Einstein propose una interpretazione rivoluzionaria di questo effetto fisico, che gli avrebbe valso il nobel. Egli riprese la teoria di Plank secondo cui la luce può essere considerata come un insieme di pacchetti di energia detti quanti i quali. Questa energia poteva essere considerata multipla di una costante, detta costante di plank, e, diversamente dalla maggior parte delle onde che derivano la propria energia dalla ampiezza, dalla frequenza d’onda. Secondo questa interpretazione egli affermò che era possibile interpretare il fenomeno fotoelettrico infatti a determinate frequenze la energia associata era tale da permettere agli elettroni della materia di contrastare le forze che li tengono legati al nucleo e di muoversi.
riguarderei un po' questo pezzo, più che altro per errori grammaticali.
Poi alla fine accenni al principio di indeterminazione di heisenberg, potresti spendere qualche riga al proposito.
La parte iniziale non l'ho guardata quasi per nulla, più che altro perché non so nulla della concezione della luce prima dell'ottocento e veramente poco di quello che precede einstein, a parte l'elettromagnetismo in generale...