Mikhail Mengsk
MSPAINT OVERTYRANT
BATTAGLIA DI GRAMLUND
La coraggiosa (o folle?) sortita dei Carcarodonti di Balon il Pazzo nelle Paludi Nere aveva ottenuto l'unico effetto di scatenare una violenta reazione da parte del Tempio di Senir'Daka. Un'orda di non morti e lucertoloidi è sorta dalle paludi ed ha inseguito Balon oltre il confine. A sua volta, la Regina Hilda Falkenberg ha portato l'esercito fuori dalle mura per affrontare la minaccia in campo aperto.
A Balon, una volta riunite le sue truppe, è stato dato l'ordine di tenere l'estrema destra dello schieramento nemico, mentre il grosso dell'armata lucertoloide veniva impegnato dai soldati della Regina.
I Non Morti si riveleranno troppo coriacei per le truppe di Balon, che verranno decimate o messe in fuga. Prima che l'inevitabile si compia, Balon suona la ritirata, portando il suo esercito dentro le mura di Gramlund.
La battaglia principale avrà un andamento e un esito molto simili.
Gli Ulfhednar si immolano in un'azione di retroguardia insieme alla milizia stracciona delle retrovie, mentre ciò che resta dell'armata cittadina si ritira al di là delle mura. Gli invasori perdono qualche ora a perlustrare il campo e massacrare i superstiti, poi circondano la città e si apprestano ad assediarla.
ASSALTO AL TRONO DEGLI ELFI
L'anno scorso, un esercito di Non Morti aveva guadato il Lonx ed assalito in piena notte il Trono degli Elfi, facendo strage di difensori e popolani e razziando un ricco bottino prima di tornare nelle paludi morte attraverso il fiume. Stavolta, il Regno del Lonx fronteggia una vera e propria invasione su due fronti.
Un grosso esercito di Goblin discende infatti dal Regno di Varkazy, invade la Foresta Vecchia e punta dritto sul Trono. Allo stesso tempo, in piena notte, San Guinefor e la sua Questua (enormemente più numerosa della precedente) tornano a varcare il confine fra le paludi e il regno degli Elfi, puntando anch'essi sul Trono.
Gli Elfi del Lonx, ritenendo a ragione impossibile sconfiggere entrambi gli eserciti in battaglia, scelgono di ritirarsi entro le mura del castello, vessando però gli invasori con una guerriglia spietata fatta di agguati e imboscate. Tra le fila della Questua, San Guinefor riesce a proteggere le sue unità più importanti con un "rivestimento" di Non Morti, che si aggrappano agli spuntoni e alle piastre dei Golem d'Ossa e delle Belve Putrescenti, riparandoli dalle frecce. Muoiono circa 700 Non Morti nel breve tratto fra le paludi e il Trono, ma la manovra preserva le truppe migliori di San Guinefor. Va peggio ai Goblin, che perdono ben 1120 Goblin Guerrieri, 500 Lanceri, 250 Goblin delle Profondità, 365 Cavalcalupi, 330 Arcieri, 120 Minotauri e 24 Troll.
In ogni caso, le due armate arrivano sotto le mura del Trono degli Elfi e danno il via alle operazioni d'assedio.
Ancora una volta, San Guinefor fa sfoggio di grande creatività, e dell'utilità di avere a disposizione truppe senza paura e che non conoscono il dolore: raggruppa infatti i suoi 800 Golem d'Ossa in quattro grandi unità, assegnando ad ognuna un Ariete (tre vengono costruiti dai Goblin) e uno stuolo di Non Morti da usare come "scudi umani". I 900 Arcieri Scheletri si schierano a distanza di tiro; il resto dell'armata (1000 Scheletri Guerrieri e i 200 Monatti della sua Guardia Personale) attendono in seconda fila. Vengono rapidamente costruiti una Catapulta e 20 Scale d'Assalto.
I Goblin da parte loro costruiscono 3 Arieti (dati a San Guinefor una volta vista e apprezzata la sua tattica), 20 Scale, 5 Catapulte e 2 Torri d'Assedio. L'armata che arriva sotto le mura del Trono è composta da 3880 Guerrieri Goblin, 2500 Lanceri, 2250 Goblin delle Profondità, 50 Cavalcalupi, 1170 Goblin Arcieri, 476 Troll e 880 Minotauri.
Nel castello, 2200 Spadaccini Elfi, 1000 Lanceri, 500 Guerrieri Danzanti, 2800 Arcieri Elfici e 1000 Guardie del Trono attendono l'inizio della battaglia finale.
Nonostante tutto, anche l'ultima resistenza viene travolta. Il Re del Lonx, parte della corte e gli ultimi superstiti della Guardia del Trono fuggono su delle imbarcazioni; il resto dei difensori cerca scampo come può, i pochi che ci riescono si disperdono nella foresta. Il castello viene saccheggiato e parzialmente demolito. Il Generale Goblin Lektar as-Jahaz si siede trionfante sul Trono degli Elfi, battendo sul tempo i Monatti di San Guinefor.
L'ORDA SI SPACCA
Nonostante la vittoria contro le forze di Gudrud "Blodtorst", l'Orda di Ondzaga aveva subito perdite pesantissime. Peggio che mai, il Nefarita Ulan Athrai era morto, e non c'era un successore chiaro alla carica di Nefarita dell'Orda. Un consiglio fra vari capotribù non portò a niente, se non alla polarizzazione delle varie tribù in due schieramenti, dalla "politica" decisamente divergente.
Alla fine, riconoscendo l'impossibilità di un accordo, l'Orda di Ondzaga si divise in due Orde più piccole: l'Orda di Grahas, che manteneva il controllo di Kav e Oxma, e l'Orda di Ezhar, che governava invece Madhur, Orl e Turgar.
TOLLERANZA ZERO
Non riuscendo a trovare un accordo per una pacifica coesistenza nelle Colline di Erkhat con i coloni Axal, i Nani Rossi chiedono l'aiuto militare del Clan Pugnodipiombo, che manda un'armata a prendere ufficialmente possesso della provincia. Gli Axal vengono cacciati in malo modo verso il Bosco di Narwath, e gli viene concesso di portare con sé solo l'equivalente di un carro da fieno in beni personali e un massimo di 10 animali da fattoria.
Agli emissari Axal che giungono a Zoa-Than, l'Alto Re dei Nani Rossi Osman Pugnodipiombo risponde freddo: "Queste colline ora sono nostre. Se le volete, venite a prendervele armi in pugno".
CORVI E GRIFONI
La battaglia decisiva fra l'Orda di Voryan e la coalizione di Regum ed Ermos si svolge nella Valle degli Imperatori Orientale. Astutamente, il Nefarita Voryan sfrutta la posizione centrale per cercare di combattere le due minacce separatamente. Costruisce un accampamento fortificato vicino al confine ovest della provincia per fermare le truppe di Regum e del Battaglione Nero di Konrad von Carstein, e rivolge il grosso dell'Orda (e le truppe dell'alleato Azog) contro Ermos e i suoi mercenari Nani.
La tattica ad Ovest, tuttavia, fallisce: Konrad si è portato dietro ben 10 Trabucchi, con i quali prima decima, poi costringe alla battaglia aperta la guarnigione dell'accampamento fortificato. Lo scontro è sanguinoso ma si conclude con la vittoria degli umani. Peggio, la mossa di Konrad "libera" l'armata di Regum dalla trappola e le consente di muovere verso est.
Voryan però non è rimasto con le mani in mano: l'Orda (insieme alle truppe di Azog) infatti ha impattato con forza tremenda contro gli alleati di Ermos, sconfiggendoli seppure di misura e respingendoli verso Ermos.
Le truppe cittadine affrontano adesso il nerbo dell'Orda, guidato da Voryan stesso alla guida di ben 1035 Cavalieri Toshar. Con sé porta 4500 Guerrieri, 1800 Lanciatori d'Ascia, 1000 Berserker, 2000 Orchi Neri e 2500 Portalance. Questa massa di quasi 13000 Oghuz affamati di sangue e bottino avanza verso l'armata di Ermos, che conta solo 2000 Picchieri, 1000 Grifoni di Ermos, 500 Guardie del Corvo, 1000 Legionari, 300 Ussari e 300 Corazzieri.
Il piano di Voryan è di travolgere velocemente e con poche perdite l'armata cittadina, poi voltarsi ed affrontare le sopraggiungenti truppe di Regum. Se tutto andasse secondo i piani la vittoria sarebbe a portata di mano malgrado, riunite, le truppe di Ermos e Regum siano leggermente più forti delle sue. Affrontarle una alla volta farebbe tutta la differenza del mondo...
Nonostante questo, la posizione di Voryan si sta facendo difficile: le sue unità sono praticamente circondate, e la Guardia Imperiale di Regum è libera di ingaggiare il retro delle truppe che ancora fronteggiano i resti dell'armata di Ermos. Le vittorie dell'alleato Azog e dell'ala sinistra che ha mandato in rotta Euan Ironfist sono state vittorie costose. E l'armata di Konrad potrebbe arrivare da un momento all'altro.
La situazione è sfavorevole: Voryan non vuole rischiare la testa in una battaglia così incerta, e in ogni caso non c'è possibilità per la sua Orda ormai indebolita di prendere Ermos di slancio. La battaglia decisiva si è risolta con un pareggio che costringe quindi il Nefarita Oghuz ad ordinare la ritirata e tornare a Fabria.
La Grande Battaglia della Valle degli Imperatori è terminata.
La coraggiosa (o folle?) sortita dei Carcarodonti di Balon il Pazzo nelle Paludi Nere aveva ottenuto l'unico effetto di scatenare una violenta reazione da parte del Tempio di Senir'Daka. Un'orda di non morti e lucertoloidi è sorta dalle paludi ed ha inseguito Balon oltre il confine. A sua volta, la Regina Hilda Falkenberg ha portato l'esercito fuori dalle mura per affrontare la minaccia in campo aperto.
A Balon, una volta riunite le sue truppe, è stato dato l'ordine di tenere l'estrema destra dello schieramento nemico, mentre il grosso dell'armata lucertoloide veniva impegnato dai soldati della Regina.
I Non Morti si riveleranno troppo coriacei per le truppe di Balon, che verranno decimate o messe in fuga. Prima che l'inevitabile si compia, Balon suona la ritirata, portando il suo esercito dentro le mura di Gramlund.
La battaglia principale avrà un andamento e un esito molto simili.
L'armata di Gramlund conta 2000 Bande da Guerra, 1000 Ulfhednar, 1000 Huskarl, 1000 Cacciatori, 600 Razziatori, 800 Guardie dello Jarl, e 1000 Teste di Ferro, l'elite di Gramlund. Accompagnano la Regina due Maghi del Ghiaccio di grande fama.
L'armata di Senir' Daka schiera invece 2000 Non Morti, 1500 Scheletri Guerrieri, 1500 Guerrieri Saurus, 400 Guardie del Tempio, 300 Golem d'Ossa, 300 Bestie Putrescenti, 1000 Arcieri Scheletri, 500 Kroxigor e 600 Cavalcaraptor.
Gli invasori avanzano velocemente, e così anche le truppe di Gramlund. Quando sembra profilarsi uno scambio di frecce fra i rispettivi tiratori, 600 Razziatori caricano attraverso la piana innevata, dividendosi in 3 Reggimenti ed assalendo gli Scheletri Arcieri di fronte. L'impatto dei leggeri schermagliatori a cavallo è però limitato: 250 Arcieri scheletrici vengono polverizzati, ma i rimanenti 750 massacrano gli assalitori. Prima che gli Scheletri riescano a riorganizzarsi, vengono bersagliati dagli 800 Cacciatori della prima fila di Gramlund, che causano altri 250 morti. Gli Scheletri superstiti rispondono al tiro, facendo 330 morti ai Cacciatori, che si ritirano dalla prima linea e si distribuiscono sui lati.
I 1000 guerrieri delle Bande da Guerra sull'estrema sinistra dello schieramento Unghar caricano i 1000 Scheletri Guerrieri che hanno di fronte. Malgrado l'impeto della carica, la magia che sostiene i Non Morti rende il combattimento impari: ben 889 Unghar cadono al suolo, mentre il resto si dà alla fuga. Solo 120 Scheletri si tramutano in polvere, sconfitti.
Le 800 Guardie dello Jarl assistono attoniti alla disfatta, e alla fine decidono di intervenire caricando gli abominii scheletrici. La carica, seppure possente, schiaccia solo 355 nemici, e la pronta reazione degli Scheletri Guerrieri trascina nella polvere ben 262 Guardie.
La Regina Hilda Falkenberg non ha neanche il tempo di contemplare la sconfitta del suo fianco sinistro che i 4 Reggimenti da 500 Non Morti ciascuno che compongono la prima linea dell'armata nemica impattano contro la sua prima linea. Nello scaglione sinistro, le sue Teste di Ferro falciano 416 morti ambulanti, perdendo solamente 83 soldati grazie all'ottima fattura delle loro armature. Va peggio al centro e nello scaglione destro, dove le due unità da 500 Bande da Guerra vengono sconfitte dal nemico: muoiono solo 272 non morti, mentre di 1000 guerrieri ne sopravvivono solo 167, che si danno alla fuga. All'estrema destra, invece, i 1000 Huskarl oppongono validamente le loro lance all'orda putrescente, impalando 340 Non Morti al prezzo di 105 soldati.
Approfittando dei varchi nello schieramento di Gramlund, 300 Golem d'Ossa e 300 Belve Putrescenti avanzano, ma i Maghi del Ghiaccio entrano in azione imprigionandoli all'interno di solide palizzate fatte di ghiaccio. 300 Cacciatori prendono di mira le belve ora imprigionate, uccidendone 84 con le loro frecce precise.
I 300 Cacciatori all'estrema sinistra tirano invece sui Non Morti che avevano impegnato gli Huskarl, colpendoli mentre si stavano sganciando e distruggendoli con un'unica precisa salva.
Replicano i 500 Arcieri Scheletri superstiti, che tirano contro le Teste di Ferro, colpendo però anche gli 83 Non Morti che erano in mischia con loro. Sotto la grandinata di frecce periscono 66 Teste di Ferro e tutti i Non Morti. La loro morte libera però spazio per la carica di 1000 Guerrieri Saurus contro le Teste di Ferro. La mischia si accende furiosa ma l'elite di Gramlund, spinta dalla sua Regina che combatte in prima fila con la sua famosa ascia Morso del Gelo, dà una superba prova di sé e massacra tutti i nemici, pur perdendo 250 soldati.
Il valore delle Teste di Ferro sprona i 1000 Ulfhednar della seconda fila, che avanzano ed impegnano i Non Morti di fronte a loro. Nel serrato combattimento che si accende fra le diverse unità cadono 428 Non Morti e 333 Ulfhednar.
L'ala sinistra, però, cede del tutto: le Guardie dello Jarl sono costrette a sganciarsi dal corpo a corpo con gli Scheletri Guerrieri, che sono ora liberi di caricare i Cacciatori di fronte a loro. Questi vendono cara la pelle distruggendo ben 150 nemici, ma vengono tutti uccisi.
Li seguono in avanti 500 Kroxigor tenuti finora in riserva: la massa dei bestioni impatta contro la formazione delle Teste di Ferro vittoriose, spingendola indietro. Nella sanguinosa mischia cadono 200 Kroxigor e 291 Teste di Ferro.
Vedendo la rovina del lato sinistro e venendo informata dai Maghi delle ancora intatte riserve nemiche (400 Guardie del Tempio, altri 500 Guerrieri Saurus e 600 Cavalcaraptor), Hilda Falkenberg decide di suonare la ritirata.
L'armata di Senir' Daka schiera invece 2000 Non Morti, 1500 Scheletri Guerrieri, 1500 Guerrieri Saurus, 400 Guardie del Tempio, 300 Golem d'Ossa, 300 Bestie Putrescenti, 1000 Arcieri Scheletri, 500 Kroxigor e 600 Cavalcaraptor.
Gli invasori avanzano velocemente, e così anche le truppe di Gramlund. Quando sembra profilarsi uno scambio di frecce fra i rispettivi tiratori, 600 Razziatori caricano attraverso la piana innevata, dividendosi in 3 Reggimenti ed assalendo gli Scheletri Arcieri di fronte. L'impatto dei leggeri schermagliatori a cavallo è però limitato: 250 Arcieri scheletrici vengono polverizzati, ma i rimanenti 750 massacrano gli assalitori. Prima che gli Scheletri riescano a riorganizzarsi, vengono bersagliati dagli 800 Cacciatori della prima fila di Gramlund, che causano altri 250 morti. Gli Scheletri superstiti rispondono al tiro, facendo 330 morti ai Cacciatori, che si ritirano dalla prima linea e si distribuiscono sui lati.
I 1000 guerrieri delle Bande da Guerra sull'estrema sinistra dello schieramento Unghar caricano i 1000 Scheletri Guerrieri che hanno di fronte. Malgrado l'impeto della carica, la magia che sostiene i Non Morti rende il combattimento impari: ben 889 Unghar cadono al suolo, mentre il resto si dà alla fuga. Solo 120 Scheletri si tramutano in polvere, sconfitti.
Le 800 Guardie dello Jarl assistono attoniti alla disfatta, e alla fine decidono di intervenire caricando gli abominii scheletrici. La carica, seppure possente, schiaccia solo 355 nemici, e la pronta reazione degli Scheletri Guerrieri trascina nella polvere ben 262 Guardie.
La Regina Hilda Falkenberg non ha neanche il tempo di contemplare la sconfitta del suo fianco sinistro che i 4 Reggimenti da 500 Non Morti ciascuno che compongono la prima linea dell'armata nemica impattano contro la sua prima linea. Nello scaglione sinistro, le sue Teste di Ferro falciano 416 morti ambulanti, perdendo solamente 83 soldati grazie all'ottima fattura delle loro armature. Va peggio al centro e nello scaglione destro, dove le due unità da 500 Bande da Guerra vengono sconfitte dal nemico: muoiono solo 272 non morti, mentre di 1000 guerrieri ne sopravvivono solo 167, che si danno alla fuga. All'estrema destra, invece, i 1000 Huskarl oppongono validamente le loro lance all'orda putrescente, impalando 340 Non Morti al prezzo di 105 soldati.
Approfittando dei varchi nello schieramento di Gramlund, 300 Golem d'Ossa e 300 Belve Putrescenti avanzano, ma i Maghi del Ghiaccio entrano in azione imprigionandoli all'interno di solide palizzate fatte di ghiaccio. 300 Cacciatori prendono di mira le belve ora imprigionate, uccidendone 84 con le loro frecce precise.
I 300 Cacciatori all'estrema sinistra tirano invece sui Non Morti che avevano impegnato gli Huskarl, colpendoli mentre si stavano sganciando e distruggendoli con un'unica precisa salva.
Replicano i 500 Arcieri Scheletri superstiti, che tirano contro le Teste di Ferro, colpendo però anche gli 83 Non Morti che erano in mischia con loro. Sotto la grandinata di frecce periscono 66 Teste di Ferro e tutti i Non Morti. La loro morte libera però spazio per la carica di 1000 Guerrieri Saurus contro le Teste di Ferro. La mischia si accende furiosa ma l'elite di Gramlund, spinta dalla sua Regina che combatte in prima fila con la sua famosa ascia Morso del Gelo, dà una superba prova di sé e massacra tutti i nemici, pur perdendo 250 soldati.
Il valore delle Teste di Ferro sprona i 1000 Ulfhednar della seconda fila, che avanzano ed impegnano i Non Morti di fronte a loro. Nel serrato combattimento che si accende fra le diverse unità cadono 428 Non Morti e 333 Ulfhednar.
L'ala sinistra, però, cede del tutto: le Guardie dello Jarl sono costrette a sganciarsi dal corpo a corpo con gli Scheletri Guerrieri, che sono ora liberi di caricare i Cacciatori di fronte a loro. Questi vendono cara la pelle distruggendo ben 150 nemici, ma vengono tutti uccisi.
Li seguono in avanti 500 Kroxigor tenuti finora in riserva: la massa dei bestioni impatta contro la formazione delle Teste di Ferro vittoriose, spingendola indietro. Nella sanguinosa mischia cadono 200 Kroxigor e 291 Teste di Ferro.
Vedendo la rovina del lato sinistro e venendo informata dai Maghi delle ancora intatte riserve nemiche (400 Guardie del Tempio, altri 500 Guerrieri Saurus e 600 Cavalcaraptor), Hilda Falkenberg decide di suonare la ritirata.
Gli Ulfhednar si immolano in un'azione di retroguardia insieme alla milizia stracciona delle retrovie, mentre ciò che resta dell'armata cittadina si ritira al di là delle mura. Gli invasori perdono qualche ora a perlustrare il campo e massacrare i superstiti, poi circondano la città e si apprestano ad assediarla.
ASSALTO AL TRONO DEGLI ELFI
L'anno scorso, un esercito di Non Morti aveva guadato il Lonx ed assalito in piena notte il Trono degli Elfi, facendo strage di difensori e popolani e razziando un ricco bottino prima di tornare nelle paludi morte attraverso il fiume. Stavolta, il Regno del Lonx fronteggia una vera e propria invasione su due fronti.
Un grosso esercito di Goblin discende infatti dal Regno di Varkazy, invade la Foresta Vecchia e punta dritto sul Trono. Allo stesso tempo, in piena notte, San Guinefor e la sua Questua (enormemente più numerosa della precedente) tornano a varcare il confine fra le paludi e il regno degli Elfi, puntando anch'essi sul Trono.
Gli Elfi del Lonx, ritenendo a ragione impossibile sconfiggere entrambi gli eserciti in battaglia, scelgono di ritirarsi entro le mura del castello, vessando però gli invasori con una guerriglia spietata fatta di agguati e imboscate. Tra le fila della Questua, San Guinefor riesce a proteggere le sue unità più importanti con un "rivestimento" di Non Morti, che si aggrappano agli spuntoni e alle piastre dei Golem d'Ossa e delle Belve Putrescenti, riparandoli dalle frecce. Muoiono circa 700 Non Morti nel breve tratto fra le paludi e il Trono, ma la manovra preserva le truppe migliori di San Guinefor. Va peggio ai Goblin, che perdono ben 1120 Goblin Guerrieri, 500 Lanceri, 250 Goblin delle Profondità, 365 Cavalcalupi, 330 Arcieri, 120 Minotauri e 24 Troll.
In ogni caso, le due armate arrivano sotto le mura del Trono degli Elfi e danno il via alle operazioni d'assedio.
Ancora una volta, San Guinefor fa sfoggio di grande creatività, e dell'utilità di avere a disposizione truppe senza paura e che non conoscono il dolore: raggruppa infatti i suoi 800 Golem d'Ossa in quattro grandi unità, assegnando ad ognuna un Ariete (tre vengono costruiti dai Goblin) e uno stuolo di Non Morti da usare come "scudi umani". I 900 Arcieri Scheletri si schierano a distanza di tiro; il resto dell'armata (1000 Scheletri Guerrieri e i 200 Monatti della sua Guardia Personale) attendono in seconda fila. Vengono rapidamente costruiti una Catapulta e 20 Scale d'Assalto.
I Goblin da parte loro costruiscono 3 Arieti (dati a San Guinefor una volta vista e apprezzata la sua tattica), 20 Scale, 5 Catapulte e 2 Torri d'Assedio. L'armata che arriva sotto le mura del Trono è composta da 3880 Guerrieri Goblin, 2500 Lanceri, 2250 Goblin delle Profondità, 50 Cavalcalupi, 1170 Goblin Arcieri, 476 Troll e 880 Minotauri.
Nel castello, 2200 Spadaccini Elfi, 1000 Lanceri, 500 Guerrieri Danzanti, 2800 Arcieri Elfici e 1000 Guardie del Trono attendono l'inizio della battaglia finale.
L'assalto ha inizio.
Dalle mura piovono migliaia di frecce sulle truppe che provano ad avanzare con scale e arieti, mentre 4 Trabucchi martellano le retrovie e cercano di abbattere le Torri d'Assedio. I proiettili delle catapulte degli assalitori spazzano la sommità mura con giare infuocate, tentando di sfoltire i ranghi dei tiratori, ma molti proiettili passano alti e si schiantano sui quartieri interni, dove gli incendi si moltiplicano.
Un diversivo sul lato del fiume da parte degli Scinchi di San Guinefor attira su quella parte delle mura un centinaio di arcieri e di guerrieri, nonché una sortita da parte di un reggimento di Guerrieri Danzanti. Gli Scinchi vengono massacrati, ma per il resto della battaglia almeno 200 Elfi saranno costretti a fare la guardia su quel lato per timore di un assalto a sorpresa.
Gli scudi umani di San Guinefor proteggono a dovere i due Arieti mandati all'assalto, che giungono fino ai due portali fortificati. Qui, però, vengono accolti da un fitto lancio di pietroni e calderoni di olio bollente. I pietroni rimbalzano contro i corpi dei Non Morti e le tettoie rinforzate, ma l'olio bollente fa strage degli zombie che prendono istantaneamente fuoco, allargando il rogo alla struttura degli Arieti. I Golem, insensibili al dolore e al fuoco, insistono a martellare le porte mentre intorno a loro gli Arieti si riducono in cenere, continuando fino a quando il tronco che regge la testa rinforzata non si sbriciola sotto l'assalto delle fiamme. I portali sono gravemente danneggiati, però, e le fiamme iniziano ad avvolgere pure loro. I Golem, sotto il continuo lancio di massi e frecce, assalgono i portoni colpendoli con le loro armi.
Intanto, schiere di Scheletri Guerrieri e Goblin danno l'assalto alle mura con le scale, mentre le due Torri d'Assedio si avvicinano. Una di esse, colpita ripetutamente dai proiettili dei difensori, crollerà poco prima del traguardo, uccidendo un centinaio di Goblin Guerrieri e delle Profondità. L'altra, tuttavia, arriva a destinazione. Gli assalitori, sotto la copertura degli arcieri (loro e di San Guinefor) sciamano sulle mura.
Gli Elfi combattono con la forza della disperazione, ma il peso numerico degli invasori e la paura instillata dai morti viventi iniziano a fiaccarne il morale. Sulle mura, le orde di Goblin Guerrieri ricacciano indietro gli Elfi, facendo spazio per l'arrivo dei Goblin delle Profondità, che a centinaia sfruttano la Torre d'Assedio per portarsi sugli spalti. Dall'altra parte i Guerrieri Danzanti e gli Spadaccini falciano centinaia di Scheletri Guerrieri, ma altri ne arrivano dalle scale d'assalto. Due palle di fuoco e un fulmine devastano una torre difensiva, mentre quattro Elementali del Fuoco ne prendono d'assalto una seconda. I Maghi Elfi ribattono con incantesimi che potenziano i difensori sulle mura permettendogli di resistere al panico e di colpire i nemici con maggiore efficacia. Lampi di luce balenano sulle lame degli Spadaccini, che per un breve tempo riescono a ricacciare indietro mucchi di assalitori.
Nel pieno della battaglia, 200 Cavalleggeri Elfici escono da un boschetto vicino e caricano i tiratori degli assedianti, abbattendone un gran numero prima di venire circondati e massacrati. Dal folto della foresta continuano a partire dardi che falciano almeno dieci ufficiali e tre sciamani Goblin, oltre ad altri tiratori. Due Catapulte vengono date alle fiamme da frecce incendiarie che appiccano il fuoco alle giare piene di pece. Altri roghi aggrediscono le salmerie e gli accampamenti degli assedianti, mentre le sentinelle cadono colpite dalle frecce o con la gola tagliata.
Quando San Guinefor porta sotto le mura gli altri due arieti, e le porte già indebolite vengono finalmente sfondate, l'ombra della sconfitta aleggia ormai nei cuori degli ostinati difensori del Trono. Dai varchi caricano per primi i Troll, ma vengono accolti dalle compattissime falangi della Guardia del Trono, e nonostante le pesanti perdite inflitte non riescono a sfondare e anzi vengono ricacciati di là dalle porte con gravissime perdite. Dietro al varco, però, si sono ammassati circa 800 Minotauri, che caricano i difensori. Dietro di loro si preparano i Golem d'Ossa superstiti.
Migliaia di Elfi, Goblin e Non Morti giacciono al suolo fuori dalle mura, su di esse o negli spazi adiacenti ai portali. La carneficina non rallenta un attimo: morti e morenti si accasciano al suolo uno dopo l'altro, i coraggiosi Elfi che mulinano le loro lame falciando gli assalitori nel disperato tentativo di fermare la marea montante.
Alla fine, dopo quasi venti ore di assalto ininterrotto, gli Elfi superstiti abbandonano le torri e le mura per ritirarsi verso il Palazzo Reale, dove viene organizzata l'ultima resistenza. Tutti gli abitanti del castello impugnano le armi e si uniscono ai regolari. L'ultima mattanza è forse anche più feroce delle precedenti: dalle finestre del Palazzo gli arcieri fanno grandinare morte sugli assalitori, che devono sfondare le barricate improvvisate erette nelle stradine e nella grande piazza, gremite di difensori. Gli spazi ristrettissimi frustrano la massa degli assalitori, che soffrono le pesanti perdite subite dalle loro unità d'elite.
Dalle mura piovono migliaia di frecce sulle truppe che provano ad avanzare con scale e arieti, mentre 4 Trabucchi martellano le retrovie e cercano di abbattere le Torri d'Assedio. I proiettili delle catapulte degli assalitori spazzano la sommità mura con giare infuocate, tentando di sfoltire i ranghi dei tiratori, ma molti proiettili passano alti e si schiantano sui quartieri interni, dove gli incendi si moltiplicano.
Un diversivo sul lato del fiume da parte degli Scinchi di San Guinefor attira su quella parte delle mura un centinaio di arcieri e di guerrieri, nonché una sortita da parte di un reggimento di Guerrieri Danzanti. Gli Scinchi vengono massacrati, ma per il resto della battaglia almeno 200 Elfi saranno costretti a fare la guardia su quel lato per timore di un assalto a sorpresa.
Gli scudi umani di San Guinefor proteggono a dovere i due Arieti mandati all'assalto, che giungono fino ai due portali fortificati. Qui, però, vengono accolti da un fitto lancio di pietroni e calderoni di olio bollente. I pietroni rimbalzano contro i corpi dei Non Morti e le tettoie rinforzate, ma l'olio bollente fa strage degli zombie che prendono istantaneamente fuoco, allargando il rogo alla struttura degli Arieti. I Golem, insensibili al dolore e al fuoco, insistono a martellare le porte mentre intorno a loro gli Arieti si riducono in cenere, continuando fino a quando il tronco che regge la testa rinforzata non si sbriciola sotto l'assalto delle fiamme. I portali sono gravemente danneggiati, però, e le fiamme iniziano ad avvolgere pure loro. I Golem, sotto il continuo lancio di massi e frecce, assalgono i portoni colpendoli con le loro armi.
Intanto, schiere di Scheletri Guerrieri e Goblin danno l'assalto alle mura con le scale, mentre le due Torri d'Assedio si avvicinano. Una di esse, colpita ripetutamente dai proiettili dei difensori, crollerà poco prima del traguardo, uccidendo un centinaio di Goblin Guerrieri e delle Profondità. L'altra, tuttavia, arriva a destinazione. Gli assalitori, sotto la copertura degli arcieri (loro e di San Guinefor) sciamano sulle mura.
Gli Elfi combattono con la forza della disperazione, ma il peso numerico degli invasori e la paura instillata dai morti viventi iniziano a fiaccarne il morale. Sulle mura, le orde di Goblin Guerrieri ricacciano indietro gli Elfi, facendo spazio per l'arrivo dei Goblin delle Profondità, che a centinaia sfruttano la Torre d'Assedio per portarsi sugli spalti. Dall'altra parte i Guerrieri Danzanti e gli Spadaccini falciano centinaia di Scheletri Guerrieri, ma altri ne arrivano dalle scale d'assalto. Due palle di fuoco e un fulmine devastano una torre difensiva, mentre quattro Elementali del Fuoco ne prendono d'assalto una seconda. I Maghi Elfi ribattono con incantesimi che potenziano i difensori sulle mura permettendogli di resistere al panico e di colpire i nemici con maggiore efficacia. Lampi di luce balenano sulle lame degli Spadaccini, che per un breve tempo riescono a ricacciare indietro mucchi di assalitori.
Nel pieno della battaglia, 200 Cavalleggeri Elfici escono da un boschetto vicino e caricano i tiratori degli assedianti, abbattendone un gran numero prima di venire circondati e massacrati. Dal folto della foresta continuano a partire dardi che falciano almeno dieci ufficiali e tre sciamani Goblin, oltre ad altri tiratori. Due Catapulte vengono date alle fiamme da frecce incendiarie che appiccano il fuoco alle giare piene di pece. Altri roghi aggrediscono le salmerie e gli accampamenti degli assedianti, mentre le sentinelle cadono colpite dalle frecce o con la gola tagliata.
Quando San Guinefor porta sotto le mura gli altri due arieti, e le porte già indebolite vengono finalmente sfondate, l'ombra della sconfitta aleggia ormai nei cuori degli ostinati difensori del Trono. Dai varchi caricano per primi i Troll, ma vengono accolti dalle compattissime falangi della Guardia del Trono, e nonostante le pesanti perdite inflitte non riescono a sfondare e anzi vengono ricacciati di là dalle porte con gravissime perdite. Dietro al varco, però, si sono ammassati circa 800 Minotauri, che caricano i difensori. Dietro di loro si preparano i Golem d'Ossa superstiti.
Migliaia di Elfi, Goblin e Non Morti giacciono al suolo fuori dalle mura, su di esse o negli spazi adiacenti ai portali. La carneficina non rallenta un attimo: morti e morenti si accasciano al suolo uno dopo l'altro, i coraggiosi Elfi che mulinano le loro lame falciando gli assalitori nel disperato tentativo di fermare la marea montante.
Alla fine, dopo quasi venti ore di assalto ininterrotto, gli Elfi superstiti abbandonano le torri e le mura per ritirarsi verso il Palazzo Reale, dove viene organizzata l'ultima resistenza. Tutti gli abitanti del castello impugnano le armi e si uniscono ai regolari. L'ultima mattanza è forse anche più feroce delle precedenti: dalle finestre del Palazzo gli arcieri fanno grandinare morte sugli assalitori, che devono sfondare le barricate improvvisate erette nelle stradine e nella grande piazza, gremite di difensori. Gli spazi ristrettissimi frustrano la massa degli assalitori, che soffrono le pesanti perdite subite dalle loro unità d'elite.
Nonostante tutto, anche l'ultima resistenza viene travolta. Il Re del Lonx, parte della corte e gli ultimi superstiti della Guardia del Trono fuggono su delle imbarcazioni; il resto dei difensori cerca scampo come può, i pochi che ci riescono si disperdono nella foresta. Il castello viene saccheggiato e parzialmente demolito. Il Generale Goblin Lektar as-Jahaz si siede trionfante sul Trono degli Elfi, battendo sul tempo i Monatti di San Guinefor.
L'ORDA SI SPACCA
Nonostante la vittoria contro le forze di Gudrud "Blodtorst", l'Orda di Ondzaga aveva subito perdite pesantissime. Peggio che mai, il Nefarita Ulan Athrai era morto, e non c'era un successore chiaro alla carica di Nefarita dell'Orda. Un consiglio fra vari capotribù non portò a niente, se non alla polarizzazione delle varie tribù in due schieramenti, dalla "politica" decisamente divergente.
Alla fine, riconoscendo l'impossibilità di un accordo, l'Orda di Ondzaga si divise in due Orde più piccole: l'Orda di Grahas, che manteneva il controllo di Kav e Oxma, e l'Orda di Ezhar, che governava invece Madhur, Orl e Turgar.
TOLLERANZA ZERO
Non riuscendo a trovare un accordo per una pacifica coesistenza nelle Colline di Erkhat con i coloni Axal, i Nani Rossi chiedono l'aiuto militare del Clan Pugnodipiombo, che manda un'armata a prendere ufficialmente possesso della provincia. Gli Axal vengono cacciati in malo modo verso il Bosco di Narwath, e gli viene concesso di portare con sé solo l'equivalente di un carro da fieno in beni personali e un massimo di 10 animali da fattoria.
Agli emissari Axal che giungono a Zoa-Than, l'Alto Re dei Nani Rossi Osman Pugnodipiombo risponde freddo: "Queste colline ora sono nostre. Se le volete, venite a prendervele armi in pugno".
CORVI E GRIFONI
La battaglia decisiva fra l'Orda di Voryan e la coalizione di Regum ed Ermos si svolge nella Valle degli Imperatori Orientale. Astutamente, il Nefarita Voryan sfrutta la posizione centrale per cercare di combattere le due minacce separatamente. Costruisce un accampamento fortificato vicino al confine ovest della provincia per fermare le truppe di Regum e del Battaglione Nero di Konrad von Carstein, e rivolge il grosso dell'Orda (e le truppe dell'alleato Azog) contro Ermos e i suoi mercenari Nani.
La tattica ad Ovest, tuttavia, fallisce: Konrad si è portato dietro ben 10 Trabucchi, con i quali prima decima, poi costringe alla battaglia aperta la guarnigione dell'accampamento fortificato. Lo scontro è sanguinoso ma si conclude con la vittoria degli umani. Peggio, la mossa di Konrad "libera" l'armata di Regum dalla trappola e le consente di muovere verso est.
Voryan però non è rimasto con le mani in mano: l'Orda (insieme alle truppe di Azog) infatti ha impattato con forza tremenda contro gli alleati di Ermos, sconfiggendoli seppure di misura e respingendoli verso Ermos.
Le truppe cittadine affrontano adesso il nerbo dell'Orda, guidato da Voryan stesso alla guida di ben 1035 Cavalieri Toshar. Con sé porta 4500 Guerrieri, 1800 Lanciatori d'Ascia, 1000 Berserker, 2000 Orchi Neri e 2500 Portalance. Questa massa di quasi 13000 Oghuz affamati di sangue e bottino avanza verso l'armata di Ermos, che conta solo 2000 Picchieri, 1000 Grifoni di Ermos, 500 Guardie del Corvo, 1000 Legionari, 300 Ussari e 300 Corazzieri.
Il piano di Voryan è di travolgere velocemente e con poche perdite l'armata cittadina, poi voltarsi ed affrontare le sopraggiungenti truppe di Regum. Se tutto andasse secondo i piani la vittoria sarebbe a portata di mano malgrado, riunite, le truppe di Ermos e Regum siano leggermente più forti delle sue. Affrontarle una alla volta farebbe tutta la differenza del mondo...
Il comandante Arieo di Atropatene sa benissimo che può solo sperare di resistere abbastanza a lungo per poter essere salvata dall'armata di Regum. In disperata inferiorità, inizia ad arretrare mantenendo la formazione serrata. L'Orda di Voryan si spinge in avanti divorando rapidamente la distanza. Solo la vista delle lunghe picche dei Picchieri induce alla cautela, e i Lanciatori d'Ascia avanzano. Sono però accolti dalla devastante salva dei Grifoni di Ermos, che spazzano via le tre unità di Lanciatori più vicine, facendo 1100 morti.
I Lanciatori superstiti, sulle ali, convergono verso il centro ed eliminano il flebile schermo di 200 Miliziani a copertura dei lati dell'armata di Ermos. Arieo lancia 300 Ussari sull'ala sinistra e 500 Legionari su quella destra contro i lanciatori, che vengono massacrati. Muoiono però anche 35 Ussari e 100 Legionari.
Voryan schiuma di rabbia e spinge avanti il grosso dell'Orda: 1000 Guerrieri obbligano gli Ussari a ripiegare, mentre altri 1500 ingaggiano i Legionari vittoriosi, annientandoli al prezzo di 266 perdite. Lo scaglione sinistro dell'armata di Arieo, composto da 500 Legionari, subisce l'urto di una Brigata di 1000 Guerrieri Orchi. La mischia è feroce, i Legionari si battono come leoni malgrado la schiacciante superiorità numerica del nemico, e alla fine restano a terra 333 Oghuz e 444 Legionari. I superstiti vanno in rotta.
Poco dopo, anche il centro dell'Orda impatta contro la prima linea di Ermos, o meglio contro il velo di 200 Miliziani che protegge i Picchieri, e li disperde. Muoiono 66 Guerrieri Orchi. La massa degli Orchi finisce quindi dritta sui ranghi dei 2000 Picchieri di Arieo, che ne fermano l'avanzata con un muro di punte d'acciaio. 934 Guerrieri Oghuz si impalano sulle lunghe picche dei difensori, che subiscono solo 120 perdite.
Sull'ala destra, la Guardia del Corvo forte di 500 soldati carica coraggiosamente i 1234 Guerrieri Oghuz in avanzata. L'epico scontro si conclude in un bagno di sangue nel quale spirano 666 Oghuz e 308 soldati di Ermos.
Sull'ala opposta, Arieo affida ai suoi 300 Corazzieri il compito di fermare 1000 Guerrieri Oghuz, e i suoi cavalieri eseguono con solerzia caricando la massa di nemici e travolgendola. 800 Oghuz finiscono calpestati o impalati, e il resto si dà alla fuga. 125 Corazzieri restano a terra agonizzanti, ma la carica è un innegabile successo.
Voryan scatena quindi le sue truppe d'elite: le due Brigate di Cavalieri Toshar da lui stesso create. Un totale di 1035 mostruosità caricano Corazzieri e Guardie del Corvo, massacrandoli in un batter d'occhio. Solo 35 bestioni vengono feriti a morte nei brevi ma sanguinosi scontri che vedono l'Orda sfondare su entrambe le ali.
Mentre il Nefarita si frega le mani, certo di aver sferrato il colpo decisivo, da ovest si leva il suono di potenti corni da guerra, insieme al rombo dei tamburi. L'armata di Regum è arrivata!
Per prima cosa, i soldati di Aristillus catturano e passano a fil di spada i 200 Guerrieri e 100 Lanciatori d'Ascia in fuga. Tanto per dare un segnale. Poi, avanzano a cuneo verso le retrovie dell'Orda di Voryan, con in testa 475 Ussari e 400 Corazzieri tallonati da ben 1000 Guardie Imperiali.
Voryan reagisce velocemente, portando sul retro 2000 Portalance a copertura degli Orchi Neri, e due unità indebolite di Guerrieri Orchi. Intanto, cerca di spazzare via quello che resta dell'armata di Ermos: 1000 Berserker si lanciano in un varco delle linee nemiche e minacciano 300 Grifoni, che arretrano velocemente; i Berserker ridirigono la carica contro il fianco ora esposto dei Picchieri al centro. Contemporaneamente, 1000 Orchi Neri caricano sul fronte.
E' un massacro: l'unità di 940 Picchieri viene annientata. Cadono anche 150 Berserker e 300 Orchi Neri, ma l'armata di Ermos subisce un colpo devastante, anche perché il Generale Arieo di Atropatene cade nella mischia. A fianco, altri 1000 Orchi Neri impattano contro gli altri Picchieri, ma privi di minacce sul fianco i Picchieri inchiodano gli Orchi impalandone 313 e perdendo solo 266 soldati.
Vedendo l'armata di Ermos sull'orlo della distruzione, Aristillus rompe gli indugi e ordina la carica della punta avanzata: i 475 Ussari e i 400 Corazzieri evitano i Portalance allargandosi verso le ali e andando a caricare le due unità di 664 e 558 Guerrieri rispettivamente. Le cariche hanno successo e le unità Oghuz vengono travolte. Gli ussari subiscono 81 perdite, i Corazzieri solo 30.
Poco dopo, la Guardia Imperiale al completo ingaggia i 2000 Portalance che tengono il centro dello schieramento "d'emergenza" di Voryan. Poco prima dell'impatto, i soldati di Regum lanciano i loro micidiali Pila, falciando 660 Oghuz. Segue poi la carica vera e propria, che pianta un cuneo sanguinoso nel centro delle formazioni nemiche. 872 Portalance vengono fatti a pezzi dall'elite guerriera di Regum, contro solo 266 perdite fra gli attaccanti. Gran parte dei Portalance si danno alla fuga, solo 300 restano al loro posto. Lo sfondamento minaccia ora il retro dell'armata di Voryan.
Dall'altra parte del campo i resti dell'armata di Ermos continuano a combattere: i Grifoni tirano contro i Berserker, uccidendone 500.
Voryan tenta di nuovo la carta dei Toshar: gli ordina di compiere una conversione completa e li lancia contro le truppe di Regum. Una Brigata tenta di travolgere gli Ussari, che però si ritirano in tempo; l'altra parte alla carica contro i Corazzieri, che a loro volta controcaricano. Lo scontro è terrificante, ma la forza d'urto dei Toshar ha la meglio: cadono 123 di essi, ma l'intera unità di Corazzieri viene annientata.
Il Generale Aristillus vede la minaccia e replica con gli Arcieri: 700 di essi prendono di mira le unità di Toshar, ma la pioggia di frecce abbatte solo 58 bestioni. Aristillus ordina quindi ai Legionari di fermare il nemico: due unità da 750 Legionari l'una impegnano i Toshar, ma il corpo a corpo è ancora una volta dominato dai cavalieri di Voryan, che massacrano 333 Legionari perdendo solo 125 guerrieri.
I Lanciatori superstiti, sulle ali, convergono verso il centro ed eliminano il flebile schermo di 200 Miliziani a copertura dei lati dell'armata di Ermos. Arieo lancia 300 Ussari sull'ala sinistra e 500 Legionari su quella destra contro i lanciatori, che vengono massacrati. Muoiono però anche 35 Ussari e 100 Legionari.
Voryan schiuma di rabbia e spinge avanti il grosso dell'Orda: 1000 Guerrieri obbligano gli Ussari a ripiegare, mentre altri 1500 ingaggiano i Legionari vittoriosi, annientandoli al prezzo di 266 perdite. Lo scaglione sinistro dell'armata di Arieo, composto da 500 Legionari, subisce l'urto di una Brigata di 1000 Guerrieri Orchi. La mischia è feroce, i Legionari si battono come leoni malgrado la schiacciante superiorità numerica del nemico, e alla fine restano a terra 333 Oghuz e 444 Legionari. I superstiti vanno in rotta.
Poco dopo, anche il centro dell'Orda impatta contro la prima linea di Ermos, o meglio contro il velo di 200 Miliziani che protegge i Picchieri, e li disperde. Muoiono 66 Guerrieri Orchi. La massa degli Orchi finisce quindi dritta sui ranghi dei 2000 Picchieri di Arieo, che ne fermano l'avanzata con un muro di punte d'acciaio. 934 Guerrieri Oghuz si impalano sulle lunghe picche dei difensori, che subiscono solo 120 perdite.
Sull'ala destra, la Guardia del Corvo forte di 500 soldati carica coraggiosamente i 1234 Guerrieri Oghuz in avanzata. L'epico scontro si conclude in un bagno di sangue nel quale spirano 666 Oghuz e 308 soldati di Ermos.
Sull'ala opposta, Arieo affida ai suoi 300 Corazzieri il compito di fermare 1000 Guerrieri Oghuz, e i suoi cavalieri eseguono con solerzia caricando la massa di nemici e travolgendola. 800 Oghuz finiscono calpestati o impalati, e il resto si dà alla fuga. 125 Corazzieri restano a terra agonizzanti, ma la carica è un innegabile successo.
Voryan scatena quindi le sue truppe d'elite: le due Brigate di Cavalieri Toshar da lui stesso create. Un totale di 1035 mostruosità caricano Corazzieri e Guardie del Corvo, massacrandoli in un batter d'occhio. Solo 35 bestioni vengono feriti a morte nei brevi ma sanguinosi scontri che vedono l'Orda sfondare su entrambe le ali.
Mentre il Nefarita si frega le mani, certo di aver sferrato il colpo decisivo, da ovest si leva il suono di potenti corni da guerra, insieme al rombo dei tamburi. L'armata di Regum è arrivata!
Per prima cosa, i soldati di Aristillus catturano e passano a fil di spada i 200 Guerrieri e 100 Lanciatori d'Ascia in fuga. Tanto per dare un segnale. Poi, avanzano a cuneo verso le retrovie dell'Orda di Voryan, con in testa 475 Ussari e 400 Corazzieri tallonati da ben 1000 Guardie Imperiali.
Voryan reagisce velocemente, portando sul retro 2000 Portalance a copertura degli Orchi Neri, e due unità indebolite di Guerrieri Orchi. Intanto, cerca di spazzare via quello che resta dell'armata di Ermos: 1000 Berserker si lanciano in un varco delle linee nemiche e minacciano 300 Grifoni, che arretrano velocemente; i Berserker ridirigono la carica contro il fianco ora esposto dei Picchieri al centro. Contemporaneamente, 1000 Orchi Neri caricano sul fronte.
E' un massacro: l'unità di 940 Picchieri viene annientata. Cadono anche 150 Berserker e 300 Orchi Neri, ma l'armata di Ermos subisce un colpo devastante, anche perché il Generale Arieo di Atropatene cade nella mischia. A fianco, altri 1000 Orchi Neri impattano contro gli altri Picchieri, ma privi di minacce sul fianco i Picchieri inchiodano gli Orchi impalandone 313 e perdendo solo 266 soldati.
Vedendo l'armata di Ermos sull'orlo della distruzione, Aristillus rompe gli indugi e ordina la carica della punta avanzata: i 475 Ussari e i 400 Corazzieri evitano i Portalance allargandosi verso le ali e andando a caricare le due unità di 664 e 558 Guerrieri rispettivamente. Le cariche hanno successo e le unità Oghuz vengono travolte. Gli ussari subiscono 81 perdite, i Corazzieri solo 30.
Poco dopo, la Guardia Imperiale al completo ingaggia i 2000 Portalance che tengono il centro dello schieramento "d'emergenza" di Voryan. Poco prima dell'impatto, i soldati di Regum lanciano i loro micidiali Pila, falciando 660 Oghuz. Segue poi la carica vera e propria, che pianta un cuneo sanguinoso nel centro delle formazioni nemiche. 872 Portalance vengono fatti a pezzi dall'elite guerriera di Regum, contro solo 266 perdite fra gli attaccanti. Gran parte dei Portalance si danno alla fuga, solo 300 restano al loro posto. Lo sfondamento minaccia ora il retro dell'armata di Voryan.
Dall'altra parte del campo i resti dell'armata di Ermos continuano a combattere: i Grifoni tirano contro i Berserker, uccidendone 500.
Voryan tenta di nuovo la carta dei Toshar: gli ordina di compiere una conversione completa e li lancia contro le truppe di Regum. Una Brigata tenta di travolgere gli Ussari, che però si ritirano in tempo; l'altra parte alla carica contro i Corazzieri, che a loro volta controcaricano. Lo scontro è terrificante, ma la forza d'urto dei Toshar ha la meglio: cadono 123 di essi, ma l'intera unità di Corazzieri viene annientata.
Il Generale Aristillus vede la minaccia e replica con gli Arcieri: 700 di essi prendono di mira le unità di Toshar, ma la pioggia di frecce abbatte solo 58 bestioni. Aristillus ordina quindi ai Legionari di fermare il nemico: due unità da 750 Legionari l'una impegnano i Toshar, ma il corpo a corpo è ancora una volta dominato dai cavalieri di Voryan, che massacrano 333 Legionari perdendo solo 125 guerrieri.
Nonostante questo, la posizione di Voryan si sta facendo difficile: le sue unità sono praticamente circondate, e la Guardia Imperiale di Regum è libera di ingaggiare il retro delle truppe che ancora fronteggiano i resti dell'armata di Ermos. Le vittorie dell'alleato Azog e dell'ala sinistra che ha mandato in rotta Euan Ironfist sono state vittorie costose. E l'armata di Konrad potrebbe arrivare da un momento all'altro.
La situazione è sfavorevole: Voryan non vuole rischiare la testa in una battaglia così incerta, e in ogni caso non c'è possibilità per la sua Orda ormai indebolita di prendere Ermos di slancio. La battaglia decisiva si è risolta con un pareggio che costringe quindi il Nefarita Oghuz ad ordinare la ritirata e tornare a Fabria.
La Grande Battaglia della Valle degli Imperatori è terminata.