Diploannessione Verso una Nuova Casa

Last Century

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Dopo diversi mesi passati a svernare sui Monti Quieti, supervisionando la costruzione delle strade, la viabilità locale aveva permesso a Gilrain di tornare a muoversi serenamente, al punto tale che non aveva fatto mistero di voler riprendere la via inesplorata con la sua scorta per continuare a spingersi verso nord, sempre più all'interno, fino a lambire di nuovo i confini delle gelide montagne. Questa volta decise di puntare verso le valli, importanti e fondamentali per la sopravvivenza nell'inospitale settentrione, e per farlo dovette obbligatoriamente fare tappa nelle colline che la circondavano. E proprio qui, sempre con i suoi gonfaloni - sia quelli di pace che quelli verde smeraldo del regno -s'era avventurata allo sciogliersi delle nevi, cercando segni di vita e auspicando di inanellare un altro prestigioso successo per la sua regina.

@Enichaos diaploannessione per esplorare e vedere cosa c'è nella collina IB6
 

Enichaos

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T2D1R3
La piccola divisione seguiva i torrentelli che dai ghiacciai eterni si riversavano verso il basso, sparendo a volte inghiottiti dal terreno, e riemergendo molto più a valle senza mai diventare veri fiumi. Le colline convogliavano qua e là quese acque che nei punti più profondi superavano di poco la caviglia, creando quelli che potevano sembrare fiumi in miniatura. Ma l'attenzione della sacerdotessa fu attirata da una spessa colonna di fumo che, una volta individuata e raggiunta, pareva originarsi da un'ampia grotta... forse una minera, che stava vomitando fuligine e calore con una certa costanza.
 

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Quando Gilrain e la sua scorta videro la colonna di fumo alcuni si misero a ridere.
«Perché ridete?» domandò lei.
«Perché ovunque andate, mia signora, siete accolta da una colonna di fumo!» rispose uno dei soldati.
«Oh, suvvia. Siate clementi col mio fato. E state anche accorti, non sappiamo chi ci sia!» in un atmosfera particolarmente leggera rispetto al quella fredda e mortale delle cime, si avvicinarono alla fonte del fumo, lentamente e senza troppa fretta. Rimasero relativamente in bella vista, per evitare di apparire come spie o infiltrati, pronti a richiamare l'attenzione dei nativi qualora ne avessero avvistati. Una volta arrivati nei pressi Gilrain chiamò a gran voce.

«C'è qualcuno?» chiamò. «Siamo inviati del Regno di Ysil, se ci sono persone vi prego di venire a parlare con noi!» non se la sentiva molto d'infilarsi in una caverna di quel tipo, col rischio di morire soffocata da un momento all'altro e decise, per sicurezza, di attendere una qualche risposta prima di fare un azzardo, controllando nel mentre i dintorni alla ricerca di qualcosa che potesse farle capire la presenza o meno di creature senzienti.
 

Enichaos

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Dalla caverna rispose una voce flebile e strascicata, come di qualcuno sveglio da poco "mnnnnEntrate pure... o siete troooppo alti?"
Rumori fievoli di passi leggeri mentre si accostava all'entrata, avvolto da pellicce conciate ma non lavorate, un giovane coboldo dall'aria stordita
"mnnnSe vi siete ricordati ssssolo ora dei tributi, dovrete aspettaaaaare un altro pochetto, la primavera è appeeeeena iniz..." Spalancò quindi gli occhi, come se si fosse improvvisamente svegliato del tutto "ehi. un attimo, voi non siete Imperiali. Perché non siete imperiali? L'Imperatore è morto senza eredi? Devo svegliare l'anziano dal letargo? Ci vorrà del tempo, ho appena iniziato a scaldare le miniere!"
 

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Gilrain al vedere il coboldo rimase un attimo interdetta. A quel punto si inginocchiò per essere all'altezza della creatura e si tolse l'elmo dal capo.
«Oh, no buon signore, non siamo imperiali. L'Impero non è defunto ma oramai si è ristretto sin nel suo cuore, Thronos.» spiegò. «Molti regni si sono levati e ora prosperano indipendenti come facevano più di un millennio addietro. Io sono Gilrain ar-Feiniel e vengo da uno di questi, il Regno Silvano di Ysil.» a quel punto indicò al meridione. «La nostra terra si trova lì, oltre le colline. Stavamo cercando i sopravvissuti al morbo per sapere come stavano e se fossero disposti a creare una nuova unione di popoli nel nord...» tentennò. «Scusate, vivete qui da solo? Non avete una tribù o una stirpe a supportarvi?»
 

Enichaos

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"Molti regni, capisco, capisco... beh, dama Gilrain, siamo lieti di avere qualcuno in visita, specialmente se non ci viene a chiedere tributi. Il morbo s'è portato via molta brava gente... ed anche cattiva gente; ma noi vivevamo nelle nostre miniere, ed abbiamo avuto contatti con altri solo per consegnare i tributi." guardò verso la caverna, tendendo l'orecchio come a voler percepire suoni infinitesimali, prima di tornare a fissare l'eteride
"Oh no, dama Gilrain, vivo qui con la mia gente. Siamo stati portati qui molte generazioni fa perché viviamo bene nei tunnel... ma il freddo non fa per noi, e finiamo in letargia per l'inverno. Il primo che si sveglia alimenta le fiamme e scalda la grotta per gli altri, poi si inizia a lavorare di buona lena e si preparano i tributi in natura..." sembrò esitare, come se stare esposto all'aria aperta e frizzantina gli facesse perdere qualche colpo "...devo... devo chiamare l'anziano, vero?"
 

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L'eteride, per quanto il volto non trasmettesse emozione, palesemente prese quella notizia con grande agitazione. Mossa a compassione per quelle creature, annuì appena. «Chiamate pure l'anziana. Non posso lasciarvi, in coscienza, in queste condizioni. Forse parlando con lei troveremo un modo per aiutarvi.» si fece più vicina alla grotta, guardandovi all'interno.
«Andate, andate. Ogni momento che passate in queste lande è per voi tormento.» da brava Cavaliere Errante suo compito era quello di proteggere gli indifesi e le creature in difficoltà; mai come prima d'ora si era sentita in dovere di fare qualcosa.
 

Enichaos

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"Attendete qui per cortesia... appena l'anziana sarà in grado vi raggiungerà... intanto scaldo delle pellicce contro il paiolo, così starà sveglia più a lungo"
Detto questo, sgattaiolò dentro la grotta, stando sotto il limite del fumo senza bisogno di chinarsi grazie all'altezza contenuta. Passarono dieci, forse trenta minuti prima che dalla caverna emergesse un'altra lucertola, coperta da pesanti pellicce fumanti che lasciavano scoperto solo il muso affilato e scaglioso, con i lati della gola di delicati colori pastello.
"Oh, eccovi qui. E' un piacere vedere qualcuno che non siano i soliti quattro musi scagliosi, ed è ancora più un piacere che non siate esattori imperiali. Mi hanno detto che venite da Ysil... devo aver capito male, perché le memorie tramandate dicono che Ysil è caduta circa un millennio fa... so che che elfi e viis vivono a lungo, ma è difficile che veniate dall'Ysil di cui mi ha narrato la mia cara nonnina quando aveva la mia età... Avete ricostruito, quindi? Il Grande Albero si staglia ancora sopra la coltre verde dei suoi fratelli minori?"
Sembrava più attiva del giovane di prima, ma probabilmente era merito del calore emanato da quelle pelli semiconciate scaldate allo stesso fuoco che a quanto detto dai locali stava portando le miniere ad una temperatura piacevole per i piccoli rettili...
 

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La cavaliera fece una profonda riverenza alla cobolda. «Il piacere è nostro d'incontrarvi, Anziana. E sì, veniamo da Ysil, molti sono discendenti di coloro che un millennio or sono vivevano all'ombra del grande albero.» spiegò. «Ma esso vive ancora, mia signora, a sud delle montagne. E la nostra gente lo ripopola e si sta espandendo! Voi siete solo gli ultimi che abbiamo trovato nella nostra esplorazione verso nord, cercavamo genti scampate al morbo da invitare ad unirsi al nostro rinato regno.» l'emozione dell'eteride, a dispetto del deficit emotivo dell'immobile volto, era palpabile. «Ho saputo che l'Impero vi aveva spedito in queste terre fredde per minare. C'è qualcosa che possiamo fare per aiutarvi? Non mi perdonerei mai l'avervi lasciato da soli ad affrontare questa situazione.»

«Non posso portarvi il caldo, ma potrei offrirvi un trasferimento a meridione. Non saranno le calde sabbie dei deserti, ma non è così freddo come a queste latitudini.»
 

Enichaos

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"La protezione del grande albero è già un'offerta più che gradita, posso assicurarvelo. Se vi state espandendo, vuol dire che c'è speranza di trovare case più calde per i miei nipotini, e anche questo è cosa gradita. Il ciclo delle stagioni è più estremo in queste regioni glaciali, ma resta sempre un passo regolare a cui i più anziani sono già avvezzi: ci sposteremo lentamente, un po' alla volta, senza bisogno che vi impegniate nell'organizzazione di bizzarre carovane."
L'anziana sospirò, emettendo una densa nube dalla bocca a tradire lo scarto di temperatura tra lei e l'ambiente "Ci basta sapere che ci saranno case più calde per chi ci succederà: non abbiamo una vita breve quanto voi eteridi, ma nemmeno tanto estesa da poterla paragonare a quella di un umano; ci interessa più sapere come staranno i nostri nipoti che non migliorare come stiamo noi"
 

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Gilrain, mossa in parte a compassione dalle disgrazie di quella sventurata gente, annuì. «Ma certo. Presto non dovrete più temere il freddo, ve lo giuro.» disse, solenne. «Ma vi prego, prima ch'io torni a riferire alla mia gente, raccontatemi qualche storia tramandatavi dagli avi sugli antichi regni. Una simile conoscenza non deve andare perduta, ve ne prego.» dopotutto ar-Feiniel era pur sempre un Cavaliere Errante e tra i suoi compiti c'era anche quello di custodire e riportare a Ysil le leggende, le storie e le peculiarità di coloro che incontrava nelle sue peregrinazioni. Prima di tornare a casa, Anziana piacendo, si sarebbe fatta raccontare qualcosa da far trascrivere nel grande tempio d'Ysil.

Credo sia a posto allora!
@Wally87 La regione si chiamerà Felya
 
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