Mikhail Mengsk
MSPAINT OVERTYRANT
BATTAGLIA PER SEGOVIA
Il nemico aveva invaso Teruel. I colonialisti di Caladreva speravano di continuare a mangiarsi la Frontiera pezzo per pezzo impunemente, ma questo inverno la Legione e i suoi alleati avrebbero contrattaccato. Il Generale Corrado Guillelmo de Torreazar aveva dato l'ordine di avanzare compatti verso il massiccio di Segovia, conquistato l'anno prima dal nemico; l'alto comando pensava che ad aver invaso Teruel fosse stato l'esercito nemico al completo, e che quindi la riconquista di Segovia sarebbe stata una formalità.
La prima palla di cannone, impattando fra le fila degli Arcieri Elfici e facendo volare corpi e arti mutilati in aria, gli tolse questa sicurezza con la brutalità di un pugno in faccia.
Il nemico era là.
Il nemico era pronto.
Ringhiò i propri ordini ai suoi luogotenenti e si ritirò verso una posizione meno esposta. La battaglia per Segovia era appena iniziata.
Gli Arcieri Elfici, orgoglio della propria gente, avanzarono senza timore cercando di chiudere la distanza, sopportando le perdite inflitte da quello che era quantomeno un Reggimento di Artiglieria al completo: 50 cannoni che tuonavano il loro disprezzo contro le loro antiquate frecce.
Di fronte a loro, in posizione favorevole, si trovavano però ben 5000 Fucilieri e 3000 Cacciatori. Per i meno di 4000 Arcieri Elfici era una forza nemica troppo forte da affrontare. Sfruttarono comunque la maggiore gittata dei loro archi splendidamente forgiati per infliggere perdite sostanziali ai Tiratori nemici fino a quando questi, avanzando (e vanificando in parte il vantaggio della posizione sopraelevata), non giunsero a tiro.
Sui 5000 Fucilieri si abbatte una pioggia di Dardi di Fuoco, abbattendone almeno 540, ma non basta.
Le salve di fucileria macellarono gli arcieri, che tuttavia non cedettero fino a quando non giunse il turno della Fanteria Pesante Nanica di avanzare: 6000 guerrieri pesantemente armati dal passo cadenzato che avanzavano divisi in 3 Brigate. L'artiglieria di Caladreva allungò il tiro per martellare i Nani, che tuttavia neanche rallentarono, serrando i ranghi per coprire i varchi aperti dalle cannonate. Un lieve bagliore intorno ai Nani rivelava comunque la presenza di incantesimi protettivi in funzione, e le perdite causate dal tiro erano minori di quanto ci si potesse aspettare.
Messi alle strette, i Fucilieri e i Cacciatori sparano una salva contro i Nani in avanzata, per poi arretrare e lasciare la prima linea a 2000 Granatieri e a ben 4000 Picchieri. 2000 Fanti Leggeri sul lato sinistro fronteggiano 1000 Guerrieri Nani.
A questo punto, 2000 Lanceri a cavallo e 200 Grifoni da battaglia della Legione si lanciano all'assalto contro i loro bersagli in seguito ad un secco ordine di Corrado. L'effetto è devastante: i Grifoni riescono a disperdere le pericolosissime Artiglierie di Caladreva mentre la carica devastante dei Lanceri coglie di sorpresa i 2000 Fanti Leggeri sul lato sinistro dell'esercito coloniale, ne uccide in gran numero e mette in fuga i superstiti!
Al centro, i Picchieri riescono a contenere l'assalto di 1700 Fanti Nani, e i 2000 Granatieri a smorzare l'impeto dei circa 2500 Nani che li incalzano. Lo scontro inizia a volgere a favore dei Nani, naturalmente avvantaggiati dal terreno collinoso.
Tuttavia, la terza fila dell'esercito di Caladreva entra in azione: 2000 Ussari controcaricano i 1600 Lanceri della Legione infliggendo pesanti perdite con le loro pistole e ingaggiando i superstiti in un furioso corpo a corpo. 2000 Fanti di Marina armati di granate e pistole bersagliano invece i Grifoni vittoriosi, colpendoli duramente nonostante la corazza che indossano. Temendo per la sorte della propria Brigata Aerea, il loro ufficiale ordina il decollo e una rapida ritirata dopo aver perso circa 100 splendide fiere.
A questo punto è decisivo il ritorno dei Fucilieri in mischia, che riescono a stoppare l'aggiramento sul fianco da parte di 1000 Guerrieri Nani con una salva di fucileria a brevissima distanza. La successiva carica alla baionetta respinge definitivamente i Nani e fa temere per le sorti del fianco sinistro dell'armata della Legione. I Nani, ostinatamente, si rifiutano di cedere malgrado la pesante inferiorità numerica.
I 3000 Cacciatori di Caladreva a loro volta tentano un aggiramento sul fianco lasciato sgombro dai Lanceri, ma vengono ingaggiati dagli Elfi superstiti e costretti ad un lungo duello a distanza.
La battaglia dura ancora un paio d'ore, e alla fine è l'armata di Corrado a cedere: con i Lanceri messi in fuga dagli Ussari dei Colonialisti ed entrambi i fianchi minacciati, è costretto ad ordinare ai Nani al centro di ripiegare con ordine malgrado fossero ormai vicini a battere le loro controparti.
A sua volta il comandante coloniale Massimo Agugliani Valca ordina la ritirata su posizioni più sicure, rinunciando ad incalzare il nemico. I Fanti di Marina protestano furiosamente: la loro Brigata è ancora in forze e può trasformare il ripiegamento del nemico in una rotta precipitosa, ma il comandante rifiuta adducendo a motivazione gli ordini (o meglio la totale mancanza di essi) dell'Alto Comando.
La battaglia si conclude dunque con la sconfitta dell'esercito Legionario; la provincia di Segovia rimane nelle mani dei Colonialisti, liberi ora di consolidare le proprie conquiste verso Nord, con grave danno per l'intera Frontiera dei Conquistadores. Con questa sconfitta e la conquista di Teruel da parte delle truppe del Raj alleate di Caladreva è probabile ormai la defezione degli Azdiri e la conseguente caduta dell'intero Nord della Frontiera.
Complessivamente, l'esercito Coloniale perde 7300 soldati su 20000, e tutti i suoi 50 preziosi cannoni. La Legione perde 7600 soldati di grande valore su 12000 e ben 100 Grifoni su 200.
LA CADUTA DEL FORTE GRIGIO
Valerio Gherardi guardava la moltitudine di esseri semiumani che circondava la fortezza. Dalle ricognizioni precedenti erano giunte notizie di circa 20000 guerrieri, ma sembravano ancora di più. Fra di loro vi erano numerose bestie di vario genere, e almeno 40 lucertoloni mastodontici più grandi degli elefanti dotati di imponenti corna e con torri di legno sulla schiena piene di arcieri.
L'armata nemica era troppo grande per essere affrontata in campo aperto, e Valerio si era ritirato velocemente entro le possenti mura del Forte Grigio, una fortezza costruita con la tipica pietra grigiastra del luogo. Qui non solo poteva usufruire delle sue imponenti opere difensive, ma anche approfittare della sua guarnigione di ben 4000 Fucilieri.
Malgrado la schiacciante superiorità nemica, pensava di poter resistere in attesa dell'arrivo dei soccorsi, ma le sue speranze crollarono quando vide l'esercito nemico iniziare a costruire scale e strumenti d'assedio in lontananza. Il nemico voleva assaltare la Fortezza, e per loro non c'era scampo.
13000 soldati, per quanto ben armati, non potevano tenere testa a più di 25000 assalitori. Grazie alle loro armi da fuoco (e ai 50 cannoni che aveva posizionato sugli spalti) poteva infliggere perdite terribili al nemico, ma una volta che il combattimento fosse arrivato alla fase del corpo a corpo le sue truppe sarebbero state macellate dalla furia di quel nemico tanto primitivo quanto spietato.
No, non c'era speranza.
Ma gli invasori avrebbero pagato col sangue ogni mattone della fortezza.
Finalmente, l'esercito Yuan-Ti si fece avanti. Per primi avanzarono 5000 Arcieri, nell'evidente tentativo di fiaccare i tiratori della Fortezza, ma non era una grande mossa. Gli spalti offrivano un'ottima protezione ai Fucilieri e agli Archibugieri della piazzaforte, e il tiro degli Arcieri era largamente inefficace.
Avanzavano anche gli Stegadonti, i cui arcieri grazie alla posizione sopraelevata infliggevano qualche perdita in più, ma fu un altro errore da parte di un comandante nemico evidentemente più preparato ad una battaglia campale che ad un assedio. Le artiglierie di Caladreva presero di mira i possenti bestioni e iniziarono a bombardarli dai due bastoni principali con un fuoco d'infilata letale.
Dal suo palanchino nelle retrovie, il Generale Gar'Thok venne colto da un'ira bruciante vedendo i suoi possenti Stegadonti venire abbattuti uno per uno dalle cannonate del nemico. Sbraitò l'ordine di ritirata ai comandanti dei reggimenti di bestioni, e ordinò finalmente l'assalto generale alle mura.
Un'orda di 10000 fanti Yuan-Ti dipinti di viola e armati alla leggera, supportati da 5000 fanti scagliosi ben corazzati, si lanciarono in avanti brandendo innumerevoli scale al suono delle cornamuse. Dalle mura, i 4000 Fucilieri della piazzaforte insieme a 2000 Archibugieri sparavano nel mucchio abbattendo centinaia di guerrieri urlanti.
Le artiglierie si unirono alla carneficina, ma la massa avanzava senza neanche rallentare; i varchi nelle formazioni riempiti da nuovi guerrieri scatenati. Ben presto la massa di nemici fu troppo vicina per essere bersagliata dai cannoni, che presero di mira i 4000 Yuan-Ti a cavallo di quelli che sembravano grosse lucertole bipedi dall'aspetto bestiale che sciamavano sul campo.
Quando le scale giunsero alle mura, alla grandinata di pallottole che si rovesciava sugli assalitori si unirono le granate lanciate da 3000 Fanti di Marina, che nella calca al di sotto degli spalti erano ancora più letali del solito.
Eppure niente sembrava fermare la furia degli assalitori, che a moltitudini scalavano ormai le mura. Giunti sugli spalti subirono l'immediata carica dei Fanti di Marina e le cariche alla baionetta dei Fucilieri, ma non mollarono ancora. Lentamente ma inesorabilmente, la superiorità numerica degli assalitori spinse indietro i difensori permettendo a nuove truppe di salire sui camminamenti.
I 2000 Archibugieri dell'armata Caladreva vennero spazzati via per primi: i pochi superstiti che scappavano in disordine ovunque. Dopo due ore di furiosi combattimenti alla baionetta i Fucilieri della guarnigione vennero sterminati presso il Cancello Principale, permettendo agli Yuan-Ti di aprire le porte e far entrare 3700 Cavalieri della Zanna nella piazzaforte. La carica seguente distrusse i 1000 Fanti Leggeri mandati da Valerio Ghirardi a tamponare la falla.
A questo punto il Forte Grigio era perduto, ma i suoi difensori continuavano a combattere fino all'ultimo. Valerio Ghirardi dava l'esempio caricando e sparando senza sosta con le sue pistole alla testa dei Fanti di Marina, ispirando i superstiti a non mollare e a non sbandarsi.
Allo stesso tempo ordinò ai 3000 Ussari tenuti in riserva di uscire dal Cancello Ovest e mettersi in salvo, ormai non più minacciati dai Cavalieri della Zanna all'esterno. I 3000 Ussari riuscirono quindi a ritirarsi dalla fortezza e fuggire verso Nord, rimanendo però coinvolti nell'invasione di [116] da parte di un esercito della Legione della Frontiera ed essendo costretti nuovamente a ritirarsi ancora più a Nord evitando di stretta misura l'esercito nemico occupato nel saccheggio.
Nella Fortezza, dopo altre due ore rimanevano soltanto due nuclei di resistenza arroccati nei Bastioni più vicini al Cancello Principale. Qui cadde finalmente Valerio Ghirardi mentre tentava di ruotare un cannone caricato a mitraglia contro gli spalti ormai conquistati dagli assalitori. Cadde trafitto da numerose frecce tirate dagli Arcieri Yuan-Ti, che stavolta avevano gioco facile a bersagliare i difensori ammassati nei Bastioni.
Con la sua morte crollarono le ultime resistenze e i pochi superstiti scapparono in preda al panico. I Cavalieri della Zanna inseguirono e sterminarono tutti i fuggiaschi, mentre le truppe appiedate occupavano la Fortezza e snidavano coloro che si erano nascosti.
Il Forte Grigio è caduto e la sua guarnigione sterminata. Gli Yuan-Ti perdono però ben 7500 Fanti Leggeri e 3000 Pesanti, oltre a 400 Cavalieri della Zanna, 600 Arcieri e 20 Stegadonti. La provincia è conquistata quindi dagli Yuan-Ti, la cui armata è presto integrata da nuove riserve giunte dalla Giungla ad est, e la situazione dei Colonialisti si fa MOLTO grave, qui a sud. Grave anche la perdita di un altro Reggimento di Artiglieria dopo quello perso a Segovia.
Parte della popolazione della provincia fugge via mare verso porti più sicuri.