[Templari] Pellegrinaggio alla Vera Croce

Mourinho

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Fantacalciaro
Inaspettatamente, dopo anni di buio - si ritiene dalla Prima Crociata del 1099 - la Vera Croce viene nuovamente mostrata al godimento di occhi umani.
Il Gran Maestro dei Templari Everard des Barres, in pellegrinaggio in Terra Santa ed Arnau de Torroja, Maestro dell'intera regione dell'Oultremar e Commendatore della Città di Gerusalemme, hanno avuto questo onore assieme al Patriarca Latino Fulcherio, custode della reliquia.


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L'atmosfera in parte mistica e in parte imbarazzata, tre uomini soli, in una calda notte di Gerusalemme, nella Basilica del Santo Sepolcro. E' il Patriarca a possederne le chiavi, è lui stesso ad inserirle nella grande serratura, e a girarle, non senza mostrare fatica. Arnau accende una torcia, il Gran Maestro l'accende da lui, e appesantiti dall'equipaggiamento si dirigono verso la cripta, seguendo il - sacro - silenzio di Fulcherio.
Giungono ad un'altra porta, viene aperta, e si ritrovano sotto la Basilica. Il templare più giovane si guarda attorno, non era mai stato in quel luogo, che sembra viceversa essere più familiare al suo superiore. Questi gli fa coraggio e lo sospinge verso il Patriarca, ormai giunto dall'altra parte del labirinto di colonne e colonnine, nuove e vecchie, che sorreggono la sagrestia. Passano un'altra porta, ed entrano in una piccola saletta, completamente spoglia, se non per una croce lignea sulla parete davanti a loro. Arnau sta quasi per inchinarsi quando il Gran Maestro gli pone una mano sulla spalla, scuotendo la testa.
Sulla parete davanti a loro, oltre alla piccola croce illuminata dalle loro torce, ci sono anche tre porte. Il Patriarca fa due passi in avanti, si inginocchia, e dopo qualche minuto, rialzatosi, apre anche quella. Dopodichè entra e si butta a terra, sconfitto, abbattuto, incapace di reggere quella stupenda visione. Passano minuti, e finalmente il Gran Maestro si avvicina al corpo, c'era di portarlo in piedi, ma il peso che si oppone è troppo forte. L'altro cavalieri lo aiuta e finalmente lo portano in piedi, ma non vedono segni di vita, cosi lo fanno sedere nella prima saletta. Avrebbero voluto chiedere aiuto, ma quello non era decisamente il caso. Lo fanno bere dalla loro borraccia e finalmente si desta. Sorride, guarda il punto in cui era caduto e si commuove; poi con il braccio fa segno ai due fratelli di entrare.


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Così il Gran Maestro entra, seguito dal Maestro di Gerusalemme. Prima uno, poi l'altro, scoppiano in un pianto infantile. Poi assieme si gettano in ginocchio. Arnau si copre il volto, non crede a quella vista, mentre Everard, posato a terra l'Abacus, porta le mani al cuore ed inizia una lunga preghiera in latino, interrotta a tratti dal suo singhiozzo, non ancora fermatosi.
Davanti a loro tre grandi frammenti, ancora uniti, di una croce dal legno vecchissimo, ormai nero. La sorregge un basamento in argento, riflettente le loro torce. La reliquia più sacra della Cristianità.


"Non nobis Domine, non nobis, sed nomini tuo da gloriam"


Furono le ultime parole pronunciate dai due cavalieri, la loro voce fece vibrare l'aria della stanza.


Usciti dalla Basilica i tre uomini si abbracciarono, e il Patriarca fu ringraziato a lungo.
Poi il Gran Maestro si rivolge a lui: " Fulcherio, questa reliquia è il segno di Dio, è la reliquia più importante della Cristianità intera. Ma non può giovare in alcun modo alla Cristianità, se rimane rinchiusa, e nascosta. I soldati di Cristo hanno bisogno della sua presenza.."
 
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