[Turno 18] Battaglie

Guy_Montag

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Sorprese e controsorprese al confine bretone


Prologo:
Dopo l'intromissione di Parigi negli affari del Ducato dei Baschi, Madrid decise che era finalmente giunto il momento di intervenire contro l'ingombrante ed infido vicino. Le truppe iberiche vennero quindi trasportate nel Granducato di Bretagna, che da poco aveva concluso un trattato di accesso militare con il Regno delle Spagne Unite e, contando sul fattore sorpresa, da lì marciarono verso Parigi. Tuttavia un nutrito contingente francese, di guardia al confine, riuscì, in modo alquanto fortunoso ad intercettare il nemico ed a costringerlo alla battaglia.


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La battaglia di Argentan:
I mercenari spagnoli, alla guida dei loro comandanti di reggimento, varcarono il confine francese, confidando di cogliere le difese nemiche totalmente impreparate e poter così prendere d'assedio Parigi, concludendo così, in questo modo rapido ed indolore, la guerra. Ad Argentan trovarono, tuttavia, le truppe francesi, al comando del generale Babikian, schierate a difesa. Nonostante le due forze fossero numericamente alla pari, gli spagnoli, più insicuri, provarono a lanciare una carica di cavalleria che, prima di venire intercettata dai cavalieri francesi, venne decimata dalle salve di fucileria dei loro avversari. A questo punto venne rapidamente tentata la carta della carica all'arma bianca della fanteria, confidando nei lunghi tempi di ricarica delle armi da fuoco francesi. Tuttavia la sorprendente rapidità dei francesi nel ricaricare fece fallire anche questo piano, causando gravissime perdite ai mercenari spagnoli che, vista la situazione, si ritirarono per riorganizzare le fila e tentare una difesa, dato che ogni tentativo di attacco si era rivelato inutile. Le armate francesi, spronate dal loro comandante, non diederò però tregua al nemico ed un rapido contrattacco portò le due fanterie a contatto. Nel corpo a corpo la netta superiorità tecnologica francese venne un po' meno, ed i fanti mercenari riuscirono a reggere, seppur a carissimo prezzo, l'impeto dei loro nemici. L'arrivo della cavalleria francese, che aveva magistralmente annientato l'avversario, diede il colpo di grazia ai mercenari, che vennero circondati dal nemico e rapidamente sconfitti senza appello.

Epilogo:
Vittoria schiacciante delle truppe francesi, che perdono 2083 fanti e 1440 cavalieri; le forze mercenarie spagnole vengono annientate.
 

Guy_Montag

Chosen one
La guerra continua in america


Prologo:
Nonostante la dichiarazione di guerra alla Francia, Madrid continuò nelle sue battaglie contro gli indiani cherokee, che non si erano ancora piegati al giogo spagnolo. Se la conquista di Gigagei fu incruenta, le successive battaglie videro gli europei battersi duramente con gli indiani in territori montuosi.



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La battaglia di Anhiwodi:
Nonostante le difficoltà incontrate durante la marcia nel terreno montagnoso della provincia, le truppe europee, conscie della superiorità nonostante i numerosi attacchi sofferti durante il cammino, riuscirono ad ingaggiare la sfuggente armata indiana. Per prima cosa gli europei fecero valere la superiorità tecnologica, facendo tuonare i cannoni, tuttavia la sorpresa dei nativi fu molto minore rispetto agli scontri avvenuti in passato, e questi risposero presto allargando i ranghi ed accorciando le distanze col nemico. A questo punto fu la volta della cavalleria che, staccandosi dall'armata principale, manovrò per colpire i fianchi del nemico, riuscendovi, senza tuttavia infliggere grandi perdite, date le asperità del terreno e la prevedibilità della manovra. Dopo una breve scarica di fucileria le due fanterie vennero a contatto ed il valore dei Cherokee, determinati a difendere la propria terra a qualunque costo, riuscì a sopraffare le truppe spagnole. Questo successo, però, fu effimero, e grazie alla superiorità tecnologica ed al numero, gli europei riuscirono a contrattaccare, aiutati anche dalla cavalleria, che aveva nuovamente caricato il nemico, dopo essersi disimpegnata. A questo punto gli indiani cominciarono a ritirarsi, senza essere troppo molestati dalle truppe avversarie, più lente.

Epilogo:
Vittoria di misura delle truppe spagnole, che lasciano sul campo 502 fanti, 244 fanti mercenari, 259 cavalieri mercenari e 75 cannoni mercenari; i Cherokee perdono 1947 fanti.


La battaglia di Kanati:
La vittoria di Anhiwodi se da un lato aveva rinvigorito il morale delle truppe spagnole, dall'altro aveva reso ancora più salda la volontà di resistenza dei Cherokee, che continuarono ad infastidire l'avanzata nemica lungo le montagne della provincia di Kanati. Questa volta, dopo aver causato numerosi danni tramite numerose piccole imboscate, furono le forze indiane a costringere alla battaglia, grazie ad un fortunato attacco a sorpresa, gli avversari. La pioggia ed il terreno fangoso misero presto in condizione di non nuocere i potenti cannoni spagnoli nonché le loro armi da fuoco. Anche la cavalleria, impacciata nei movimenti, non riuscì a completare la carica, venendo attaccata e messa in fuga dalle forze dei Cherokee. Senza poter contare sui propri cavalieri e sull'artiglieria, gli spagnoli si prepararono a ricevere, a ranghi serrati, le truppe nemiche, confidando nel muro di picche così generato. Gli indiani, più mobili, riuscirono, però, ad aggirare lateralmente la muraglia, sfruttando la disorganizzazione spagnola, dovuta alla stanchezza delle truppe. Questa manovra fu presto coronata da successo grazie al coraggio dei nativi, che si infiltrarono tra i ranghi nemici riuscendo a mietere numerose vittime, prima di essere ricacciati indietro, con molta fatica e molto sangue. Nonostante avessero respinto il primo attacco nemico, le truppe spagnole cominciarono, sotto la pioggia battente, a demoralizzarsi. Questo fatto venne ben presto sfruttato dagli indiani, che contrattaccarono con valore e coraggio sempre crescenti. La pressione divenne quindi, ben presto, insostenibile per gli spagnoli, che decisero di ritirarsi per pianificare una nuova campagna, anche viste le perdite ingenti inflitte al nemico, ormai a corto di risorse.

Epilogo:
Vittoria di misura delle forze indiane, che perdono 1851 fanti; le forze di Madrid lasciano sul campo 564 fanti, 750 fanti mercenari, 554 cavalieri mercenari e 165 cannoni mercenari.
 

Guy_Montag

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Due in meno


Prologo:
Dopo lo stop imposto anni prima, Londra ritornò alla carica in India, mobilitando tutte le forze nell'area, per riuscire ad avere finalmente ragione del nemico.


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La battaglia di Surat:
Lasciate sole a difendere l'ultima provincia della Nazione, le truppe del Raja di Kandesh, si schierarono a difesa, memori della precedente vittoria contro gli invasori. Tuttavia questa volta le truppe britanniche attuarono con successo un'offensiva da due direttrici, nord ed est, stringendo le truppe nemiche in una morsa sempre più stretta. Le truppe indiane, quindi, dopo numerose battaglie minori, volte a rallentare il nemico, furono costrette alla battaglia campale, in condizione di inferiorità numerica e tecnologica. I valorosi difensori decisero di affidare le sorti dello Stato ad una carica generale, per scardinare le file del nemico e, sotto il fuoco dei fucili e dell'artiglieria nemica, riuscirono a raggiungerle. L'impatto delle fanterie, seppure devastante per ambo le parti, riuscì vittoriosa per gli indiani, che riuscirono a scompaginare le fila dei mercenari nemici, anche se, nello stesso momento, grazie ad una manovra avvolgente, la cavalleria nemica aveva appena cominciato ad attaccare i lati dello schieramento indiano. Nonostante il coraggio, le ali indiane furono costrette a ripiegare sempre più, venendo rafforzate dai fanti che erano riusciti ad infiltrarsi tra le fila del nemico. A questo punto i fanti britannici si ripresero, cominciarono a spingere indietro il nemico che, ben presto, si ritrovò circondato dalle forze europee. Nonostante il valore, la situazione delle truppe indiane si fece sempre più disperata e, alla fine, dovettero cedere al nemico, lasciando al vincitore la provincia e lo Stato.

Epilogo:
Vittoria netta delle truppe britanniche, che lasciano sul campo 2464 fanti mercenari, 3696 fanti, 1932 cavalieri mercenari, 644 cavalieri, 404 cannoni mercenari e 202 cannoni; l'armata indiana viene annientata.


La battaglia di Vishakhapatnam:
Teatro di numerose vittorie da parte della coalizione indiana, la provincia di Vishakhapatnam, vide nuovamente contrapporsi i due eserciti nemici. Questa volta, tuttavia, le truppe persiane si dimostrarono più agguerrite, avendo appena ricevuto rifornimenti dalla propria Nazione, decidendo di impegnare da subito il nemico con una carica generale della cavalleria, seguita dalla fanteria e supportata dall'artiglieria. A questa carica gli indiani risposero disperdendo le proprie forze e contrattaccando. L'impatto tra le due forze fu terribile ma i persiani furono costretti, nonostante le molte perdite inflitte, a ripiegare, data la grande tenacia dell'avversario. A risollevare le sorti della battaglia intervenne, però, un contingente britannico, da poco sbarcato nella provincia, che riuscì a raggiungere l'armata persiana giusto in tempo. Grazie a questo inatteso arrivo le forze europee trovarono la forza di contrattaccare il nemico che, stupito dall'inatteso arrivo dei rinforzi, abbandonò l'attacco per schierarsi a difesa. Tuttavia, perso lo slancio iniziale, per gli indiani si fece sempre più duro resistere, finchè la superiorità delle armi europee ebbe la meglio e li costrinse a ritirarsi a sud, a pianificare una, più decisa, difesa.

Epilogo:
Vittoria di misura delle forze britannico-persiane che perdono 4515 fanti persiani, 1938 fanti britannici, 513 cavalieri persiani, 212 cannoni persiani e 262 cannoni britannici; le forze indiane lasciano sul campo 6436 fanti.
 

Guy_Montag

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Sorprese in africa


Prologo:
Le truppe del Sultano di Fez, che avevano ricevuto l'ordine di annettere quanti più territori possibile a sud della Nazione, scoprirono l'esistenza del Qaid del Mali. Questo Stato, nonostante l'uguaglianza di religione e l'apporto dato al centro commerciale di Fez, venne quindi invaso. Le truppe del sultano avanzarono, non incontrando nessuna resistenza, occupando tre provincie; giunte a Nioro du Sahel, venne loro ordinato di attraversare il fiume ed attaccare la capitale del Qaid.



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La battaglia di Bamako:
L'attraversamento del fiume, voluto per cogliere di sorpresa le truppe maliane, non fu, tuttavia, una mossa vincente; il Qaid, infatti, avendo posto sentinelle lungo tutto il perimetro della provincia, scoprì la manovra ed ordinò alle proprie truppe di molestare quanto più possibile le truppe nemiche, con imboscate ed agguati. Questa guerriglia fece subire numerose perdite alle truppe del Sultano, per questo motivo i maliani decisero di forzarle a combattere una battaglia campale, sfruttando la loro stanchezza e la poca conoscenza del territorio. Le truppe del Sultano, confidando nella loro superiorità numerica, e sottostimando le proprie carenze, accettarono la battaglia, facendo caricare la cavalleria. Tuttavia il terreno collinoso della provincia non giocò in favore dei cavalieri che vennero ripetutamente bersagliati dai fanti nemici, arrivando al contatto con i maliani con le cavalcature sfiancate. L'assalto venne quindi respinto, seppur non senza perdite. La fanteria del Sultano, vista la mala parata dei cavalieri, venne fatta avanzare più lentamente, anche se non meno inesorabilmente. Nonostante avanzassero sotto il fuoco nemico, i fanti di Fez riuscirono a ingaggiare il nemico, con più vigore dei loro predecessori. Questo fatto causò non pochi problemi ai fanti maliani, che videro il nemico sfondare lo schieramento in più punti. Solamente la presenza del Qaid in persona, Mule II Diarra, riuscì ad infondere la forza necessaria agli africani, che riuscirono a ricacciare indietro il nemico, anche se con gravissime perdite. Vista la situazione le truppe di Fez vennero fatte ritirare nella provincia di Nioro du Sahel, per prepararsi alla prossima offensiva.


Epilogo:
Vittoria di misura delle truppe maliane, che perdono 3449 fanti; le truppe del Sultano lasciano sul campo 1930 fanti e 441 cavalieri.
 
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