Diplomazia Un muro nel profondo Nord

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Arianna Ramodoro, la bella e giovanissima sacerdotessa incaricata dall'Ordine di svolgere funzione di messaggera e Ambascitrice, dopo aver stabilito positive prime impressioni con le aracne, complice una certa simpatia dei Drow nei riguardi dei ragni, anche quelli di dimensioni ragguardevoli, aveva continuato il suo viaggio verso nord-ovest, aggirando le montagne da sotto per contattare il reame umano che - al pari dell'Ordine - faceva da muro contro il male che s'annidava nelle distese gelide. Una collaborazione con loro, atta a tenere a freno eventuali follie dei non morti, era quantomeno prioritaria agli occhi della Gran Maestra e non poteva essere altrimenti. Il pericolo che correvano a stare divisi, o peggio ancora a non fidarsi l'un dell'altro, avrebbe avvantaggiato solo i caduti e nessun altro. Così, all'alba della bella stagione, Arianna aveva cercato la via del confine, passando sul bordo del reame Aarakorya e dirigendosi verso nord. Aveva fatto sosta dalle aracne specificando che sarebbe passato un mercante, nei mesi successivi, a fare qualche proposta commerciale e che lei desiderava solo espandere la rete di contatti diplomatici dell'Ordine approfittando delle terre sicure che garantivano un passo svelto e protetto dai malesseri della nuova Ea. Grimming Moor e Durmstrang erano la sua meta.

@WinterSun vorrei chiedere il permesso per passare da Grimming Moor e conoscere Gizeh
@Demetrio ecco, come ti avevo scritto in privato ora che è iniziato il turno metto il PA in scheda e possiamo conoscerci diplomaticamente per fare il murettino a nord!
 

WinterSun

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Le locali si protrassero lungamente nei discorsi dei visitatori.

Poi, forse un pò indispettite dal sentore che questi "inviati" non fossero li propriamente per loro ma collateralmente, e che mirassero ad altri lidi ad ovest, si preoccuparono di fornire vettovaglie, utensili utili per il viaggio, un portafortuna e il prezioso consiglio "Tenetelo stretto con voi mia Signora: Le strade di Aarakorya non sempre sono luogo sicuro.."

Potevi sprecarti un pò di più nel primo contatto
 

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Arianna ringraziò per i doni e promise che entro la fine della stagione i mercanti sarebbero arrivati anche per parlare con le Aracne, ma lei dovendo compiere un viaggio assai più lungo era partita prima. «Grazie per il portafortuna, ne farò tesoro.» disse. «Cercheremo di tenerci sulle vie battute in ogni caso e disturbare il meno possibile.»

Wintersun ma questo non è il nostro primo contatto! Il nostro è Morti Sopra Ragni Sotto, non mi hai mai risposto lì ç_ç... sono mesi che ti aspetto
 

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Dopo aver lasciato le terre Aracne, Arianna si diresse a nord, aggirando come aveva preventivato la catena montuosa. Ovviamente per muoversi prese le vie note, o almeno quelle che i locali aracne battevano per arrivare al confino, in parte per non turbare la popolazione muovendosi in modi inopportuni, in parte per seguire quanto dettole in precedenza. Il rischio di fare brutti incontri, anche al netto della sua guardia personale, faceva assai timore alla povera sacerdotessa che preferì non sfidare la sorte in alcuna maniera. In ogni caso, arrivata nei pressi del confine, s'addentrò nel punto più trafficato, così da poter intercettare subito qualcuno del reame di Gizeh. Oltre a sapere della sua esistenza per mera osmosi, infatti, l'Ordine non conosceva né che tipo di popolazione abitasse alla loro stessa latitudine, né se fossero abbastanza proni alla cordialità. In ogni caso Arianna Ramodoro era la persona giusta per quel genere di incontri, mite e remissiva tanto nell'aspetto - di minuta statura dai capelli biondissimi - tanto nel carattere. A differenza del suo entourage non indossava nemmeno la corazza, com'era d'uopo per i cavalieri dell'Ordine, e a parte un piccolo vessillo porpora portato da uno dei soldati non c'era molto che la identificasse come un'emissaria. Aveva lo sguardo un pochino perso ad onore del vero, non sapendo bene come approcciarsi a quegli sconosciuti vicini.
 

Demetrio

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La delegazione guidata da Arianna venne intercettata da una pattuglia di guardiastrada e scortata fino alla cittadina più vicina. Qui vennero fornita una cavalcatura ad ognuno e vennero scortati fino alla capitale dopo aver inviato un messaggero ad anticiparli.

Vladimir osservava dalla balconata la delegazione attraversare la strada lastricata per dirigersi a palazzo.
"Una delegazione dell'Ordine della Rosa Purpurea. Ambasciatori? Mercanti? é una bella donna quella che guida il gruppo. Giovane. Molto giovane. Troppo giovane. Dobbiamo mostrarci forti. Impressionarli, si. Ma anche… si, potrebbe funzionare.."
Gli occhi attenti e vigili scrutavano con attenzione.
Si diresse di fretta alla scrivania, calamaio e pennino alla mano e scrisse veloce sulla pergamena. Porgendola ad un attendente disse brusco di portarla a Ser Robert. Poi si diresse di gran fretta ad accogliere gli ospiti.

Posizionato alla sommità della scalinata nel salone d'ingresso si aggiustò la veste. Si, era in ordine.
Al loro arrivo andò loro incontro dicendo
"Ben arrivati cari ospiti, sareste stanchi dal lungo viaggio! Permettetemi di presentarmi: Mastro Vladimir consigliere reale.
Vorrei offrirvi alloggio e ristoro prima di parlare.
Oh, le armi? Potete tenerle, non saranno di certo un problema, figuratevi.
Ma seguitemi, vi mostro le vostre stanze, in serata parleremo delle ragioni della vostro arrivo. Prima una piccola visita del castello.
Prego per questa direzione."


Vladimir condusse gli ospiti per il castello, passando per molte sale e cortili, seguendo un percorso lungo e articolato. Attraversano saloni austeri abbelliti da numerose opere d'arte, cortili con giardini ben curati e fontane deliziosamente intarsiate, sempre con motivi eleganti ma mai sfarzosi. Visitarono la chiesa dedicata al Padre Celeste, sobria e ben curata, si fermarono un momento per rendergli omaggio, proseguirono attraverso diversi corridoi per poi giungere in un largo salone colonnato in cui la Guardia Scelta si stava esercitando. I soldati al loro arrivo interruppero la pratica di scherma per eseguire un saluto marziale e rimanere sull'attenti. Ser Robert dopo il saluto passò in mezzo ai propri uomini disposti su due colonne per fermarsi alla loro testa.
Una dimostrazione di forza piuttosto evidente.
Il capitano sull'attenti salutò la delegazione per poi avvicinarsi sfilando il pesante elmo e presentarsi, non senza un istante di sbigottimento innanzi alla bellezza della diplomatica. Le offrì il braccio con garbo e galanteria per poi mostrarle la guardia scelta e farle fare una visita al campo di Marte nel castello.
Dopo la lunga camminata gli ospiti vennero condotti ai loro alloggi dove poterono rinfrescarsi e prepararsi per il pranzo.
Il desco venne servito in una piccola sala, pasto contenuto ma con pietanze deliziose.
Vladimir parlò molto, intrattenendo gli ospiti con sagacia e carisma, evitando discorsi politici ma ponendo molte domande riguardo usi e costumi del regno da cui provenivano gli ambasciatori. Si scusò per l'assenza del regnante, impegnato in importanti questioni di vitale importanza e disse che avrebbero parlato direttamente con lui che era il suo braccio destro.
Ser Robert non parlò molto, aveva un aspetto assorto , ma ascoltò con attenzione qualsiasi cosa Arianna dicesse. La guardava con occhi persi, quasi come pendesse dalle sue labbra. Rimase composto ed educato nonostante la distrazione, abituato a seguire l'etichetta nonostante fosse avvezzo più alla guerra che alla diplomazia.
Dopo il pranzo gli ospiti vennero riaccompagnati alle loro stanze per prepararsi alle negoziazioni.
 

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La sacerdotessa, accolta così calorosamente, si scoprì assai felice di non doversi barcamenare per l'ennesima volta in qualche strana peripezia con popolazioni riottose o strane droghe allucinogene. I racconti delle terre dimenticate che venivano lentamente riscoperte le avevano più volte dato i brividi, quindi la gentilezza di Vladimir e l'aria pacifica della città - e dell'intero regno s'era per quello - era una ventata d'aria fresca. Dopo essersi presentata con cortesia, facendo una riverenza, si lasciò accompagnare ovunque il suo anfitrione volesse. Dopotutto lei era ospite e non si sarebbe mai sognata di chiedere o far qualcosa che avrebbe potuto anche solo lontanamente indispettire i padroni di casa. Il galateo cambiava da reame a reame ed era d'uopo attendere e conoscere prima di buttarsi in modo sfacciato nel fare o dire qualsiasi cosa.

«Grazie nobili signore.» disse, mentre assieme a Vladimir percorreva le sale. «La mia scorta è armata, ma io no. Sono una sacerdotessa, non porto con me armi per libera scelta personale.» rassicurò. Ed era vero, visto che a parte i pesanti ma pregiati indumenti di fattura elfica non aveva con sé altro che una bisaccia. In effetti sembrava più adatta a frequentare chiese e salotti che le impervie terre del nord. Quando passarono dinnanzi ai soldati e alla chiesa del Padre Celeste si fermò un attimo, snocciolando a pizzichi e bocconi piccole briciole dell'Ordine e della sua gente.
«Molti dei nostri fratelli umani, tra cui io stessa, discendono da reduci del Granducato di Sylvania, sapete? Precisamente da Drakenhof. Alcuni predicavano il Padre Celeste, quando e sa sarà possibile mi piacerebbe dir loro che possono venire a visitare le terre da cui arrivarono i loro antenati.» e in effetti sarebbe stato senz'altro un punto importante per la gente dell'Ordine, ma ne avrebbero potuto discutere in un secondo momento. Arianna era affamata di conoscenza, avrebbe fatto domande per ore e ore in merito a Gizeh, al sovrano e a tutto il resto ma si contenne per non sembrava sgradevole, preferendo a sua volta - durante il pasto - raccontare qualcosa dell'Ordine e di come era composto. Specificò che gran parte della popolazione non era come lei, ma drow, e che quasi tutto girava attorno alla difesa di Ea da altre minacce esiziali e dall'abuso di magie distruttive. Non parlò molto di religione, a dispetto della sua professione e della grande fede, preferendo anteporre la società e la cultura al misticismo religioso. Raccontò degli ordini di cavalieri, dei successi ottenuti nell'ultimo periodo e della riconquista di svariati lembi di terra, soffermandosi in particolar modo sulla presenza di non morti nel profondo nord e di strane aberrazioni artificiali in lungo e in largo.

«Più tardi...» disse prima di ritirarsi dopo il pranzo. «Vi parlerò anche delle situazioni meno piacevoli e dei problemi che stiamo affrontando in questo momento. E' importante che i due reami più a nord di Ea siano coesi nell'affrontare le minacce.» non si lanciò in affermazioni troppo ardite, ma rese assai chiara l'importanza - e l'impellenza - che aveva l'Ordine di trovare qualcuno con cui fare una muraglia contro quel che c'era oltre le steppe, nelle terre dei morti. Senza pensarci più di tanto si ritirò, trepidante per l'incontro successivo e per tutte quelle cose che avrebbe potuto raccontare una volta tornata in patria. La sua scorta, invece, sembrava assai più rilassata e tranquilla, intenta a godersi la serenità di un luogo ameno e apparentemente sicuro. Nuovi amici, nessuna preoccupazione. Avrebbero avuto ben poco altro da chiedere.
 

Demetrio

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La sala era sobria: un lungo tavolo di marmo e semplici sedie attorno ad esso, poche decorazioni e per lo più drappi coi colori del regno o del Padre Celeste. Vladimir era seduto nel posto alla destra del capotavola e stava spiegando agli ospiti la situazione a Nord.
"Creature tornate dalla morte vi dico. Ghoul mangiauomini, scheletri che camminano, non morti di ogni sorta popolano le regioni più a nord. Il nostro regno é lo scudo che frena la marea immonda che prova a lordare il continente, siamo quelli che permettono agli altri regni di dormire sogni tranquilli e giocare alla guerra." Disse con tono deciso ma pacato.
"Qui si fa la guerra seria! E non manca molto al giorno in cui passeremo al contrattacco e monderemo questa piaga." Aggiunse veemente Ser Robert, con gli occhi che brillavano di ardore e forse altro ancora, malcelato sicuramente.
"Ma non voglio tediarvi con questi discorsi lugubri. Raccontatemi ancora delle vostre terre e del motivo della vostra visita." Disse Vladimir con un sorriso.
"
Il vero motivo naturalmente" aggiunse, con un sorriso più ampio ma beffardo.
 

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«Non vedo l'ora di sapere buone nuove dei vostri scontri con i non morti!» disse entusiasta la sacerdotessa. «Anche noi qualche decennio fa abbiamo sgomitato contro diversi cadaveri ambulanti per ritagliarci uno spazio vitale, ma molti ancora ci minacciano dal nord.»
Tuttavia non capì molto bene a cosa alludesse Vladimir con la sua ultima affermazione. Era troppo poco pragmatica per quel genere di accorgimenti e giustamente per lei la cosa più importante era quella su sui aveva maggiormente porto l'attenzione poc'anzi.

«C'è... un motivo più impellente di non farci la guerra tra di noi?» guardò Vladimir, confusa. «Avere un confine assicurato e protetto, nonché un aiuto concreto l'uno dall'altro, direi che è fondamentale per la nostra sopravvivenza qui al nord. Abbiamo mappato buona parte dei territori e se le nostre esploratrici hanno visto giusto tra i nostri territori ed i vostri c'è solo una piccola striscia montana appestata dai non morti.» spiegò. «Noi siamo già ben fortificati a valle e quest'anno abbiamo intenzione di fortificare anche sui monti, pur lasciando volentieri spazio a voi per espandere e ripulire quelle terre. Si verrebbe a creare un confine naturale piuttosto impervio e sicuro per entrambi. Ne vedete l'utilità?» domandò, sicuramente e genuinamente curiosa delle reazione dell'altro.
 

Demetrio

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L'esperienza di Vladimir gli aveva insegnato a non fidarsi di nessuno.
Questa delegata però sembrava davvero innocente e sincera.
Questa cosa lo turbava, spesso dietro ad un bel viso ed ad un sorriso si nascondono grandi insidie.
La pensava diversamente Ser Robert che rimaneva attonito davanti a quel sorriso.
" Un confine sicuro dite? é una buona idea. Sarebbe una preoccupazione in meno nella mente del nostro sovrano, già afflitta da molte altre in questo momento. Lasciarci lo spazio per espanderci é una gentilezza gradita.
Spero che instaurare floridi commerci e una pace duratura sia il modo migliore per contraccambiare il favore.
Bene! Avere dei buoni vicini é importante per un regno. Mi fa piacere aver fatto la vostra conoscenza e aver imparato qualcosa di nuovo sulla vostra bella nazione. Magari nel prossimo futuro vi faremo visita e ci mostrerete di più.
Alziamo le coppe! "

Il colloqui continuò a lungo alternando temi più o meno delicati.
Venne poi servita la cena mentre la conversazione continuava.
 

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«Commerci e sicurezza, direi che pochi altri popoli di Ea possono vantare simili prospettive per il futuro, miei signori!» rispose Arianna. «E consideratevi invitati graditissimi nelle nostre terre, vi faremo vedere quello che abbiamo costruito in questa lunga decade di esplorazioni. Mi raccomando, però, andate per la via delle aracne, non tirate dritto sulle montagne. Sono pericolose.» avvertì. «O almeno non fatelo con qualche messo, ma con una grande armata. Devo avvertirvi che il nostro esercito ha subito numerose perdite qualche stagione fa a causa di uno spiacevole disguido con altri sopravvissuti che non sono riusciti a intervenire in nostro favore contro degli abomini.» spiegò, brevemente. Avrebbe poi fatto sapere il resto di quel ch'era accaduto a Zanji in seguito, ora non c'era tempo di indulgere in lungaggini tecniche.
«Avete incontrato abomini nel corso delle vostre esplorazioni? Noi sì, in quantità smodate aggiungerei. A tal proposito, come segno di amicizia, vorrei aiutare i vostri cartografi mostrandovi l'ubicazione di quello che abbiamo scoperto e dei reami che si trovano a sud-est di Ea.»
 

Demetrio

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" Le aracne sono nostre amiche, floride tratte commerciali corrono tra loro e il nostro regno, sarà senz'altro un passaggio sicuro. Ti ringrazio dell'avvertimento.
I nostri soldati hanno affrontato diversi tipi di non morti ma mai questi abomini di cui parli. Ser Robert ha partecipato ad una battaglia e li ha combattuti personalmente"
disse indicando il soldato che gonfiò un po'il petto mostrando orgoglio.
"Ma dimmi, giovane diplomatica, hai affrontato o visto questi abomini? Sono pericolosi? Hanno dei punti deboli?
Ti ringrazio enormemente del tuo dono e sarò felice di condividere con te gli esiti delle nostre esplorazioni.
Sono curioso di questi sopravvissuti che avete incontrato, potresti parlarmene? "
 

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«Io?» chiese Arianna, quasi ridendo. «No, no io sono una sacerdotessa, il mio compito è esplorare e fare diplomazia, sono una delle poche persone nella mia terra a non portare armi anche avendo ricevuto un'istruzione marziale.» scosse il capo. «Ma ho sentito i resoconti di chi li ha visti: grossi golem fatti di arti mozzati da altri corpi, bestie mutate oltre ogni immaginazione da folli esperimenti... probabilmente il fuoco, miei signori, è l'unica arma che possa far qualcosa contro di loro. Fuoco e magia.» affermò.
«E c'è... anche altro. Avete mai incontrato una "Apoptosi"?» chiese. «Sono creature senzienti dal potere sconfinato, avverse ad ogni forma di quella che loro chiamano "magia distorsiva". Ossia la manipolazione dell'energia di un qualsiasi mago. Anche loro sono fonte di preoccupazione, sebbene ci si possa comunicare liberamente e trovare persino vantaggiosi accordi.» continuò. «Tra di loro girano per il nord, due delle quali hanno dimora temporanea nelle nostre terre.» avrebbe mandato poi qualche incantatore a spiegare per filo e per segno cos'erano le Apoptosi, ma già informare i nuovi amici del problema era un passo fondamentale.
 

Demetrio

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“Che mostri orribili. Ti ringrazio dei consigli, la fiamma del Padre Celeste monderà queste oscenità appena ci sarà l’occasione.
Di queste Apoptosi ne abbiamo sentito parlare ma non ne abbiamo mai incontrata una. Sembrano affascinanti. Ditemi altro ve ne prego!”
Disse Vladimir.

La cena continuò fino a tarda notte.
I diplomatici avevano tanto da dirsi e la curiosità era tanta.
Il giorno successivo vennero preparati doni con prodotti locali e cavalcature per il rientro della delegazione.
La sacerdotessa aprendo un pacco ricevuto in dono trovò un omaggio floreale al suo interno e una lettera firmata con Robert.
 

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«Oh le Apoptosi sono creature a loro volta mutate nella catastrofe che si è verificata tre secoli fa, o almeno così crediamo. Hanno il potere di annientare la magia e rimuovere dai senzienti i poteri magici. Anche dagli elfi, la cui magia è il fondamento stesso della loro esistenza. Se mai ne troverete una evitate come la peste di incrociare le spade con lei, ad ogni costo.» ammonì. «Fatevi saggi e scaltri, non inimicatevela. Appena scopriremo qualcosa di più significativo ci premureremo di avvisarvi qualora ce ne fosse bisogno. Fino ad allora state attenti, mi raccomando.»

Dette poche altre informazioni circostanziali, Arianna si prestò al banchetto, godendosi l'ospitalità. Il giorno dopo, rifocillata e pronta ad affrontare il viaggio di ritorno, trovò il mazzo di fiori e la lettera del buon uomo che l'aveva accolta e intrattenuta a palazzo. Con tanta cura l'aprì e la lesse durante il viaggio di ritorno, seduta sul suo cavallo. Conoscendo la via non avrebbe impiegato molto a rientrare nei confini, forse un paio di giorni alla peggio: aveva molto di cui conferire con la Gran Maestra.

Direi che come primissimo contatto va benissimo!
 
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