Turno 1.5

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Turno 1. Gennaio - giugno 2022

 

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Repubblica Federale della Nigeria

A pochi mesi dalla elezioni il presidente Lawal cerca un successo che gli aggiudichi la rielezione. Invia la task force Cobra, veterana dei combattimenti in Niger, a rastrellare il nord del paese. Numerosi piccoli scontri vengono fortemente pubblicizzati sui mass media nazionali. Sopratutto la piccola battaglia di Kano che vede i soldati coinvolti in uno scontro a fuoco lungo tre giorni. Alla fine dell'operazione non si contano vittime tra i governativi mentre i terroristi subiscono 15 morti e 36 arresti.

L'opposizione critica fortemente l'approccio militare al problema dell'estremismo religioso. Si ritiene che debbano essere colpite le cause sociali e il risentimento verso il sud più ricco e cristiano.

Le elezioni vanno relativamente bene per Lawal che si aggiudica la rielezione anche se il suo partito perde qualche posizione. Avanzano invece i partiti confessionali sopratutto sui temi di economia e società.

 

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Repubblica delle Filippine

La Texas Oil Company annuncia di aver trovato un grande giacimento di gas nelle acque del mare di Sulu. Parte di quella zona però è rivendicata dalla Malaysia e si teme l'aumento della tensione tra le due nazioni. [Malaysia -5]

Un nuovo attentato terroristico colpisce le forze statunitensi presenti nel paese. Una bomba ad alto potenziale esplode in un bar molto frequentato dai soldati in licenza. Due filippini rimangono uccisi, tre statunitensi gravemente feriti. La polizia crede di aver individuato uno dei sospetti terroristi ed inizia una caccia all'uomo che però non da frutti.

I due attentati tengono lontani molti turisti rovinando gli affari di molti. Il Partito delle Masse inizia ad attaccare il governo perché ritiene di non fare gli interessi della nazione ma quello di Washigton permettendo lo stazionamento di 80.000 militari stranieri.

 

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Unione Indiana

Il consenso di Sengupta ormai è alle stelle grazie ad una rinnovata agenda nazionalista. La lunga guerra in Kashmir è ormai indicata dall'opinione pubblica come un'aggressione da parte del Pakistan. La tensione tra indù e musulmani è ormai al limite ed a luglio a Mumbai scoppia il finimondo. I musulmani da diversi anni sono degli esclusi sociali ormai tradizionalmente associati a venditori ambulanti abusivi e piccoli furti. L'onda lunga della crescita economica non li ha minimamente sfiorati creando molti risentimenti. Per due settimane la polizia assiste inerme ad una vera e propria guerriglia urbana tra le due comunità. Le immagini creano shock in tutto il mondo e l'immagine dell'India ne esce fortemente danneggiata. Mumbai, la quarta città più grande del mondo con ben 26 milioni di abitanti, è nel caos. Le autorità locali parlano di riconciliazione, di stop alle violenze e di dialogo ma fanno ben poco cosa che fa pensare ad una connivenza. Il Partito Liberal Democratico, il cui numero due controlla molti giornali e televisioni, tiene la questione delle violenze etniche al centro del dibattito politico accusando i musulmani di essere una quinta colonna del Pakistan. I rapporti tra i due paesi non sono stati mai così tesi. [Pakistan -15]

 

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Repubblica Islamica del Pakistan

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Il parlamento propone una controversa legge sulle importazioni. Di fatto renderebbe il paese impermeabile alle merci ed ai servizi stranieri. La norma imporrebbe agli importatori di avere una sede produttiva in Pakistan. Si spera così di attirare investimenti produttivi ma in realtà secondo molti consiglieri economici sarebbe un disastro. Alla fine la proposta viene ritirata ma è un primo, chiaro segnale di rottura di una società che per evitare di affrontare le proprie contraddizioni interne ha creato un sentimento nazionalista portato all'estremo.

 

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Repubblica Ucraina

Proprio quando la situazione sembra ormai normalizzarsi a Kiev scoppia una crisi politica. Il presidente viene coinvolto in uno scandalo di corruzione. Le televisioni private, ben finanziate dalla diaspora ucraina, martellano il pubblico dalla mattina alla sera. Scendono in piazza migliaia di persone chiedendo democrazia e trasparenza. Emerge come leader della protesta Shervaze, capo dell'opposizione liberale. Questi è visto come un politico inesperto ma viene indirettamente "battezzato" da un incontro informale con l'ambasciatore degli Stati Uniti che ne aumenta il peso politico. Dopo un mese di continue proteste, a volte anche violente, il governo si dimette portando ad elezioni anticipate che vengono vinte agevolmente da Shervaze. Il nuovo presidente riconosce durante la campagna elettorale l'esito del referendum della Crimea ma ritiene che il nuovo soggetto federale russo debba farsi carico della sua parte di debito pubblico pari a circa 16 miliardi.

 

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Repubblica di Cipro

La guerra a Cipro non conosce un attimo di tregua. L'inizio dell'anno 2022 si apre con una grossa offensiva dei fanti di marina greci e ciprioti verso il porto di Girne. Questo è ormai l'ultimo attracco in mano ai turchi verso cui far fluire rinforzi e rifornimenti. Numerosi raid aerei da parte dei caccia greci martellano l'infrastruttura portuali bloccandone l'uso. Il pomeriggio del 15 gennaio però i piloti greci scoprono un'amara sorpresa: sistemi di difesa aerea a nord dell'isola agganciano i loro aerei. Lo stormo si disperde attuando manovre d'evasione ma tre caccia vengono abbattuti sui cieli di Girne il che pone fine allo strapotere aereo dei greci che sono costretti a mettere a terra gli altri aerei.

L'offensiva contro il porto va comunque avanti. La 15° brigata turca subisce moltissime perdite ma annuncia la cattura di due soldati di forze speciali russe tra le fila dei greci che affermano di essere semplici volontari giunti sull'isola per la difesa dei cristiani ortodossi. Le autorità locali nord-cipriote denunciano invece un aiuto diretto da parte dei russi ai loro nemici greco-ciprioti.

L'attacco contro Girne si infrange di fronte al massiccio intervento di truppe fresche turche. Il governo di Nicosia afferma che Ankara ha inviato un intero battaglione di nascosto tramite vecchi pescherecci. Non è chiaro se sia vero oppure no ma sta di fatto che l'11° brigata turca riesce a riconquistare l'aeroporto di Nicosia nord.

Verso gli ultimi giorni di gennaio giungono numerosi Antonov AN225 presi in affitto da una società di trasporti ucraina. Le operazioni si svolgono di notte ma vengono ben documentate dai greci. Foto e video mostrano i turchi scaricare migliaia di truppe e mezzi corazzati senza distintivi e contrassegni. Le autorità di Ankara vengono accusate di aver portato ben 20.000 uomini sull'isola. In pochi giorni l'assedio di Nicosia è tolto e una controffensiva fa arretrare i greci di 30 km dalla linea mantenuta al dicembre 2021. L'intera capitale cade nelle mani dei turchi così come Famagosta e Lefke.

I greco-turchi (e i loro presunti alleati anatolici) ormai sono più del doppio rispetto ai greco-ciprioti e ai loro alleati balcanici. I combattimenti si interrompono però con l'arrivo degli attesi soldati stranieri. Giungono presso i porti e gli aeroporti controllati dai britannici i contingenti di Russia e Sudafrica. Presso quelli controllati dai turchi sbarcano i contingenti di Ucraina, Albania, Estonia, Lettonia e Lituania. La missione internazionale è poco coordinata: non esiste un comando centralizzato ne autorità che riescano ad imporre realmente un cessate il fuoco su tutto il campo di battaglia. Il risultato è che i peacekeeper non riescono a prendere ancora il controllo della linea del fronte dove di tanto in tanto avvengono scaramucce. Secondo molti commentatori internazionali è necessaria un forte intervento diplomatico degli Stati Uniti affinché la missione possa avere successo.

Mappa di Cipro al giugno 2022