sotto i propri stendardi anche le forze di diversi altri Riyasaat. Malgrado qualche vittoria iniziale dovuta ad un utilizzo spregiudicato di elefanti corazzati, il peso militare e soprattutto la tecnologia avanzata dell’Impero finirono per schiacciare ogni opposizione. Morto in battaglia Chandragupta, il successore designato Ashoka Bhonsle accettò la sottomissione al trono imperiale nell’anno 82. I vari Riyasaat mantennero una certa autonomia formale, e col tempo la situazione politica si stabilizzò nella Pax Imperiale. Sotto certi aspetti la vita continuava come una volta, anche se il Culto del Mekanikotrio iniziava a prendere piede e i tributi in soldi, merci e soldati prendevano la strada del Nord. Nonostante gli onerosi doveri verso i Theofonias, la regione rimaneva prospera, e i grandi casati erano liberi di complottare l’uno contro l’altro per accaparrarsi posizioni di prestigio nell’Impero.

I Jayathi si adattarono al nuovo corso meglio di altri: iniziarono a servire come Auxilia nei ranghi dell’esercito imperiale, con notevole successo, ed assumendo quel ruolo con un certo orgoglio. Guidati dai vari Sipahasaalaar (signore della guerra in lingua locale), i Jayathi hanno aiutato a schiacciare più di una rivolta anti-imperiale in tutto il continente.

Il collasso dovuto alla pestilenza ha portato il caos nella regione come nel resto del mondo: l’affollamento delle città Aidar ha aggravato il diffondersi e la mortalità del morbo, portando molte metropoli allo spopolamento, con i sopravvissuti che si trasferivano in una miriade di villaggi vicini e lontani. I Jayathi hanno continuato a combattere per un Impero morente, schiacciando i Sipahasalaar rivali che tentavano di approfittare della situazione, ma alla fine la situazione è diventata troppo grave e il glorioso esercito Jayathi si è gradualmente sfaldato e ridimensionato.

Il governo del Riyasaat è passato dai Sipahasalaar ai Mahapradhana, i capi del consiglio dei ministri (Pradhana), più indicati a gestire questo tipo di crisi. Se l’importanza del rango militare rimane centrale nel Riyasaat, i Pradhi hanno ereditato di fatto il potere esecutivo, decretando la fine della successione dinastica e scegliendo in assemblea il nuovo Mahapradana al termine del tradizionale incarico di dieci anni. E’ successo in passato che il mandato di un Mahapradana potesse essere rinnovato (per ora il “record” è di tre mandati consecutivi, di cui il terzo interrotto dalla morte naturale del Mahapradana), ma l’ipotesi di instaurare una dinastia regnante è sempre stata scartata a larga maggioranza.

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