[TURNO 9] Anno 1296

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Mikhail Mengsk

MSPAINT OVERTYRANT
LA MINACCIA IMPERIALE

Dopo due anni di compromessi e trattative, l'Imperatore Giulio I Commeno (o meglio, il Triumvirato che lo sostiene) decide di aver consolidato abbastanza il suo dominio su Ermos e si dedica all'eliminazione dei rivali politici irriducibili. In una sola notte almeno 5 potenti famiglie di Ermos ostili all'Impero vengono colpite da arresti e requisizioni, e i processi che seguono condannano i loro membri più in vista all'esilio, alla morte o alla requisizione dei beni.

Consolidato il potere una volta per tutte, l'Impero volge lo sguardo ai Nani, chiedendo di rinegoziare immediatamente tutti gli accordi commerciali in essere. I Signori delle Pietre rifiutano e mantengono i vecchi accordi in vigore, ma i Nani del Patto di Narrond vengono intimiditi dal possente riarmo in corso nell'Impero e sono costretti ad accettare condizioni sfavorevoli.


PACE SUI MONTI

Probabilmente preoccupati dall'aggressività del Nuovo Impero, i Signori delle Pietre accelerano le trattative con i Goblin di Varkazy ed entro la fine dell'anno concludono un trattato di pace quinquennale che permette la fine delle ostilità e lo stanziamento di fondi per la ricostruzione del Lonx.


GUERRA CIVILE NELLE PALUDI

Il Culto dei Morti tra i Lucertoloidi delle Paludi Nere negli ultimi anni aveva fatto il bello e il brutto tempo, ma il fallimento della guerra contro la città di Gramlund ne aveva minato il prestigio in maniera netta. Stufi dei sacrifici imposti dal Dio della Morte e dal suo clero, e stufi di non poter intrattenere rapporti commerciali con i popoli vicini, i Lucertoloidi iniziano a tornare ai vecchi dèi.

Questo ovviamente scatena la repressione dei Cultisti dei Morti, e ne scaturisce in fretta una guerra civile che coinvolge bande armate e veri e propri eserciti contrapposti. Dopo un anno di violenze, i tradizionalisti ottengono la vittoria e cacciano i Cultisti dalle paludi. Questi riparano nei territori di San Guinefor.


SAN GUINEFOR L'OPPORTUNISTA

Trovandosi a disposizione migliaia di profughi assetati di vendetta, San Guinefor coglie l'occasione di utilizzarli contro un obiettivo a lungo ambito: la ricca Città dell'Alba. Presidiata dall'armata di Massud Al-Sadat questa sarebbe stata imprendibile, ma il warlord umano porta le sue truppe a sud lasciando quasi indifesa la città.

San Guinefor lo viene presto a sapere, e scatena la Questua e i profughi armati contro di essa. L'assalto è micidiale ed irresistibile, data la debolezza dell'armata cittadina. La guarnigione è travolta e le truppe di San Guinefor si riversano sulla popolazione, facendo una strage e saccheggiando in lungo e in largo.

Il giorno dopo, tuttavia, San Guinefor ferma le violenze ed inizia ad instaurare il proprio dominio, iniziando col distruggere tutti i simboli del potere portati da Massud.


LA ROCCA DI OSMAN

Scioccati dalla facilità con la quale un esercito nemico aveva potuto penetrare nel loro territorio, i Nani Rossi decidono di sospendere le operazioni militari in campo aperto e di dedicare le loro risorse alla costruzione di una massiccia posizione fortificata a protezione di Zoa-Than, dal nome di "La Rocca di Osman".

Migliaia di denari e tonnellate di merci e materie prime affluiscono sui cantieri mentre le armate del re vigilano sui confini. I lavori procedono speditamente, ma la quantità di risorse necessarie è enorme e la costruzione non terminerà quest'anno.


TRIBUTO AL KHAN

Onur Gatadai mostra subito di che pasta è fatto un vero Khan rimpolpando i ranghi della sua Orda e portandola a ridosso dei confini di Al-Ansar. L'esercito cittadino si mobilita e si schiera sulle mura, ma l'armata Zhaki viene preceduta da un emissario: se la città consegnerà 5000 denari, 5000 rifornimenti e 500 merci, verrà risparmiata.

Il Consiglio Cittadino considera la proposta, con le varie fazioni che discutono aspramente per un giorno, poi il partito dei mercanti si dichiara daccordo spostando l'equilibrio nel Consiglio. Viene elaborata una controproposta: un tributo annuale in cambio di una tregua duratura.

Gatadai Khan accetta prontamente, e la sua prima vittoria è ottenuta senza neanche tirare una freccia.
 
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Mikhail Mengsk

MSPAINT OVERTYRANT
SHIRAN SVENTRAGNOLL

Il dinamico Nano viene ormai soprannominato "il marciatore" per la sua abitudine a muoversi nei primi giorni del nuovo anno ed a condurre i suoi soldati verso nuovi obiettivi a marce forzate. Prima di farlo, però, viene visto accogliere numerosi emissari Axal e Nani provenienti da altre terre, presto seguiti da carovane ben scortate. Tra i ranghi circola la voce che il Thane abbia contratto diversi prestiti per finanziare una grossa campagna.

Vengono costruiti dei Tribunali nelle terre occupate di recente, e la capitale del regno viene spostata nella Steppa di Sarmis.

Le voci vengono suffragate dai fatti: Shiran porta la sua armata dapprima a Karak Lazhan per rimpinguarne i rangh, e poi invade la Marca di Lonkima governata da Konrad von Carstein. L'esercito del famoso condottiero è però assente.

Ben presto viene raggiunto da Euan Ironfist, al quale viene ceduta la Marca.

Mentre Shiran guerreggia a sud, tuttavia, i suoi nemici ne approfittano facendo a pezzi la parte settentrionale dei suoi Dominii: un'armata del Grande Branco di Lokondo "libera" Loskar esiliando la tribù di Gnoll fedele a Shiran e disperdendola, e gli Axal di Baras misteriosamente scomparsi al tempo della conquista della provincia ricompaiono con un forte esercito, mettono in fuga gli immigrati e riprendono il controllo della tundra.
 
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Mikhail Mengsk

MSPAINT OVERTYRANT
EUAN IRONFIST

Come sempre negli ultimi anni la strategia di Euan va a braccetto con quella di Shiran. Gli allegri compari uniscono nuovamente le forze per invadere il territorio di Konrad von Carstein approfittando dell'assenza del Conte Pazzo.

L'armata di Euan penetra a Lonkima ed invade poi Boscoscuro senza incontrare opposizione.

Si segnala anche la liberazione di Azog il Kapoguerra, il chagan Oghuz sconfitto e catturato l'anno prima, in cambio di un congruo pagamento.
 

Mikhail Mengsk

MSPAINT OVERTYRANT
EALSTAAN MOLHAWK

Furioso per il tradimento degli accordi siglati con Behoren, Molhowk tenta di sferrare un raid contro i dominii dell'ex-alleato. Raccoglie altre truppe nelle paludi ed invade il territorio di Behoren, ma da Al-Bakhra esce un esercito ben armato e composto da mercenari ben equipaggiati. Molhawk esamina velocemente la situazione e si rende conto che una battaglia si sarebbe probabilmente risolta con una sua sconfitta, dalla quale sarebbe stato improbabile riprendersi. Imprecando, abbandona il campo dirigendosi verso sud, fuori dai dominii di Behoren, riparando nella Foresta di K'tir che cercava ancora di riprendersi dal saccheggio dell'anno precedente.
 

Mikhail Mengsk

MSPAINT OVERTYRANT
AZOG IL KAPOGUERRA

Rilasciato dai suoi catturatori e rinfrancato dall'arrivo di soldi da parte dei suoi amici Konrad e Galu'n, Azog si appresta a ricostruire la sua fortuna e magari un nuovo impero personale partendo dal poco che gli era rimasto. Nuovi Oghuz si uniscono alla sua armata, che prontamente viene guidata verso sud (ironicamente seguendo i passi delle truppe del suo catturatore Euan Ironfist). Giunti a Boscoscuro Azog devia verso sudovest invadendo le paludi di Bangsir, dove un piccolo esercito di Lucertoloidi si raccoglie e si prepara a sbarrargli la strada. L'esploratore inviato in avanscoperta non ha fatto ritorno, ma Azog è fiducioso: la sua armata è più numerosa e meglio armata di quella che vede di fronte a sé.

Azog porta in avanti i suoi soldati con spavalderia, marciando a passo cadenzato per far arrivare i Tirafrecce a tiro del nemico. All'improvviso da alcune macchie di vegetazione paludosa piovono dardi avvelenati: tutti i Lanciatori d'Ascia crollano nell'acquitrino, insieme a 6 Toshar della guardia di Azog. 200 Tirafrecce e 21 Portalance si allargano verso i punti dai quali sembravano venire i dardi mentre il resto dell'esercito avanza.

Quando i due reggimenti di Tirafrecce in avanzata arrivano a tiro del nemico, la battaglia viene decisa: le frecce degli Oghuz spazzano via due reggimenti di Saurus, e la Guardia del Tempio rimasta attonita viene caricata frontalmente e travolta dagli Orchi Neri. Le truppe mobili dei Lucertoloidi si rifiutano di darsi per vinte e caricano lo schieramento di Azog: 50 Cavalcaraptor evitano gli Orchi Neri e si schiantano contro un reggimento di 200 Tirafrecce abbattendone la metà e costringendo gli altri alla fuga; 40 Kroxigor tentano di spingere indietro gli Orchi Neri con una possente carica, ma vengono sconfitti.

Il resto della battaglia si esaurisce in fretta: gli Scinchi nascosti abbattono altri 54 Tirafrecce e 21 Portalance, ma poi sono costretti a disperdersi quando Azog fa aprire la sua armata a ventaglio per intrappolarli. I Cavalcaraptor fuggono dal campo evitando gli Orchi Neri.

La conquista di Bangsir è cosa fatta, ma Azog non riuscirà a godersela a lungo: verso la fine dell'anno l'armata dei Diseredati guidata da Alfonso de la Cerda invade la provincia. L'armata di Azog, terribilmente inferiore, si disgrega quasi immediatamente ma Azog si rifiuta di farsi catturare di nuovo e cade alla testa della sua guardia personale.
 

Mikhail Mengsk

MSPAINT OVERTYRANT
ALFONSO DE LA CERDA

Dopo i successi dell'anno scorso i Diseredati reclutano un buon numero di Lucertoloidi a Hysya'Laj e negoziano un accordo di passaggio con Galu'n il Secco. Muovono quindi attraverso Oxma per poi invadere Bhovir (e saccheggiarla) e poi Bangsir. Qui incontrano le truppe di Azog il Kapoguerra, che vedendo la superiorità dell'armata attaccante si disperdono in gran parte, lasciando Azog a combattere la sua ultima battaglia solo alla testa di un centinaio di guerrieri.

Azog viene quindi sconfitto e schiacciato, e i Diseredati si spostano a Vsilla, dove costringono il Senato locale a cedere un sostanzioso tributo.
 

Mikhail Mengsk

MSPAINT OVERTYRANT
BALON IL PAZZO

Messo alle strette dai suoi vecchi creditori dell'Isla de Capitanes (da lui ingaggiati -e mai pagati- per il tentato attacco contro Arraìnza), Balon è costretto ad investire gran parte delle sue risorse ed a spremersi il cervello per resistere all'inevitabile confronto navale che ne sarebbe scaturito. Vara quindi ben 7 nuovi Forghjar e chiede aiuto a Gramlund, dalla quale arrivano altre 5 Galee in supporto, dopodiché attende l'assalto, che come prevedibile viene sferrato contro la capitale Vas Aegrin.

Qui la flotta principale fugge di fronte alle 20 galee dei Capitanes, attirandole verso la costa col miraggio di una facile vittoria. I Capitanes allargano la formazione a semicerchio puntando a stringere la flotta dello Squalo verso la costa precludendole la possibilità di sfilare lungo di essa e fuggire in mare aperto, ma all'improvviso davanti alle galee si profilano spuntoni di roccia e correnti insidiose, una vera e propria scogliera semisommersa di fronte all'isola, attraverso la quale sfilano le agili navi di Balon.

Le galee più avanzate non riescono a deviare in tempo e si trovano con la chiglia squarciata oppure costrette a frenetiche manovre di recupero. L'intera flotta si disorganizza, con alcune navi che aggirano gli scogli e altre che rimangono indietro: la mancanza di coordinamento tra i vari ambiziosi Capitanes è evidente. La flotta sarebbe comunque in grado di schiacciare quella di Balon, ma all'improvviso entrano in scena le altre flotte: quella composta dai 7 Forghjar appena varati e le galee di Gramlund, mentre la piccola flotta che aveva attirato in trappola le galee si volta e accetta battaglia.

Il disastro si compie: almeno cinque galee dell'Isla de Capitanes volgono la prua a sud abbandonando le altre, che si trovano assalite su tre lati con la scogliera a togliere spazio di manovra. Alla fine tutte le galee verranno affondate o catturate nonostante una agguerritissima resistenza che a sua volta affonderà almeno 8 navi nemiche, tranne tre galee veloci che saranno in grado di sottrarsi alla disfatta.

La vittoria navale consolida ulteriormente il dominio di Balon, che inoltre si premura di accogliere parte delle richieste dei ribelli di Grummar concedendo ampi poteri ad un nobile locale. Un famoso capitano pirata, Oleg Kovetorak, si presenta di fronte al Trono dello Squalo e offre i suoi servigi a Balon. Su Myrtus la situazione intanto si è fatta pesante: prima di partire per mare Balon ha ordinato alla propria armata di massacrare gli Elfi dell'isola, compito che i sanguinari Carcarodonti hanno eseguito con l'abituale brutalità nonostante la strenua resistenza e la guerriglia dei locali. Alla fine dell'anno l'isola è ceduta a Gramlund come "pagamento" per l'aiuto militare, ma il Re della città non è affatto contento della devastazione che i suoi emissari trovano al loro arrivo: la provincia è talmente devastata da essere scarsamente utile e dovrà essere ripopolata interamente.
 

Mikhail Mengsk

MSPAINT OVERTYRANT
KONRAD VON CARSTEIN

Di ritorno dal sud, Konrad si accorge appena in tempo dell'invasione dei suoi territori da parte degli agguerriti Nani di Euan Ironfist e Shiran Sventragnoll e riesce a deviare la marcia del Battaglione Nero verso ovest, a Sarzema. Qui ha commerciato con i mercanti locali ed arruolato mercenari e truppe locali, per poi dirigersi verso il Bosco delle Pendici e costringere i locali alla sottomissione ripristinando un dominio personale per sostituire quello perso per mano dei Nani. Dopo la conquista Konrad inizialmente sembra ordinare la ripresa delle operazioni militari smontando l'accampamento, ma poi una crisi di rabbia lo porta a chiudersi nuovamente nella sua tenda mezzo smontata. Cautamente, dopo un paio d'ore di imbarazzata attesa, il suo nuovo Luogotenente Aleksander Tolchak entra nella tenda e chiede al suo superiore cosa intende fare. Come riscuotendosi da un sogno, Konrad ordina di piantare le tende e attendere la fine dell'anno.
 

Mikhail Mengsk

MSPAINT OVERTYRANT
GALU'N IL SECCO

L'ascesa al potere di Galu'n il Secco iniziava ad attirare l'attenzione di tutti gli Ogre delle Terre Libere, ed a preoccupare i loro Tiranni. Fu l'intenzione di una tribù della Valle dell'Osso di sottrarsi al controllo del proprio Tiranno ed unirsi a Galu'n a causare la prima reazione violenta contro di esso.

Urdar delle Grandi Ossa sfida Galu'n il Secco ad una battaglia risolutiva per il dominio su Akarra e le sue tribù, da svolgersi a Boscoalto Settentrionale. Galu'n non se lo fa ripetere: raccoglie i suoi armati, li rinforza con truppe fresche, e si avvia.

Gli Elfi locali si disperdono nei boschi, timorosi di rimanere schiacciati fra i due grandi eserciti, che in un paio di giorni spianano completamente un tratto di bosco formando una larga radura adatta allo scontro campale.

Prima della battaglia Galu'n sfida il suo avversario a duello, e questi accetta. I due giganteschi Tiranni caracollano fuori dai ranghi delle rispettive armate, corazzati e con la mazza da guerra in pugno, scambiandosi insulti.

Al suono del corno, i due colossi si scagliano l'uno contro l'altro. Le mazze sibilano nell'aria ma i due Ogre si scontrano spalla contro spalla mandando a vuoto i primi colpi. L'impatto deforma le piastre corazzate delle due armature, ma i due rifiutano di separarsi, tentando di spingere l'avversario a terra. Il duello diventa una prova di pura forza, con gli eserciti che incitano il loro Tiranno a gran voce.

Per almeno un minuto i due Tiranni tentano di sopraffarsi con la forza, ma inutilmente. Alla fine, si separano e fanno nuovamente mulinare le mazze. I colpi si susseguono a ritmo serrato e occasionalmente la pesante testa ferrata di una mazza si abbatte sulla corazza dell'avversario, ma nessuno dei due subisce ferite decisive.

Passano dieci minuti e ancora non emerge un chiaro vincitore. Le mazze sono ormai spezzate e le armature cadono a pezzi. I due colossi riprendono fiato, poi si scagliano nuovamente l'uno contro l'altro picchiandosi brutalmente a mani nude e strappandosi via i pezzi dell'armatura per usarli come armi contundenti, concedendosi una pausa ogni tanto per riprendere fiato e partire nuovamente all'attacco.

Inutilmente.

Dopo quasi mezz'ora di titanici sforzi, i Tiranni si rassegnano alla parità e lasciano la parola agli eserciti.


Galu'n ha dato fondo a tutte le sue risorse per mettere in campo un'armata numerosa, ma anche Urdar non ha scherzato: si presenta infatti con la sua armata al completo, escludendo soltanto una guarnigione lasciata sui monti e i guerrieri della tribù che aveva manifestato l'intenzione di unirsi a Galu'n.

Quest'ultimo schiera in una formazione quasi a cuneo 744 Portalance, 2000 Guerrieri Oghuz, 800 Orchi Neri, 318 Opliti di Xystos, 500 Cavalcabestie, 31 Bracconieri, 1000 Tirafrecce, 89 Martellatori, e la sua famigerata guardia personale di 507 Cavalieri Ogre. Urdar ha portato invece 1265 Tori, 500 Martellatori, 500 Mangiauomini, 400 Gettapietre, 400 Bracconieri, 300 Cavalieri Ogre, e la sua guardia personale composta da 700 Protettori del Tiranno pesantemente corazzati, schierati in formazione compatta.

I maghi dei due eserciti entrano in azione: il mago di Galu'n lancia Pelle di Pietra sull'unità del Tiranno, mentre quello di Urdar casta Sete di Sangue sui Protettori del Tiranno.

Le due Orde non perdono tempo, e una volta che i comandanti sono tornati nei ranghi iniziano immediatamente ad avanzare una contro l'altra. A circa 100 metri di distanza i rispettivi tiratori iniziano le danze: le due Brigate di 500 Tirafrecce di Galu'n spazzano via due reggimenti di 300 Tori nella prima linea di Urdar, ma una delle Brigate è a sua volta bersagliata e distrutta dai giavellotti lanciati dal reggimento di 400 Bracconieri di Urdar. I pochi Bracconieri di Galu'n si fanno vedere infliggendo 20 perdite alle loro controparti.

La parola passa alle rispettive cavallerie. Loghan'l r'lye dell'Abisso tenta di evocare un demone che porti la distruzione tra le file nemiche, ma Oggadon il Peloso disperde il tentativo.

Galu'n è impaziente di vincere la battaglia, e sprona la sua Guardia Personale lanciando una carica contro il centro dello schieramento nemico, tenuto da 300 Tori. Il cuneo di cavalleria pesante travolge la fanteria Ogre rallentando a malapena e lasciando solo 20 Cavalieri a terra. 89 Martellatori e 500 Guerrieri Oghuz si lanciano nel varco senza esitare, ma davanti a Galu'n c'è il vuoto, e ad un centinaio di metri si trovano le linee dei possenti Protettori del Tiranno.

Una carica speculare viene lanciata dai 300 Cavalieri Ogre al servizio di Urdar, che calpestano senza problemi i Bracconieri di Galu'n, ma si schiantano sui ranghi degli Opliti di Xystos retrostanti. La furiosa mischia favorisce i disciplinati lanceri, che impalano ben 82 Cavalieri al prezzo di 49 Opliti.

I Cavalcabelve di Galu'n replicano con un movimento aggirante dall'ala destra che li porta in carica contro i Bracconieri di Urdar. La carica è uno spettacolare successo: l'unità di tiratori è spazzata via, ma a terra restano morti o agonizzanti ben 253 Cavalcabelve.

Dalla parte opposta del campo, i 400 Gettapietre di Urdar avanzano contro 500 Guerrieri Oghuz che tengono il fianco sinistro dello schieramento di Galu'n. Sembrano intenzionati a schiantarsi in carica contro i ranghi serrati degli Oghuz, ma una ventina di metri prima dell'impatto lanciano le pesanti palle di pietra che portano in spalla, seminando morte e distruzione tra i nemici. La formazione Oghuz viene annientata da questa pioggia di proiettili grossi come macigni, e i pochi sopravvissuti scappano in preda al panico mentre i Gettapietre proseguono la carica impattando contro i 744 Portalance retrostanti, seguiti a ruota da una massiccia formazione di 500 Martellatori. L'urto tra le due formazioni è micidiale, e Galu'n trattiene il fiato: se i Portalance cedono, l'intera ala sinistra della sua armata è condannata. I coraggiosi Oghuz non tradiscono la fiducia del loro tiranno, e trafiggono con le loro lance ben 248 Gettapietre, al prezzo di 266 lanceri squartati dai mostruosi Ogre. L'unità non cede di un passo e la falla è momentaneamente contenuta.

Il resto delle due armate si scontra al centro del campo. I Guerrieri Oghuz che formano la prima fila dell'armata di Galu'n vengono spazzati via nelle fuoriose mischie che li vedono contrapposti a temibili formazioni di Mangiauomini o Tori Ogre, ma portano con sé negli inferi un gran numero di nemici, rendendo il loro sacrificio tutt'altro che vano.

Con le due armate ancora sostanzialmente in equilibrio, i due Tiranni si guardano negli occhi e si preparano allo scontro decisivo. I Protettori del Tiranno si lanciano in avanti negando ai Cavalieri Ogre di Galu'n i benefici di una nuova carica, e la mischia si accende sanguinosissima. I guerrieri corazzati di Urdar assalgono i bestioni di Galu'n cercando di disarcionarli e massacrarli a terra, ma questi si difendono mulinando le loro grandi spade e riescono ad evitare di venire sommersi dal numero dei nemici. Urla di dolore e di trionfo echeggiano nell'aria, eclissate dal fragore degli impatti contro le armature di ferro. Il clangore è insopportabile, ma le due masse di combattenti non mollano un centimetro e continuano a cercare di annientarsi a vicenda. Dopo pochi minuti si contano già 100 Guardie di Galu'n morte e 129 Protettori del Tiranno uccisi.

Nel frattempo, i Cavalieri Ogre di Urdar si disimpegnano dalla mischia con gli Opliti e puntano dritti contro i Cavalcabelve, che mostrando un notevole sprezzo per la vita (la loro) caricano i minacciosi Ogre. L'esito dello scontro è scontato: gli Oghuz vengono macellati e solo 36 Cavalieri Ogre rimangono sul terreno, anche se piuttosto stanchi.

I Mangiauomini che avevano annientato i Guerrieri Oghuz avanzano sulo scaglione sinistro tentando una carica sul fianco della Guardia Personale di Galu'n, ma intervengono prontamente le seconde linee: 89 Martellatori e 800 Orchi Neri si gettano sulla "preda" dando vita ad un serrato corpo a corpo che va avanti diversi minuti e che vede l'unità di Mangiauomini venire distrutta al prezzo di 187 Orchi Neri morti.

Sul fianco opposto gli ultimi 500 Guerrieri Oghuz rimasti si sacrificano contro i 500 Martellatori di Urdar che iniziavano ad avanzare anch'essi verso l'unità di Galu'n. Il combattimento finisce ovviamente con la morte violenta di tutti gli Oghuz, ma l'avanzata degli Ogre è fermata e tra i loro ranghi si contano 86 vittime. Altri 80 Ogre vengono trafitti dalle frecce della brigata di Tirafrecce superstite, che si frappone coraggiosamente fra il nemico e il fianco scoperto di Galu'n.

I Gettapietre, intanto, vengono definitivamente sconfitti dagli irriducibili Portalance, che poi si lanciano contro il fianco scoperto dei Martellatori, impalandone 50 ed impegnandoli in un nuovo corpo a corpo, che si conclude con la morte eroica di tutti gli Oghuz per il loro Tiranno.

Sull'ala destra gli Opliti di Xystos riescono ad impegnare nuovaemnte i Cavalieri di Urdar, abbattendone 70 al prezzo di 50 Opliti e tenendoli lontani dalla mischia decisiva, che nel frattempo continua a tingere il suolo di sangue ogresco. Adesso la Guardia Personale di Galu'n sta prendendo il sopravvento: negli ultimi minuti sono caduti solo 50 Cavalieri contro ben 193 Protettori del Tiranno.

Sull'ala sinistra i Martellatori, ormai molto stanchi, ricominciano a muoversi verso Galu'n, ma stavolta sono fermati dalla carica degli 89 Martellatori di Galu'n, che abbattono altri 29 bestioni prima di venire massacrati fino all'ultimo. A questo punto gli Orchi Neri di Galu'n caricano sul fianco i Protettori di Urdar, ma nonostante i loro sforzi eroici le pesanti corazze dei nemici minimizzano le perdite inflitte: solo 143 Ogre cadono al suolo. Per contro, gli Orchi Neri cadono a mucchi, e dopo aver subito 507 perdite l'intera unità si dà alla fuga.

E' il momento decisivo: i Tirafrecce si immolano contro i Martellatori, e Galu'n ordina alle sue guardie personali un'ultimo sforzo per spezzare la resistenza dei Protettori del Tiranno e cogliere la vittoria. Guidando i suoi Cavalieri dalla prima fila, Galu'n riesce a spingere indietro l'intera unità di Urdar e a fare a pezzi ben 110 nemici, ma nonostante tutto questi non cedono ed ammazzano altri 36 Cavalieri.

Poco distante, sulla destra, gli Opliti continuano a spingere indietro i Cavalieri, ma non riescono a metterli in rotta. Con i Martellatori ormai senza ostacoli di fronte a loro e pronti a caricare sul retro la sua Guardia Personale, Galu'n non ha altra scelta all'infuori della ritirata. Urdar non prova nemmeno ad ordinare l'inseguimento: anche la sua armata è a pezzi ed i sopravvissuti sono esausti. Negli ultimi momenti della battaglia ha temuto di veder crollare le sue guardie personali, e di conseguenza il suo intero regno, sotto i colpi dell'usurpatore dell'est, ma non è successo. Ora può tornare ad Akarra trionfante e consolidare il suo dominio sugli Ogre suoi sudditi.

Per Galu'n non c'è altro all'infuori di una precipitosa ritirata all'interno dei propri confini.

La sconfitta in battaglia costa a Galu'n l'abbandono del sogno di egemonia sugli Ogre del Massiccio Centrale, ma "domani c'è un altro pranzo".
 
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Mikhail Mengsk

MSPAINT OVERTYRANT
SILENE L'ARPIA

Dopo il miracoloso "ritorno", Silene si era messa subito nei guai saccheggiando una provincia del regno di Behoren Stoneleg, una potenza nella regione. In questo afoso 1296 decide di raddoppiare la posta in gioco e prende parte a quello che dovrebbe essere il braccio meridionale di una manovra a tenaglia escogitata dal warlord Massoud Al-Sadat finalizzata alla sconfitta finale dello stesso Stoneleg, ma le cose non vanno come previsto.

Silene viene affiancata da un nutrito contingente di Gnoll del Grande Branco di Ghaush, ed esce dalle foreste fiduciosa nell'impresa, entrando nel Massiccio di Dravelia e puntando verso nordest. Ben presto tuttavia si accorge che il potente esercito di Behoren è proprio lì davanti a lei, attestato in posizione formidabile su un passo montano. Viste le possibilità oggettivamente scarse di scalzare i Nani da una posizione tanto forte, Silene decide dunque di ritirarsi. Il generale Gnoll è furioso, tenta di convincerla a combattere, ma non c'è niente da fare: Silene riporta il suo esercito a K'thali e di fatto costringe anche gli Gnoll alla ritirata.

Questi, arrabbiatissimi, se ne tornano direttamente nel territorio del Grande Branco e rompono gli accordi accusando Silene di essere una "gallina codarda".
 

Mikhail Mengsk

MSPAINT OVERTYRANT
MASSOUD AL-SADAT

Dopo diversi anni passati a consolidare il suo regno e migliorare la sua capitale, Massoud Al-Sadat decide di tornare in campo. Sceglie quindi di accogliere le richieste delle frange più oltranziste del Culto dell'Alba e cercare di liberare la città sacra di Al-Bakhra (patria del Culto) dal peso dello stivale ferrato di Re Behoren Stoneleg. Massoud stringe quindi un'alleanza con Silene l'Arpia e gli Gnoll del Grande Branco di Ghaush, concordando una strategia comune che dovrebbe, nelle intenzioni, conquistare facilmente Al-Bakhra e schiacciare la potente armata di Behoren in mezzo alle armate coalizzate.

Arruola quindi un gran numero di soldati, ordina al suo luogotenente di difendere la Città dell'Alba in sua vece, e si dirige verso sud.

Purtroppo, le cose non vanno come previsto.

La tenaglia meridionale fallisce immediatamente quando Silene trova sul suo percorso l'intera armata di Behoren arroccata sui monti e decide di ritirarsi forzando anche gli Gnoll alla ritirata. Il litigio fra i due alleati causa l'abbandono della causa da parte degli Gnoll.

Quando Massoud arriva di fronte ad Al-Bakhra (dopo aver attraversato e saccheggiato Zenghad), la trova poco difesa e prova ad intimare la resa alla guarnigione, ma il luogotenente di Behoren, Emyn Martell, rifiuta sprezzante. Massoud non può quindi fare altro che prepararsi all'assalto costruendo un gran numero di armi d'assedio. All'interno delle mura Emyn Martell mobilita la sua intera famiglia e le altre che sostengono Behoren, raccogliendo un gran numero di fanti leggeri che vanno ad aggiungersi alla numericamente poco consistente ma altamente professionale guarnigione (800 Minotauri e 400 Elfi Erranti).

L'assalto è privo di particolari finezze: Massoud fa conto sulla enorme superiorità numerica per attaccare lungo tutta la lunghezza delle mura costringendo Emyn Martell a disperdere le sue forze. Quando tutte le truppe della guarnigione stanno ormai combattendo sulle mura, Massoud manda avanti gli arieti sfondando due porte attraverso le quali fa penetrare altre truppe. In breve i mercenari cominciano ad arrendersi in gruppi, e la difesa si disgrega. All'alba, dopo una notte di combattimenti furiosi nelle strade, Massoud espugna il Palazzo e siede sullo scomodo trono di spade.

Disgraziatamente, lo raggiunge subito una pessima notizia: in sua assenza i Non Morti di San Guinefor hanno assalito e conquistato la Città dell'Alba. La posizione di Massoud si fa difficile: il suo regno a nord è perduto, ad Al-Bakhra sono relativamente pochi quelli che gioiscono per la "liberazione", e l'esercito di Behoren è ancora intatto e pronto a tentare di riprendersi la città.
 
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Mikhail Mengsk

MSPAINT OVERTYRANT
BEHOREN STONELEG

Il regno di Behoren sembrava ormai avviato verso un futuro radioso: le mura di Al-Bakhra venivano riparate, Tribunali sorgevano nelle province occupate, che venivano affidate a governatori locali fedeli, e il commercio prosperava riempiendo le casse reali. Il matrimonio con la sorella di Osman Pugnodipiombo legava in alleanza Behoren con i Nani Rossi, rafforzando ulteriormente la posizione del regno. Behoren si sentiva evidentemente molto sicuro di sé, e quindi decise di portare tutto l'esercito con sé in una nuova campagna di ampliamento dei confini, lasciando la città in mano al fedele luogotenente Emyn Martell.

Inizialmente, la scelta sembra azzeccata: la piccola armata di Ealstaan Molhawk viene infatti messa in fuga da Martell e Behoren ottiene la sottomissione della Costa Asciutta e del Massiccio di Dravelia. Per pura fortuna si trova inoltre sulla direttrice di marcia di due eserciti (quello dell'arpia Silene e uno di Gnoll) che sembravano intenzionati ad invadere il regno, e la sola vista della sua possente armata arroccata sulle montagne basta a costringere il nemico alla ritirata.

Invece, il disastro.

Mentre Behoren sta ancora pensando a come riorganizzare ed integrare le nuove conquiste nel suo fiorente regno, un messaggero arriva da Al-Bakhra: la città è sotto attacco! Pare che un grosso esercito guidato dal warlord Massoud Al-Sadat sia arrivato da oriente e stia assalendo le mura. Behoren si mette immediatamente in marcia lungo la costa, ma il tragitto è lungo e il tempo a disposizione non è sufficiente: verso la fine dell'anno arriva un secondo messaggero recante la tragica notizia: la guarnigione è stata sopraffatta ed il nemico siede sul Trono di Spade.
 
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