[UK] Financial Times

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IL PARTITO TI OSSERVA
Default Israeliano, fuggi-fuggi dalle coste del Mediterraneo ma gli Arabi rimangono.

TEL AVIV - E' arrivata come un fulmine a ciel sereno l'ultima notizia da Israele. A quanto pare il governo non è stato assolutamente in grado di pagare un'imponente rata di bond pubblici. L'inadempienza del governo israeliano è pari a 15 miliardi di dollari posseduti principalmente da banche statunitensi che ora faranno sentire la propria voce. La possibilità che si rivolgeranno alla Casa Bianca sono alte e la cosa spaventa investitori privati che scappano dal paese per rivolgersi a mercati più solidi. Intanto pare il Sultano di Dubai in persona stia convincendo gli uomini d'affari del suo paese che è importante salvare l'economia israeliana [...]

In Cina non tutto è perduto.

NANCHINO - Il collasso dell'economia Cinese a causa della totale mancanza per un intero anno di combustibili fossili e il conseguente crollo del regime comunista apre una nuova era. Lo hanno capito alla dirigenza della FIAT-Citroen che nonostante tutte le agenzie d'analisi economica sconsiglino investimenti rivolti nell'estremo oriente hanno annunciato l'apertura di uno stabilimento che darà lavoro a più di 7.000 cinesi. Non si fanno prendere alla sprovvista gli uomini della General Motors che studiano già come ristabilire una loro presenza nella nazione dei panda. La lotta economica Stati Uniti contro Stati Uniti ha scelto la Cina come campo di battaglia e le quattro ruote come arma [...]

Economia Svedese, la più solida del mondo.

OSLO - Non stupiscono per nulla le ultime notizie dalla Svezia. Le agenzie d'analisi danno il regno nordico come uno dall'economia più solida di tutto il mondo. In un momento di estrema crisi per la finanza mondiale si dice che il governo di centro-sinistra si stia muovendo per salvare l'Euro dalla crisi dando direttive alla Banca Centrale Svedese di acquistare grandi quantità di moneta dell'UE [...]

India terra di opportunità.

MUMBAI - le misure approvate dal Governo Militare di Transizione di nuova Delhi fanno ben sperare per l'economia Indiana. Una rapida ripresa è altamente possibile visto l'impegno della nuova amministrazione di far quadrare i conti tagliando sulle spese pubbliche. Gli investimenti nel sub-continente indiano potranno portare a buoni frutti in poco tempo [...]
 

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IL PARTITO TI OSSERVA
Il centro America è in subbuglio a causa del fallimento delle manovre economiche dei paesi pro-USA.

MANAGUA - La spirale di violenza nel paese ha contribuito a far declinare in modo definitivo la già fragile economia locale. Imprenditori Brasiliani che molto avevano puntato sull'industria del caffé sono estremamente preoccupati e fanno appello al loro governo affinché intervenga diplomaticamente. Secondo uno studio del ministero dell'interno nicaguarense (che suona molto come una dichiarazione di resa) bande criminali estorcono con minacce e violenze denaro ad almeno il 94% delle attività economiche del paese. Il presidente Morieno ha pubblicamenete affermato che potrebbe richiedere l'aiuto straniero dei paesi aderenti all'ALBA nella forma di invio di consiglieri per la polizia. Si pensa infine a leggi speciali che potrebbero rafforzare i poteri della polizia. [...]

BRASILIA - l'economia brasiliana è in fortissima crescita, lo afferma un rapporto dell'Agenzia Internazionale per lo Sviluppo. Dopo la rivoluzione pacifica che ha portato al potere in modo definitivo il locale Partito Comunista (fatto che ha causato un certo isolamento al paese) si pensano riforme economiche che liberalizzino l'economia a piccoli passi. Il concetto, ha affermato il segretario del PCB, è redistribuire la ricchezza e riformare le istituzioni in senso social-democratico. Una nuova corrente del partito ha quindi preso le redini del paese ma le minacce degli oltranzisti e dell'opposizione (spalleggiata dall'autoriatorio governo Argentino) rendono il futuro incerto. Sta di fatto che il Brasile potrebbe presto aspirare ad un ruolo guida dell'intero sud America.[...]

CAPE TOWN - con l'India al tappeto a causa della guerra civile si affacciano sull'oceano Indiano nuovi e vecchi attori. I vecchi già li conosciamo e non c'è bisogno di presentarli, il governo cinese sta ricostruendo il suo sistema di basi commerciali e militari lungo le coste dell'oceano, ma un nuovo insolito paese si fa avanti: il Sudafrica. Il paese del post-aparthaid si affaccia sul mare con le intenzioni di rilanciare il commercio a sud del canale di Suez. Il presidente sudafricano ha affermato: "crediamo che con i conflitti in medioriente, gli attriti tra Iran ed occidente e le rivoluzioni islamiche in Arabia sia ormai tornato conveniente circumnavigare l'Africa per mettere in contatto Europa ed Americhe con l'Asia". Questa dichiarazione d'intenti si è palesata nella forma di un accordo di sicurezza dei mari con il Mozambico e Madagascar. In molti pensano che il governo sudafricano potrebbe presto intervenire nella missione di sicurezza Kenyota in Somalia, paese da cui parte un'ondata destabilizzante che danneggia i commerci Sudafricani. [...]

 

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IL PARTITO TI OSSERVA
Crolla il mercato egiziano dopo l'inasprimento delle violenze nel paese.

CAIRO - Al grido di "Viva la Rivoluzione, viva il Jihad" settanta uomini armati hanno occupato per diverse ore la sede della Borsa del Cairo decretando il suo crollo. I miliziani, legati al movimento islamico salafita egiziano, sono stati subito ingaggiati dalle forze di sicurezza che hanno liberato quasi tutti i 219 ostaggi da loro presi, nello scontro sono morti tutti i miliziani 9 ostaggi e 3 teste di cuoio egiziane. L'evento è l'ultima di una serie di incidenti che dimostrano tutta l'instabilità della situazione egiziana. "Questi terroristi sono finanziati dal governo Libico e da quello della RIA. Presto si pentiranno delle loro continue provocazioni", queste le parole pronunciate dal capo di stato maggiore delle forze armate egiziane. [...]
 

Toga!

Chosen one

Mining Conglomerate Co. il gigante d'oro dai piedi di carbone.


JOHANNESBURG - Un guadagno netto del fatturato intorno all'8%, per la controllata Uk Coal, una delle potenze multinazionali di Sua Maestà, con interessi che vanno da Manila ai piccoli giacimenti carboniferi del Caucaso. Il "Forward Together" voluto dallo Scacchiere ha dato i suoi frutti, con una rendita extra per le casse della società che oggi, dopo anni di estromissione, si presenta sul mercato dei preziosi sudafricani, avendo ottenuto le concessioni del bacino del Limpopo da parte del governo di Pretoria. "Le nostre filiali sono del tutto operative, riconosciamo che Downing Street ha attuato una buona convergenza, questo ovviamente deve far ben sperare gli investitori; noi eravamo e siamo pronti a differenziare ancora di più l'offerta, siamo al momento l'azienda britannica con la maggior quota di piccolo azionariato, e di questo andiamo fieri. Anche questo, non me ne vogliano i laburisti, si chiama U-Turn." Così si presenta il CEO Lucas Jones, da sempre sostenitore dei tories, di cui ha fatto parte in gioventù, quale consigliere alla City Hall di St.Thomas, nel Lincolnshire, piccolo borgo di 7.500 anime. In realtà se il 57enne manager inglese può oggi gestire una società mineraria capace di estrudere 150.000.000 di tonnellate l'anno di alluminio industriale, lo deve molto alla politica protezionistica attuata dai precedenti governi conservatori. "Un impegno sfidante per Uk Coal sarà certamente l'estrazione e la raffinazione dell'Elio-3 lunare, progetto avveniristico che finalmente sembra diventare realtà." Nel frattempo si parla di accordi sottobanco per l'estrazione di uranio in Africa e in Asia, e non necessariamente nella nazione arcobaleno, per quanto il peso politico della multinazionale di Harworth, sia oggi più evidente che mai nel panorama politico sudafricano. Lo sposalizio energetico con FEED, dato quasi certo alla fine del 2024, non si è consumato per questioni legate agli interessi di Mining Conglomerate nel settore carbonifero europeo: troppo poco performante dal punto di vista produttivo il ridurre i tonnellaggi di carbon fossile per promuovere un canale commerciale indiretto con la società di Gaston Lewis, magnate del solare. Se la diversificazione a detta di Jones è un valore aggiunto al servizio del gruppo, certamente è una scelta strategica obbligata a livello dei profitti, proprio oggi che Rolls Royce conta sugli investimenti dei suoi nuovi soci di maggioranza nel golfo per ritornare con un brand rinnovato nel mercato dell'auto. In questo caso il petrolio non c'entra: c'entrano le carrozzerie.


 

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Chosen one
Zio Colin e i "ragazzacci".

LONDRA - Che la criticità più grande del primo mandato di O'Doonor potesse essere la gestione del rapporto con la parte più conservatrice delle multicorporate inglesi, non era una cosa così prevedibile, almeno fino ad ora. Negli ultimi 10 anni, la dottrina Cavendish e poi successivamente Lancer, indipendentemente dal colore politico, è stata quella di un totale appiattimento innanzi alle richieste delle multinazionali britanniche. L'appiattimento sulle posizioni delle multinazionali, ha determinato una vera e propria crisi del sistema politico britannico; coi tories al minimo storico e quasi in procinto di sparire, per non parlare dell'esperimento tanto particolare quanto drammaticamente catastrofico del governo Lancer. Ma è oggi che il sistema lobbystico britannico paga il conto salato del suo interventismo senza controllo.


In India l'atteggiamento di BoC e Mining Conglomerate ha accelerato la nazionalizzazione dell'economia, con danni sicuri a lungo andare riguardo la competitività delle industrie del paese. Poco conta che Downing Street abbia fallito l'exit strategy con somma ingenuità, una soluzione differente sarebbe stata praticabile soltanto con un "golpe kazako", la cosa forse più sbagliata. Tutto questo mentre in Togo la corruzione diffusa mette a repentaglio lo sforzo di ricucire gli strappi con l'UDRA. O'Doonor ha cercato sin dall'inizio di anticipare i "tricks" prevalentemente generati dai CEO delle multinazionali britanniche, reinventandosi un socialista dell'ex governo Lancer allo scacchiere. Andrew Carter è stato capace di chiudere in 2 anni di mandato l'accordo che re-introduce Londra nel mercato minerario sudafricano, il rilancio delle opere infrastrutturali a Plymouth, la piattaforma petrolifera in Sud Sudan, il quasi monopolio mondiale sulla bauxite e non ultimo lo storico accordo sui dazi all'interno del NAC, che riporta Londra e Washington, a livello economico, a prima della dichiarazione d'indipendenza americana.

In realtà, nonostante i risultati, col PIL in crescita come non si vedeva da 50 anni, si profila sempre più uno scontro tra il partito degli industriali e il nuovo Labour, ben meno corruttibile del precedente, interessato a mantenere la barra a dritta in economia impostando quelle manovre graduali e redistributive volute da O'Doonor. Questo cozza contro gli interessi personali della banda dei CEO, i "bad guys" come li ha apostrofati la regina Filippa; molto meno possibilisti sui temi socialdemocratici cari allo U-Turn.


O'Doonor ha avvisato i "ragazzacci" prima del meeting con lo scacchiere di una settimana fa: "La grande multicorporate britannica pare insistere nel sostenere maggiormente l'economia finanziaria, in cui contano gli status quo nel mantenimento dei profitti personali; piuttosto che l'economia reale, dove è la dinamicità d'impresa e non semplicemente la potenza di ricatto creditizio a contare."

La guerra sta per cominciare e segnerà la prossima campagna elettorale.
 

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Chosen one
La dottrina La Grange nel nuovo scenario africano.

JOHANNESBURG - Quando si dice saper fare i propri interessi. Nonostante un prezzo medio sommariamente basso (per la precisione di 2,3$ ad azione) l'asta delle quote statali della sudafricana SAMTAC, da oggi un vero e proprio fiore all'occhiello dell'economia sudafricana nel settore dei trasporti, si è rivelata una grandiosa operazione finanziaria. Il traino politico imposto dal governo di Johannesburg ha reso possibile ricapitalizzare nelle tasche del ministero dell'economia sudafricano quasi il 400% del valore della società, con buona pace dei restanti concorrenti nordafricani, tuttora impantanati nella destabilizzazione perpetua dovuta alle dictatorship sudanesi ed eritree, sostenute economicamente da Pechino ma del tutto impossibilitate a recitare per il colosso cinese una politica realmente distensiva nel cruciale snodo del Corno d'Africa e del Maghreb. Se la ricetta resterà valida per gli anni a venire, il Sudafrica si propone sempre più come la potenza regionale egemone prossima ventura, pronta alla competizione oceanica con l'India socialista, la cui crescita marcia su ritmi vertiginosi e costanti; per non parlare della stessa Cina, con cui Johannesburg ha stretto relazioni strategiche volte all'aumento del proprio potere politico, forse proprio in ottica di contenimento del colosso indiano.
 
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