Nel ponte H9 della nave Qasim giace il Katab ak issam, parola che in Velcar significa Libro della Legge. Si tratta di un grande database dove sono contenute tutte le leggi, gli editti o atti ufficiali che la flotta ha dovuto prendere dall'inizio del Hajab, ossia il grande esilio. Un terminale ne consente la visualizzazione a scopi giuridici o semplicemente di consultazioni da parte di giurisperiti e storici, è il patrimonio politico e culturale dei Velcar da quando dovettero lasciare il loro pianeta madre cacciati da un'intelligenza artificiale. Ritieniti fortunato tu che puoi consultarlo e puoi trarne vantaggio accrescendo la tua jilis, ossia la tua saggezza.
ELENCO LEGGI
He' ak pasa aks eddyayas [A proposito del culto degli anziani]
He' ak suburrya [A proposito del governo]
He' ak muattila [A proposito dell'indivisibilità]
He' ak onomaya [A proposito dell'onomastica]
He' ak Nafez [A proposito del Pellegrinaggio]
He' ak Valaam [A proposito del Velo]
He' ak tyanes ak Vayyalyas [A proposito della condizione di Viaggiatori]
He' aks Khayyiayas [A proposito delle Intelligenze Artificiali]
VOCABOLARIO VELCAR - ITALIANO
A: la lettera A, a seguito di un nome, un pronome o un sostantivo, può avere il significato di "con" e formare un complemento di compagnia o unione.
Aalat: felice.
Ak/Aks: preposizione, non ha genere. Corrisponde al nostro del/della/di. Aks è la forma plurale.
Audage: casa. Con la A maiuscola va ad indicare il nome con cui i Velcar chiamano il loro pianeta d'origine perduto, il termine ha dentro di sè una fortissima carica emotiva e malinconica. Così potente che attualmente gli scompartimenti e le stanze residenziali dei Velcar non sono chiamate "Audage" ossia casa ma "Lyya" ossia "Cabina". Nonostante questo le elitè Velcar hanno sempre tentato, anche a causa della pressione dell'esercito, di fomentare un certo orgoglio nomade per evitare fazioni favorevoli ad un tentativo di ritorno a casa.
Ayy: pronome, traducibile con il nostro voi.
Bar: articolo determinativo, si usa indiffirentemente per entrambi i generi. Corrisponde al nostro il/la.
Bayu: la parola indica quei particolari incrociatori della flotta Velcar che hanno anche e soprattutto funzione civile in quanto spazio vitale dei Velcar. Sono insomma le enormi navi-pianeta su cui i Velcar passano la maggior parte della sua vita. La Qasim e la Ayyub sono le due storiche navi, chiaramente ammodernate, che scamparono all'Hajab conducendo in salvo il popolo Velcar.
Cafil: titolo onorifico che in italiano potremmo rendere come Protettore della Fede o delle Usanze Tradizionali.
Carha: consapevolezza.
Celebi: flotta. Con la C maiuscola sta ad indicare la flotta per eccellenza, quella Velcar.
Cushàl: avverbio di tempo, traducibile con il nostro ora.
Eddya: anziano. Con la A maiuscola la parola si riferisce precisamente a tutti i Velcar morti che hanno preceduto la generazione contemporanea, delle sorta di numi tutelari del popolo Velcar.
Eddyakas: è la parola con cui in lingua Velcar si indica il Senato, organo inter-planetare di governo della galassia dove attualmente risiede la flotta Velcar. Linguisticamente parlando deriva dalla parola Eddya, anziano, e kas ossia la particella con cui si creano forme dispregiative di un sostantivo. Questo fatto si deve alla sacralità che riveste la parola Eddya, anziano, in Velcar. Venerando i loro antenati il Senato è indicato come congresso di anziani di minore pregio e importanza rispetto agli Anziani per eccellenza, ossia le generazioni anteriori di Velcar.
Darcìd: interno. Può essere usato sia come aggettivo che come sostantivo.
Escheman: sostantivo che va ad indicare l'insieme dei tre pilastri che formano la religione Velcar. La parola può essere tradotta sia con fede che con usanze tradizionali, le due cose nella cultura Velcar coincidono.
Falàt: navigazione. Parola molto usata nel saluto tipico Velcar "Aalatyas falàtyas" (felici navigazioni)
Faqil: dono. Con la D maiuscola sta ad indicare il dono per eccellenza, quello che un giovane Velcar deve riportare dal suo pellegrinaggio
Feyyan: unità, concordia. E' la parola che esprime il profondo legame che ogni Velcar ha con un suo simile, la concordia tra le varie componenti sociali deve sempre regnare e gli interessi particolari devono piegarsi a quelli comunitari affinchè i Velcar possano continuare ad esistere uniti in un unica flotta e in unico popolo.
Fi: suffisso verbale che indica la terza persona singolare.
Fu: aggettivo o pronome possessivo. Si traduce con il nostro "suo/sua" non c'è distinzione di genere.
Gagyeros: magistratura preposta ad eseguire le volontà della Mu'hali nei diversi ponti in cui sono costituite le navi della flotta.
Gelìk: parola traducibile con il nostro concetto di "re", la società Velcar, quando era sul suo pianeta madre, ha avuto all'inizio della sua storia una forte monarchia poi scalzata da una forma di governo repubblicana che, dopo l'Hajab, ha assunto la forma attuale di democrazia diretta.
Gezzan: espressione Velcar che possiamo tradurre con "comportarsi da re" (deriva da Gelìk, re, e Zaein, comportarsi). E' un retaggio che i Velcar si portono dietro sin da prima dell'Hajab, quando la monarchia venne fatta cadere in favore di una democrazia meritocratica. Quest'ultimo sistema sarà poi sostituito dall'attuale mix di potere militare e popolare. Il Gezzan è uno dei più alti crimini perpetrabili dall'Imir della Celebi, viene punito con l'Esilio (nei casi più gravi anche con la pena di morte) ed è considerato un peccato di tracotanza impossibile da perdonare.
Hajab: esilio. Con la lettera maiuscola va a identificare il Grande Esilio, ossia il momento in cui i Velcar dovettero abbandonare il loro mondo natale vittime dell'Intelligenzia Adirno. Fu un evento traumatico dal quale risale l'attitudine al nomadismo dei Velcar.
He': preposizione, non ha genere. Corrisponde perfettamente alla nostra formula "A proposito di", forma il nostro complemento argomentativo.
Il'ha: crasi tra la parola Ilya, spirito, e Eddya, anziano, in una prima forma attestata appare come Il'dya, poi trasformatosi in Il'ya e quindi in Il'ha per una serie di progressive aspirazioni. Il sostantivo va ad indicare gli spiriti di tutti gli avi venerati dai Velcar. La venerazione degli Il'ha è uno dei tre pilastri della Fede.
Ijdad: crasi tra la parola Ijil e Darcìd. L'espressione è traducibile con la parola "Guerra Santa" anche se, letteralmente, andrebbe tradotto con Sforzo Interno. Si riferisce alla tradizione Velcar per la quale la lotta contro l'Intelligentia Adirno, ossia contro chi li ha costretti all'Hajab, e contro ogni forma di intelligenza artificiale autocosciente, sia un dogma assoluto. Ogni Velcar deve aderire all'Idjad e combattere gli Adirno e le altre intelligenze con ogni sua forza affinchè nessun popolo possa sperimentare più il dolore provocato ai Velcar dall'Hajab. E' una strana tradizione che unisce in sè le spinte militariste dei primi momenti della flotta e quelle più umanitarie date dall'elaborazione del lutto post-esilio.
Ijil:: sforzo.
Ilya: spirito, anima.
Imir: comandante, generale. Termine militare passato anche nell'ambito politico-amministrativo.
Imir degli Imiryas: letteralmente Comandante dei Comandanti, si può tradurre con la nostra parola Ammiraglio.
Imir della Celebi: la più alta magistratura, rappresentante di tutto il popolo Velcar. Si tratta di una sorta di console.
Inshàl: avverbio di tempo, corrisponde al nostro "prima".
Issam: legge.
Ja: infisso verbale che indica un tempo verbale corrispondente al nostro "imperfetto".
Jalal: forza creatrice dell'universo, principio creatore di ogni cosa. E' un concetto fumoso e indistinto, per i Velcar sta a significare quelle forze oscure che all'inizio dei tempi si misero in moto affinchè l'universo potesse essere creato e la vita infusa.
Jabya: sostantivo traducibile con la parola "decadenza". Con la lettera maiuscola indica un preciso periodo storico dei Velcar conseguente all'inizio dell'Hajab, forse il periodo più difficile dall'inizio del viaggio.
Jahi: suffisso utilizzato per rendere forme vezzeggiative o diminutive del nome, esempio: Mur=città Murjahi=cittadella
Jilis: saggezza.
Kalein: si tratta del verbo essere. La forma "kaleim" che si ritrova nel tipico saluto Velkar "Tasya kaleim ayya" è una particolare modo verbale tipico della lingua Velcar e chiamato "esortativo". Si tratta probabilmente di un retaggio dal linguaggio ufficiale militare, probabilmente un'usanza nata dal momento in cui anche i civili, nei primi tempi dell'Hajab, dovevano rispettare gli ordini militari. Corrisponde, in parte ma non sempre, al nostro congiuntivo.
Kas: suffisso utilizzato per la creazione di forme dispregiative del nome.
Katab: libro.
Khayyia : parola che indica sia il concetto filosofico ed etico di "male" che le "intelligenze artificiali" in genere. Il termine vuole sempre il maiuscolo in entrambi i significati, forse proprio a sottolineare la grande importanza che ha la parola all'interno della società Velcar.
Laat: aggettivo, traducibile con il nostro grande.
Lyya: cabina. Nella lingua Velcar indicano le cabine di residenza di ogni Velcar. Vale sia per cabine private che comunitarie.
Pasa: culto di qualsiasi genere.
Mahdein: infinito del verbo "eseguire".
Mansur: tela.
Mayya: avverbio di moto a luogo, traducibile con il nostro verso.
Mira: assemblee popolari sorteggiate, deliberano in materia giudiziaria.
Mu'hali: assemblea plenaria di tutti i Velcar che hanno effettuato il Nafez. Si riunisce per via olografica e vota in modalità informatica, i sistemi che gestiscono le votazioni sono avanzatissimi e a prova di truffa. Nel caso qualcuno tenti di truccare le votazioni viene punito con la pena di morte, essendo considerato alto tradimento e uno dei crimini peggiori. Si tratta dell'organo supremo, unico che può legiferare.
Muattila: indivisibilità.
Mujuhakin: elezione.
Mur: città.
Nafez: pellegrinaggio. Si tratta del rito di iniziazione che ogni Velcar deve affrontare al compimento del suo quarantacinquesimo anno di età. Si tratta di uno dei tre pilastri della Fede.
Nak: suffisso verbale che indica la terza persona singolare.
Nar: particella patronimica, serve a comporre il proprio nome seguita dal nome di battesimo del proprio padre.
Nàvik: ciclo. Nell'espressione Laat Nàvik va ad indicare il Grande Ciclo, ossia la credenza Velcar che la storia dell'universo si ripeti sempre in una serie di cicli tutti uguali composti da: nascità di una civiltà, suo sviluppo, autodistruzione di tale civiltà. Rompere questo ciclo e far sì che non si ripeta è diventato, dopo l'esilio, uno dei temi più sentiti da un Velcar. Se precedentemente esso era accettato come dato di fatto, quasi ad un livello religioso-sacrale, dopo l'Hajab e la sperimentazione di cosa voleva dire rischiare davvero l'autodistruzione, i Velcar cambiarono gradualmente la loro percezione del Laat Nàvik arrivando ad identificarlo come uno dei più grandi mali dell'universo.
Onomaya: onomastica. La parola indica nello specifico il culto del nome, uno dei tre pilastri della fede Velcar. Si tratta di uno dei tre pilastri della Fede.
Os/Oss: preposizione indicante il nostro in.
Pail: nave.
Qawein: infinito del verbo "tessere".
Saqàt: verità.
Rabìt: avverbio di luogo, corrisponde al nostro "dove".
Suburrya: governo.
Taijil: magistratura preposta alla gestione dei commerci e agli affari esteri.
Takì: fato.
Tasya: pace.
Tayub: ragno.
Tyanes: condizione.
Ummaj: difesa.
Valaam: velo. La parola indica specificatamente la tuta robotica protettiva che i Velcar sono soliti indossare.
Vas: particella che va ad indicare l'espressione "membro di", si usa al conseguimento del proprio Nafez una volta che si è accettati come cittadini dell'equipaggio di una nave..
Vay: parola traducibile con "viaggio". I Velcar la usano per indicare il nomadismo perpetuo della loro flotta.
Vayyal: viaggiatore. E' il termine con cui un Velcar usa definirsi, la parola viene usata anche prima del nome di battesimo per chiamare o citare un proprio simile. Può avere un analogo nel comunista "compagno" o nel militaresco "camerata". Tale parola indica precisamente la condizione di ogni Velcar, questa non potrà mai essere negata e dovrà essere pienamente accettata come proprio tratto distintivo.
Vayein infinito del verbo "viaggiare".
Yal: suffisso che, dopo la radice di un verbe, lo può trasformare in un sostantivo che va ad indicare chi compie l'azione relativa. Esempio: Vayein significa viaggiare, Vayyal significa viaggiatore.
Yas: suffisso che si usa per formare il plurale dei sostantivi sia maschili che femminili. Nel caso la parola finisca con una vocale si procede al troncamento di quest'ultima mantenendo invece interamente la forma "yas".
Yasir: tracotanza. E' uno dei peccati peggiori secondo la morale Velcar, si tratta di un eccessiva sicurezza di se che porta a superare dei limiti che non devono essere superati. Alcuni Velcar sostengono che l'Hajab sia avvenuto proprio per l'eccessiva yasir dei Velcar stessi che avevano inventato un curioso metodo di conservazione delle personalità dei propri avi tramite una riproduzione di esse in delle sorte di intelligenze virtuali. Durante l'Hajab tale archivio venne distrutto e i Velcar eliminarono tale pratica per evitare problemi di rivolte interne, tuttavia le classi dirigenti rifiutano di considerare lo yasir come motivazione dell'Hajab individuando il colpevole nell'Intelligenzia Adirno.
Zaein: infinito del verbo "comportarsi".
ELENCO LEGGI
He' ak pasa aks eddyayas [A proposito del culto degli anziani]
He' ak suburrya [A proposito del governo]
He' ak muattila [A proposito dell'indivisibilità]
He' ak onomaya [A proposito dell'onomastica]
He' ak Nafez [A proposito del Pellegrinaggio]
He' ak Valaam [A proposito del Velo]
He' ak tyanes ak Vayyalyas [A proposito della condizione di Viaggiatori]
He' aks Khayyiayas [A proposito delle Intelligenze Artificiali]
VOCABOLARIO VELCAR - ITALIANO
A: la lettera A, a seguito di un nome, un pronome o un sostantivo, può avere il significato di "con" e formare un complemento di compagnia o unione.
Aalat: felice.
Ak/Aks: preposizione, non ha genere. Corrisponde al nostro del/della/di. Aks è la forma plurale.
Audage: casa. Con la A maiuscola va ad indicare il nome con cui i Velcar chiamano il loro pianeta d'origine perduto, il termine ha dentro di sè una fortissima carica emotiva e malinconica. Così potente che attualmente gli scompartimenti e le stanze residenziali dei Velcar non sono chiamate "Audage" ossia casa ma "Lyya" ossia "Cabina". Nonostante questo le elitè Velcar hanno sempre tentato, anche a causa della pressione dell'esercito, di fomentare un certo orgoglio nomade per evitare fazioni favorevoli ad un tentativo di ritorno a casa.
Ayy: pronome, traducibile con il nostro voi.
Bar: articolo determinativo, si usa indiffirentemente per entrambi i generi. Corrisponde al nostro il/la.
Bayu: la parola indica quei particolari incrociatori della flotta Velcar che hanno anche e soprattutto funzione civile in quanto spazio vitale dei Velcar. Sono insomma le enormi navi-pianeta su cui i Velcar passano la maggior parte della sua vita. La Qasim e la Ayyub sono le due storiche navi, chiaramente ammodernate, che scamparono all'Hajab conducendo in salvo il popolo Velcar.
Cafil: titolo onorifico che in italiano potremmo rendere come Protettore della Fede o delle Usanze Tradizionali.
Carha: consapevolezza.
Celebi: flotta. Con la C maiuscola sta ad indicare la flotta per eccellenza, quella Velcar.
Cushàl: avverbio di tempo, traducibile con il nostro ora.
Eddya: anziano. Con la A maiuscola la parola si riferisce precisamente a tutti i Velcar morti che hanno preceduto la generazione contemporanea, delle sorta di numi tutelari del popolo Velcar.
Eddyakas: è la parola con cui in lingua Velcar si indica il Senato, organo inter-planetare di governo della galassia dove attualmente risiede la flotta Velcar. Linguisticamente parlando deriva dalla parola Eddya, anziano, e kas ossia la particella con cui si creano forme dispregiative di un sostantivo. Questo fatto si deve alla sacralità che riveste la parola Eddya, anziano, in Velcar. Venerando i loro antenati il Senato è indicato come congresso di anziani di minore pregio e importanza rispetto agli Anziani per eccellenza, ossia le generazioni anteriori di Velcar.
Darcìd: interno. Può essere usato sia come aggettivo che come sostantivo.
Escheman: sostantivo che va ad indicare l'insieme dei tre pilastri che formano la religione Velcar. La parola può essere tradotta sia con fede che con usanze tradizionali, le due cose nella cultura Velcar coincidono.
Falàt: navigazione. Parola molto usata nel saluto tipico Velcar "Aalatyas falàtyas" (felici navigazioni)
Faqil: dono. Con la D maiuscola sta ad indicare il dono per eccellenza, quello che un giovane Velcar deve riportare dal suo pellegrinaggio
Feyyan: unità, concordia. E' la parola che esprime il profondo legame che ogni Velcar ha con un suo simile, la concordia tra le varie componenti sociali deve sempre regnare e gli interessi particolari devono piegarsi a quelli comunitari affinchè i Velcar possano continuare ad esistere uniti in un unica flotta e in unico popolo.
Fi: suffisso verbale che indica la terza persona singolare.
Fu: aggettivo o pronome possessivo. Si traduce con il nostro "suo/sua" non c'è distinzione di genere.
Gagyeros: magistratura preposta ad eseguire le volontà della Mu'hali nei diversi ponti in cui sono costituite le navi della flotta.
Gelìk: parola traducibile con il nostro concetto di "re", la società Velcar, quando era sul suo pianeta madre, ha avuto all'inizio della sua storia una forte monarchia poi scalzata da una forma di governo repubblicana che, dopo l'Hajab, ha assunto la forma attuale di democrazia diretta.
Gezzan: espressione Velcar che possiamo tradurre con "comportarsi da re" (deriva da Gelìk, re, e Zaein, comportarsi). E' un retaggio che i Velcar si portono dietro sin da prima dell'Hajab, quando la monarchia venne fatta cadere in favore di una democrazia meritocratica. Quest'ultimo sistema sarà poi sostituito dall'attuale mix di potere militare e popolare. Il Gezzan è uno dei più alti crimini perpetrabili dall'Imir della Celebi, viene punito con l'Esilio (nei casi più gravi anche con la pena di morte) ed è considerato un peccato di tracotanza impossibile da perdonare.
Hajab: esilio. Con la lettera maiuscola va a identificare il Grande Esilio, ossia il momento in cui i Velcar dovettero abbandonare il loro mondo natale vittime dell'Intelligenzia Adirno. Fu un evento traumatico dal quale risale l'attitudine al nomadismo dei Velcar.
He': preposizione, non ha genere. Corrisponde perfettamente alla nostra formula "A proposito di", forma il nostro complemento argomentativo.
Il'ha: crasi tra la parola Ilya, spirito, e Eddya, anziano, in una prima forma attestata appare come Il'dya, poi trasformatosi in Il'ya e quindi in Il'ha per una serie di progressive aspirazioni. Il sostantivo va ad indicare gli spiriti di tutti gli avi venerati dai Velcar. La venerazione degli Il'ha è uno dei tre pilastri della Fede.
Ijdad: crasi tra la parola Ijil e Darcìd. L'espressione è traducibile con la parola "Guerra Santa" anche se, letteralmente, andrebbe tradotto con Sforzo Interno. Si riferisce alla tradizione Velcar per la quale la lotta contro l'Intelligentia Adirno, ossia contro chi li ha costretti all'Hajab, e contro ogni forma di intelligenza artificiale autocosciente, sia un dogma assoluto. Ogni Velcar deve aderire all'Idjad e combattere gli Adirno e le altre intelligenze con ogni sua forza affinchè nessun popolo possa sperimentare più il dolore provocato ai Velcar dall'Hajab. E' una strana tradizione che unisce in sè le spinte militariste dei primi momenti della flotta e quelle più umanitarie date dall'elaborazione del lutto post-esilio.
Ijil:: sforzo.
Ilya: spirito, anima.
Imir: comandante, generale. Termine militare passato anche nell'ambito politico-amministrativo.
Imir degli Imiryas: letteralmente Comandante dei Comandanti, si può tradurre con la nostra parola Ammiraglio.
Imir della Celebi: la più alta magistratura, rappresentante di tutto il popolo Velcar. Si tratta di una sorta di console.
Inshàl: avverbio di tempo, corrisponde al nostro "prima".
Issam: legge.
Ja: infisso verbale che indica un tempo verbale corrispondente al nostro "imperfetto".
Jalal: forza creatrice dell'universo, principio creatore di ogni cosa. E' un concetto fumoso e indistinto, per i Velcar sta a significare quelle forze oscure che all'inizio dei tempi si misero in moto affinchè l'universo potesse essere creato e la vita infusa.
Jabya: sostantivo traducibile con la parola "decadenza". Con la lettera maiuscola indica un preciso periodo storico dei Velcar conseguente all'inizio dell'Hajab, forse il periodo più difficile dall'inizio del viaggio.
Jahi: suffisso utilizzato per rendere forme vezzeggiative o diminutive del nome, esempio: Mur=città Murjahi=cittadella
Jilis: saggezza.
Kalein: si tratta del verbo essere. La forma "kaleim" che si ritrova nel tipico saluto Velkar "Tasya kaleim ayya" è una particolare modo verbale tipico della lingua Velcar e chiamato "esortativo". Si tratta probabilmente di un retaggio dal linguaggio ufficiale militare, probabilmente un'usanza nata dal momento in cui anche i civili, nei primi tempi dell'Hajab, dovevano rispettare gli ordini militari. Corrisponde, in parte ma non sempre, al nostro congiuntivo.
Kas: suffisso utilizzato per la creazione di forme dispregiative del nome.
Katab: libro.
Khayyia : parola che indica sia il concetto filosofico ed etico di "male" che le "intelligenze artificiali" in genere. Il termine vuole sempre il maiuscolo in entrambi i significati, forse proprio a sottolineare la grande importanza che ha la parola all'interno della società Velcar.
Laat: aggettivo, traducibile con il nostro grande.
Lyya: cabina. Nella lingua Velcar indicano le cabine di residenza di ogni Velcar. Vale sia per cabine private che comunitarie.
Pasa: culto di qualsiasi genere.
Mahdein: infinito del verbo "eseguire".
Mansur: tela.
Mayya: avverbio di moto a luogo, traducibile con il nostro verso.
Mira: assemblee popolari sorteggiate, deliberano in materia giudiziaria.
Mu'hali: assemblea plenaria di tutti i Velcar che hanno effettuato il Nafez. Si riunisce per via olografica e vota in modalità informatica, i sistemi che gestiscono le votazioni sono avanzatissimi e a prova di truffa. Nel caso qualcuno tenti di truccare le votazioni viene punito con la pena di morte, essendo considerato alto tradimento e uno dei crimini peggiori. Si tratta dell'organo supremo, unico che può legiferare.
Muattila: indivisibilità.
Mujuhakin: elezione.
Mur: città.
Nafez: pellegrinaggio. Si tratta del rito di iniziazione che ogni Velcar deve affrontare al compimento del suo quarantacinquesimo anno di età. Si tratta di uno dei tre pilastri della Fede.
Nak: suffisso verbale che indica la terza persona singolare.
Nar: particella patronimica, serve a comporre il proprio nome seguita dal nome di battesimo del proprio padre.
Nàvik: ciclo. Nell'espressione Laat Nàvik va ad indicare il Grande Ciclo, ossia la credenza Velcar che la storia dell'universo si ripeti sempre in una serie di cicli tutti uguali composti da: nascità di una civiltà, suo sviluppo, autodistruzione di tale civiltà. Rompere questo ciclo e far sì che non si ripeta è diventato, dopo l'esilio, uno dei temi più sentiti da un Velcar. Se precedentemente esso era accettato come dato di fatto, quasi ad un livello religioso-sacrale, dopo l'Hajab e la sperimentazione di cosa voleva dire rischiare davvero l'autodistruzione, i Velcar cambiarono gradualmente la loro percezione del Laat Nàvik arrivando ad identificarlo come uno dei più grandi mali dell'universo.
Onomaya: onomastica. La parola indica nello specifico il culto del nome, uno dei tre pilastri della fede Velcar. Si tratta di uno dei tre pilastri della Fede.
Os/Oss: preposizione indicante il nostro in.
Pail: nave.
Qawein: infinito del verbo "tessere".
Saqàt: verità.
Rabìt: avverbio di luogo, corrisponde al nostro "dove".
Suburrya: governo.
Taijil: magistratura preposta alla gestione dei commerci e agli affari esteri.
Takì: fato.
Tasya: pace.
Tayub: ragno.
Tyanes: condizione.
Ummaj: difesa.
Valaam: velo. La parola indica specificatamente la tuta robotica protettiva che i Velcar sono soliti indossare.
Vas: particella che va ad indicare l'espressione "membro di", si usa al conseguimento del proprio Nafez una volta che si è accettati come cittadini dell'equipaggio di una nave..
Vay: parola traducibile con "viaggio". I Velcar la usano per indicare il nomadismo perpetuo della loro flotta.
Vayyal: viaggiatore. E' il termine con cui un Velcar usa definirsi, la parola viene usata anche prima del nome di battesimo per chiamare o citare un proprio simile. Può avere un analogo nel comunista "compagno" o nel militaresco "camerata". Tale parola indica precisamente la condizione di ogni Velcar, questa non potrà mai essere negata e dovrà essere pienamente accettata come proprio tratto distintivo.
Vayein infinito del verbo "viaggiare".
Yal: suffisso che, dopo la radice di un verbe, lo può trasformare in un sostantivo che va ad indicare chi compie l'azione relativa. Esempio: Vayein significa viaggiare, Vayyal significa viaggiatore.
Yas: suffisso che si usa per formare il plurale dei sostantivi sia maschili che femminili. Nel caso la parola finisca con una vocale si procede al troncamento di quest'ultima mantenendo invece interamente la forma "yas".
Yasir: tracotanza. E' uno dei peccati peggiori secondo la morale Velcar, si tratta di un eccessiva sicurezza di se che porta a superare dei limiti che non devono essere superati. Alcuni Velcar sostengono che l'Hajab sia avvenuto proprio per l'eccessiva yasir dei Velcar stessi che avevano inventato un curioso metodo di conservazione delle personalità dei propri avi tramite una riproduzione di esse in delle sorte di intelligenze virtuali. Durante l'Hajab tale archivio venne distrutto e i Velcar eliminarono tale pratica per evitare problemi di rivolte interne, tuttavia le classi dirigenti rifiutano di considerare lo yasir come motivazione dell'Hajab individuando il colpevole nell'Intelligenzia Adirno.
Zaein: infinito del verbo "comportarsi".