Mikhail Mengsk
MSPAINT OVERTYRANT
LA MINACCIA IMPERIALE
Dopo due anni di compromessi e trattative, l'Imperatore Giulio I Commeno (o meglio, il Triumvirato che lo sostiene) decide di aver consolidato abbastanza il suo dominio su Ermos e si dedica all'eliminazione dei rivali politici irriducibili. In una sola notte almeno 5 potenti famiglie di Ermos ostili all'Impero vengono colpite da arresti e requisizioni, e i processi che seguono condannano i loro membri più in vista all'esilio, alla morte o alla requisizione dei beni.
Consolidato il potere una volta per tutte, l'Impero volge lo sguardo ai Nani, chiedendo di rinegoziare immediatamente tutti gli accordi commerciali in essere. I Signori delle Pietre rifiutano e mantengono i vecchi accordi in vigore, ma i Nani del Patto di Narrond vengono intimiditi dal possente riarmo in corso nell'Impero e sono costretti ad accettare condizioni sfavorevoli.
PACE SUI MONTI
Probabilmente preoccupati dall'aggressività del Nuovo Impero, i Signori delle Pietre accelerano le trattative con i Goblin di Varkazy ed entro la fine dell'anno concludono un trattato di pace quinquennale che permette la fine delle ostilità e lo stanziamento di fondi per la ricostruzione del Lonx.
GUERRA CIVILE NELLE PALUDI
Il Culto dei Morti tra i Lucertoloidi delle Paludi Nere negli ultimi anni aveva fatto il bello e il brutto tempo, ma il fallimento della guerra contro la città di Gramlund ne aveva minato il prestigio in maniera netta. Stufi dei sacrifici imposti dal Dio della Morte e dal suo clero, e stufi di non poter intrattenere rapporti commerciali con i popoli vicini, i Lucertoloidi iniziano a tornare ai vecchi dèi.
Questo ovviamente scatena la repressione dei Cultisti dei Morti, e ne scaturisce in fretta una guerra civile che coinvolge bande armate e veri e propri eserciti contrapposti. Dopo un anno di violenze, i tradizionalisti ottengono la vittoria e cacciano i Cultisti dalle paludi. Questi riparano nei territori di San Guinefor.
SAN GUINEFOR L'OPPORTUNISTA
Trovandosi a disposizione migliaia di profughi assetati di vendetta, San Guinefor coglie l'occasione di utilizzarli contro un obiettivo a lungo ambito: la ricca Città dell'Alba. Presidiata dall'armata di Massud Al-Sadat questa sarebbe stata imprendibile, ma il warlord umano porta le sue truppe a sud lasciando quasi indifesa la città.
San Guinefor lo viene presto a sapere, e scatena la Questua e i profughi armati contro di essa. L'assalto è micidiale ed irresistibile, data la debolezza dell'armata cittadina. La guarnigione è travolta e le truppe di San Guinefor si riversano sulla popolazione, facendo una strage e saccheggiando in lungo e in largo.
Il giorno dopo, tuttavia, San Guinefor ferma le violenze ed inizia ad instaurare il proprio dominio, iniziando col distruggere tutti i simboli del potere portati da Massud.
LA ROCCA DI OSMAN
Scioccati dalla facilità con la quale un esercito nemico aveva potuto penetrare nel loro territorio, i Nani Rossi decidono di sospendere le operazioni militari in campo aperto e di dedicare le loro risorse alla costruzione di una massiccia posizione fortificata a protezione di Zoa-Than, dal nome di "La Rocca di Osman".
Migliaia di denari e tonnellate di merci e materie prime affluiscono sui cantieri mentre le armate del re vigilano sui confini. I lavori procedono speditamente, ma la quantità di risorse necessarie è enorme e la costruzione non terminerà quest'anno.
TRIBUTO AL KHAN
Onur Gatadai mostra subito di che pasta è fatto un vero Khan rimpolpando i ranghi della sua Orda e portandola a ridosso dei confini di Al-Ansar. L'esercito cittadino si mobilita e si schiera sulle mura, ma l'armata Zhaki viene preceduta da un emissario: se la città consegnerà 5000 denari, 5000 rifornimenti e 500 merci, verrà risparmiata.
Il Consiglio Cittadino considera la proposta, con le varie fazioni che discutono aspramente per un giorno, poi il partito dei mercanti si dichiara daccordo spostando l'equilibrio nel Consiglio. Viene elaborata una controproposta: un tributo annuale in cambio di una tregua duratura.
Gatadai Khan accetta prontamente, e la sua prima vittoria è ottenuta senza neanche tirare una freccia.
Dopo due anni di compromessi e trattative, l'Imperatore Giulio I Commeno (o meglio, il Triumvirato che lo sostiene) decide di aver consolidato abbastanza il suo dominio su Ermos e si dedica all'eliminazione dei rivali politici irriducibili. In una sola notte almeno 5 potenti famiglie di Ermos ostili all'Impero vengono colpite da arresti e requisizioni, e i processi che seguono condannano i loro membri più in vista all'esilio, alla morte o alla requisizione dei beni.
Consolidato il potere una volta per tutte, l'Impero volge lo sguardo ai Nani, chiedendo di rinegoziare immediatamente tutti gli accordi commerciali in essere. I Signori delle Pietre rifiutano e mantengono i vecchi accordi in vigore, ma i Nani del Patto di Narrond vengono intimiditi dal possente riarmo in corso nell'Impero e sono costretti ad accettare condizioni sfavorevoli.
PACE SUI MONTI
Probabilmente preoccupati dall'aggressività del Nuovo Impero, i Signori delle Pietre accelerano le trattative con i Goblin di Varkazy ed entro la fine dell'anno concludono un trattato di pace quinquennale che permette la fine delle ostilità e lo stanziamento di fondi per la ricostruzione del Lonx.
GUERRA CIVILE NELLE PALUDI
Il Culto dei Morti tra i Lucertoloidi delle Paludi Nere negli ultimi anni aveva fatto il bello e il brutto tempo, ma il fallimento della guerra contro la città di Gramlund ne aveva minato il prestigio in maniera netta. Stufi dei sacrifici imposti dal Dio della Morte e dal suo clero, e stufi di non poter intrattenere rapporti commerciali con i popoli vicini, i Lucertoloidi iniziano a tornare ai vecchi dèi.
Questo ovviamente scatena la repressione dei Cultisti dei Morti, e ne scaturisce in fretta una guerra civile che coinvolge bande armate e veri e propri eserciti contrapposti. Dopo un anno di violenze, i tradizionalisti ottengono la vittoria e cacciano i Cultisti dalle paludi. Questi riparano nei territori di San Guinefor.
SAN GUINEFOR L'OPPORTUNISTA
Trovandosi a disposizione migliaia di profughi assetati di vendetta, San Guinefor coglie l'occasione di utilizzarli contro un obiettivo a lungo ambito: la ricca Città dell'Alba. Presidiata dall'armata di Massud Al-Sadat questa sarebbe stata imprendibile, ma il warlord umano porta le sue truppe a sud lasciando quasi indifesa la città.
San Guinefor lo viene presto a sapere, e scatena la Questua e i profughi armati contro di essa. L'assalto è micidiale ed irresistibile, data la debolezza dell'armata cittadina. La guarnigione è travolta e le truppe di San Guinefor si riversano sulla popolazione, facendo una strage e saccheggiando in lungo e in largo.
Il giorno dopo, tuttavia, San Guinefor ferma le violenze ed inizia ad instaurare il proprio dominio, iniziando col distruggere tutti i simboli del potere portati da Massud.
LA ROCCA DI OSMAN
Scioccati dalla facilità con la quale un esercito nemico aveva potuto penetrare nel loro territorio, i Nani Rossi decidono di sospendere le operazioni militari in campo aperto e di dedicare le loro risorse alla costruzione di una massiccia posizione fortificata a protezione di Zoa-Than, dal nome di "La Rocca di Osman".
Migliaia di denari e tonnellate di merci e materie prime affluiscono sui cantieri mentre le armate del re vigilano sui confini. I lavori procedono speditamente, ma la quantità di risorse necessarie è enorme e la costruzione non terminerà quest'anno.
TRIBUTO AL KHAN
Onur Gatadai mostra subito di che pasta è fatto un vero Khan rimpolpando i ranghi della sua Orda e portandola a ridosso dei confini di Al-Ansar. L'esercito cittadino si mobilita e si schiera sulle mura, ma l'armata Zhaki viene preceduta da un emissario: se la città consegnerà 5000 denari, 5000 rifornimenti e 500 merci, verrà risparmiata.
Il Consiglio Cittadino considera la proposta, con le varie fazioni che discutono aspramente per un giorno, poi il partito dei mercanti si dichiara daccordo spostando l'equilibrio nel Consiglio. Viene elaborata una controproposta: un tributo annuale in cambio di una tregua duratura.
Gatadai Khan accetta prontamente, e la sua prima vittoria è ottenuta senza neanche tirare una freccia.
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