[ungheria] sulle dinastie

daag

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Al fine di preservare la continuità dinastica delle casate qualunque sia la loro natura, si è deciso quanto segue, in rispetto di quanto già applicato da secoli dale casate europee, seppur in modo discontinuo e senza un preciso criterio. Quanto segue trae origine proprio dagli insegnamenti dei nostri avi e delle nostre stirpi ed ha lo scopo di portare organicità in questa prassi nel caso in cui se ne debba avvalersi, pertanto:

Viene data la possibilità al "pater familias", dominus della propria progenitura, di nominare quale futuro Dominus alla sua morte di una sua figlia, secondo i normali pricipi della trasmissione del titolo.

Tale procedura è suppletiva ai normali criteri di trasmissione dinastica e prenderà valore nei seguenti casi: mancanza di un erede maschio, erede maschio reputato incapace di permettere la prosecuzione della casata per comprovate incapacità, erede maschio che si è macchiato anche solo del tentato reato di parricidio.

La figlia che assurgerà al ruolo di Dominus manterrà il proprio "nomen" anche nel caso di matrimonio sì da identificarne il restare nella casata dinastica familiare così i propri figli che prenderanno entrambi i "nomen" dei genitori così da evidenziare la propria appartenenza ad entrambe le casate.

Così è deciso
 

TFT

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I membri della nobiltà maggiormente conservatrice, nonchè diversi opportunisti, annunciano che non accetteranno un cambio della legge voluta da Dio
 

daag

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Il re si appresta ad assicurare la nobiltà in quanto detta deroga è stata secondo gli archivi anche concessa dallo stesso Pontefice in merito ad alcune casate minori nel XV secolo indi quanto da loro affermato su una presunta legge voluta da Dio non trova fondamento.
 

TFT

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I baroni contrari affermano che non basterà certo una bolletta di un antico papa dato ad alcune case minori per infrangere la volontà di Dio. E se di Dio si parla ci si affronterà in battaglia e la sua gloria determinerà il vincitore
 

daag

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Si fa notare ai nobili che tale legge è suppletiva e non obbligatoria, pertanto i nobili che non ne vogliano usufruire sono liberi di farlo, infatti si parla di possibilità ed è stato scritto a chiare lettere.
Siamo inoltre a ricordare ai baroni come le stesse parole di un papa siano le parole della volontà di Dio qualunque sia la loro età.
Siamo comunque disponibili ad ascoltare la nobiltà come sempre ed a modificare la legge dove essa lo desidera così da venire incontro anche alle loro esigenze
 

daag

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Luigi II avendo tenuto conto della volontà nobiliare ed essendo la legge proposta rivolta ai nobili stessi, comunica che detta legge non verrà ratificata lasciando ogni cosa su questo tema allo status quo odierno non avendone loro interesse.
 
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