Al fine di preservare la continuità dinastica delle casate qualunque sia la loro natura, si è deciso quanto segue, in rispetto di quanto già applicato da secoli dale casate europee, seppur in modo discontinuo e senza un preciso criterio. Quanto segue trae origine proprio dagli insegnamenti dei nostri avi e delle nostre stirpi ed ha lo scopo di portare organicità in questa prassi nel caso in cui se ne debba avvalersi, pertanto:
Viene data la possibilità al "pater familias", dominus della propria progenitura, di nominare quale futuro Dominus alla sua morte di una sua figlia, secondo i normali pricipi della trasmissione del titolo.
Tale procedura è suppletiva ai normali criteri di trasmissione dinastica e prenderà valore nei seguenti casi: mancanza di un erede maschio, erede maschio reputato incapace di permettere la prosecuzione della casata per comprovate incapacità, erede maschio che si è macchiato anche solo del tentato reato di parricidio.
La figlia che assurgerà al ruolo di Dominus manterrà il proprio "nomen" anche nel caso di matrimonio sì da identificarne il restare nella casata dinastica familiare così i propri figli che prenderanno entrambi i "nomen" dei genitori così da evidenziare la propria appartenenza ad entrambe le casate.
Così è deciso
Viene data la possibilità al "pater familias", dominus della propria progenitura, di nominare quale futuro Dominus alla sua morte di una sua figlia, secondo i normali pricipi della trasmissione del titolo.
Tale procedura è suppletiva ai normali criteri di trasmissione dinastica e prenderà valore nei seguenti casi: mancanza di un erede maschio, erede maschio reputato incapace di permettere la prosecuzione della casata per comprovate incapacità, erede maschio che si è macchiato anche solo del tentato reato di parricidio.
La figlia che assurgerà al ruolo di Dominus manterrà il proprio "nomen" anche nel caso di matrimonio sì da identificarne il restare nella casata dinastica familiare così i propri figli che prenderanno entrambi i "nomen" dei genitori così da evidenziare la propria appartenenza ad entrambe le casate.
Così è deciso