[TURNO 20] Battaglie

Guy_Montag

Chosen one
La Persia resiste

Prologo:
Dopo anni di guerra, l'Emirato di Persia versava in una situazione difficile, non già per le provincie occupate dal nemico, che inflisse comunque un duro colpo alla produttività della Nazione, quanto per la scarsità di reclute, viste le ingenti perdite subite. Tuttavia i persiani non disperarono ed organizzarono la resistenza nelle piazzaforti di Esfahan e Babolsar, mentre le truppe timuridi riuscivano a conquistare senza perdite le provincie di Chah Bahar e Bandar Abbas.

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La battaglia di Babolsar:
Le due armate timuridi, reduci dalla conquista di due provincie, si separarono a Bandar Abbas; una continuò la marcia verso nord, per occupare Birjand, mentre l'altra si mosse verso ovest, per schiacciare la resistenza persiana a Babolsar. In questa provincia, tuttavia, si era raccolto il grosso dell'esercito persiano che, seppure non a ranghi completi, rappresentava comunque una minaccia temibile, data la loro superiorità tecnologica. I Timuridi, seppur meravigliati dal numero dei nemici, non si persero d'animo, facendo tuonare le proprie batterie sulla fanteria nemica. A queste salve risposero presto i persiani, consentendo, in questo modo, alla fanteria di avanzare spedita verso il nemico, che inviò la cavalleria ad intercettarli. Questa riuscì ad arrestare l'avanzata dei difensori, infliggendogli gravi perdite, finché la cavalleria persiana non si abbattè contro le fila dei fanti timuridi, in lenta avanzata verso il fronte nemico, a supporto della cavalleria. I cavalieri timuridi quindi vennero costretti a sganciarsi per affrontare la cavalleria nemica, mentre i fanti persiani raggiungevano le prime linee del nemico. Lo scontro, violentissimo, risultò incerto fino a quando i cavalieri persiani riuscirono a mettere in rotta, seppur a carissimo prezzo, la cavalleria del nemico, per riversarsi contro la fanteria dell'invasore. Stretti tra due fuochi, i fanti timuridi riuscirono a resistere egregiamente, finché la pressione, la stanchezza e le grosse perdite inflitte al nemico non consigliarono al comandante di suonare la ritirata verso oriente, che si svolse in tutta tranquillità, infatti il comandante persiano ritenne poco saggio rischiare le proprie, poche, truppe, per inseguire un nemico ancora ben organizzato.

Epilogo:
Vittoria sofferta delle forze persiane che lasciano sul campo 6768 fanti, 2058 cavalieri e 376 cannoni; i Timuridi perdono 2130 fanti, 195 cavalieri e 639 cannoni.


La battaglia di Esfahan:
Dopo aver costituito un potente esercito, il Califfo inviò le proprie truppe contro la capitale persiana, senza, tuttavia, dotarle di un comandante. Le forze si mossero quindi in maniera disorganizzata attraverso le montagne della provincia, subendo notevoli perdite a causa delle azioni del nemico che, anche se ridotto allo stremo, conservava intatta il coraggio e la volontà di combattere. La battaglia campale, a lungo cercata dalle truppe del Califfo, ed altrettanto a lungo abilmente evitata dalle forze persiane, avvenne sotto le mura della città di Esfahan. A dare il via allo scontro furono le batterie persiane che, grazie all'elevato livello tecnologico, riuscirono in breve tempo ad aprire numerose falle nello schieramento nemico che, tuttavia, cominciò ad avanzare compatto, contando sulla grossissima superiorità numerica. Tuttavia le truppe del Califfo arrivarono stremate allo scontro con il nemico, a causa della guerriglia precedente e dalle cannonate ricevute, e furono quindi respinte, con minime perdite, dai difensori. A questo punto i vari comandanti di reggimento gridarono ordini contrastanti, alcuni di ritirata ed altri di carica, che non fecero altro che aumentare la confusione nel già disorganizzato esercito mussulmano. Vista la situazione, il generale persiano ordinò ai suoi di caricare, riuscendo in breve tempo a scardinare le fila del nemico, guadagnandosi tuttavia una ferita che,infettatasi lo portò a morire di setticemia pochi giorni dopo. Quest'azione, comunque, decise le sorti della battaglia, infatti questa volta, visto lo schianto delle proprie linee, i comandanti del Califfo ordinarono la ritirata all'unanimità.

Epilogo:
Vittoria schiacciante delle truppe persiane, che perdono 284 fanti, 223 cavalieri e 142 cannoni, nonché il loro generale Alwand Maqsud; le forze del Califfo lasciano sul campo 4557 fanti e 1442 cavalieri, mentre le truppe egiziane perdono 735 fanti.
 

Guy_Montag

Chosen one
Nel nome del Papa

Prologo:
Dopo la presa del potere dei laici bavaresi, la comunità cattolica europea era rimasta sconvolta, tanto da muovere il Pontefice stesso a richiedere un intervento armato contro il governo secolare bavarese. Questa richiesta venne finalmente accolta da Vienna, che decise di dichiarare guerra al Granducato, puntando direttamente su Monaco.


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La battaglia di Munich:
Grazie alla lentezza dell'avanzata austriaca, le forze bavaresi, forti di un nutrito contingente di mercenari, riuscirono a preparare per tempo la difesa della capitale, nonostante il basso livello di mantenimento delle truppe, non facendosi così trovare impreparati dall'attacco del nemico, lievemente superiore per equipaggiamenti, ma largamente inferiore per numero. La battaglia vide da subito un massiccio impiego di artiglieria da ambo le parti, con effetti disastrosi per i bavaresi. Rinvigoriti dallo scarso rendimento delle truppe nemiche, i generali austro-slavi ordinarono una carica generale, supportata dall'artiglieria. Lo scontro tra le due fanterie fu disastroso per i difensori, già martellati dalle precise salve dell'artiglieria nemica, infatti solo i mercenari riuscirono a mantenere la posizione, con gli altri reggimenti che arretravano vistosamente, se non si stavano già ritirando. A questo punto venne fatta intervenire anche la cavalleria austro-slava, tenuta di riserva, per approfittare della disorganizzazione delle truppe nemiche che, dopo aver subito grosse perdite dall'assalto della fanteria, al primo assalto dei cavalieri cominciarono una ritirata disordinata verso nord, venendo inseguiti dal nemico, che riuscì a rendere ancor più sanguinosa la ritirata dei difensori, che lasciarono così la provincia in mano a Vienna, che potè così dedicarsi all'assedio della fortezza di Munich.

Epilogo:
Vittoria schiacciante delle forze austro-slave che lasciano sul campo 125 fanti, 105 cavalieri e 15 cannoni; i bavaresi perdono 1968 fanti, 820 fanti mercenari, 1150 cavalieri e 82 cannoni.

L'assedio di Munich:
Dopo 11 mesi di assedio cadde la piazzaforte di Munich; il costo di questa conquista per gli austro-slavi è di 2000 fanti.

La battaglia di Nuremberg:
Determinate a non cedere un'altra provincia, e rafforzate da alcuni mesi di riorganizzazione, le truppe bavaresi si schierarono a difesa di Nuremberg, colpendo il nemico avanzante con ripetute azioni di guerriglia, fino alla battaglia campale. Questa cominciò come la precedente, con intenso fuoco d'artiglieria da parte di entrambi gli schieramenti; questa volta, tuttavia, la superiore organizzazione degli austro-slavi non si mostrò così efficace, a causa della stanchezza delle truppe, provate dall'assedio e dall'avanzata in territorio nemico. Nonostante questo gli invasori tentarono nuovamente la carica; però questa venne sostenuta, a carissimo prezzo, dalle truppe bavaresi che, guidate dai mercenari, riuscirono a contrattaccare le sorprese truppe nemiche. Anche questa volta venne fatta intervenire la cavalleria austro-slava, ma il suo effetto fu grandemente inferiore alle aspettative; venne infatti intercettata e messa in rotta dai cavalieri dei difensori che, dopo questa vittoria, piombarono sui fanti nemici che stavano combattendo contro la fanteria bavarese, per stringerli in una morsa. I comandanti austriaci, tuttavia, si accorsero in tempo di questa manovra, riuscendo a sganciarsi abilmente, ma continuando a combattere. La situazione restò quindi in parità fino a che la stanchezza degli invasori non ebbe la meglio sulla loro migliore preparazione, costringendoli alla ritirata, non funestata da attacchi dei difensori, troppo disorganizzati per muoversi dal campo di battaglia.

Epilogo:
Vittoria sofferta delle truppe bavaresi, che perdono 2112 fanti, 880 fanti mercenari, 1219 cavalieri e 88 cannoni; le forze austro-slave lasciano sul campo 650 fanti, 390 cavalieri e 78 cannoni.
 

Guy_Montag

Chosen one
Strage a Tolosa

Prologo:
Mentre nell'america del nord le truppe francesi conquistavano senza colpo ferire due provincie e le truppe a Bilbao si riorganizzavano, una grossa armata scese a Tolosa, per liberare la provincia dagli spagnoli.

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La battaglia di Toulouse:
Le truppe francesi, seppur senza un comandante in capo, si presentarono alla battaglia campale, sotto le mura della città, conscie della propria superiorità tecnologica e numerica, mentre le forze iberiche contarono sul generale Stefan Benyowski, conquistatore di Perpignan e della stessa Toulouse. Lo scontro cominciò presto con le salve di artiglieria da ambo le parti, quelle iberiche più precise, quelle francesi più numerose. Dopo aver subito, ed inflitto, grosse perdite, furono le forze francesi a prendere l'iniziativa, seppur in maniera scoordinata, facendo avanzare la fanteria, sotto il fuoco nemico, ed inviando la cavalleria a cercare di circondare il nemico. Lo scontro tra le due fanterie fu terribile, ma la superiore organizzazione delle forze iberiche fece loro tenere la linea, sebbene in netta inferiorità. Tuttavia le truppe francesi non si ritirarono che per attaccare ancora le fila dell'invasore, la cui resistenza si faceva sempre più fiacca. Quando ormai il comandante delle forze iberiche stava seriamente pensando alla ritirata, irruppe sui fianchi dell'armata la cavalleria francese che era riuscita a liberarsi dei cavalieri nemici. Questo avvenimento fece drasticamente calare il morale e l'organizzazione delle truppe iberiche, che, di colpo, incominciarono a fuggire disordinatamente, fornendo un facile bersaglio al nemico, che riuscì a tagliar loro la ritirata, negandogli la salvezza della fuga.

Epilogo:
Vittoria di misura delle truppe francesi che lasciano sul campo 7014 fanti, 3674 fanti mercenari; 2004 cavalieri mercenari, 1670 cannoni e 1002 cannoni mercenari;l'armata iberica viene annientata.

L'assedio di Toulouse:
Dopo 8 le forze francesi riuscirono a riconquistare la fortezza di Toulouse, perdendo 836 fanti.
 

Guy_Montag

Chosen one
Sorpresa in Alsazia

Prologo:
Prendendo come pretesto la dipendenza del Duca d'Alsazia da un sovrano "senza Dio" e culturalmente straniero, il Re di Francia decise di muovere le proprie truppe contro Strasbourg, per imporre la supremazia francese nell'area.


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La battaglia di Strasbourg:
Le truppe francesi, al comando del generale Smbat Babikian, invasero la provincia di Strasbourg, subendo, tuttavia, alcune perdite durante il guado del fiume, ben difeso dalle truppe ducali; le quali, inferiori per numero, cercarono di evitare quanto più possibile lo scontro campale. Questo, tuttavia, avvenne, grazie all'abilità del comandante dei francesi, che costrinse il nemico a schierarsi a difesa della capitale. L'inizio della battaglia venne segnalato dalle salve dell'artiglieria degli invasori, che cominciò a martoriare le linee ducali, il comandante delle quali ordinò presto, per evitare i colpi del nemico, una carica in ordine sparso, sperando di scompaginare il nemico e riuscire a volgerlo in fuga. Tuttavia i fanti francesi resistettero egregiamente all'impatto mentre la cavalleria attaccava gli alsaziani sulle ali, dato che non era riuscita ad accerchiarli. I difensori combatterono con coraggio, ma la grossa disparità nel numero e negli equipaggiamenti pian piano riuscì a sopravanzare il vantaggio tattico dovuto al territorio. Tuttavia gli uomini del Duca non si disperarono e continuarono a combattere il nemico che, forte del proprio numero, riuscì, alla fine, ad accerchiarli, tagliandogli ogni possiblilità di ritirata. Vedendosi circondate dalle truppe francesi, le forze ducali furono costrette a capitolare, seppure dopo una fiera lotta.

Epilogo:
Vittoria di misura delle truppe francesi che perdono 3052 fanti, 1920 cavalieri e 327 cannoni; l'armata alsaziana viene annientata.

L'assedio di Strasbourg:
Dopo 12 le forze francesi riuscirono a riconquistare la fortezza di Toulouse, perdendo 1760 fanti.
 

Guy_Montag

Chosen one
India, India

Prologo:
L'offensiva britannica riprese in india, dove vennero portati attacchi contro le provincie di Bombay e Nagpur, nonché a Colombo, che venne presa senza colpo ferire. Nella prima, invece, l'esercito invasore si accampò semplicemente nelle campagne, mentre nella seconda trovò il grosso dell'esercito nemico schierato a difesa.


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La battaglia di Nagpur:
Un nutrito contingente britannico, al comando del generale Sten Bildt, raccoltosi a Vishakhpatnam, si mosse alla volta di Nagpur, subendo alcune perdite durante la marcia. Una volta giunti in vista della città fortificata, le truppe europee scorsero il nemico, che venne presto fatto oggetto di nutrite scariche di artiglieria. Per contrastare questo attacco gli indiani fecero caricare la cavalleria, mentre la fanteria, in ordine aperto, la seguì. L'impatto con la prima linea britannica fu notevole, grazie all'abilità del comandante indiano, e lo schieramento europeo diede alcuni segni di cedimento i quali, tuttavia, vennero presto cancellati dall'intervento della loro cavalleria mercenaria, che costrinse i cavalieri indiani a ripiegare, dando così tempo ai fanti britannici di prepararsi all'impatto con la fanteria nemica. Questa volta la carica venne contenuta decisamente meglio dagli europei, che non solo non ruppero la formazione, ma anche cominciarono a contrattaccare il nemico, infliggendogli gravi perdite. Nonostante questo gli indiani riuscirono a tenere a bada, seppur a carissimo prezzo, il nemico; finché la cavalleria mercenaria britannica, dopo aver liquidato i cavalieri nemici, non piombò sui loro fianchi, facendo definitivamente pendere l'ago della bilancia in favore degli europei. Il seguito della battaglia vide l'esercito indiano cercare di sottrarsi alla morsa dello schieramento nemico, venendo tuttavia incalzato pesantemente. Alla fine pochissimi indiani riuscirono a fuggire dal campo di battaglia, mentre le truppe britanniche si dedicavano all'occupazione delle campagne.

Epilogo:
Vittoria netta delle truppe britanniche, che lasciano sul campo 2244 fanti, 2057 fanti mercenari, 1028 cavalieri, 374 cannoni e 374 cannoni mercenari; l'armata indiana perde 9711 fanti e 1707 cavalieri.
 

Guy_Montag

Chosen one
La Compagnia avanza

Prologo:
Dopo lo stop impostole dagli avversari, la CMI si prese del tempo per riorganizzare le proprie fila. Fatto ciò le truppe europee ripesero l'offensiva, puntando a creare un fronte sostenibile.

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La battaglia di Zacatecas:
Le truppe europee si mossero tra le montagne di Zacatecas con maggiore confidenza, dopo la battaglia precedente, riuscendo ad evitare alcune delle numerose trappole tese loro dal nemico, fino a costringerlo alla battaglia campale. I due schieramenti, composti solamente da fanteria, cominciarono la battaglia facendo fuoco con le proprie armi a distanza, gli europei con archibugi e moschetti, gli aztechi con freccie e archibugi, causando, tuttavia, ben poche perdite. A questo punto furono gli europei a caricare il nemico, forti della superiorità numerica e tecnologica. La carica all'arma bianca diede presto i suoi frutti; infatti la massa degli europei riuscì, con non troppe difficoltà, a rompere lo schieramento nemico in più punti, e conseguentemente a riversarsi in essi. Mentre gli aztechi tentavano di contenere il nemico, le ali dello schieramento nemico riuscirono a manovrare abilmente e ad accerchiare con successo i difensori che, nonostante il coraggio e la determinazione dimostrate, non riuscirono a reggere la pressione per molto tempo, venendo quindi definitivamente sconfitti.

Epilogo:
Vittoria schiacciante delle truppe della Compagnia che perdono 640 fanti e 320 fanti mercenari; l'armata azteca viene annientata.
 
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