[Vayyal] Dizionario + Katab ak Issam

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DIZIONARIO VAYYAL - ITALIANO

A: la lettera A, a seguito di un nome, un pronome o un sostantivo, può avere il significato di "con" e formare un complemento di compagnia o unione.
Aalat: felice.
Ak/Aks: preposizione, non ha genere. Corrisponde al nostro del/della/di. Aks è la forma plurale.
Audage: casa. Con la A maiuscola va ad indicare il nome con cui i Vayyal chiamano il loro pianeta d'origine perduto, il termine ha dentro di sè una fortissima carica emotiva e malinconica. Così potente che attualmente gli scompartimenti e le stanze residenziali dei Vayyal non sono chiamate "Audage" ossia casa ma "Lyya" ossia "Cabina". Nonostante questo le elitè Vayyal hanno sempre tentato, anche a causa della pressione dell'esercito, di fomentare un certo orgoglio nomade per evitare fazioni favorevoli ad un tentativo di ritorno a casa.
Ayy: pronome, traducibile con il nostro voi.
Bar: articolo determinativo, si usa indiffirentemente per entrambi i generi. Corrisponde al nostro il/la.
Bayu: la parola indica quelle particolari navi della flotta Vayyal che hanno anche e soprattutto funzione civile in quanto spazio vitale dei Vayyal. Sono insomma le enormi navi-pianeta su cui i Vayyal passano la maggior parte della loro vita. I loro nomi ricordano i tre antichi regni che, a seguito di un periodo rivoluzionario, si unirono in quella che sarebbe diventata la grande repubblica precedente all'esilio. La Qasim, la Ayyub e la Din sono le tre storiche navi, chiaramente ammodernate, che scamparono all'Hajab conducendo in salvo il popolo Vayyal.
Cafil: titolo onorifico che in italiano potremmo rendere come Protettore della Fede o delle Usanze Tradizionali.
Carha: consapevolezza.
Celebi: flotta. Con la C maiuscola sta ad indicare la flotta per eccellenza, quella Vayyal.
Cushàl: avverbio di tempo, traducibile con il nostro ora.
Eddya: anziano.
Darcìd: interno. Può essere usato sia come aggettivo che come sostantivo.
Escheman: sostantivo che va ad indicare l'insieme dei tre pilastri che formano la religione Vayyal. La parola può essere tradotta sia con fede che con usanze tradizionali, le due cose nella cultura Vayyal coincidono.
Falàt: navigazione. Parola molto usata nel saluto tipico Vayyal "Aalatyas falàtyas" (felici navigazioni)
Faqìl: dono. Con la F maiuscola sta ad indicare il dono per eccellenza, quello che un giovane Vayyal deve riportare dal suo pellegrinaggio
Feyyan: unità, concordia. E' la parola che esprime il profondo legame che ogni Vayyal ha con un suo simile, la concordia tra le varie componenti sociali deve sempre regnare e gli interessi particolari devono piegarsi a quelli comunitari affinchè i Vayyal possano continuare ad esistere uniti in un unica flotta e in unico popolo.
Fi: suffisso verbale che indica la terza persona singolare.
Fu: aggettivo o pronome possessivo. Si traduce con il nostro "suo/sua" non c'è distinzione di genere.
Gagy: termine indicante il ponte di una nave.
Gagyeros: magistratura preposta ad eseguire le volontà della Mu'hali nei diversi ponti in cui sono costituite le navi della flotta.
Gelìk: parola traducibile con il nostro concetto di "re", la società Vayyal, quando era sul suo pianeta madre, ha avuto all'inizio della sua storia una forte monarchia poi scalzata da una forma di governo repubblicana che, dopo l'Hajab, ha assunto la forma attuale di democrazia diretta.
Gezzan: espressione Vayyal che possiamo tradurre con "comportarsi da re" (deriva da Gelìk, re, e Zaein, comportarsi). E' un retaggio che i Vayyal si portono dietro sin da prima dell'Hajab, quando la monarchia venne fatta cadere in favore di una democrazia meritocratica. Quest'ultimo sistema sarà poi sostituito dall'attuale mix di potere militare e popolare. Il Gezzan è uno dei più alti crimini perpetrabili dall'Imir della Celebi, viene punito con l'esilio (nei casi più gravi anche con la pena di morte) ed è considerato un peccato di tracotanza impossibile da perdonare.
Hajab: esilio. Con la lettera maiuscola va a identificare il Grande Esilio, ossia il momento in cui i Vayyal dovettero abbandonare il loro mondo natale vittime dei lokìr. Fu un evento traumatico dal quale risale l'attitudine al nomadismo dei Vayyal.
He': preposizione, non ha genere. Corrisponde perfettamente alla nostra formula "A proposito di", forma il nostro complemento argomentativo.
Il'ha: crasi tra la parola Ilya, spirito, e Eddya, anziano, in una prima forma attestata appare come Il'dya, poi trasformatosi in Il'ya e quindi in Il'ha per una serie di progressive aspirazioni. Il sostantivo va ad indicare gli spiriti di tutti gli antenati venerati dai Vayyal. La venerazione degli Il'ha è uno dei tre pilastri della Fede.
Ijdad: crasi tra la parola Ijil e Darcìd. L'espressione è traducibile con la parola "Guerra Santa" anche se, letteralmente, andrebbe tradotto con Sforzo Interno. Si riferisce alla tradizione Vayyal per la quale la lotta contro i lokìr, ossia contro chi li ha costretti all'Hajab, e contro ogni forma di intelligenza artificiale autocosciente, sia un dogma assoluto. Ogni Vayyal deve aderire all'Idjad e combattere i lokìr e le altre intelligenze con ogni sua forza affinchè nessun popolo possa sperimentare più il dolore provocato ai Vayyal dall'Hajab. E' una strana tradizione che unisce in sè le spinte militariste dei primi momenti della flotta e quelle più umanitarie date dall'elaborazione del lutto post-esilio.
Ijil: sforzo.
Ilya: spirito, anima.
Imir: comandante, generale, a volte può anche essere tradotto come 'capitano' di una nave. Termine militare passato anche nell'ambito politico-amministrativo.
Imir aks Imiryas: letteralmente Comandante dei Comandanti, si può tradurre con la nostra parola Ammiraglio.
Imir ak Celebi: la più alta magistratura, rappresentante di tutto il popolo Vayyal. Si tratta di una sorta di console.
Inshàl: avverbio di tempo, corrisponde al nostro "prima".
Issam: legge.
Ja: infisso verbale che indica un tempo verbale corrispondente al nostro "imperfetto".
Jalal: forza creatrice dell'universo, principio creatore di ogni cosa. E' un concetto fumoso e indistinto, per i Vayyal sta a significare quelle forze oscure che all'inizio dei tempi si misero in moto affinchè l'universo potesse essere creato e la vita infusa.
Jabya: sostantivo traducibile con la parola "decadenza". Con la lettera maiuscola indica un preciso periodo storico dei Vayyal conseguente all'inizio dell'Hajab, forse il periodo più difficile dall'inizio del viaggio.
Jahi: suffisso utilizzato per rendere forme vezzeggiative o diminutive del nome, esempio: Mur=città Murjahi=cittadella
Jilis: saggezza.
Kadìr: nome che si erano dati i vayyal prima dell'hajab, l'attuale nome vayyal risale a non più di 700 anni fa. Sebbene nessun vayyal penserebbe di tornare a chiamarsi kadìr, tale nome è utilizzato molto come nome proprio, probabilmente in onore di un nostalgico pensiero al loro pianeta nativo.
Kalein: si tratta del verbo essere. La forma "kaleim" che si ritrova nel tipico saluto Velkar "Tasya kaleim ayya" è una particolare modo verbale tipico della lingua Vayyal e chiamato "esortativo". Si tratta probabilmente di un retaggio dal linguaggio ufficiale militare, probabilmente un'usanza nata dal momento in cui anche i civili, nei primi tempi dell'Hajab, dovevano rispettare gli ordini militari. Corrisponde, in parte ma non sempre, al nostro congiuntivo.
Kas: suffisso utilizzato per la creazione di forme dispregiative del nome.
Katab: libro.
Khayyia: parola che indica sia il concetto filosofico ed etico di "male" che le "intelligenze artificiali" in genere. Il termine vuole sempre il maiuscolo in entrambi i significati, forse proprio a sottolineare la grande importanza che ha la parola all'interno della società Vayyal.
Klere: traducibile con il nostro colonia, nella società velcar indicano quelli navi con funzioni anche civili prodotte da uno spontaneo moto di autonomia da parte di alcuni gruppi di vayyal. Esse rimangono in comunione con la Celebi, sottostando alle sue leggi, ma possiedono una certa autonomia in questioni giudiziarie e di ordine pubblico interno.
Klerein: infinito del verbo colonizzare, v. anche klere.
Laat: aggettivo, traducibile con il nostro grande.
Lokìr: intraducibile, si tratta del nome dato alle intelligenze artificiali create dai Vayyal e che, presa autocoscienza della loro condizione di schiavi, decisero di ribellarsi condannando i Vayyal all'Hajab.
Lyya: cabina. Nella lingua Vayyal indicano le cabine di residenza di ogni Vayyal. Vale sia per cabine private che comunitarie.
Pasa: culto di qualsiasi genere.
Mahdein: infinito del verbo "eseguire".
Mansùr: tela.
Mayya: avverbio di moto a luogo, traducibile con il nostro verso.
Mira: assemblee popolari sorteggiate, deliberano in materia giudiziaria.
Mirklér: crasi della parola Mira ak Klere, ossia Assemblea della Colonia. Si tratta dell'organo che gestisce la giustizia e delibera in merito alle klere con un'autonomia limitata a ristretti ambiti.
Mu'hali: assemblea plenaria di tutti i Vayyal che hanno effettuato il naféz. Si riunisce per via olografica e vota in modalità informatica, i sistemi che gestiscono le votazioni sono avanzatissimi e a prova di brogli. Nel caso qualcuno tenti di truccare le votazioni viene punito con la pena di morte, essendo considerato alto tradimento e uno dei crimini peggiori. Si tratta dell'organo supremo, unico che può legiferare.
Muattila: indivisibilità.
Mujuhakin: elezione.
Mur: città.
Naféz: pellegrinaggio. Si tratta del rito di iniziazione che ogni Vayyal deve affrontare al compimento del suo ventesimo anno di età. Si tratta di uno dei tre pilastri della Fede.
Nak: suffisso verbale che indica la terza persona singolare.
Ibs: particella patronimica, serve a comporre il proprio nome seguita dal nome di battesimo del proprio padre.
Nàvik: ciclo. Nell'espressione Laat Nàvik va ad indicare il Grande Ciclo, ossia la credenza Vayyal che la storia dell'universo si ripeti sempre in una serie di cicli tutti uguali composti da: nascità di una civiltà, suo sviluppo, autodistruzione di tale civiltà. Rompere questo ciclo e far sì che non si ripeta è diventato, dopo l'esilio, uno dei temi più sentiti da un Vayyal. Se precedentemente esso era accettato come dato di fatto, quasi ad un livello religioso-sacrale, dopo l'Hajab e la sperimentazione di cosa voleva dire rischiare davvero l'autodistruzione, i Vayyal cambiarono gradualmente la loro percezione del Laat Nàvik arrivando ad identificarlo come uno dei più grandi mali dell'universo.
Onomaya: onomastica. La parola indica nello specifico il culto del nome, uno dei tre pilastri della fede Vayyal. Si tratta di uno dei tre pilastri della Fede.
Os/Oss: preposizione indicante il nostro in.
Pail: nave.
Qawein: infinito del verbo "tessere".
Saqàt: verità.
Rabìt: avverbio di luogo, corrisponde al nostro "dove".
Ros: suffisso, di norma utilizzato per indicare una professione, un incarico o una magistratura legata a quel sostantivo. Esempio: Gagyeros indica quella magistratura che rappresenta un ponte di una bayu, Gagy è traducibile con il nostro termine ponte.
Suburrya: governo.
Taijil: magistratura preposta alla gestione dei commerci e agli affari esteri.
Takì: fato.
Tas: particella che va ad indicare l'espressione "membro di", si usa al conseguimento del proprio naféz una volta che si è accettati come cittadini dell'equipaggio di una nave..
Tasya: pace.
Tayub: ragno.
Trasàl: letteralmente "colui che transita". E' la paroal che i Vayyal utilizzano per indicare il nostro concetto di viaggiatore, è probabilmente nata dato che l'originario termine per indicare colui che viaggia, vayyal appunto, è assunto a nome del popolo intero rendendone impossibile l'utilizzo per altri fini.
Trasein: infinito del verbo transitare.
Tyanes: condizione.
Ummaj: difesa.
Valaam: velo. La parola indica specificatamente la tuta protettiva che i Vayyal sono soliti indossare.
Vay: parola traducibile con "viaggio". I Vayyal la usano per indicare il nomadismo perpetuo della loro flotta.
Vayyal: parola derivante dalla medesima radice di Vay, viaggio. E' la parola con cui i Vayyal chiamano loro stessi, è l'equivalente del nostro termine "Uomo". E' usata nella medesima forma anche quando intesa al plurale. Indica anche la lingua parlata dai vayyal. La parola, etimologicamente parlando, deriva dalla sostantizzazione del verbo vayein, viaggiare, e potrebbe anche essere tradotta con "viaggiatore". I Vayyal, tuttavia, non la utilizzano mai per indicare i "viaggiatori" nell'accezione comune del termine. Vayyal infatti indica la condizione esistenziale stessa di un popolo.
Vayein infinito del verbo "viaggiare".
Yal: suffisso che, dopo la radice di un verbo, lo può trasformare in un sostantivo che va ad indicare chi compie l'azione relativa. Esempio: Vayein significa viaggiare, Vayyal significa viaggiatore.
Yas: suffisso che si usa per formare il plurale dei sostantivi sia maschili che femminili. Nel caso la parola finisca con una vocale si procede al troncamento di quest'ultima mantenendo invece interamente la forma "yas".
Yasir: tracotanza. E' uno dei peccati peggiori secondo la morale Vayyal, si tratta di un eccessiva sicurezza di se che porta a superare dei limiti che non devono essere superati. Alcuni Vayyal sostengono che l'Hajab sia avvenuto proprio per l'eccessiva yasir dei Vayyal stessi che avevano inventato un curioso metodo di conservazione delle personalità dei propri avi tramite una riproduzione di esse in delle sorte di intelligenze virtuali. Durante l'Hajab tale archivio venne distrutto e i Vayyal eliminarono tale pratica per evitare problemi di rivolte interne, tuttavia le classi dirigenti rifiutano di considerare lo yasir come motivazione dell'Hajab individuando il colpevole nei lokìr.
Zaein: infinito del verbo "comportarsi".

KATAB AK ISSAM

Nel ponte H9 della nave Qasim giace il Katab ak issam, parola che in vayyal significa Libro della Legge. Si tratta di un grande database dove sono contenute tutte le leggi, gli editti o atti ufficiali che la flotta ha dovuto prendere dall'inizio del Hajab, ossia il grande esilio. Un terminale ne consente la visualizzazione a scopi giuridici o semplicemente di consultazioni da parte di giurisperiti e storici, è il patrimonio politico e culturale dei Vayyal da quando dovettero lasciare il loro pianeta madre cacciati da un'intelligenza artificiale. Ritieniti fortunato tu che puoi consultarlo e puoi trarne vantaggio accrescendo la tua jilis, ossia la tua saggezza. Segue un estratto delle più importanti e fondamentali leggi della Celebi.

He' ak pasa aks Il'ha[A proposito del culto degli Il'ha]

- Che il culto degli Il'ha sia l'unica religione praticabile, il rispetto e la devozione verso chi ci ha procreato devono essere i cardini della nostra esistenza affinchè la loro memoria non venga perduta.
- Che sia dichiarata eresia pensare che il popolo vayyal abbia peccato di Yasir [tracotanza, corrisponde esattamente al greco antico hybris], e che gli Il'ha ci abbiano puniti con il terribile Hajab, durante il quale le personalità replicate degli Il'ha vennero distrutte complettamente e il popolo dovette abbandonare la sua Audage [casa, con la lettera maiuscola sta ad indicare la Casa per eccellenza ossia il pianeta originario dei vayyal da cui sono dovuti fuggire]. Gli Il'ha ci assistono, non ci servono intelligenze virtuali per poterli onorare dei giusti riti.
- Che, in qualità di primo uomo del governo, mi sia dato il titolo di Cafìl [Protettore della Fede] in modo da poter preservare il sacro culto e farmi difensore dell'Escheman [termine con cui si usa riunire le credenze religiose tradizionali dei vayyal tra cui il culto degli Il'ha, il valore sacro del nome e altro].

Così il popolo dei vayyal ha deciso,
così il governo esegue.

He' ak suburrya [A proposito del governo]

- Che l'Imir della Celebi sia considerata la magistratura più elevata e che essa possa essere tenuta per un massimo di due anni dalla stessa persona. Al termine di questi due anni la Mu'hali, Assemblea Plenaria dei vayyal che hanno eseguito il naféz [ossia il Pellegrinaggio], eleggerà un nuovo Imir della Celebi scegliendo il migliore tra tutti. L'Imir della Celebi risiederà sulla nave ammiraglia, la Qasim diventandone l'autorità principale. Esso sarà il mezzo tramite il quale la diretta volontà del popolo vayyal si esprime, un compito onorevole quanto difficile. Non sarà possibile mantenere l'incarico per due mandati possibili e dovranno essere passati almeno dieci anni prima di poter essere nuovamente eleggibili. L'Imir della Celebi rappresenta anche la più alta autorità militare dell'esercito.
- Che vengano eletti Imir per ciascuna delle restanti bayu [Navi-madre] costituenti la Celebi. Essi saranno eletti a vita e avranno il pieno controllo militare di esse. [anomalia nel sistema politico vayyal, nonostante il puntare su una democrazia diretta l'autorità militare ha ancora una sua forte presa e mantiene delle cariche istituzionali: residuo dai tempi dell'Hajab in cui l'esercito aveva svolto un compito primario per la sopravvivenza della specie.]
- Che la giustizia all'interno delle tre navi venga invece amministrata dalle Mira [Assemblee Popolari], in cui cittadini vayyal verranno sorteggiati ad ogni processo per espletare i loro obblighi civili verso lo stato.
- Che l'esercito della Celebi assuma invece, giacchè il popolo tutto gli è grato del grande sacrificio fatto per difenderlo durante l'Hajab, il compito di mantenere l'ordine pubblico interno per tramite dell'operato di ciascun Imir della nave. L'Imir degli Imiryas [Ammiraglio] rappresenterà la massima magistratura a riguardo, eletta dalla Mu'hali, e l'incarico avrà durata vitalizia.
- Che venga eletto anche un Taijil, responsabile del commercio e degli affari esteri, tale incarico avrà una durata massima di due anni, dopodichè la Mu'hali eleggerà un nuovo Taijil. E' possibile rinnovare il mandato solo per due volte, dopodichè non si sarà più eleggibili per tale magistratura.
- Che per ogni ponte di ogni bayu sia eletto un Gagyeros, magistrato atto a rappresentare il governo localmente. Che esso abbia potere esecutivo delle leggi promulgate dalla Mu'hali e funga da tramite tra i cittadini e il governo stesso. Che venga eletto dai residenti che hanno compiuto il naféz in un'assemblea, l'incarico può essere ricoperto per un massimo di due anni dopo i quali si dovranno tenere regolari elezioni. Non sono previsti limiti di rinnovo del mandato.
- Che la pratica del klerein [colonizzare, ossia vivere in navi civile al di fuori delle bayu] sia considerata legale. Ogni Klere [nave-colonia] elegga tramite le Mirklér [assemblee dell'equipaggio di ogni klere] un proprio Imir, in qualità di loro rappresentante presso la Mu'hali. Sia inoltre concesso alle navi con status di klere di celebrare processi tramite le Mirklér e di mantenere l'ordine pubblico tramite loro forze. Ogni klere dovrà essere autorizzata dalla Mu'hali, giacchè le colonie rimangono sotto la legge del popolo vayyal.
- Che ogni nave a scopi economico-produttivi sia governata da Imir nominati dalla Mu'hali.
- Che ogni altra nave a scopi militari sottostia invece alla normale gerarchia militare.
- Che sia concesso alla Mu'hali di revocare ogni magistratura, finanche quelle relative alle Klere, nel caso un regolare processo attesti abusi di poteri o altre irregolarità. La Mu'hali è l'unico organismo sovrano, assemblea plenaria a cui partecipiano tutti i vayyal. Ogni vayyal ha possibilità di proporre proprie leggi che sono poi discusse ogni mese dall'assemblea riunita tramite conclave olografico. Ogni vayyal può quindi votare informaticamente decidendo senza intermediari o delegati di sorta. Ogni decisione presa dalla Mu'hali, siano esse elezioni di incarichi statali o leggi di altro tipo, sia dichiarata valida se raggiungerà i 2/3 dei voti più uno.
- Nel caso l'Imir della Celebi venga invece accusato da un regolare tribunale popolare di Gezzan [parola vayyal che significa letteralmente comportarsi da re] esso dovrà dimettersi subito e verrà esiliato immediatamente dalla flotta vayyal e condannato a non ritornare mai più tra i suoi simili. Il suo nome verrà dannato e non potrà più essere dato ai neonati vayyal.

Così il popolo vayyal ha deciso,
così il governo esegue.

He' ak muattila [A proposito dell'indivisibilità]

- Che la flotta vayyal nelle sue Bayu [sono le navi più importanti, quelle che fungono da spazio vitale per i vayyal] sia indivisibile in ossequio alla Feyyan [parola vayyal che significa Concordia ma anche Unità]. Tutte le pailyas [navi] dovranno rimanere sempre unite, il popolo da solo perisce ma unito è forte e può sopravvivere.
- Che siano vietate quindi le assemblee particolari di ogni Bayu, la sola Mu'hali ha diritto di legiferare a riguardo. Che gli Imir di ciascuna bayu assieme ai Gagyeros di ogni ponte si facciano garanti dell'esecuzione delle decisioni della Mu'hali.
- Che il tentativo di separare una nave dalla flotta sia dichiarato come crimine empio e gravissimo. Sia condannato con la pena di morte e l'esecuzione immediata tramite plotone militare.
- Che le Klere [navi-colonie] siano altresì legate all'attenersi alla muattila.

He' ak onomaya [A proposito dell'onomastica]

- Che il nome di ciascun vayyal sia sacro e inviolabile. Esso deve essere composta da un nome proprio, seguito da un apostrofo a cui segue il nome del clan familiare di appartenenza, quindi dalla particella ibs (figlio di, nel caso non si abbia compiuto il naféz, tas, membro di, nel caso lo si abbia compiuto e si è stati accettati definitivamente nella flotta) e dal nome del proprio padre o della flotta d'appartenenza (in base sempre al naféz).
- Che ciascun vayyal possa cambiare il suo nome solo se trasferito su un'altra nave, in caso contrario esso dovrà rimanere immutato fino alla sua morta.
- Che tale pratica sia dichiarata sacra, ogni vayyal dovrà essere riconoscibile in tale modo pena il rifiuto della cittadinanza e della dignità di vayyal.


Così il popolo vayyal ha deciso,
così il governo esegue.

He' ak Naféz [A proposito del Pellegrinaggio]

- Che un vayyal sia dichiarato maturo e pronto alla vita politica e pubblica della flotta al compimento del suo naféz [Pellegrinaggio].
- Che ogni vayyal di sesso maschile o femminile al compimento del suo ventesimo anno di età debba affrontare il suo naféz. Egli dovrà abbandonare la flotta, gli saranno dati generi di sostentamento per due mesi dopo i quali dovrà imparare a conoscere la galassia e a cavarsela in situazioni di difficoltà. Durante il suo viaggio iniziatico dovrà trovare un Faqìl [dono] da portare al proprio clan in modo da poter presentare regolarmente domanda per l'ammissione e la cittadinanza in una delle specifiche navi. Ogni vayyal, nel momento in cui abbandona la flotta, verrà informato dal proprio padre di quale dono dovrà trovare. Fino a quel momento il vayyal sarà costretto a viaggiare nello spazio alla ricerca della prova della sua maturità.
- Che compiuto il naféz il vayyal sia considerato maggiorenne, che perda l'indicazione del patronimico e assuma il "tas" in modo da poter essere ora considerato come membro effettivo di una nave.
- Che chiunque si rifiuti di effettuare il naféz venga privato di ogni diritto dato dalla cittadinanza, sia imprigionato e gli sia chiesto per un'ultima volta di seguire la via degli Eschaman [parola che sta ad indicare i tre pilastri religiosi dei vayyal: il culto degli anziani, quello del nome e il pellegrinaggio stesso]. Nel caso si rifiuti sia esiliato e non sia più riconosciuto come un Vayyal.

Così il popolo vayyal ha deciso,
così il governo esegue.

[Si tratta di un rito fondamentale nella vita di un vayyal, antropologi della galassia dicono che probabilmente è un residuo dal sempre presente problema del sovraffolamento. Tanti civili stipati in navi erano un problema e l'elitè dirigente vayyal decise, probabilmente, di inventare tale rito in modo da alleggerire il peso dato da una popolazione troppo numerosa rispetto allo spazio e alle disponibilità della Flotta. Il naféz è poi rimasto come pratica sacra, non effettuarlo è un insulto gravissimo ai costumi tradizionali vayyal]

He' ak Valaam [A proposito del Velo]

- Che ad ogni vayyal, senza distinzione di sesso, sia vietato togliersi il Valaam [Velo, parola vayyal che va ad indicare la tuta prottetiva con la quale si celano alla vista delle altre razze i vayyal] in situazioni pubbliche. Tale legge vale sia all'interno che all'esterno della flotta, nel caso l'infrazione avvenga al di fuori della flotta qualsiasi vayyal è legittimato ad arrestare il proprio fratello viaggiatore e a ricondurlo alla Flotta affinchè possa ricevere un giusto processo.
- Che ogni vayyal, a sua discrezione, sia concesso nei propri appartamenti, o durante l'espletazione delle normali pratiche di igiene quotidiano, di togliersi il Valaam previe le dovute precauzioni circa la sterilizzazione degli ambienti e l'assunzione di misure contro le infenzioni virali.
- Che il Valaam venga considerato come lo scudo contro la debolezza del nostro sistema immunitario, il nostro corpo non potrebbe sopravvivere senza la misericordia del Valaam che ci concede una lunga e prospera vita.

Così il popolo vayyal ha deciso,
così il governo esegue.

[Antropologi di tutta la galassia pensano che tale pratica si sia sviluppata a causa dello scarso spazio privato che i vayyal dispongono sulle loro flotte sovraffollate. Se è vero che il corpo dei vayyal, a nudo, resiste poco a causa del suo sistema immunitario, è anche vero che tale fanatismo nel suo utilizzo è frutto invece di una volontà di delimitare il proprio spazio privato all'interno della nave dove, spesso, un vayyal si trovava gomito a gomito con un suo simile]

He' ak tyanes ak Vayyal [A proposito della condizione di Vayyal] [Si usa qui un doppiosenso, giacchè Vayyal, prima dell'Hajab, significava viaggiatore nel senso comune del termine. Solo successivamente è diventato il nome di un intero popolo, indicandone intrinsecamente la natura di migranti].

- Che la Celebi rimanga in perenne movimento affinchè la sua sicurezza sia sempre garantita e possa raggiungere in qualsiasi momento ogni luogo della galassia ritenuto adatto al sostentamento del popolo vayyal.
- Che sia concesso alla Celebi, per motivazioni commerciali o diplomatiche, sostare nel medesimo luogo per un massimo di tre anni.
- Che se l'Imir della Celebi si rifiuti di spostare la flotta al termine dei tre anni venga immediatamente destituito dal suo compito e che l'Imir degli Imiryas prenda immediatamente il comando muovendosi dal quadrante in attesa di nuove elezioni.
- Che l'unico organismo in grado di permettere deroghe alla legge dei tre anni sia la Mu'hali che potrà deliberare un'eccezione in caso di comprovate necessità.

Così il popolo vayyal ha deciso,
così il governo esegue.

He' aks Khayyiayas [A proposito delle Intelligenze Artificiali]

- Che ogni forma di Khayyia [Intelligenza Artificiale] sia proibita in tutte le navi della Celebi.
- Che qualsiasi vayyal scoperto a progettare, costruire o possedere un'intelligenza artificiale sia immediatamente esiliato dalla Celebi e che perda il suo status di cittadino.

[E' curioso, notano gli antropologi della galassia, che la parola vayyal Khayyia possa indicare sia Intelligenza Artificiale che il concetto di Male. Evidente residuo dall'Hajab, ancora oggi il concetto filosofico ed etico di male è associato alle intelligenze artificiali responsabili della distruzione del pianeta madre dei vayyal]

[seguiranno tutte le leggi della Celebi future tutte raccolte in questo thread]
 
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