Turno 2.1

Stato
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Tensioni asiatiche
Dal ritiro delle forze NATO dall'Afghanistan il paese aveva conosciuto una relativa stabilità. Kabul era stata in grado di tenere testa alla guerriglia in modo autonomo per più di 4 anni. Nel 2020 però i Taliban e i loro alleati salafiti conquistavano grandi porzioni di terreno arrivando a minacciare l'assedio alla capitale. Nel frattempo l'insurrezione in Kashmir aumentava la tensione a livelli mai visti prima d'ora. I governi di Afghanistan ed India accusano il governo pakistano di essere dietro alla rete terroristica regionale. Sotto questa pressione nasce una coalizione informale tra India, Russia, Iran e Afghanistan.

Alla nascita di questa coalizione rispondono i guerriglieri con una spettacolare quanto inedita azione. Un commando suicida attacca una delle basi più grandi della 25° armata indiana riuscendo ad uccidere dodici soldati. E' un attacco di poco conto sul piano strategico ma ha un impatto psicologico notevole. Il giorno successivo i gruppi kashmiri annunciano il totale successo della loro campagna. I soldati indiani riescono a riconquistare velocemente la maggior parte del territorio perso negli ultimi tempi ma è chiaro che il controllo non è reale. Pesano, comunque, ancora i 20 soldati ostaggi e il pilota ormai nelle mani dei salafiti da mesi.

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(Soldati indiani nelle mani dei terroristi)


Srinagar, capitale del Kashmir, è completamente devastata. Le infrastrutture non esistono più e sono centinaia di migliaia i profughi molti dei quali si recano in Pakistan oltrepassando il confine. Si temono infatti vendette e un aumento delle violenze da parte degli indiani. La presa di Delhi sulla regione è al minimo storico.

Vi è uno scambio di colpi d'artiglieria lungo la cosiddetta "linea di controllo" ovvero il confine di fatto tra India e Pakistan in Kashmir. I colpi vanno avanti per due notti senza grossi danni fino a quando i cannoni vengono fatti cessare dai superiori.

Nel frattempo si ammassano in Iran le truppe indiane. Nuova Delhi invia un'immensa armata di 80.000 uomini mentre la Russia prepara una base aerea in Uzbekistan. Gli indiani si uniscono ai 20.000 soldati iraniani. Sotto invito del governo afghano le truppe della coalizione superano il confine e si attestano inizialmente ad Herat che è ormai la capitale di fatto dell'Afghanistan. Qui mettono in sicurezza le vie logistiche e si scontrano centinaia di volte con i Taliban. E' un "primo incontro" timido, entrambe le fazioni cercano di studiarsi al meglio. L'intelligence iraniana conferma comunque la presenza in Afghanistan di migliaia di guerriglieri dal Kashmir.

Gli ultimi giorni dell'anno la rete Haqqani inizia un vasto attacco contro Kabul mentre il Movimento Islamico dell'Uzbekistan invia i propri militanti nel nord del paese.
 

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Repubblica Islamica d'Iran
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Le notizie dell'avanzata taliban in Afghanistan vengono riproposte in maniera incessante al pubblico iraniano che appoggia fortemente la formazione della coalizione con Russia e India. L'Iran viene presentato come un paese stabilizzatore nella regione, pedina fondamentale troppo a lungo esclusa dai tavolo che contano. Per ora le truppe della Guardia della Rivoluzione fortificano Herat e riattivano reti di contatti sul campo.

All'interno del paese l'Alleanza dei Cittadini, il partito riformista al potere, guadagna sempre più consensi dopo il crollo del 10% alle elezioni municipali. Il Movimento del Popolo, il partito ormai espressione delle periferie degradate, dopo un favorevole exploit mostra già segni di stanchezza a causa di alcuni scandali nella città di Bandar Abbas, l'unico grande municipio che sono riusciti a conquistare. E' chiaro però che sul presidente Dara pesano molti dossier socio-economici che dovrà affrontare molto presto.
 

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Unione Indiana
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Mentre il governo di Nuova Delhi invia migliaia di soldati in Afghanistan e i cittadini si rincuorano per lo stop alle violenze in Kashmir, il fronte interno resta molto teso. Mumbai è sempre più divisa tra indù e musulmani. La città assomiglia ormai ad una distopica megalopoli e uno speciale del Washington Post sui servizi di sicurezza privati assoldati dai ricchi indiani non fa molto per migliorare l'immagine della società indiana.

L'India continua a conoscere una grande crescita economica ma molta della ricchezza creata non finisce nelle tasche dei cittadini. Il Partito del Lavoro, di posizione vetereo marxiste, passa nei sondaggi dal 10 al 25% grazie ad una modernissima campagna di propaganda sui social network e nei villaggi. Ad ottobre il più grande sciopero della storia dell'India moderna si svolge nella capitale e in tutte le maggiori città superando quello del 12 maggio 2012. Gli scioperanti vengono calcolati tra i 150 e i 200 milioni. I manifestanti chiedono maggiore sicurezza sociale, stipendi minimi e standard di vita paragonabili a quelli occidentali.
 

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Repubblica Islamica del Pakistan
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Il presidente Zaman, l'ex sindaco di Karachi, è stato a lungo considerato un politico incapace di raccogliere un qualsiasi consenso. Il suo soprannome di "mr. 10%" di certo non lo ha aiutato. Da qualche anno però ha rinnovato la sua immagine come quella di uno statista in lotta contro il terrorismo interno e le cospirazioni iraniano-indiane che puntano all'abbattimento dello stato pakistano. I mass media bombardano il pubblico di piani stranieri per indebolire il Pakistan e portarlo al frazionamento.

Questa immagine di uomo della provvidenza viene rafforzata grazie all'importante accordo stretto a Pechino che porta una cooperazione economica tra Cina e Pakistan senza precedenti
[Cina +10]. Alcuni giornali parlano anche di una informale alleanza con Israele su molti dossier ma il governo non rilascia alcun commento.
 
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