[TURNO 5] Anno 1292

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Mikhail Mengsk

MSPAINT OVERTYRANT
BATTAGLIA DI GRAMLUND

La coraggiosa (o folle?) sortita dei Carcarodonti di Balon il Pazzo nelle Paludi Nere aveva ottenuto l'unico effetto di scatenare una violenta reazione da parte del Tempio di Senir'Daka. Un'orda di non morti e lucertoloidi è sorta dalle paludi ed ha inseguito Balon oltre il confine. A sua volta, la Regina Hilda Falkenberg ha portato l'esercito fuori dalle mura per affrontare la minaccia in campo aperto.

A Balon, una volta riunite le sue truppe, è stato dato l'ordine di tenere l'estrema destra dello schieramento nemico, mentre il grosso dell'armata lucertoloide veniva impegnato dai soldati della Regina.

I Non Morti si riveleranno troppo coriacei per le truppe di Balon, che verranno decimate o messe in fuga. Prima che l'inevitabile si compia, Balon suona la ritirata, portando il suo esercito dentro le mura di Gramlund.

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La battaglia principale avrà un andamento e un esito molto simili.

L'armata di Gramlund conta 2000 Bande da Guerra, 1000 Ulfhednar, 1000 Huskarl, 1000 Cacciatori, 600 Razziatori, 800 Guardie dello Jarl, e 1000 Teste di Ferro, l'elite di Gramlund. Accompagnano la Regina due Maghi del Ghiaccio di grande fama.

L'armata di Senir' Daka schiera invece 2000 Non Morti, 1500 Scheletri Guerrieri, 1500 Guerrieri Saurus, 400 Guardie del Tempio, 300 Golem d'Ossa, 300 Bestie Putrescenti, 1000 Arcieri Scheletri, 500 Kroxigor e 600 Cavalcaraptor.

Gli invasori avanzano velocemente, e così anche le truppe di Gramlund. Quando sembra profilarsi uno scambio di frecce fra i rispettivi tiratori, 600 Razziatori caricano attraverso la piana innevata, dividendosi in 3 Reggimenti ed assalendo gli Scheletri Arcieri di fronte. L'impatto dei leggeri schermagliatori a cavallo è però limitato: 250 Arcieri scheletrici vengono polverizzati, ma i rimanenti 750 massacrano gli assalitori. Prima che gli Scheletri riescano a riorganizzarsi, vengono bersagliati dagli 800 Cacciatori della prima fila di Gramlund, che causano altri 250 morti. Gli Scheletri superstiti rispondono al tiro, facendo 330 morti ai Cacciatori, che si ritirano dalla prima linea e si distribuiscono sui lati.

I 1000 guerrieri delle Bande da Guerra sull'estrema sinistra dello schieramento Unghar caricano i 1000 Scheletri Guerrieri che hanno di fronte. Malgrado l'impeto della carica, la magia che sostiene i Non Morti rende il combattimento impari: ben 889 Unghar cadono al suolo, mentre il resto si dà alla fuga. Solo 120 Scheletri si tramutano in polvere, sconfitti.

Le 800 Guardie dello Jarl assistono attoniti alla disfatta, e alla fine decidono di intervenire caricando gli abominii scheletrici. La carica, seppure possente, schiaccia solo 355 nemici, e la pronta reazione degli Scheletri Guerrieri trascina nella polvere ben 262 Guardie.

La Regina Hilda Falkenberg non ha neanche il tempo di contemplare la sconfitta del suo fianco sinistro che i 4 Reggimenti da 500 Non Morti ciascuno che compongono la prima linea dell'armata nemica impattano contro la sua prima linea. Nello scaglione sinistro, le sue Teste di Ferro falciano 416 morti ambulanti, perdendo solamente 83 soldati grazie all'ottima fattura delle loro armature. Va peggio al centro e nello scaglione destro, dove le due unità da 500 Bande da Guerra vengono sconfitte dal nemico: muoiono solo 272 non morti, mentre di 1000 guerrieri ne sopravvivono solo 167, che si danno alla fuga. All'estrema destra, invece, i 1000 Huskarl oppongono validamente le loro lance all'orda putrescente, impalando 340 Non Morti al prezzo di 105 soldati.

Approfittando dei varchi nello schieramento di Gramlund, 300 Golem d'Ossa e 300 Belve Putrescenti avanzano, ma i Maghi del Ghiaccio entrano in azione imprigionandoli all'interno di solide palizzate fatte di ghiaccio. 300 Cacciatori prendono di mira le belve ora imprigionate, uccidendone 84 con le loro frecce precise.

I 300 Cacciatori all'estrema sinistra tirano invece sui Non Morti che avevano impegnato gli Huskarl, colpendoli mentre si stavano sganciando e distruggendoli con un'unica precisa salva.

Replicano i 500 Arcieri Scheletri superstiti, che tirano contro le Teste di Ferro, colpendo però anche gli 83 Non Morti che erano in mischia con loro. Sotto la grandinata di frecce periscono 66 Teste di Ferro e tutti i Non Morti. La loro morte libera però spazio per la carica di 1000 Guerrieri Saurus contro le Teste di Ferro. La mischia si accende furiosa ma l'elite di Gramlund, spinta dalla sua Regina che combatte in prima fila con la sua famosa ascia Morso del Gelo, dà una superba prova di sé e massacra tutti i nemici, pur perdendo 250 soldati.

Il valore delle Teste di Ferro sprona i 1000 Ulfhednar della seconda fila, che avanzano ed impegnano i Non Morti di fronte a loro. Nel serrato combattimento che si accende fra le diverse unità cadono 428 Non Morti e 333 Ulfhednar.

L'ala sinistra, però, cede del tutto: le Guardie dello Jarl sono costrette a sganciarsi dal corpo a corpo con gli Scheletri Guerrieri, che sono ora liberi di caricare i Cacciatori di fronte a loro. Questi vendono cara la pelle distruggendo ben 150 nemici, ma vengono tutti uccisi.

Li seguono in avanti 500 Kroxigor tenuti finora in riserva: la massa dei bestioni impatta contro la formazione delle Teste di Ferro vittoriose, spingendola indietro. Nella sanguinosa mischia cadono 200 Kroxigor e 291 Teste di Ferro.

Vedendo la rovina del lato sinistro e venendo informata dai Maghi delle ancora intatte riserve nemiche (400 Guardie del Tempio, altri 500 Guerrieri Saurus e 600 Cavalcaraptor), Hilda Falkenberg decide di suonare la ritirata.

Gli Ulfhednar si immolano in un'azione di retroguardia insieme alla milizia stracciona delle retrovie, mentre ciò che resta dell'armata cittadina si ritira al di là delle mura. Gli invasori perdono qualche ora a perlustrare il campo e massacrare i superstiti, poi circondano la città e si apprestano ad assediarla.



ASSALTO AL TRONO DEGLI ELFI

L'anno scorso, un esercito di Non Morti aveva guadato il Lonx ed assalito in piena notte il Trono degli Elfi, facendo strage di difensori e popolani e razziando un ricco bottino prima di tornare nelle paludi morte attraverso il fiume. Stavolta, il Regno del Lonx fronteggia una vera e propria invasione su due fronti.

Un grosso esercito di Goblin discende infatti dal Regno di Varkazy, invade la Foresta Vecchia e punta dritto sul Trono. Allo stesso tempo, in piena notte, San Guinefor e la sua Questua (enormemente più numerosa della precedente) tornano a varcare il confine fra le paludi e il regno degli Elfi, puntando anch'essi sul Trono.

Gli Elfi del Lonx, ritenendo a ragione impossibile sconfiggere entrambi gli eserciti in battaglia, scelgono di ritirarsi entro le mura del castello, vessando però gli invasori con una guerriglia spietata fatta di agguati e imboscate. Tra le fila della Questua, San Guinefor riesce a proteggere le sue unità più importanti con un "rivestimento" di Non Morti, che si aggrappano agli spuntoni e alle piastre dei Golem d'Ossa e delle Belve Putrescenti, riparandoli dalle frecce. Muoiono circa 700 Non Morti nel breve tratto fra le paludi e il Trono, ma la manovra preserva le truppe migliori di San Guinefor. Va peggio ai Goblin, che perdono ben 1120 Goblin Guerrieri, 500 Lanceri, 250 Goblin delle Profondità, 365 Cavalcalupi, 330 Arcieri, 120 Minotauri e 24 Troll.

In ogni caso, le due armate arrivano sotto le mura del Trono degli Elfi e danno il via alle operazioni d'assedio.

Ancora una volta, San Guinefor fa sfoggio di grande creatività, e dell'utilità di avere a disposizione truppe senza paura e che non conoscono il dolore: raggruppa infatti i suoi 800 Golem d'Ossa in quattro grandi unità, assegnando ad ognuna un Ariete (tre vengono costruiti dai Goblin) e uno stuolo di Non Morti da usare come "scudi umani". I 900 Arcieri Scheletri si schierano a distanza di tiro; il resto dell'armata (1000 Scheletri Guerrieri e i 200 Monatti della sua Guardia Personale) attendono in seconda fila. Vengono rapidamente costruiti una Catapulta e 20 Scale d'Assalto.

I Goblin da parte loro costruiscono 3 Arieti (dati a San Guinefor una volta vista e apprezzata la sua tattica), 20 Scale, 5 Catapulte e 2 Torri d'Assedio. L'armata che arriva sotto le mura del Trono è composta da 3880 Guerrieri Goblin, 2500 Lanceri, 2250 Goblin delle Profondità, 50 Cavalcalupi, 1170 Goblin Arcieri, 476 Troll e 880 Minotauri.

Nel castello, 2200 Spadaccini Elfi, 1000 Lanceri, 500 Guerrieri Danzanti, 2800 Arcieri Elfici e 1000 Guardie del Trono attendono l'inizio della battaglia finale.


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L'assalto ha inizio.

Dalle mura piovono migliaia di frecce sulle truppe che provano ad avanzare con scale e arieti, mentre 4 Trabucchi martellano le retrovie e cercano di abbattere le Torri d'Assedio. I proiettili delle catapulte degli assalitori spazzano la sommità mura con giare infuocate, tentando di sfoltire i ranghi dei tiratori, ma molti proiettili passano alti e si schiantano sui quartieri interni, dove gli incendi si moltiplicano.

Un diversivo sul lato del fiume da parte degli Scinchi di San Guinefor attira su quella parte delle mura un centinaio di arcieri e di guerrieri, nonché una sortita da parte di un reggimento di Guerrieri Danzanti. Gli Scinchi vengono massacrati, ma per il resto della battaglia almeno 200 Elfi saranno costretti a fare la guardia su quel lato per timore di un assalto a sorpresa.

Gli scudi umani di San Guinefor proteggono a dovere i due Arieti mandati all'assalto, che giungono fino ai due portali fortificati. Qui, però, vengono accolti da un fitto lancio di pietroni e calderoni di olio bollente. I pietroni rimbalzano contro i corpi dei Non Morti e le tettoie rinforzate, ma l'olio bollente fa strage degli zombie che prendono istantaneamente fuoco, allargando il rogo alla struttura degli Arieti. I Golem, insensibili al dolore e al fuoco, insistono a martellare le porte mentre intorno a loro gli Arieti si riducono in cenere, continuando fino a quando il tronco che regge la testa rinforzata non si sbriciola sotto l'assalto delle fiamme. I portali sono gravemente danneggiati, però, e le fiamme iniziano ad avvolgere pure loro. I Golem, sotto il continuo lancio di massi e frecce, assalgono i portoni colpendoli con le loro armi.

Intanto, schiere di Scheletri Guerrieri e Goblin danno l'assalto alle mura con le scale, mentre le due Torri d'Assedio si avvicinano. Una di esse, colpita ripetutamente dai proiettili dei difensori, crollerà poco prima del traguardo, uccidendo un centinaio di Goblin Guerrieri e delle Profondità. L'altra, tuttavia, arriva a destinazione. Gli assalitori, sotto la copertura degli arcieri (loro e di San Guinefor) sciamano sulle mura.

Gli Elfi combattono con la forza della disperazione, ma il peso numerico degli invasori e la paura instillata dai morti viventi iniziano a fiaccarne il morale. Sulle mura, le orde di Goblin Guerrieri ricacciano indietro gli Elfi, facendo spazio per l'arrivo dei Goblin delle Profondità, che a centinaia sfruttano la Torre d'Assedio per portarsi sugli spalti. Dall'altra parte i Guerrieri Danzanti e gli Spadaccini falciano centinaia di Scheletri Guerrieri, ma altri ne arrivano dalle scale d'assalto. Due palle di fuoco e un fulmine devastano una torre difensiva, mentre quattro Elementali del Fuoco ne prendono d'assalto una seconda. I Maghi Elfi ribattono con incantesimi che potenziano i difensori sulle mura permettendogli di resistere al panico e di colpire i nemici con maggiore efficacia. Lampi di luce balenano sulle lame degli Spadaccini, che per un breve tempo riescono a ricacciare indietro mucchi di assalitori.

Nel pieno della battaglia, 200 Cavalleggeri Elfici escono da un boschetto vicino e caricano i tiratori degli assedianti, abbattendone un gran numero prima di venire circondati e massacrati. Dal folto della foresta continuano a partire dardi che falciano almeno dieci ufficiali e tre sciamani Goblin, oltre ad altri tiratori. Due Catapulte vengono date alle fiamme da frecce incendiarie che appiccano il fuoco alle giare piene di pece. Altri roghi aggrediscono le salmerie e gli accampamenti degli assedianti, mentre le sentinelle cadono colpite dalle frecce o con la gola tagliata.

Quando San Guinefor porta sotto le mura gli altri due arieti, e le porte già indebolite vengono finalmente sfondate, l'ombra della sconfitta aleggia ormai nei cuori degli ostinati difensori del Trono. Dai varchi caricano per primi i Troll, ma vengono accolti dalle compattissime falangi della Guardia del Trono, e nonostante le pesanti perdite inflitte non riescono a sfondare e anzi vengono ricacciati di là dalle porte con gravissime perdite. Dietro al varco, però, si sono ammassati circa 800 Minotauri, che caricano i difensori. Dietro di loro si preparano i Golem d'Ossa superstiti.

Migliaia di Elfi, Goblin e Non Morti giacciono al suolo fuori dalle mura, su di esse o negli spazi adiacenti ai portali. La carneficina non rallenta un attimo: morti e morenti si accasciano al suolo uno dopo l'altro, i coraggiosi Elfi che mulinano le loro lame falciando gli assalitori nel disperato tentativo di fermare la marea montante.

Alla fine, dopo quasi venti ore di assalto ininterrotto, gli Elfi superstiti abbandonano le torri e le mura per ritirarsi verso il Palazzo Reale, dove viene organizzata l'ultima resistenza. Tutti gli abitanti del castello impugnano le armi e si uniscono ai regolari. L'ultima mattanza è forse anche più feroce delle precedenti: dalle finestre del Palazzo gli arcieri fanno grandinare morte sugli assalitori, che devono sfondare le barricate improvvisate erette nelle stradine e nella grande piazza, gremite di difensori. Gli spazi ristrettissimi frustrano la massa degli assalitori, che soffrono le pesanti perdite subite dalle loro unità d'elite.

Nonostante tutto, anche l'ultima resistenza viene travolta. Il Re del Lonx, parte della corte e gli ultimi superstiti della Guardia del Trono fuggono su delle imbarcazioni; il resto dei difensori cerca scampo come può, i pochi che ci riescono si disperdono nella foresta. Il castello viene saccheggiato e parzialmente demolito. Il Generale Goblin Lektar as-Jahaz si siede trionfante sul Trono degli Elfi, battendo sul tempo i Monatti di San Guinefor.



L'ORDA SI SPACCA

Nonostante la vittoria contro le forze di Gudrud "Blodtorst", l'Orda di Ondzaga aveva subito perdite pesantissime. Peggio che mai, il Nefarita Ulan Athrai era morto, e non c'era un successore chiaro alla carica di Nefarita dell'Orda. Un consiglio fra vari capotribù non portò a niente, se non alla polarizzazione delle varie tribù in due schieramenti, dalla "politica" decisamente divergente.

Alla fine, riconoscendo l'impossibilità di un accordo, l'Orda di Ondzaga si divise in due Orde più piccole: l'Orda di Grahas, che manteneva il controllo di Kav e Oxma, e l'Orda di Ezhar, che governava invece Madhur, Orl e Turgar.



TOLLERANZA ZERO

Non riuscendo a trovare un accordo per una pacifica coesistenza nelle Colline di Erkhat con i coloni Axal, i Nani Rossi chiedono l'aiuto militare del Clan Pugnodipiombo, che manda un'armata a prendere ufficialmente possesso della provincia. Gli Axal vengono cacciati in malo modo verso il Bosco di Narwath, e gli viene concesso di portare con sé solo l'equivalente di un carro da fieno in beni personali e un massimo di 10 animali da fattoria.

Agli emissari Axal che giungono a Zoa-Than, l'Alto Re dei Nani Rossi Osman Pugnodipiombo risponde freddo: "Queste colline ora sono nostre. Se le volete, venite a prendervele armi in pugno".

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CORVI E GRIFONI

La battaglia decisiva fra l'Orda di Voryan e la coalizione di Regum ed Ermos si svolge nella Valle degli Imperatori Orientale. Astutamente, il Nefarita Voryan sfrutta la posizione centrale per cercare di combattere le due minacce separatamente. Costruisce un accampamento fortificato vicino al confine ovest della provincia per fermare le truppe di Regum e del Battaglione Nero di Konrad von Carstein, e rivolge il grosso dell'Orda (e le truppe dell'alleato Azog) contro Ermos e i suoi mercenari Nani.

La tattica ad Ovest, tuttavia, fallisce: Konrad si è portato dietro ben 10 Trabucchi, con i quali prima decima, poi costringe alla battaglia aperta la guarnigione dell'accampamento fortificato. Lo scontro è sanguinoso ma si conclude con la vittoria degli umani. Peggio, la mossa di Konrad "libera" l'armata di Regum dalla trappola e le consente di muovere verso est.

Voryan però non è rimasto con le mani in mano: l'Orda (insieme alle truppe di Azog) infatti ha impattato con forza tremenda contro gli alleati di Ermos, sconfiggendoli seppure di misura e respingendoli verso Ermos.

Le truppe cittadine affrontano adesso il nerbo dell'Orda, guidato da Voryan stesso alla guida di ben 1035 Cavalieri Toshar. Con sé porta 4500 Guerrieri, 1800 Lanciatori d'Ascia, 1000 Berserker, 2000 Orchi Neri e 2500 Portalance. Questa massa di quasi 13000 Oghuz affamati di sangue e bottino avanza verso l'armata di Ermos, che conta solo 2000 Picchieri, 1000 Grifoni di Ermos, 500 Guardie del Corvo, 1000 Legionari, 300 Ussari e 300 Corazzieri.

Il piano di Voryan è di travolgere velocemente e con poche perdite l'armata cittadina, poi voltarsi ed affrontare le sopraggiungenti truppe di Regum. Se tutto andasse secondo i piani la vittoria sarebbe a portata di mano malgrado, riunite, le truppe di Ermos e Regum siano leggermente più forti delle sue. Affrontarle una alla volta farebbe tutta la differenza del mondo...



Il comandante Arieo di Atropatene sa benissimo che può solo sperare di resistere abbastanza a lungo per poter essere salvata dall'armata di Regum. In disperata inferiorità, inizia ad arretrare mantenendo la formazione serrata. L'Orda di Voryan si spinge in avanti divorando rapidamente la distanza. Solo la vista delle lunghe picche dei Picchieri induce alla cautela, e i Lanciatori d'Ascia avanzano. Sono però accolti dalla devastante salva dei Grifoni di Ermos, che spazzano via le tre unità di Lanciatori più vicine, facendo 1100 morti.

I Lanciatori superstiti, sulle ali, convergono verso il centro ed eliminano il flebile schermo di 200 Miliziani a copertura dei lati dell'armata di Ermos. Arieo lancia 300 Ussari sull'ala sinistra e 500 Legionari su quella destra contro i lanciatori, che vengono massacrati. Muoiono però anche 35 Ussari e 100 Legionari.

Voryan schiuma di rabbia e spinge avanti il grosso dell'Orda: 1000 Guerrieri obbligano gli Ussari a ripiegare, mentre altri 1500 ingaggiano i Legionari vittoriosi, annientandoli al prezzo di 266 perdite. Lo scaglione sinistro dell'armata di Arieo, composto da 500 Legionari, subisce l'urto di una Brigata di 1000 Guerrieri Orchi. La mischia è feroce, i Legionari si battono come leoni malgrado la schiacciante superiorità numerica del nemico, e alla fine restano a terra 333 Oghuz e 444 Legionari. I superstiti vanno in rotta.

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Poco dopo, anche il centro dell'Orda impatta contro la prima linea di Ermos, o meglio contro il velo di 200 Miliziani che protegge i Picchieri, e li disperde. Muoiono 66 Guerrieri Orchi. La massa degli Orchi finisce quindi dritta sui ranghi dei 2000 Picchieri di Arieo, che ne fermano l'avanzata con un muro di punte d'acciaio. 934 Guerrieri Oghuz si impalano sulle lunghe picche dei difensori, che subiscono solo 120 perdite.

Sull'ala destra, la Guardia del Corvo forte di 500 soldati carica coraggiosamente i 1234 Guerrieri Oghuz in avanzata. L'epico scontro si conclude in un bagno di sangue nel quale spirano 666 Oghuz e 308 soldati di Ermos.

Sull'ala opposta, Arieo affida ai suoi 300 Corazzieri il compito di fermare 1000 Guerrieri Oghuz, e i suoi cavalieri eseguono con solerzia caricando la massa di nemici e travolgendola. 800 Oghuz finiscono calpestati o impalati, e il resto si dà alla fuga. 125 Corazzieri restano a terra agonizzanti, ma la carica è un innegabile successo.

Voryan scatena quindi le sue truppe d'elite: le due Brigate di Cavalieri Toshar da lui stesso create. Un totale di 1035 mostruosità caricano Corazzieri e Guardie del Corvo, massacrandoli in un batter d'occhio. Solo 35 bestioni vengono feriti a morte nei brevi ma sanguinosi scontri che vedono l'Orda sfondare su entrambe le ali.


Mentre il Nefarita si frega le mani, certo di aver sferrato il colpo decisivo, da ovest si leva il suono di potenti corni da guerra, insieme al rombo dei tamburi. L'armata di Regum è arrivata!

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Per prima cosa, i soldati di Aristillus catturano e passano a fil di spada i 200 Guerrieri e 100 Lanciatori d'Ascia in fuga. Tanto per dare un segnale. Poi, avanzano a cuneo verso le retrovie dell'Orda di Voryan, con in testa 475 Ussari e 400 Corazzieri tallonati da ben 1000 Guardie Imperiali.

Voryan reagisce velocemente, portando sul retro 2000 Portalance a copertura degli Orchi Neri, e due unità indebolite di Guerrieri Orchi. Intanto, cerca di spazzare via quello che resta dell'armata di Ermos: 1000 Berserker si lanciano in un varco delle linee nemiche e minacciano 300 Grifoni, che arretrano velocemente; i Berserker ridirigono la carica contro il fianco ora esposto dei Picchieri al centro. Contemporaneamente, 1000 Orchi Neri caricano sul fronte.

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E' un massacro: l'unità di 940 Picchieri viene annientata. Cadono anche 150 Berserker e 300 Orchi Neri, ma l'armata di Ermos subisce un colpo devastante, anche perché il Generale Arieo di Atropatene cade nella mischia. A fianco, altri 1000 Orchi Neri impattano contro gli altri Picchieri, ma privi di minacce sul fianco i Picchieri inchiodano gli Orchi impalandone 313 e perdendo solo 266 soldati.

Vedendo l'armata di Ermos sull'orlo della distruzione, Aristillus rompe gli indugi e ordina la carica della punta avanzata: i 475 Ussari e i 400 Corazzieri evitano i Portalance allargandosi verso le ali e andando a caricare le due unità di 664 e 558 Guerrieri rispettivamente. Le cariche hanno successo e le unità Oghuz vengono travolte. Gli ussari subiscono 81 perdite, i Corazzieri solo 30.

Poco dopo, la Guardia Imperiale al completo ingaggia i 2000 Portalance che tengono il centro dello schieramento "d'emergenza" di Voryan. Poco prima dell'impatto, i soldati di Regum lanciano i loro micidiali Pila, falciando 660 Oghuz. Segue poi la carica vera e propria, che pianta un cuneo sanguinoso nel centro delle formazioni nemiche. 872 Portalance vengono fatti a pezzi dall'elite guerriera di Regum, contro solo 266 perdite fra gli attaccanti. Gran parte dei Portalance si danno alla fuga, solo 300 restano al loro posto. Lo sfondamento minaccia ora il retro dell'armata di Voryan.

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Dall'altra parte del campo i resti dell'armata di Ermos continuano a combattere: i Grifoni tirano contro i Berserker, uccidendone 500.

Voryan tenta di nuovo la carta dei Toshar: gli ordina di compiere una conversione completa e li lancia contro le truppe di Regum. Una Brigata tenta di travolgere gli Ussari, che però si ritirano in tempo; l'altra parte alla carica contro i Corazzieri, che a loro volta controcaricano. Lo scontro è terrificante, ma la forza d'urto dei Toshar ha la meglio: cadono 123 di essi, ma l'intera unità di Corazzieri viene annientata.

Il Generale Aristillus vede la minaccia e replica con gli Arcieri: 700 di essi prendono di mira le unità di Toshar, ma la pioggia di frecce abbatte solo 58 bestioni. Aristillus ordina quindi ai Legionari di fermare il nemico: due unità da 750 Legionari l'una impegnano i Toshar, ma il corpo a corpo è ancora una volta dominato dai cavalieri di Voryan, che massacrano 333 Legionari perdendo solo 125 guerrieri.


Nonostante questo, la posizione di Voryan si sta facendo difficile: le sue unità sono praticamente circondate, e la Guardia Imperiale di Regum è libera di ingaggiare il retro delle truppe che ancora fronteggiano i resti dell'armata di Ermos. Le vittorie dell'alleato Azog e dell'ala sinistra che ha mandato in rotta Euan Ironfist sono state vittorie costose. E l'armata di Konrad potrebbe arrivare da un momento all'altro.

La situazione è sfavorevole: Voryan non vuole rischiare la testa in una battaglia così incerta, e in ogni caso non c'è possibilità per la sua Orda ormai indebolita di prendere Ermos di slancio. La battaglia decisiva si è risolta con un pareggio che costringe quindi il Nefarita Oghuz ad ordinare la ritirata e tornare a Fabria.

La Grande Battaglia della Valle degli Imperatori è terminata.
 

Mikhail Mengsk

MSPAINT OVERTYRANT
KAS' RAJAHAN

Dopo aver nuovamente rimpinguato le fila del suo esercito a Narwath, Kas' Rajahan decide di portarlo verso est, lontano dall'ira di Agghra-Rhaegan. Invade quindi il Margine Occidentale, saccheggiandone i villaggi e i campi; viene però accolto da una feroce guerriglia da parte di squadroni di Zhaka Khitay che colpiscono e si ritirano velocemente sfruttando la loro estrema mobilità. Nonostante l'impegno dei cerusici, l'armata subisce parecchie perdite e buona parte del bottino. Oltretutto, il Campione di Kas' Rajahan viene freddato con una freccia nell'occhio dal suo sfidante Zhaki.

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Una volta conclusa la razzia, l'Artiglio Feroce punta sulla Foresta di K'tir, ormai una tradizionale preda per tutti i warlords che passano da queste parti... Anche qua però Kas' Rajahan si trova davanti villaggi abbandonati e i raccolti portati via dagli Elfi, che si rifugiano in una serie di nascondigli che gli esploratori del condottiero Axal non riescono a scovare. Dopo aver subito anche qua qualche perdita a causa di imboscate e agguati, Kas' Rajahan decide di fare ritorno a Narwath col magro bottino.

Qua torna ad acquartierarsi, radunando le sue nuove prede di guerra e rattoppando le perdite. Viene però raggiunto nella sua tenda da due ambascerie. La prima è da parte degli Axal locali, che lo nominano loro Alfiere per aver così spesso portato ricchezza alla loro provincia e gli chiedono di guidare il popolo Axal contro il Clan Pugnodipiombo; la seconda è da parte dei propri soldati, che lo esortano energicamente a fondare un nuovo impero in questa regione delle Terre Libere.
 

Mikhail Mengsk

MSPAINT OVERTYRANT
BALON IL PAZZO

Facendo onore al proprio nome, Balon il Pazzo apre la sua personale campagna militare del 1292 con un'ardita incursione nelle Paludi Nere. Dopo aver reclutato nuove truppe (senza però rinunciare alle proprie navi), divide in due le proprie forze affidandone una parte ad un Luogotenente appena arruolato e si avventura oltre il confine. Galvanizzati dall'apparente mancanza di reazione da parte del misterioso nemico, gli Unghar di Balon razziano qualche villaggio di palafitte e un paio di piccoli templi. Poche ore dopo, però, dalle profondità delle paludi appare un ENORME esercito di lucertoloidi e non morti.

Nell'impossibilità di mettere a frutto la tattica ipotizzata inizialmente, Balon riunisce le truppe in una sola armata e fugge di gran carriera verso Gramlund e le sue mura. La Regina Hilda Falkenberg, tuttavia, è intenzionata ad affrontare gli invasori in campo aperto, perciò affida a Balon l'estrema destra del suo schieramento.

Dalla sua posizione, Balon può vedere un grumo di forze nemiche staccarsi dal corpo principale dell'armata e allargarsi verso le sue posizioni. I Carcarodonti sono schierati su due linee data l'esiguità delle sue forze; al fianco ha il fido luogotenente Thorbjorn, da poco unitosi alla forza principale con le sue truppe vista l'impossibilità di portare a termine il piano originale.

Il nemico, composto da orrendi morti viventi e truppe lucertoloidi, sciama verso le sue posizioni. Con un gesto, Balon ordina alle truppe da tiro di avanzare. Anche i tiratori nemici avanzano, mentre il resto delle truppe si ferma. Lo scambio di frecce vede gli Arcieri e i Cacciatori perdere i confronti con gli Scheletri Guerrieri del nemico: cadono tutti e 83 gli Arcieri e 66 Cacciatori, contro solo 48 Scheletri. Va molto meglio all'altra unità di 83 Arcieri: sfruttando la superiore gittata degli archi, falciano 55 Scinchi Tiratori prima che questi entrino in gittata, e mandano i 45 superstiti in rotta.

Sui lati, 150 guerrieri delle Bande da Guerra e 188 Miliziani avanzano per fare da esca. Il nemico abbocca subito: 100 Cavalcaraptor scattano in avanti sulla destra e travolgono le Bande da Guerra, venendo però investiti dalla controcarica di 200 Razziatori, che li massacrano al prezzo di 25 cavalieri.

Sull'ala sinistra 50 mostruosi Golem d'Ossa attaccano i Miliziani, le cui armi rudimentali rimbalzano sulle piastre ossee dei mostri. 66 Miliziani vengono fatti a pezzi dai Golem, che a loro volta vedono 2 di loro crollare al suolo e dissolversi in polvere. Il resto dell'unità di Milizia fugge in preda al panico. Dalle retrovie arrivano però 200 Fanti Leggeri, che caricano i Golem vittoriosi. Anche stavolta, però, i mostri si rivelano troppo coriacei per le armi dei guerrieri di Balon, che ne abbattono solo 8, perdendo 33 soldati. Solo la voce tonante del loro capitano impedisce che i Fanti Leggeri si uniscano ai Miliziani nella fuga.

Intanto, le masse principali dei guerrieri impattano l'una contro l'altra, mentre i tiratori retrocedono. I 500 Ulfhednar di Balon si fanno onore contro 400 Guerireri Saurus e 200 Scheletri Guerrieri. Nella feroce mischia dello scaglione sinistro, i 250 Ulfhednar massacrano tutti e 400 i Saurus nemici, ma a loro volta vengono spazzati via, in un'orgia di sangue e urla. Va peggio nello scaglione destro, dove i 200 Scheletri Guerrieri potenziati dalla magia nera falciano o mettono in fuga tutti gli Ulfhednar che hanno di fronte. Solo 111 abominii si schiantano al suolo trasformandosi in polvere.

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Al centro, 270 Fanti Pesanti si scontrano contro 200 Non Morti. La grande resistenza dei cadaveri ambulanti frustra i lodevoli sforzi dei guerrieri di Balon: solo 90 di essi cadono sotto le lame dei Fanti, che a loro volta subiscono 30 perdite.

Balon riesce ad impedire la fuga dei suoi guerrieri migliori suonando il suo possente corno, ma la catastrofe incombe: da dietro i ranghi dei non morti emergono 120 Kroxigor, che si lanciano nel varco dello scaglione sinistro, scalano i mucchi di Ulfhednar e Saurus morti o morenti, e si schiantano contro il fianco dei Fanti Pesanti.

E' la fine: Balon ordina a ciò che rimane della sua armata di ritirarsi verso le mura, mentre i superstiti del distaccamento nemico si muovono contro il fianco scoperto dell'armata di Gramlund. Anch'essa viene quindi battuta dalle coriacee truppe non morte di Senir' Daka. La fine dell'anno vede quindi Balon intrappolato in una Gramlund che è stata appena posta sotto assedio.
 

Mikhail Mengsk

MSPAINT OVERTYRANT
MASSOUD AL-SADAT

Il fiero condottiero delle Spade dell'Alba si muove velocemente e dà sfoggio di un'ambizione che finora aveva evidentemente ben celato. Entra infatti nella Foresta Vecchia, restituendo agli Elfi la Corona del Lonx e ricavandone un buon profitto. Dopo aver compiuto la sua "buona azione", si muove verso sud, ad Arraìnza, dove acquista quattro Dromoni che usa per traghettare la sua armata ad Al-Bakhra.

Invece di rimettersi al servizio della potente città, che fra l'altro fronteggia una rivolta da parte delle province vassallizzate, recluta un gran numero di truppe, commercia in rifornimenti e merci, e si reimbarca sulle navi. Punta su Arraìnza, ma invece di attraccare nel porto, sbarca la sua armata fuori dalle mura occidentali e inizia le operazioni d'assedio.

E sono operazioni imponenti di sicuro: 10 Trabucchi, 4 Torri d'Assedio e 10 Scale d'Assalto. Coperte da tende ben posizionate, squadre di operai iniziano a scavare due tunnel. Una volta pronto, Massoud ordina l'assalto alle mura.

L'armata attaccante, le Spade dell'Alba, è forte di 1300 Fanti Pesanti (compresa la Guardia Personale), 500 Leggeri, 1002 Arcieri, 800 Lanceri, 400 Cavalleggeri, 450 Cavalieri, 600 Golem di Bronzo, 500 Paria, 500 Minotauri e 500 Cavalleggeri Zhaki.

I difensori contano su 2000 Miliziani, 1000 Fanti Leggeri, 900 Fanti Pesanti, 1000 Lanceri, 1000 Arcieri, 500 Masnadieri e 275 Uomini d'Arme.

Massoud se la prende comoda, lasciando che i suoi Trabucchi duellino con quelli sulle mura, concentrando il fuoco su di essi e sulle torri di guardia. Servono molte ore, e la perdita di 8 Trabucchi, prima che le prime torri crollino al suolo e le piazzole dei trabucchi dei difensori vengano distrutte dai proiettili degli assedianti. Una volta ottenuto questo primo risultato, Massoud manda avanti le Torri.

Senza più armi in grado di abbatterle, le Torri avanzano baldanzose spinte dai Fanti Pesanti. Gli Arcieri di Massoud avanzano e iniziano a tirare frecce sulle controparti sulle mura, che da parte loro bersagliano sia gli arcieri sia i fanti che portano avanti le Torri. All'improvviso, un turbine di fuoco aggredisce una delle macchine d'assedio! L'incendio, evidentemente opera di un mago, divora la Torre, riducendola ben presto in un enorme rogo. Ne rimangono tre.


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Finalmente, le tre Torri superstiti raggiungono le mura. Inizia la mortale battaglia per il possesso dei camminamenti! La massa dei difensori è notevole, ma i primi a salire sono Minotauri, Golem di Bronzo e Paria, la cui superiorità qualitativa è schiacciante. Gli spazi ristretti favoriscono gli attaccanti.

Mentre i difensori si organizzano, Massoud lancia in avanti le scale con i Fanti Leggeri. QUesti attaccano le sezioni di mura ancora scoperte oppure difese dagli Arcieri. Le perdite nella corsa di avvicinamento sono notevoli, ma alla fine anche le scale arrivano a contatto con le mura.

Ci vogliono però altre due ore prima che i difensori inizino a cedere. Gli attaccanti, stremati e indeboliti, non riescono ad incalzarli, ma vi riescono le truppe entrate grazie ai tunnel, che massacrano o catturano almeno 300 difensori in ritirata dopo essere uscite dal Bazaar. I resti della guarnigione riescono a ritirarsi nelle caserme e nei palazzi delle gilde. Le mura sono conquistate e le porte aperte. Le ultime truppe di Massoud entrano in città.

L'assalto finale è preparato con cura: Massoud lascia che sia il fuoco a fare gran parte del lavoro, circondando e assediando singolarmente le varie roccaforti. A fine giornata resistono solo un paio di palazzi, incluso quello del Governatore, un torrione rinforzato posto al centro della città. Le perdite per gli attaccanti sono state pesantissime, ma la vittoria è a portata di mano.

Massoud decide di far riposare le proprie truppe, occupando tutti i quartieri della città e assicurando alla popolazione che non vi sarà alcun saccheggio. Si acquartiera dunque nelle posizioni più difendibili, circondando il torrione centrale.

Al mattino, i suoi attendenti trovano il Governatore morto nel letto, con la gola tagliata da un orecchio all'altro. Mentre le trombe di Massoud annunciano l'imminenza dell'attacco finale, la guarnigione decide di arrendersi. Arraìnza è caduta.
 

Mikhail Mengsk

MSPAINT OVERTYRANT
SAN GUINEFOR

Dopo il vittorioso raid dello scorso anno, quello che viene ormai chiamato il Signore dei Morti Viventi torna ad insidiare il Trono del Lonx. Non per razziarlo come un comune predone, ma per conquistarlo insieme ai suoi alleati Goblin di Varkazy! Dopo una rapida e inarrestabile marcia nella foresta, vessata dalla guerriglia degli elfi, la Questua arriva sotto le mura del Trono e le prende d'assalto. San Guinefor farà sfoggio di discreta inventiva "rivestendo" le sue unità migliori con uno strato di Non Morti, proteggendole da gran parte dei dardi e dei proiettili nemici, ma le perdite sono comunque altissime.

La vittoria porta comunque altro conio fresco nelle putride tasche del condottiero non morto, e una nuova provincia, Foresta Vecchia appena ceduta dai Goblin. Tuttavia, San Guinefor farà bene a recarvisi al più presto: è probabile che gli Elfi locali tenteranno di ribellarsi immediatamente, e il loro Re è presumibilmente ancora vivo dopo essere fuggito in extremis dalla rovina del Trono.
 

Mikhail Mengsk

MSPAINT OVERTYRANT
GALU'N IL SECCO

Dopo anni di saccheggi, viaggi, battaglie e devastazioni, Galu'n il Secco si prende un po' di tempo per inventarsi una bandiera per la sua ormai enorme Orda. Nasce quindi ufficialmente il Vorace Flagello, con tanto di Alfiere dello Stendardo da Battaglia. Il neonato Flagello si muove subito ad Ildrika, dove fa capire chi comanda con una spietata campagna di saccheggi ai danni dei Goblin locali, che però oppongono una fierissima resistenza in diversi villaggi fortificati, arrivando ad armare contadini, pastori e persino le femmine. Le perdite sarebbero fastidiose per l'Orda se non intervenissero i Cerusici, che le riducono sensibilmente.

Mentre ancora ammassa il bottino, Galu'n viene raggiunto dalla notizia di una formazione armata che si muove verso le sue posizioni, proveniente da Al-Ansar. Il Tiranno non pone tempo in mezzo, raduna le sue truppe e si avvia a passo di carica per schiacciare la minaccia.

Un'avanguardia di 100 Masnadieri viene travolta dalla roboante Guardia Personale di Galu'n, che subisce solo 5 perdite dai mercenari di Al-Ansar. Il resto dell'armata nemica non prova neanche ad ingaggiare battaglia, troppo netta la superiorità nemica, e fugge verso nordovest.

Il Vorace Flagello non prova nemmeno ad inseguire i nemici in fuga, e punta invece dritto su Al-Ansar. La città ha mandato i 2/3 dei suoi soldati a combattere l'Orda di Ondzaga, e l'apparizione dell'Orda di Galu'n getta la popolazione nel panico, soprattutto quando diventa evidente l'imponenza delle opere ossidionali messe in campo dal torreggiante Ogre: 4 Arieti, 2 Torri d'Assedio, 20 Scale d'Assalto e ben QUARANTA TRABUCCHI.

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Messaggeri a cavallo escono dalle mura diretti ad est per esortare l'armata cittadina a tornare subito indietro. Il campione cittadino si rifiuta di uscire fuori dalle mura per accettare la sfida a singolar tenzone lanciata dal gigantesco Galu'n.

L'orda di Galu'n, relativamente poco numerosa ma brutalmente forte, conta quasi 3000 Ogre, fra i quali quasi 800 Cavalieri Ogre della Guardia Personale di Galu'n. A fronteggiarli sulle mura, la Guardia Cittadina composta da 250 Miliziani, 400 Fanti Leggeri, 500 Fanti Pesanti, 700 Arcieri, 500 Masnadieri, 300 Uomini d'Arme, 600 Lance Spezzate e 200 Arcieri Zhaki.


I proiettili dei Trabucchi iniziano subito a martellare le mura, mentre le Torri d'Assedio caracollano in avanti, spinte dalla massa dei Martellatori. Arieti e Scale d'Assalto restano in riserva, in mano ai frementi Mangiauomini. GLi Opliti di Xystos si dividono: metà segue i Martellatori, pronta a salire sulle mura. L'altra metà si schiera a copertura sui fianchi per evitare raid di cavalleria.

Dalle mura, rispondono catapulte e trabucchi, che ingaggiano un duello con quelli degli assedianti e con le Torri d'Assedio.

La massa di Martellatori spinge in avanti le Torri a velocità incredibile rispetto alla norma, salvandole ben presto dalla pioggia dei proiettili, che però infliggono dure perdite ai Martellatori stessi. Perdite che ovviamente si moltiplicano quando arrivano a tiro della moltitudine di Arcieri sulle mura.

Intanto, i Trabucchi stanno riducendo in macerie il portale principale e parte dei camminamenti. Le perdite subite dai difensori sono già più di 250, ma gli attaccanti ne stanno subendo altrettante. Dagli spalti ben due Maghi si uniscono per lanciare un Turbine di Fuoco che avvolge ben dieci Trabucchi, mentre il duello fra quelli degli assedianti e quelli sulle mura vede la guarnigione cittadina perdere tutti i suoi 5 macchinari, e gli assedianti perderne almeno una decina.

Un Terremoto scuote le mura intorno al Portale principale, decretandone il definitivo collasso. La Guardia Personale di Galu'n, che inizialmente era di riserva, si lancia in avanti.

Finalmente, le Torri giungono a contatto con le mura. La massa dei Martellatori si riversa sugli spalti, massacrando velocemente i difensori; un Titano evucato dal Mago di Gudrod si materializza da un portale comparso vicino ad una delle Torri d'Assedio e si lancia su un'unità di Fanti Leggeri che tentava di chiudere la falla. I fanti umani vengono falciati come spighe di grano e il resto dell'unità si dà alla fuga. Il Titano suona il suo grande corno, vittorioso, ma viene centrato in pieno petto da un fulmine e cade giù dalle mura, trovando un'ingloriosa fine.

I Mangiauomini corrono in avanti portando le Scale (gli Arieti vengono lasciati indietro: trabucchi e terremoto hanno già abbattuto il portale), tuttavia vengono accolti da un fitto lancio di frecce quando si avvicinano. Riescono comunque a salire in gran numero sulle mura e ad unirsi al massacro.

La Guardia Personale di Galu'n scala le macerie del Grande Portale, ma quando avanza sul viale principale viene attaccata sui lati da due formazioni di 600 Lance Spezzate. I valorosi lanceri abbattono 124 Cavalieri Ogre, ma superata la sorpresa iniziale la loro superiorità si fa evidente e alla fine della mischia ben 358 mercenari giacciono al suolo.

Dalle macerie di una torre di guardia si sollevano improvvisamente quaranta Golem di Pietra, evocati dalla magia di uno dei maghi cittadini. Appena in tempo, dato che una compagnia mercenaria è appena stata fatta a pezzi dai Martellatori: la carica dei Golem è inaspettata e tampona la falla per un po'. Dopo qualche minuto, tuttavia, la pressione degli Ogre cresce ancora e i Golem arretrano mentre vengono lentamente ridotti in frantumi dalle pesanti mazze degli assedianti.

Alla fine, la massa degli Ogre spezza la resistenza dei difensori, che abbandonano in massa le mura. Le Lance Spezzate si danno a loro volta alla fuga. L'armata di Galu'n sciama in avanti verso il Grande Bazaar e il Palazzo del Consiglio che si trovano al centro della città. Migliaia di popolani, però, si schierano sui tetti, alle finestre e sui balconi, tempestando gli invasori di proiettili improvvisati. Barricate compaiono nelle strade, dietro alle quali si ricompattano le truppe regolari.

Galu'n fa fermare le sue truppe per rifiatare e preparare meglio l'assalto finale, quando un messaggero dal campo annuncia una terribile notizia: l'armata di Al-Ansar è sulla via del ritorno! Non c'è tempo per completare la conquista della città. Schierarsi sulle mura sarebbe inutile: trabucchi e terremoto hanno devastato parte della cinta muraria, e anche dando alle fiamme Trabucchi e Torri d'Assedio sarebbe impossibile tenere le mura con alle spalle un'intera città ostile.

Facendo un insolitamente rapido calcolo del tempo a disposizione, e procurandosi lo stemma cittadino smurandolo da un palazzo, Galu'n ordina quindi un veloce saccheggio di alcune delle magioni più vicine ed inizia la ritirata.


Mentre il Vorace Flagello abbandona la città viene raggiunto dalle avanguardie a cavallo dell'armata cittadina, tra cui 600 Parghan che iniziano a tempestare gli Opliti di frecce. LE pesanti corazze e la naturale resistenza degli Ogre riducono comunque le perdite, e il resto della cavalleria cittadina non osa caricare l'orda, temendo le lance degli Opliti e l'ancora numerosissima Guardia Personale di Galu'n.

Il Mago di Galu'n cerca di lanciare un'altra potente evocazione contro i nemici, ma l'evidente debilitazione data dai precedenti sforzi ne frustra i tentativi, e lo lascia stremato e febbricitante.

Il Vorace Flagello, quindi, lascia la provincia sconfitto ma non domato, e carico di tesori. Si dirige dunque nelle paludi di Hysya'Laj. I pacifici Lucertoloidi scelgono di ritirarsi al di là del fiume portando con sé gran parte delle loro ricchezze. Il previsto saccheggio, quindi, porta nelle casse di Galu'n meno ricchezze del previsto.

A questo punto l'orda è ormai esausta, e Galu'n ordina di fermarsi e acquartierarsi nei villaggi Lucertoloidi conquistati.
 

Mikhail Mengsk

MSPAINT OVERTYRANT
GUDROD BLODTORST

Per prima cosa, Gudrod ordina al fido luogotenente Onur Gatadai di condurre una sortita da Al-Ansar verso sud, per verificare le intenzioni dell'Orda di Galu'n, il Vorace Flagello. Quando però questa si dirige al completo verso nord, calpestando letteralmente i 100 Masnadieri dell'avanguardia, Gatadai è lesto a ritirarsi verso Abrix.

Come se niente fosse, ed ignorando totalmente la minaccia portata dal Vorace Flagello alla città alleata di Al-Ansar, Gatadai si dedica al saccheggio di Abrix. I Goblin locali tentano una debole resistenza fatta di agguati e battaglie nei villaggi, ma non possono resistere ai temprati mercenari di Gatadai. La stessa scena si ripete a Gonkalima, mentre Gatadai si allontana sempre di più da Al-Ansar.


Gudrod "Blodtorst" stesso guida invece la sua armata fuori dalle paludi malsane verso la devastata Oxma, dove non incontra anima viva. Torna poi a farsi inghiottire dalle paludi, esigendo un tributo a Bhovir e saccheggiando velocemente qualche villaggio e qualche tempio minore a Bangsir. Emerge poi dalle paludi a Madhur, pronto ad unirsi all'esercito cittadino di Al-Ansar per la battaglia decisiva contro l'Orda di Ondzaga.

Ma non aveva fatto i conti con l'astuzia di Ulan Athrai, Nefarita di Ondzaga.

Egli aveva infatti costruito un accampamento fortificato vicino al confine con Al-Ansar, potentemente presidiato, grazie al quale riesce ad impedire all'armata cittadina di avanzare verso nordest e quindi unirsi a Gudrod, e la obbliga ad assaltarlo. Guida invece il grosso dell'Orda dritto contro Gudrod non appena i suoi scout avvistano le unità di Gudrod che escono dalle paludi.

Il campione di Gudrod avanza nella spianata sfidando il campione dell'Orda. Con grande sorpresa di tutti, è lo stesso Ulan Athrai a farsi avanti. Manlio il Ferreo, un possente umano della Stirpe del Corvo dalla statura eccezionale e dalle braccia grosse come tronchi, che impugna un'ascia a due mani, non si fa intimidire e avanza contro il possente Oghuz.

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Lo scontro è davvero epico: l'ascia lunga dell'Oghuz e quella di Manlio turbinano nell'aria, si scontrano con fragore assordante, tornano a mulinare. I contendenti schivano, colpiscono, arretrano, avanzano di nuovo, sanguinano da molte ferite. L'armatura pesante di Manlio lo salva da molti colpi altrimenti mortali, mentre i suoi colpi strappano interi brani di carna dal massiccio Oghuz.

Ad un certo punto, Manlio scivola in ginocchio, con l'ascia di Athrai che gli sibila sopra la testa; la falciata del campione di Gudrod affonda nella coscia sinistra del Nefarita Oghuz, che ulula di dolore. Sembra fatta. Ulan Athrai, però, si lancia in avanti e riesce ad assestare una potente testata all'elmo di Manlio, che si ammacca e si sposta sulla fronte coprendogli gli occhi. Il colpo di Manlio, che doveva essere quello decisivo, rimbalza contro lo spallaccio della rozza armatura dell'Oghuz. Questi replica sbattendo il manico della sua ascia contro le mani di Manlio, mandando l'ascia lunga di quest'ultimo a rimbalzare a terra.

Manlio riesce in extremis a togliersi l'elmo danneggiato, ad estrarre una daga dalla lama larga e a vibrare un affondo contro il torace del Nefarita. Tuttavia, questi si è rialzato e si è allontanato di un passo per caricare meglio il colpo decisivo. Questo passo indietro gli salva la vita: la daga di Manlio affonda di solo un palmo tra le costole dell'Oghuz, troppo poco per raggiungere i polmoni o il cuore. Il devastante colpo discendente vibrato da Ulan Athrai, invece, raggiunge Manlio al collo, affondando nell'armatura pettorale fino allo sterno, quasi spaccando a metà il torace dello sfortunato umano.

Ulan Athrai lascia la sua arma piantata nel cadavere dello sconfitto, urlando al cielo la propria vittoria, ma la sua gloria ha vita breve: dalle fila dell'esercito di Gudrod parte una freccia nera. Il dardo micidiale fila con precisione assoluta attraverso l'aria, come guidato dagli dei, e trafigge il Nefarita nell'occhio, affondando nel suo cranio per metà della lunghezza della lunga asta.

Un silenzio attonito si leva dai ranghi degli Oghuz mentre il loro Nefarita crolla al suolo, morto. Poi, un unico boato di inimmaginabile potenza e furore sorge dall'Orda di Ondzaga, che si lancia in avanti. Un rombo simile si leva dai ranghi delle truppe di Gudrod.

La battaglia decisiva è iniziata.


Gudrod schiera la sua armata a cavallo, 5140 fra Cavalleggeri Zhaki, Zhaka Khitay, Guardie dello Jarl, e l'immensa massa dei suoi Cavalieri della Condotta, più di 2500 fra Guardia Personale e altri reggimenti. L'Orda di Ondzaga schiera invece una massa di quasi 18000 Orchi.

Come sempre, Gudrod manda avanti i suoi 2000 Cavalleggeri Zhaki per ammorbidire il nemico. Questi lanciano una fittissima pioggia di frecce sulle prime unità orchesche che si sono lanciate in avanti, inchiodandole e decimandole. Tutti i 650 Guerrieri Orchi che partecipano alla prima avventata avanzata vengono spazzati via in meno di un minuto, e gli Zhaki avanzano ancora.

Ulan Athrai, tuttavia, aveva pensato a come accoglierli. La prima linea dell'Orda, 2500 Guerrieri rimasti dopo la prima sconsiderata carica, pianta nel terreno le spesse tavole che aveva portato con sé, formando una serie di rudimentali palizzate di legno da opporre ai dardi del nemico. La successiva salva di frecce si pianta infatti in gran parte nelle tavole, facendo solo 462 morti agli Oghuz, forse protetti anche da incantesimi difensivi (una strana luminescenza avvolge infatti l'intera prima linea oghuz). Altre due salve causeranno altri 718 morti. Gli Zhaki passano alle frecce incendiarie, ma le tavole sono state evidentemente immerse nell'acqua o tagliate di fresco, e solo un paio di centinaia prendono fuoco, subito rimpiazzate da nuove tavole. A quel punto gli Zhaki mandano a dire a Gudrod che di questo passo finiranno le frecce senza fare danni rilevanti all'Orda.

Tocca quindi al nerbo della cavalleria pesante farsi avanti. Per prime avanzano le due Brigate sugli scaglioni: 950 cavalieri mercenari d'elite. Il rombo della loro carica fa tremare la terra. Uno sciamano Oghuz tenta di evocare qualcosa da un portale al di sopra degli elmi dei Cavalieri, ma il Grande Mago Willas Otherfield al servizio di Gudrod vanifica il tentativo con un potente controincantesimo. Poco dopo la partenza degli scaglioni, anche gli altri 951 Cavalieri sulle ali si muovono in avanti.

Il rombo si fa terrificante: sembra quasi che un'intera montagna di ferro e carne stia rotolando verso la prima fila dell'Orda di Ondzaga. I Guerrieri Oghuz tremano, ma le fruste degli ufficiali ne impediscono la fuga. L'impatto è micidiale: la prima fila, tavole e tutto, viene spazzata via come una foglia secca durante una tempesta. Le lunghe lance dei cavalieri impalano anche tre Oghuz alla volta, i destrieri bardati schiacciano i superstiti sotto gli zoccoli, le tavole che hanno salvato gli Oghuz dalle frecce diventano altrettanti coperchi da bara per i guerrieri che vi si rifugiano dietro. Anche molti Cavalieri (circa 90) trovano la morte, perlopiù a causa di rovinose cadute da cavallo, ma il trionfo è nettissimo: nella carica sono stati spazzati via almeno 1600 Guerrieri Oghuz. A neanche un'ora dall'inizio della battaglia l'Orda di Ondzaga ha già subito più di 4300 perdite contro neanche un centinaio dell'armata di Gudrod.

La massa corazzata dilaga in avanti, dove però sbatte contro una solidissima linea di ottomila Portalance. Ulan Athrai, per quanto morto, è riuscito nel suo intento di intrappolare i cavalieri di Gudrod in una trappola mortale.

I Portalancia Oghuz sciamano intorno ai cunei di cavalieri dei due scaglioni. I cavalieri si ritrovano circondati da una moltitudine di nemici che inglobano letteralmente le loro unità, le separano e le fanno a pezzi una per una. Finito l'impeto della carica, non c'è speranza. Gli orgogliosi Cavalieri della Condotta vengono disarcionati o trafitti da decine di lance, i destrieri impalati e abbattuti. Centinaia di Portalance vengono falciati dagli spadoni e dai colpi di mazza, ma non basta. Entrambe le brigate di cavalleria vengono lentamente massacrate. Più di 1300 Oghuz Portalancia giacciono al suolo, ma la vittoria è innegabile.

Sulle ali, i vittoriosi Cavalieri devono invece subire l'impatto delle asce da lancio di 800 Lanciatori, che fanno 180 morti. I superstiti vengono quindi investiti dalla controcarica di 1000 Cavalcabestie. I Cavalieri si difendono con caparbietà, pur subendo pesanti perdite. 505 Oghuz troppo baldanzosi finiscono affettati dalle leste lame dei mercenari, ma l'impatto della massa di Cavalcabelve (e i morsi delle stesse ai terrorizzati destrieri) respinge indietro le due Brigate di Gudrod, che subiscono altre 552 perdite.

La ritirata dei superstiti è inevitabile, mentre le riserve dell'Orda si lanciano in avanti. La Guardia Personale di Gudrod evita la trappola e arretra. Gli Zhaki tornano a far grandinare morte sugli Oghuz adesso che sono fuori dalla protezione delle tavole: 800 Portalance vengono massacrati dai dardi, e il resto dell'Orda interrompe immediatamente l'avanzata, tornando ad arretrare. Altri 200 vengono massacrati da Elementali del Ghiaccio apparsi dal niente, che verranno a loro volta distrutti da una carica di 1000 Orchi Neri, la vecchia guardia personale di Ulan Athrai.

All'improvviso, da dietro avvallamenti, fossi e cespugli, oltre che da un paio di casolari, spuntano fuori 1000 Berserker, che assalgono gli Zhaki dai lati mentre stanno ancora tirando sugli Oghuz. L'assalto è talmente rapido ed improvviso (probabilmente anche a causa di magie: gli Oghuz si muovono a velocità davvero troppo alta) che riesce a prendere di sorpresa le due Brigate sulle ali, ingaggiandole in un furioso corpo a corpo. La frenesia dei Berserker fa strage dei cavalieri Zhaki, e i resti delle due unità si ritirano in preda al panico. Le altre unità, però, prendono di mira i Berserker sopravvissuti alla carica e li trasformano in centinaia di puntaspilli. La Guardia dello Jarl in riserva carica i superstiti e li disperde, al prezzo di 126 perdite.

La battaglia è ormai perduta: Gudrod è costretto a suonare la ritirata.

La sconfitta mette la parola fine alle ambizioni egemoniche di Gudrod "Blodtorst", almeno per questo anno. Stavolta, le inarrestabili cariche dei suoi Cavalieri sono state fermate da un nemico abile nello sfruttare una preponderante superiorità numerica e capace di ridurre l'impatto dei Cavalleggeri Zhaki del condottiero Unghar.

L'armata di Gudrod è quindi costretta a rientrare nelle paludi dalle quali era uscita. Alla fine dell'anno tornano ad unirsi ad essa i 40 Cavalleggeri mandati a mantenere i contatti con l'armata di Al-Ansar.
 

Mikhail Mengsk

MSPAINT OVERTYRANT
BEHOREN

Dopo i timidi primi passi dello scorso turno, il volenteroso Nano decide di dare una decisa accelerata. Paga il "pedaggio" di Castel del Ponte passando il Rah'Leh e invadendo Ollaria. Gli Orchi locali evitano lo scontro frontale, limitandosi a trasferire gran parte delle mandrie e delle messi a sud del fiume sfruttando i guadi nascosti. L'armata di Behoren mette insieme un bottino limitato ma comunque discreto, e si muove verso Ovest.

Entra quindi a Zenghad, in rivolta contro Al-Bakhra. Qui si unisce alla causa dei ribelli e contribuisce alla cacciata dell'esigua guarnigione nemica e degli esattori. Scende quindi lungo la costa, liberando anche Sengath e la Costa Asciutta dal giogo della potente città, orfana del suo vecchio alfiere Massoud al-Sadat, che ha creato un proprio dominio più a Nord. Behoren si fa nominare Lord Protettore dalle tre province ribelli, impegnandosi a guidare le forze congiunte contro l'esercito di Al-Bakhra, che sicuramente cercherà di sconfiggere i ribelli il prossimo anno.

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Mikhail Mengsk

MSPAINT OVERTYRANT
KONRAD VON CARSTEIN

Konrad era deciso a farla finita con gli Oghuz e con l'intera dannata Valle degli Imperatori. Da anni trascinava il Battaglione Nero in battaglie inconclusive e magri bottini: non vedeva l'ora di inseguire (e razziare) nuovi orizzonti. Tuttavia, per quest'ultimo anno era obbligato a combattere in questa dannata guerra. In base agli ordini, il Battaglione Nero recluta qualche rinforzo e si muove quindi verso est insieme all'armata di Regum, costeggiando la riva destra del Grande Fiume.

Attraversa senza problemi la Valle Occidentale, ma quando arriva nella parte Orientale, un accampamento fortificato degli Orchi sbarra la strada all'esercito congiunto. L'opera fortificata è un evidente tentativo di trattenere le truppe di Regum abbastanza a lungo per sferrare un pesante colpo contro Ermos, ma fortuna vuole che Konrad abbia acquistato a Regum il necessario per costruire ben dieci Trabucchi, forse in previsione di un'eventualità del genere. O forse perché gli piaceva la parola "trabucco", con Konrad non si può mai sapere.

Il Generale Aristillus concede dunque a Konrad l'onore di espugnare il campo nemico mentre l'armata di Aristillus lo aggira e prosegue verso est.

Stranamente, stavolta Konrad non sfida a duello il campione nemico. La parola passa quindi ai Trabucchi, che vengono velocemente assemblati e iniziano a tempestare il campo di giare di pece infuocate. Gli Orchi non si aspettavano certo un simile dispiegamento di mezzi, in teoria l'accampamento doveva essere una mossa a sorpresa! Invece, si trovano nell'impossibilità di rispondere al fuoco, intrappolati dietro alle palizzate e ai terrapieni. Le perdite iniziano a salire, fino a quando il Kapo dell'accampamento non decide per una sortita: meglio morire con l'ascia in pugno piuttosto che arrostiti come polli sullo spiedo.

L'armata degli Orchi si riversa quindi fuori dall'accampamento. Il Battaglione Nero la attende a pié fermo. Solo 200 Cavalleggeri Zhaki avanzano sulle ali, e bersagliano i nemici di fronte a loro. Sull'ala sinistra, i 100 tiratori Zhaki massacrano 250 Lanciatori d'ascia, lasciandone vivi solo 50, che fuggono subito. Sull'ala destra, sono 100 Cavalcabestie su 300 a cadere al suolo trafitti dai dardi dei Cavalleggeri, ma il resto dell'unità resiste al panico e tenta una carica. Gli Zhaki sono però veloci a ritirarsi, e i Cavalcabestie vengono intercettati dai retrostanti 100 Cavalieri della Condotta. La mischia è furiosa, muoiono 83 Cavalcabestie e 50 Cavalieri. I mercenari di Konrad tengono il campo, ma a stento.

La massa dei guerrieri Oghuz avanza ancora, entrando nel raggio di tiro degli Arcieri del Corvo. La salva di frecce dall'impennaggio nero decima la prima fila: cadono 200 Guerrieri Oghuz, 66 Portalance e 133 Lanciatori d'Ascia. Sull'ala destra, 574 Berserker e 114 Toshar si avvicinano pericolosamente alle linee del Battaglione Nero. I Cavalieri della Condotta decidono di sganciarsi dal corpo a corpo e ritirarsi, seguiti dagli Zhaki. 200 Legionari ingaggiano i Cavalcabestie, abbattendone 66 ma perdendo 39 soldati. I Cavalcabestie scelgono di ritirarsi, lasciando campo libero ai Berserker.

Gli Arcieri di Konrad arretrano, scambiandosi di posto con la seconda linea composta da 400 Miliziani del Corvo e 250 Non Morti. 300 Guerrieri Orchi massacrano facilmente i 200 Miliziani che hanno di fronte, subendo solo 65 perdite. Le armi da lancio dei Lanciatori d'Ascia falciano i Miliziani dello scaglione destro senza nemmeno dargli il tempo di entrare in combattimento. Al centro, invece, i Non Morti tengono la posizione abbattendo 48 Portalancia mentre 78 abominii si trasformano in polvere.

Di fronte alla massa compatta di Oghuz che premono sul centro, Konrad decide di spedire i Cavalleggeri Zhaki dell'ala sinistra in avanti a vessare l'unità di 590 Guerrieri Oghuz che copre il fianco destro del nemico, sperando di tenerla occupata. Allo scopo, la Maga Katrina Steiner evoca un battaglione di Elementali del Fuoco che ingaggiano l'unità in corpo a corpo. 220 Oghuz restano al suolo durante questo doppio attacco.

La manovra libera il campo per i Cavalieri della Condotta, che possono caricare i Guerrieri ormai vacillanti. La carica spazza via il resto dell'unità al prezzo di 24 Cavalieri. Subito dopo, i 200 Legionari dell'ala sinistra ingaggiano i Guerrieri Oghuz che avevano sterminato i Miliziani. Lo scontro è violentissimo e molto equilibrato grazie ad un'inaspettata ottima prova degli Oghuz, che abbattono 130 Legionari. A loro volta, i soldati di Konrad uccidono 133 nemici. Entrambe le unità resistono al panico e tengono il campo.

La vittoria totale sull'ala sinistra è controbilanciata da un durissimo colpo all'ala destra: i 574 Berserker caricano i Legionari sopravvissuti allo scontro con i Cavalcabestie, in un turbine di acciaio e sangue. I Legionari vengono sterminati, anche se riescono ad uccidere 53 Berserker.

Da dietro, arriva la roboante carica di 114 Toshar, che prendono di sorpresa i Cavalieri della Condotta, facendone strage. L'intera unità viene distrutta, mentre solo 4 bestioni giacciono al suolo impalati sulle lunghe lance dei mercenari o tagliati a pezzi dai loro spadoni. I Cavalleggeri Zhaki si ritirano ancora più indietro, lasciando il campo a 87 Guardie dello Jarl, che tentano un'avventata controcarica. La carica, per quanto valorosissima, abbatte solo 25 bestioni, mentre l'intera unità Unghar viene massacrata.

Entra in gioco quindi la terza linea del Battaglione Nero: 200 Guardie del Corvo avanzano e ingaggiano i Guerrieri Oghuz già impegnati sul fianco, sconfiggendoli e distruggendo l'unità al prezzo di 25 caduti. Sullo scaglione opposto, altre 300 Guardie del Corvo ingaggiano i Lanciatori d'Ascia, falciandoli e subendo 32 perdite.

Due Reggimenti di Arcieri del Corvo e 60 Arcieri della riserva prendono di mira i Berserker in avanzata sull'ala destra, abbattendone 153. 30 Picchieri della Riserva vanno a tentare di frenare l'avanzata dei Toshar, ma vengono messi in fuga dopo aver subito 17 perdite, anche se riescono ad impalare sulle loro lunghe picche 5 bestioni. Sarà il blocco di 300 Guardie Imperiali a fermare definitivamente la mostruosa cavalleria di Voryan: la prima salva di giavellotti ne ucciderà 37, il resto verrà fatto a pezzi dai gladii dei soldati di Konrad, che subiscono a loro volta 17 perdite.

I Berserker tentano di vendicare i Toshar caricando la Guardia Imperiale. L'impatto della carica è micidiale: gli Oghuz urlanti si lanciano sul muro di scudi dei disciplinati soldati di Regum come impazziti, colpendo con le loro armi brutali e cercando di spezzarne la formazione. 147 Guardie vengono dilaniate nel furioso assalto, ma la risposta dei soldati lascia al suolo 100 Berserker agonizzanti.

599 Orchi Neri, intanto, caricano la Guardia del Corvo sullo scaglione sinistro. La mera massa degli attaccanti è troppo per i 175 difensori, che vengono sconfitti e infliggono solo 77 perdite agli Orchi. Dalla parte opposta, 479 Portalance ingaggiano con minore fortuna 286 Guardie del Corvo. Stavolta la superiorità dei difensori è netta, e l'unità di Portalance è costretta a darsi alla fuga dopo aver subito 238 perdite e inflitto solo 79 morti ai difensori. I loro compagni al centro continuano la lotta con i Non Morti: ne abbattono 93 perdendo solo 28 lanceri, ma i Non Morti non conoscono la paura e continuano a immobilizzare l'unità Oghuz.

I 48 Cavalcabestie rimasti tentano una carica contro il centro dello schieramento di Konrad, ma una salva di 200 Arcieri del Corvo li inchioda a metà strada e li decima, costringendo i superstiti alla fuga. I 268 Berserker rimasti sull'ala destra vengono circondati da 82 Fanti Pesanti sul fianco e 189 Guardie del Corvo sul retro. Una salva dei 100 Cavalleggeri Zhaki lì vicino dà il tocco finale al massacro degli Oghuz, che comunque si concentrano contro i Fanti Pesanti e li macellano a loro volta.

Dalla parte opposta, Konrad lancia una carica che spera decisiva contro la massiccia unità di 522 Orchi Neri che minaccia il suo fianco sinistro. Per l'occasione, Katrina Steiner lancia una potente Parola del Potere sulla Guardia Nera di Konrad, che rende i cavalieri momentaneamente invulnerabili. Allo stesso tempo, i 76 Cavalieri della Condotta che avevano distrutto i Guerrieri si preparano a loro volta a caricare gli Orchi Neri, sul retro.

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La doppia carica schiaccia l'unità Oghuz come una pressa. L'invulnerabilità della Guardia di Konrad e la furia sanguinaria dello stesso gettano nel panico gli Orchi Neri, che si disperdono come foglie secche durante una bufera invernale. Le perdite per gli assalitori sono minime. Il terribile spettacolo di morte e distruzione getta nel panico i Portalance ancora vivi, che a loro volta si disperdono.

La battaglia è vinta.

Dopo lo scontro, Konrad manda un messaggero verso il campo di battaglia principale, avvertendo gli alleati della distruzione della potenziale minaccia al proprio retro. Il messaggero, tale Walarch Harkon, ucciderà invece il Thane Euan Ironfist e tornerà tutto contento a fare rapporto a Konrad, che non esiterà a decapitarlo per l'offesa recata al proprio onore.
 

Mikhail Mengsk

MSPAINT OVERTYRANT
AZOG IL KAPOGUERRA

Com'era forse fin troppo prevedibile, Azog mette la sua Orda personale al servizio della ben più grande Orda di Voryan nella sua guerra contro Regum, Ermos e i loro mercenari. Il compito di Azog è semplice: entrare nella Valle degli Imperatori Orientale e affrontare il nemico una volta arrivato.

Occasione che si presenterà presto, quando le armate dei Thane Euan Ironfist e Shiran Sventragnoll entreranno nella provincia a braccetto. Dall'Orda di Voryan si stacca un corpo d'armata che si muove per intercettare Euan Ironfist. Ad Azog e ai suoi Oghuz tocca fermare il famigerato Shiran Sventragnoll.

L'Orda di Azog si schiera su un fronte largo, mentre il fianco destro dell'armata di Shiran resta saldamente ancorato all'armata di Euan Ironfist. Il fianco rifiutato dai Nani obbliga l'ala destra dell'Orda di Azog a marciare per un po' a vuoto. Comunque, l'Orda si tiene inizialmente alla distanza, ma i 200 Cavalleggeri Zhaki dello scaglione sinistro dell'armata nanica avanzano e bersagliano 400 Guerrieri Orchi, infilzandone la metà con le loro frecce. Inaspettatamente, tutta l'unità va in rotta. Hughdish, mago al servizio di Azog, tenta di arrostire gli Zhaki con una palla di fuoco, ma l'arcimago Elpmilla al servizio di Shiran lo annulla con un controincantesimo.

Dietro gli Zhaki, 200 Cavalieri della Condotta manovrano per posizionarsi in un punto dal quale possano minacciare di caricare l'intera parte destra dello schieramento Oghuz.

A questo punto, Azog ordina l'avanzata generale. Hugdish ritenta con la magia, riuscendo ad evocare una pioggia di pietre che investe gli Zhaki, uccidendone 90. L'unità arretra.

400 Arbalestrieri e 400 Elfi Erranti avanzano quindi a sinistra. Gli Elfi grazie ai loro lunghi archi splendidamente costruiti arrivano già a gittata di tiro sul massiccio ammasso di 600 Orchi Neri che costituiscono il centro dello schieramento di Azog. La pioggia di dardi fa 133 morti fra gli Orchi.

L'Orda avanza ancora, con l'ala destra ad iniziare una manovra avvolgente attorno al fianco sinistro dell'armata nanica. I Cavalieri della Condotta vedono il pericolo e decidono di caricare: le lunghe lance dei cavalieri si abbassano mentre l'unità raggiunge la velocità di carica e si schianta contro la massa dei 95 Martellatori che costituiscono la punta di lancia dell'ala destra dell'Orda di Azog. L'impatto è devastante: decine di Ogri finiscono impalati dalle pesanti lance dei mercenari, ma la massa dell'unità è tale da rallentare l'impeto degli attaccanti e consentire al resto dell'unità di rispondere a mazzate e martellate. Alla fine, i Martellatori vengono cancellati, ma al suolo rimangono anche 31 Cavalieri.

Dietro gli Ogri, però, ci sono 400 Portalance che non esitano a buttarsi contro il loro naturale nemico. Muoiono altri 66 Cavalieri, che però abbattono 70 nemici.

Gli Arbalestrieri di Shiran giungono a gittata (o meglio, è il nemico a portarsi entro la gittata utile) e lanciano i loro quadrelli contro i 459 Lanciatori d'Ascia che hanno di fronte. L'intera unità Oghuz è spazzata via in un'esibizione di stratosferica superiorità tecnologica: i quadrelli sfondano le leggere armature nemiche e trafiggono centinaia di Lanciatori d'Ascia. L'intera unità si dissolve tra le urla di trionfo degli Arbalestrieri. Accanto a loro, gli Elfi tirano di nuovo contro gli Orchi Neri, ma stavolta fanno solo 80 morti.

300 vendicativi Cavalcabestie escono a sorpresa dall'ala per caricare gli Arbalestrieri trionfanti; la carica è devastante, e spazza via l'intera unità in pochi minuti. I Nani si battono col furore della disperazione, massacrando 45 attaccanti, ma la disfatta è innegabile. L'impeto dei Cavalcabestie li porta però dritti nelle braccia delle retrostanti 400 Guardie del Corvo, che vendicano i compagni caduti massacrando gli Oghuz al prezzo di sole 32 perdite.

Gli Elfi Erranti, per evitare di fare la fine degli Arbalestrieri, si ritirano dietro le unità da mischia.

L'Orda avanza ancora. Una Brigata di 459 Lanciatori d'Ascia si spinge in avanti e bersaglia 300 Guardie Cittadine di Sarzema, facendo 114 morti. Replicano i Cavalleggeri Zhaki all'estrema sinistra, che riducono 43 Tori Ogre ad altrettanti puntaspilli mentre si accingevano a caricare la Guardia del Corvo.

L'intera Orda scivola verso destra, dispiegando le proprie forze per tentare un altro aggiramento sul fianco. Intanto, la prima fila carica i Nani. 387 Orchi Neri impegnano 484 Soldati del Clan, in una sanguinosa mischia che si conclude con una perfetta parità con 161 morti a testa. 400 Guerrieri Orchi caricano 187 Guardie di Sarzema; i coraggiosi alabardieri affettano ben 248 Oghuz, perdendo però a loro volta 133 soldati. GLi Orchi vanno in rotta, mentre i soldati di Sarzema tengono duro. Infine, 180 mostruosi Mangiauomini si schiantano contro altre 300 Guardie Cittadine di Sarzema, in un'orgia di sangue e budella che si conclude con 105 Guardie agonizzanti o masticati e 62 Ogri sventrati e fatti a pezzi. La Guardia Cittadina resiste al panico e tiene la posizione.

Sull'ala sinistra, i Cavalieri della Condotta si divincolano dalla mischia con i Portalance lasciando sul campo altri 3 Cavalieri.

E' il momento della controffensiva dei Nani! Shiran Sventragnoll suona il suo grande corno e guida la carica della sua Guardia Personale di 300 Spaccaferro contro i Lanciatori d'Ascia lasciati scoperti dalla fuga dei Guerrieri. Lo sfondamento è pressoché immediato grazie alla formazione a cuneo: i 459 Lanciatori d'Ascia combattono valorosamente ma vengono sterminati, al prezzo di soli 76 Spaccaferro. 600 Legionari caricano i Mangiauomini superstiti, uccidendone 100 e perdendo a loro volta 108 soldati. Gli Ogre, rimasti solo in 18, cedono alla pressione e fuggono.

L'avanzata dei Legionari impatta contro un muro di 400 Portalance, che tentano immediatamente di ricacciare indietro i soldati di Shiran. Senza successo: nello scontro muoiono 164 Portalance e solo 88 Legionari.

Sullo scaglione sinistro, però, le 368 Guardie del Corvo ancora in grado di combattere subiscono la fulminea carica frontale di 764 Berserker, neanche rallentati dall'improvvisa comparsa di un Elementale della Tempesta che uccide non meno di 115 Berserker da solo. Il resto dell'unità semplicemente gli passa accanto e si schianta sulle Guardie del Corvo! L'assalto è talmente violento da frammentare la formazione delle Guardie e dispederle dopo un corpo a corpo sanguinoso e mortifero. 325 Guardie giacciono agonizzanti o morte a terra, e il resto si dà alla fuga. La massa dei Berserker furiosi si abbatte sui retrostanti 62 Alabardieri, che per quanto combattano coraggiosamente vengono anch'essi travolti. La carica ha estorto un pesante dazio anche ai Berserker, 307 dei quali sono stati fatti a pezzi dai gladii dei difensori o impalati dalle alabarde, ma comunque il fianco sinistro dell'armata di Shiran è in grave pericolo.

La reazione del Thane è però fulminea e devastante: una carica combinata di 10 Giganti del Gelo e dei 100 Cavalieri della Condotta, preceduta dal tiro degli Elfi Erranti. La brigata di Berserker viene annientata, anche se al prezzo di 40 Cavalieri.

Azog insiste sul lato destro, mandando nuovamente in avanti i Portalance e 43 Tori Ogre. I primi riescono ad ingaggiare i Cavalieri della Condotta dopo l'arretramento dei Cavalleggeri Zhaki, disarcionando e uccidendo tutti i cavalieri tranne 5 che si danno alla fuga, perdendo a loro volta 50 lanceri. I Tori impattano invece contro i 10 Giganti del Gelo; il titanico scontro finirà 20 a 4 per i Giganti.

Gli Zhaki, stufi di fuggire, tirano sui Portalance, abbattendone 100.

Al centro Orchi Neri e Soldati del Clan continuano a fronteggiarsi. Nella mischia cadono altri 107 Orchi e 75 Nani. Nessuna delle due unità accenna a ritirarsi.

Azog, vedendo la vittora allontanarsi, tenta il tutto per tutto: ordina a 87 Arcieri di bersagliare la Guardia Personale di Shiran Sventragnoll (solo 14 morti) e poi la carica con i suoi 500 Orchi Neri scelti.

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L'impatto e la superiorità numerica di oltre 2 a 1 spingono indietro gli Spaccaferro, che pur lottando metro per metro subiscono perdite pesantissime. La maggior parte dell'unità viene distrutta, solo una trentina di guerrieri riescono a salvarsi fuggendo; lo Scudiero Thoin dei Nir dà la vita per proteggere il proprio Thane da un colpo micidiale. GLi Orchi Neri subiscono anch'essi 112 perdite, ma la vittoria potrebbe essere decisiva.

Ci mette una pezza la Guardia Cittadina di Sarzema. Le due unità separate si compattano in una falange di 248 alabardieri e si oppongono unite alla Guardia Personale di Azog. L'intento è lodevole, ma la superiorità dell'elite dell'Orda di Azog è ancora chiara: cadono 161 Guardie e 124 Orchi Neri. Il muro di alabarde tiene ancora, ma è solo questione di tempo prima che crolli.


Sfortunatamente per Azog, la giornata volge ormai al termine, e nonostante la vittoria della sua armata e dell'ala sinistra dell'Orda al suo fianco, il grosso dell'armata di Voryan è sconfitto dalle truppe di Ermos e Regum. Il Warlord Konrad von Carstein, inoltre, avanza verso il campo di battaglia. E' tempo di ritirarsi a Fabria...
 

Mikhail Mengsk

MSPAINT OVERTYRANT
SHIRAN SVENTRAGNOLL

Dopo una serrata trattativa con il Duca di Ermos, il Thane Shiran decide di rimanere al fianco della coalizione anti-Oghuz e si prepara alla battaglia decisiva. Essendo la sua armata già ben preparata da un anno, sceglie di acquistare solo i Rifornimenti necessari al suo sostentamento per la campagna del 1292 e si unisce alle truppe ducali marciando sulla Valle degli Imperatori Orientale.

L'esercito viene però affrontato subito da un'arrembante Orda di Voryan, affiancato dal Nefarita Azog il Kapoguerra. E' proprio l'armata di quest'ultimo che va a posizionarsi di fronte a quella di Shiran, dando vita ad una battaglia piena di capovolgimenti di fronte, ma soprattutto di stragi. Alla fine, la rotta della Guardia Personale di Shiran Sventragnoll decide la battaglia: l'armata di quest'ultimo si ritira in buon ordine. Shiran stesso scampa alla morte grazie al sacrificio del suo Scudiero Thoin dei Nir.

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La sconfitta degli Spaccaferro di Shiran contro gli Orchi Neri di Azog è sicuramente uno dei momenti decisivi dell'anno, ma il Nano è ancora vivo, e sicuramente cercherà la sua vendetta.
 

Mikhail Mengsk

MSPAINT OVERTYRANT
EUAN IRONFIST

Il Nano che più volte si era scontrato contro Konrad von Carstein stavolta si trova a combattere dalla sua stessa parte, anche se dalla parte opposta del fronte. Appaiato al compare Shiran Sventragnoll, si spinge nella Valle degli Imperatori Orientale, e come il compare si trova subito aggredito dalle truppe orchesche. Nel suo caso è l'estrema sinistra dell'Orda di Voryan che si stacca dal corpo principale (che va ad attaccare l'armata di Ermos) e si allarga oltre i ranghi dell'armata di Azog per andare ad affrontare le truppe di Euan Ironfist.

Questi schiera per l'occasione un'armata decisamente atipica: quasi interamente di cavalleria! Ben 300 Cavalieri della Condotta e 1050 Ussari rappresentano la punta di lancia dell'armata.

Da parte sua, il Krogg che guida l'ala sinistra dell'Orda di Voryan schiera 950 Guerrieri, 700 Portalance, 400 Lanciatori d'Ascia, 700 Berserker, 500 Orchi Neri e addirittura 1000 Cavalcabelve. Evidentemente entrambi i condottieri sperano nella superiorità di manovra...

Entrambe le armate avanzano; la cavalleria di Euan si porta entro il raggio di carica, e appena possibile si lancia in avanti cogliendo di sorpresa gli Oghuz. I 300 Cavalieri della Condotta si schiantano contro 300 Guerrieri Orchi, annientandoli al costo di soli 10 Cavalieri. L'unità di cavalleria sfonda sui retrostanti 650 Guerrieri, dando vita ad un feroce corpo a corpo. Cadono 386 Oghuz, ma la massa dei nemici schiaccia l'unità di Cavalieri, uccidendone 216 e mandando l'unità in rotta prima che gli Ussari possano andare al salvataggio.

L'armata Oghuz inizia a ripiegarsi contro il lato destro della Legione del Picco Roccioso. I Portalance in prima fila e la massa degli Orchi Neri tengono a freno l'esuberanza degli Ussari, che si trovano privi di bersagli utili. I 1000 Cavalcabestie sull'ala esterna avanzano cauti per evitare di essere caricati dalle controparti di Euan.

Alla fine, gli Oghuz arrivano a tiro dei Grifoni di Ermos e dei Balestrieri. I primi fanno 100 morti ai Portalance dello scaglione destro nemico, i secondi ne fanno 60 ai Portalance al centro. Troppo poco: l'Orda si lancia in avanti e i tiratori di Euan si rifugiano dietro la fanteria. 350 Ussari sulla sinistra approfittano dello scollamento delle prime linee orchesche per caricare i Guerrieri sopravvissuti alla mischia con i Cavalieri della Condotta e li massacrano riuscendo poi a sfondare e portarsi fuori dal raggio di eventuali controcariche. Nell'assalto cadono 20 Ussari.

Il grosso dell'orda si abbatte sugli Spaccaferro, compresa la Guardia Personale di Euan. Che da sola (78 soldati) deve reggere l'urto di 300 Portalance. Fortunatamente, nell'ora del destino i compagni di Euan Ironfist danno il meglio di sé e falciano 104 nemici, perdendo solo 33 Spaccaferro. A fianco, i loro 160 compagni macellano 160 Portalance su 240, mandando in rotta l'unità. I superstiti in fuga verranno poi cacciati come bestiame dagli Ussari nelle retrovie dell'armata Oghuz.

500 Orchi Neri della Guardia Personale del Krogg supportati da 400 Lanciatori d'Ascia assaltano i 500 Picchieri che tengono il fianco destro della Legione del Picco Roccioso. I tiratori mietono 124 morti, mentre la carica degli Orchi Neri si conclude con un sostanziale pareggio con 111 Orchi impalati e 130 Picchieri morti.

Stanche di schermaglie inutili, le due Brigate di 500 Cavalcabestie sull'ala sinistra si lanciano in avanti; i 700 Ussari non possono che andare ad intercettare ma vengono sopraffatti. Ne cadono 666 sotto le feroci zanne delle belve degli Oghuz e le armi dei loro cavalieri. Le sciabole e le lance corte degli Ussari abbattono 350 nemici, ma non basta. I resti dei due Reggimenti di Ussari fuggono, mentre i Cavalcabelve si posizionano per minacciare il fianco della Legione di Ironfist.

200 Lunghebarbe prendono il posto della Guardia di Euan, respingendo i Portalance e facendone strage: 135 orchi vengono fatti a pezzi dalle asce dei veterani Nani, che perdono solo 36 soldati.


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Con la linea di vista adesso "liberata" dai compagni, due unità di 350 Berserker possono finalmente caricare il nemico. Si schiantano contro i Lunghebarbe e gli Spaccaferro, facendo 136 morti ai primi e uccidendo tutti i secondi (127). Cadono 267 Berserker durante l'assalto, ma lo sfondamento può mettere in pericolo tutta l'armata nanica.

Ci mettono una pezza i tiratori, che tempestano gli Oghuz grondanti sangue con una pioggia di frecce e quadrelli: i Balestrieri ne trafiggono 110, i Grifoni 90. Questi ultimi si lanciano poi coraggiosamente in avanti, ingaggiando i superstiti. L'epica sfida viene vinta dai Berserker per 123 a 100, ma l'impatto della carica è sufficiente a tamponare la falla.

Sull'ala destra ormai scoperta, 20 Alabardieri si immolano contro 300 Cavalcabestie, impalandone 21 ma finendo massacrati. L'altra unità orchesca carica a fondo nella linea dei Picchieri, disintegrandone la formazione al prezzo di 40 perdite. L'intero fianco destro della Legione del Picco Roccioso è collassato.

La cavalleria di Euan ha uno scatto d'orgoglio: gli 84 Cavalieri della Condotta chiamatisi a raccolta caricano un'unità di Cavalcabestie, mentre gli ultimi Ussari superstiti caricano sul retro i Lanciatori d'Ascia. La carica dei Cavalieri fa 126 morti, ma le perdite subite portano i Cavalieri superstiti alla fuga. Va meglio agli Ussari, che sfondano i ranghi dei Lanciatori d'Ascia subendo 42 perdite e si schiantano sul retro degli Orchi Neri. Qui però termina la loro corsa: benché passino a fil di spada 150 Orchi, la restante massa di combattenti è più che sufficiente a smembrare l'unità di Ussari, i cui resti si disperdono.

Con l'esaurimento delle riserve, ad Euan non resta che suonare la ritirata.

Di fronte al concreto rischio di accerchiamento, la Legione del Picco Roccioso inizia a ritirarsi verso Ermos. Al culmine della disfatta, tuttavia, arriva un messaggero da Konrad von Carstein di nome Walach Harkon. Questi informata Euan della vittoria del suo padrone nella battaglia ad ovest, e subito dopo aver accusato di codardia il Nano per essersi ritirato, estrae la daga che porta al fianco e lo trafigge al petto!

Euan crolla al suolo in un lago di sangue. I suoi soldati, inorriditi e incalzati dagli Orchi, lasciano cadere le armi e fuggono a gambe levate verso Ermos. Solo gli Spaccaferro e i Lunghebarbe mantengono una parvenza di compattezza, e si ritirano verso la città solo dopo aver recuperato il corpo del loro Thane. L'emissario di Konrad approfitta del caos per fuggire.

Euan Ironfist è morto.
 
Stato
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