[Tempesta] La successione

Redual

Brontolo
"Le udienze sono concluse per oggi Sire" con queste parole il maestro di cerimonie chiuse dietro di se le porte della sala delle udienze.
Stannis sedeva dritto sul trono vestito come suo solito di abiti e vesti poco decorate, un lungo giacco di cuoio sormontava una veste semplice, quasi grezza se non fosse stata per i materiali di pregio, solo alla chiusura delle porte si appoggiò allo schienale con un lungo respiro.
Il sovrano di Bastiglia era ormai un uomo dai capelli canuti, energico e particolarmente diretto, sebbene ormai ampiamente nella seconda metà della cinquantina, in vista dei sessantanni.


"Beren credo stia giungendo il tempo" disse dopo essere stato qualche tempo immobile con gli occhi chiusi.
"Di cosa Maestà?" rispose una figura apparsa dalle ombre di un ala laterale della sala.
"Non c'è più nessuno in questo salone non dev..."
"Di cosa Stannis?" lo interruppe la figura che a lunghi passi arrivò davanti allo scranno di poco sopraelevato.
"E' buffo come quelli della tua razza, malgrado il tempo passato con noi razze brevi, non riescano mai a comprendere bene il nostro tempo.
D'altronde come potreste... ma guardati... sei uguale al primo giorno in cui ti ho visto quasi vent'anni fa"

Beren era un elfo di stazza massiccia rispetto a quella dei suoi corrazziali, di aspetto giovanile non avrebbe dimostrato più di una trentina d'anni se fosse stato umano; il suo abbigliamento e armamentario era semplice e funzionale, non si discostava molto da quello di una fante di mare della tempesta, se non fosse stato per la finezza e la qualità di armi e vestiti.

"Sai..." continuò Stannis "mi è venuto in mente il mio primo giorno in questa sala, in questo palazzo... ormai diciannove anni fa.
Stessa sala, pressoché stessi arazzi, stesso trono, stesso Beren"
disse accennando un sorriso "solo io sembro cambiato, o meglio, solo io sembro invecchiato tra queste mura... certo, la fuori" indicando la finestra "tutto è cambiato un bel pò.
Sei sempre stato al mio fianco in tutto questo tempo. Ogni viaggio, ogni guerra, ogni battaglia... un passo dietro a coprirmi le spalle o un passo avanti ad aprirmi la via.
Non ti devo aver reso facile la vita immagino, ma credo che tu l'abbia capito, e spero apprezzato con il tempo, il mio non essere di quei sovrani nascosti dietro comode mura mentre il suo popolo muore sui campi di battaglia."

"Stannis... sei in un momento nostalgia? Se vuoi ci mettiamo a parlare delle maree che non sono più le maree di una volta o del legno che non è più robusto come quello di quando eri giovane ma in quel caso mettiamoci comodi e con un bel pò di vino che devo sopportarti" sogghignò Beren.

"Sarete anche i primi nati su Ea... ma siete lenti ad arrivare alle cose quasi quanto ad invecchiare. O forse sei solo tu ad aver preso troppe botte in testa"
"Tutto merito delle tue stupide battaglie"
"Mica ti ho detto io di fare la guardia reale, potevi fare il contadino, o magari il pescatore"
"Magari... ma poi chi ti avrebbe insegnato a cavalcare e combattere decentemente e non come gli altri nobilotti damerini?"

"Touché.
Ma la sostanza non cambia purtroppo.
Sto invecchiando Beren... sto invecchiando per essere il Re che sono.
Non voglio finire il mio Regno curvo sorretto da un bastone, rinchiuso dentro questo palazzo a dare ordini, dichiarare guerre e stringere accordi che non posso vedere, toccare e fare io stesso.
Non voglio essere come tutti gli altri sovrani, troppo spaventati di morire per scendere in campo, troppo vecchi per cavalcare alla testa dei loro uomini, troppo deboli per essere la tempesta che sono sempre stato.

Non potrò esserlo in eterno... e ormai dietro di me vedo più giorni da leone dei pochi che scorgo di fronte. Per quanto potrò essere così? Qualche anno?

Le nubi si addensano e i venti si alzano di nuovo come ogni volta, li sento, ormai li conosco e non voglio lasciare la mia terra senza qualcuno di degno.
E' tempo che le cose vengano messe a posto, che disponga tutto per il meglio e prepari il domani del Regno.


Fai un favore ad un vecchio amico, fallo tu, non voglio domande ne dover dare spiegazioni ad alcuno.
Prepara i messaggeri, e manda a chiamare i Lord di ogni territorio del Regno, il vertice dell'ammiragliato ed il sommo sacerdote.
Devi riunire il Consiglio della Corona qui a Bastiglia.
Non dare spiegazioni, non serviranno se sarai tu il latore della chiamata."

"Stannis..." disse Beren con il tono pesante di chi aveva finalmente capito dove il discorso era andato a parare.
"Per favore, vai prima che il mio orgoglio mi faccia cambiare idea."

Passi pesanti si allontanarono dalla Sala del Trono lasciando la stanza ed il Re in un profondo e assordante silenzio.
 
Ultima modifica:

Redual

Brontolo
"Sono arrivati, ti attendono nel salone privato come hai richiesto" disse Beren entrando nelle stanze di Stannis.
"Sei sempre sicuro di andare avanti per questa strada vero?" aggiunse l'elfo "una volta che darai il via a tutto questo difficilmente potrai fermarlo."

"E' da quando eravamo giù al sud a combattere le arpie che non ti sentivo così serio" rispose Stannis "ad ogni modo si, ormai tutto è in moto."

Detto questo, abbigliato come di suo solito in modo semplice e spartano, il Re uscì a passo svelto dalla stanza, attraversò la grande sala del trono per fermarsi davanti alle porte del salone privato, seguito a distanza di qualche passo da Beren.

"Bene..." disse espirando con un sibilo "diamo inizio alle danze..."

Un piccolo tocco delle nocche sulla porta fece si che due guardie, in alta uniforme, spalancassero i due battenti dall'interno.
Stannis osservò i presenti: i nobili delle grandi famiglie a capo delle principali regioni del Regno, insieme al Sommo Sacerdote Aeron, erano accomodati intorno al grande tavolo di legno con le fattezze di Ea, mentre i tre Ammiragli anziani sedevano più distanti da un lato della sala, sia in segno di rispetto sia per mettere la giusta distanza tra loro e la nobiltà.

"State seduti non c'è bisogno di alzarsi" esordì attraversando la sala fino ad arrivare a capo tavola dietro lo scranno a lui destinato.
"Diciannove anni fa voi, o coloro che vi precedettero, mi eleggeste quale vostro Re. Quel giorno vi promisi il Mare, vi promisi le ricchezze che avrebbe potuto donarci, vi promisi un Regno ricco e florido.
Oggi posso dire di aver mantenuto ogni promessa. E' stata una lunga strada, di certo non facile ne priva di ostacoli e sofferenze.
Abbiamo dovuto affrontare guerre, per difendere i nostri interessi, battaglie dal profondo sud all'estremo nord. Con orgoglio posso dire di essere sempre stato in prima fila con i nostri uomini sui campi di battaglia o a solcare insieme a loro i flutti.
Non ho mai rinunciato ad uno scontro ne mi sono ritratto dalle sue responsabilità.

Oggi viviamo in pace ma all'orizzonte nubi di tormenta già si scorgono. Le sfide del domani sono pressanti e non possono essere ignorate o rimandate.
A Nord i Caduti non hanno ceduto il passo, e sebbene il Consiglio del Giudizio sia stato ricacciato nelle sue terre non dobbiamo ne possiamo dimenticare la silenziosa connivenza mostrata dalle moltitudini verso Lady Vashti e la sua schiatta, che silente si rafforza e ingrossa le proprie fila incombendo su di noi.
Nel centro la scomparsa del Formicaio ci mostra quale sia la fame di terre vergini e quanto, anche i più insospettabili, concorrano tra di loro in una gara per non perdere qualsivoglia iniziativa.
Il Sud vede l'apertura di nuove rotte per nuove terre a noi sconosciute.
L'Ovest poi... abbiamo aperto gli occhi su un intero nuovo mondo di cui abbiamo solo iniziato a scalfire le conoscenze, una terra incognita.

E tutto questo non è altro che un riassunto approssimato."

Stannis si fermò un momento per squadrare gli occhi di ogni singolo presente, come a soppesare l'effetto di quanto detto, prima di riniziare.
"E dall'altro lato vi sono io. Un Re che sta invecchiando.
Sono un uomo, non sono eterno, e ormai conto sulle dita di una mano gli anni in cui potrò ancora guidare il Regno con la forza e la presenza che mi ha sempre contraddistinto e che il futuro esigerà.
Ho fatto molto e vissuto a pieno ogni singolo giorno, e in questi centinaia di giorni ho maturato i miei pregidizi, i miei rancori, i miei odii e le mie simpatie su questa terra.
Limiti... limiti che occultano la mia vista e mi precludono possibilità ed occasioni.

E' tempo per me di designare un Successore, che mi affianchi oggi, per prendere un domani la reggenza e financhè la corona nei giorni che seguiranno.

Ma come sapete... non ho eredi di sangue a sopportare il peso della Corona, tuttavia... in tempi non sospetti, presi e crebbi come tali due orfani, due fratelli con un triste destino alle spalle, Dedric e Astrid, che oggi portano il mio nome.
Non esiste tuttavia una linea di successione per loro... non esistendo un diritto di nascita, e qui miei signori entrate in gioco voi e il vostro consiglio..."


Finito il suo spettacolo ad effetto, come lo avrebbe definito Beren, Stannis finalmente spostò la sedia per prendere posto al tavolo, come se fosse stato privato dell'energia dalla parole appena pronunciate.
@Silen
 

Silen

Get a life
A prendere la parola è il decano dei consiglieri della Corona, un anziano nobile che ha vissuto sotto la Regina Malvagia facendo parte poi dei consigli di tutti ir egni successivi; non il maggiore per influenza, certo, ma forse l'uomo con più rispetto e prestigio del gruppo.
"Maestà, quelli che come me ricordano il lungo regno della strega usurpatrice e l'instabilità degli anni successivi non smetteranno mai di lodare il vostro nome: i risultati della vostra opera sono davanti agli occhi di tutti. Eppure noi umani non siamo immortali e il tempo del declino viene per tutti noi; ahimè io non sono certo esente da simili preoccupazioni anziano e fragile come sono diventato ed è comrpensibile, e lodevole, che voi, gravato dalla responsabilità di un regno, vogliate provvedere per un futuro che si annuncia incerto. Ebbene, la legge stabilisce che il re debba essere scelto nella famiglia dei Crystalbane ed è a questa legge che ci richiamammo quando fu il giorno di eleggere Vostra Maestà, dopo una lunga serie di assassini e usurpatori; ma l'antica dinastia è ormai estinta e voi siete l'ultimo a vantare un legame con gli antichi Re di Ishitara. Come voi stesso avete affermato, i nobili Dedric e Astrid sono stati da voi adottati prima ancora della vostra nomina e in mancanza di eredi diretti loro sono per diritto i più prossimi alla successione. Questo consiglio vi cheide pertanto di nominare uno di loro vostro erede...vi preghiamo, per quanto possa sembrare crudele, di non ripetere l'esperimento della diarchia.
Quello fu un terribile periodo della nsotra storia, un periodo di intrighi, complotti, eretici e lame nella notte...per quanto siamoc erti che con Dedric e Astrid le cose sarebbero dvierse a troppi di noi la nomina di due re ricorderebbe quelt riste periodo ed è giusto e logico che una sola volontà sia quella che ci guidi nel futuro, radioso od oscuro che sia."
 

Redual

Brontolo
"Sono d'accordo. La Diarchia fù... un esperimento infelice.
Tuttavia miei Signori è proprio per questo che vi ho chiamato. Darmi consiglio.
Non si può chiedere ad un padre di scegliere un figlio, anche se non di sangue.

Se acconsentirete farò in modo che giungano qui una alla volta a... presentarsi e esporvi le loro idee sul Regno, che ammetto non sono propriamente concordi."
 

Silen

Get a life
"Naturalmente acconsentiamo Vostra Maestà" disse l'anziano consigleire prima dis edersi nuovamente fra il mormorio di approvazione dei presenti.
 

Redual

Brontolo
Qualche giorno dopo i nobili vennero richiamati e fatti accomodare in una più generica sala consiliare, a differenza della volta precedente non vi era traccia di Re Stannis.

L'unico viso conosciuto era quello di Beren che entrò nella sala spalancando la porta.
"Nobili Consiglieri oggi avrete in udienza la Principessa Astrid Stormborn" disse, andando a prendere posto in una zona defilata.

La Principessa è stata vista poco a corte se non per il breve periodo di reggenza con il fratello durante la Grande Guerra; tutt'altro che avvezza alle comodità da nobildonne, è stata impegnata negli ultimi anni a guidare spedizioni minori che hanno portato alla conquista delle meridionali Isole della Luna, fino al più recente sbarco di forze nei territori del Dominio Dragonide.


"Miei Lord" esordì una figura longilinea entrando nella sala a passo svelto "Re Stannis mi ha chiesto di venire ad udienza e... farmi giudicare, a quanto pare. Malgrado non sia d'accordo con questa decisione, è chiaro che non ho potuto esimermi."
La donna era fasciata in un armatura di scaglie metalliche e cuoio, semplice ma finemente lavorata, probabilmente la medesima che era solita portare sul campo.
p.jpeg

"Non posso che encomiare quanto fatto da Sua Maestà fino ad oggi" iniziò mettendo fine sul nascere presentazioni e convenevoli "tuttavia... benchè il Regno sia ricco, forte e prospero rispetto ai malaugurati tempi del Regno di Shiran, sono convinta che negli ultimi anni abbiamo fallito.
Ci siamo chiusi, chiusi in noi stessi vittime del passato e dei rancori.
Re Stannis ha gettato nuovi ponti, speranze e sogni verso Aman, nostra gloria, ma non dobbiamo dimenticarci che noi viviamo con i piedi ben piantati qui, dall'altro capo di Ea.

E qui, sul continente, dobbiamo ricostruire quanto perduto, siamo stati abbastanza in lutto per la Grande Guerra, è ora di voltare pagina."


Astrid si prese un momento di silenzio per soppesare quanto stava per dire.
"A cominciare dal Sud, quel sud a cui abbiamo mosso guerra, esso è il perno di ogni nostra altra decisione.
E' tempo di tornare a parlare con l'Impero dell'Arpia e trovare una strada per il beneficio di entrambi, sono tempi perigliosi e complicati e credo che anche all'ombra delle torri di Kyrne Lamiya si avverta il cambiare dei venti... e malgrado l'arroganza e la supponenza delle alate, una cosa tutti noi dobbiamo riconoscere, una cosa che ci accomuna, esse hanno sempre mantenuto la parola data e gli accordi, tanto quanto noi.

Su Minnonar non intendo investire parole, il Re ha acconsentito una nuova udienza e lì detterà la linea.

Riguardo ad Aman dobbiamo assicurarci di gestire e sfruttare l'indubbio vantaggio che abbiamo sul resto del continente. Ciò che ci porterà il Nuovo Mondo è lungi da essere chiaro, ma sono certa che possa rivelarsi una vera e propria miniera d'oro. Non dobbiamo perdere tempo."


Guardò lentamente negli occhi i presenti per poi concludere
"Personalmente penso di aver esaurito ciò che di interessante avevo da dire.
Miei signori, se avete domande sono qui per darne risposta, altrimenti Dragonreach mi attende."
 
Ultima modifica:

Silen

Get a life
Alle parole di Astrid seguì qualche istante di meditabondo silenzio. Ai tempi della Grande Guerra, pochi si erano illusi di riuscire ad abbattere il grande impero che Silene aveva creato ma c'erano state grandi speranze per obiettivi che erano parsi raggiungibili: occupare l'enclave a nord, fermare le guerre di espansione, salvare gli stati minori del sud...in una parola ridimensionare la potenza dell'Impero del sud in modo che non fosse più una minaccia. In molti ancora si chiedevano se le cose avrebbero potuto andare diversamente: se il formicaio fosse entrato in guerra, se i generali di Minnonar avessero condotto diversamente la campagna, se Sylvania non fosse intervenuta al fianco delle arpie, se Britannia non avesse supportato l'esercito di Nilin all'undicesima ora. Se, se se....interrogativi oziosi che sarebbero sempre rimasti senza risposta.

Infine il momento di riflessione passò e i vari consiglieri posero le loro domande alla principessa.
"Riaprire un dialogo con l'impero meridionale potrebbe essere una politica saggia" disse uno dei consiglieri "ma se è vero che le Alate sono note per essere sempre state fedeli alla lettera dei patti sottoscritti sono altrettanto note per il rancore che portano nei confronti di chi le ostacola. È fuori di dubbio che aprire una trattativa non sarebbe facile. Come condurreste i colloqui con l'Impero e su che base?"
Un secondo consigliere pose invece la questione di Aman "Certamente la scoperta del nuovo continente è foriera di grandi opportunità; tuttavia gli inviati dei worgen ci hanno dato un quadro che in fondo non è troppo diverso da quello che noi chiamiamo mondo conosciuto: anche in Aman vi sono stati grandi e piccoli e imperi e rivalità da lungo tempo stabilite. Prendendo contatto con la gente di Aman rischiamo di fatto di essere coinvolti nella loro politica. Inoltre presto o tardi altre nazioni cercheranno di raggiungere il nuovo continente: già ora udiamo di ricerche e preparativi in diverse nazioni: lo stesso Minnonar ad esempio...come intendete condurre la politica nei confronti del nuovo mondo nel suo complesso?"
Infine un terzo consigliere prese la parola "Non dobbiamo dimenticare che grandi cambiamenti stanno avvenendo letteralmente sulla nostra porta di casa. Carandor ha iniziato una grande guerra contro i non morti, il cui risultato finale è imprevedibile per quanto la campagna sia iniziata sotto buoni auspici. Sia che Carandor trionfi o crolli è un fatto che soltanto l'Unione e i nostri vecchi amici frostlings ci separano dalle immensità desolate delle Wastelands e dalle orde dei Caduti. Non dovremmo anche noi, come Carandor, preoccuparci maggiormente di quanto accade nel nord?"

(GdR off, ho preferito per comodità riunire tutte le domande dei consiglieri in un solo post, dopo la tua risposta puoi considerare conclusa l'intervista ad Astrid e preparare l'intervento di Dedric )
 

Redual

Brontolo
"Senza dimenticare che sono aggressive, espansioniste e tracotanti" disse con un mezzo sorriso Astrid "ma non ho mai detto che sarà semplice.
Sono certa che le Arpie nutrano un grande rancore... o forse fastidio... per la nostra indipendenza di intenti e idee prima di tutto, e non ho dubbi che se ne avessero le possibilità ci invaderebbero e soggiogherebbero domattina. Anzi... non escludo che questo possa accadere.
Tuttavia siamo un paese relativamente lontano da loro, non irraggiungibile ma direi... disagevole da raggiungere, abbiamo un esercito ed una flotta di tutto rispetto, e senza dubbio portare la guerra a noi richiederebbe un impegno straordinario da un punto di vista di vite ed economico, lunghe linee di rifornimento, ma soprattutto per avere possibilità di successo sguarnirebbe in grandissima parte qualsiasi difesa in patria.
Se lo possono permettere? Non credo. Lo sanno? Si, e se non lo sanno lo stanno capendo in questi tempi.
Come ho detto il vento sta cambiando. La caduta del formicaio ha, come prevedibile, cambiato tante cose, gli equilibri, le distanze e credo anche le ambizioni.
Un tempo, in quella zona non si muoveva una foglia senza che Silene acconssentisse... oggi sappiamo che non è più così.
D'altronde si sa, le tempeste iniziano sempre da singole nuvole.


Su Aman... che dire. Ad oggi non possiamo permetterci di impantanarci in alcuna faida. Possiamo commerciare, dobbiamo commerciare.
Dobbiamo fondare dei primi avamposti e dare ogni appoggio possibile, che richieda il minor coinvolgimento possibile, a coloro che diventeranno i nostri interlocutori al di là del Grande Mare.
E' vero... molti si stanno preparando a giungere nel nuovo mondo, ma ad oggi non godono delle nostre nostre capacità navali, ne tanto meno della nostra flotta, ne delle nostre isole.
Il punto non credo che verta su chi riesca o riuscirà a raggiungere Aman, il punto è chi riuscirà a tornare e ripartire... e ritornare... e ripartire di nuovo e poi commerciare o stabilirsi là.
Le grandi difficoltà in termini navali, di distanza e di organizzazione che stiamo incontrando saranno ancora maggiori per chi non ha le nostre attuali possibilità, e noi, come sapete, stiamo costruendo tutto questo da più di cinque anni.
Ciò che dovremmo fare è rendere sicuri i nostri scali commerciali, le nostre isole ma soprattutto le nostre rotte per Aman.
Quando qualcuno vorrà avere a che fare con il nuovo mondo si troverà quindi a dover iniziare a mettere in piedi qualcosa di simile a noi da zero, o appoggiarsi a noi.


Per quanto riguarda i Caduti... vedo la guerra che sta portando avanti Carandor come... abbozzata e sconsiderata oltre che illogica e confido in cuor mio che non si concluda come i due tentativi precedenti che non hanno fatto altro che causare un invasione di rimando.
Il nostro vero problema e quello dei nostri fratelli Frostling non è il lontano Consiglio del Giudizio, ma il Covenant che incombe sui nostri confini nordici in maniera preoccupante, rinforzandosi da anni di scellerata inazione se non collusione da parte di molti popoli del Nord, come è già stato chiaro negli eventi dei decenni passati.
Forse siamo meno rumorosi dei nostri amici di Carandor, ma credo non meno preoccupati.



Spero che vi sia stata utile miei Lord, con il vostro permesso gli impegni mi richiamano."
 

Silen

Get a life
I Consiglieri si alzano in piedi per salutare con un inchino l'uscita di Astrid e l'udienza ha termine.
 

Redual

Brontolo
Dicono che Dedric, chiamato "Il Principe Nero", ricordi fisicamente molto Re Stannis, per quanto non vi sia alcun legame di sangue diretto, non pochi non sapendolo potrebbero cadere in errore.
L'origine dell'appellativo non è chiara, è comunemente accettato che sia dovuto alle armature di ferro brunito normalmente indossate durante i tornei e gli allenamenti, anche se vi sono voci, che vedono invece le origini del sinistro titolo nella crudezza nei fatti d'arme.
A far da contraltare a questa incerta nomea, vi sono i fatti di cronaca più o meno recente; la sua prima apparizione pubblica è insieme alla sorella durante la Reggenza nel periodo della grande guerra del sud, per poi tornare, a differenza di Astrid, nell'ombra, benchè si sia sempre vociferato di una sua frenetica attività nella diplomazia del Regno. E' di poche settimane fa la notizia che lo vede protagonista della favorevole trattativa per l'annessione diplomatica dei Domini del Drago.

Di carattere e temperamento apparentemente molto più accomodante e cortese rispetto alla sorella e al padre adottivo, nessuno dei consiglieri si sarebbe tuttavia aspettato di trovarlo già accomodato a capo tavola, nella sala in cui erano stati convocati qualche giorno dopo.

Perrin2.jpg

"Nobili Consiglieri, è un piacere avere la possibilità di incontrarvi quest'oggi." esordì Dedric alzandosi in piedi all'ingresso dei primi nobiluomini.

"Non posso che iniziare questa mia udienza ringraziandovi tutti per il tempo che state dedicando a me ed al bene del Regno.
Innanzi tutto fatemi esprimere quanto io apprezzi profondamente quanto fatto fino ad oggi da mio padre, sua Maestà Stannis. E' vero fuori da ogni dubbio che non potremmo trovarci ad un tale livello di abbondanza senza il suo acume, il suo coraggio e la sua prontezza.
I primi anni del suo Regno sono stati un vero e proprio fiume in piena di azioni ed interventi misurati ed intelligenti, finemente calcolati nei rischi e nei benefici.
Anche quest'oggi non posso che encomiare la sua saggezza nel prendere la decisione di iniziare un processo di successione per garantire in questa nuova era turbolenta ma, al tempo stesso, piena di opportunità, stabilità e nuove infinite possibilità al Regno della Tempesta.

Vedete..."
disse prendendosi una pausa ad effetto "sono sinceramente convinto che tutti noi sul continente siamo davanti ad una nuova Era, e non mi riferisco ad Aman.

Durante gli ultimi quarantanni ritengo che abbiamo assistito a due lunghi periodi, due ere diciamo."
pronunciò sorridendo.
"La prima è senza dubbio quella degli Elfi dove, dopo decenni di silenzio, si svegliarono spadroneggiando per il nord fino a spingersi alle soglie di Britannia e del Formicaio. Minnonar e Almarillan erano il cuore pulsante di quegli anni, tutti volevamo essere un pò elfi per vivere della loro luce riflessa e dettavano legge un pò ovunque.
Poi vennero le Arpie, schiacciarono Minnonar al suo culmine, ed imposero con forza la loro egemonia che perdura fino ad oggi, anzi direi senza timore di sbagliarmi che ha raggiunto in questi anni il suo apice, ma, come tutti sappiamo, dopo l'apice esiste solamente il declino.
Le prime minuscole crepe già si scorgono nelle alte torri delle Arpie, e sono certo che queste crepe non le abbia viste solamente io, ma anche i più attenti osservatori.

Di chi sarà la nuova Era? Chi il nuovo egemone?
Se guardiamo agli ultimi cinque anni i segni sono chiari, se guardiamo alle più grandi conquiste degli ultimi tempi è lampante.
Sylvania, dopo aver rigettato la più grande invasione di non morti a memoria d'uomo, ha ulteriormente ingrandito i propri territori fino a quasi toccare il mare.
Noi abbiamo spinto la nostra gente laddove nessuno si spingeva più da millenni.
L'impero di Britannia è diventato grande, ha più che raddoppiato il suo territorio, ha riempito i suoi forzieri d'oro come mai prima, ed ha iniziato a dettare legge con sempre maggior decisione ai suoi vicini.

A guardare i pezzi... appare chiaro, lampante che la nuova era sarà l'Era degli Uomini.


E quindi, vi chiederete, quali i nostri obbiettivi?
E' indubbio che il nostro primario interesse sia guardare al domani, e guardare al domani significa tornare a parlare con coloro che saranno i protagonisti del domani.
Sono convinto della necessità irrimandabile di stringere di nuovo proficui contatti con l'Impero e il Ducato, certo... abbiamo avuto i nostri problemi in passato, ma d'altronde si sa, la strada per il successo del proprio paese a volte passa per intrighi e giochi di potere, a cui nessuno, nemmeno noi, possiamo sottrarci.

Questa è ciò che fermamente credo e vedo guardando domani.
Immagino che abbiate un infinità di domande e quesiti, e so per certo di non aver trattato numerosi argomenti ma... d'altronde ciò che ho voluto trasmetterci è un idea, un traguardo.
Sono aperto a rispondere ad ogni vostra curiosità."
concluse con un pronunciato sorriso.
 

Silen

Get a life
Le parole del principe vengono accolte con un certo brusio di fondo fra i consiglieri
"Gli umani sono sempre stati la popolazione più numerosa di Ea, questo è certo" disse uno dei più anziani "sappiamo bene come nello stesso Impero di Silene almeno metà della popolazione appartenga alla nostra stessa razza e forse quattro quinti delle truppe imperiali siano composte da umani e mezzelfi. Ma non esiste attualmente un grande impero umano come poteva esserlo l'antica Teocrazia a meno che non si voglia prendere per buone le pretese di Britannia. Esistono, è vero, diversi regni umani in ascesa ma nessuno di essi può sperare di scalzare l'Impero dalla sua posizione. Alcuni nemmeno vogliono farlo in realtà" il consigliere sbuffò "Britannai e Sylvania...entrambi, per motivi diversi, sono stati ben contenti di aiutare le arpie nelle loro guerre. Cosa vi fa pensare che uno di questi stati possa assurgere veramente a dominatore di questa nuova epoca? E credete forse che l'Impero assisterebbe passivamente? Non è più probabile che Silene scaglierebbe tutta la potenza del suo Impero addosso ad ogni probabile rivale?"

"Quale affidamento può darci il pazzo Duca di Sylvania?" cheise un altro consigliere "Konrad nel suo lungo regno ha fatto di tutto e di più. Voi vi fidereste di un qualunque accordo firmato con lui? Potrebbe decidere di violarelo semplicemente adducendo di essersi svegliato con il mal di testa..."

Altri consiglieri posero invece le stesse domande rivolte in rpecedenza ad Astrid: come riavvicinarsi all'Impero? Come comportarsi nella corsa al nuovo continente? E come rapportarsi a Carandor e alla sua guerra a nord contro i non morti? (GdR off scusa Red ma non avevo voglia di fare varianti delle stesse domande per cui la ho fatta breve...sono le stesse domande fatte ad Astrid in sostanza :asd:)
 

Redual

Brontolo
"Onorevole consigliere... infatti non ho mai detto che sarà l'era di una nazione, ma l'era degli uomini" pronunciò sorridendo Dedric.
"Scalzare l'Impero delle Arpie militarmente sarebbe un impegno, come dire... mastodontico. Le risorse del gigante del sud sono immense, ma badate, non infinite.
Britannia e Sylvania hanno aiutato in passato le Arpie, ma dubito che sia stato per amore incondizionato, quanto più per profitto ed interesse.
Ritengo che rispetto a ieri siano cambiati dei dati non trascurabili in entrambi i paesi. Sylvania un tempo era un alleato lontano mentre oggi, come la cronaca ci insegna, i suoi interessi possono essere molto più vicini a quelli delle Arpie. Britannia fino a solo dieci anni fa potevamo senza problemi definirla uno stato subalterno a Kyrne Lamiya, mentre oggi è innegabile che stia con tutta la propria forza cercando e prendendo una dimensione ed uno spazio tutto suo, con scelte e politiche indipendenti, per quanto accetterà la retorica di rimanere in secondo piano nei confronti dello scomodo vicino?
Nessuno dei due forse è in grado singolarmente di scalzare le Arpie ma... il crollo di un egemonia non accade per forza a causa di un singolo avversario, ne credo tanto meno avvenga solamente per la via militare. L'isolamento politico e diplomatico e l'incertezza che ad esso segue sono un arma ben più forte e pericolosa dei centinaia di migliaia di armati al confine.
E qui rispondo anche al vostro secondo dubbio. Siamo certi che l'Impero si prenderebbe nei prossimi anni il rischio di assalire uno dei grandi paesi avendo rapporti tesi o incerti ai suoi confini? Che questo paese sia il nostro o sia Britannia, senza dubbio lo sforzo richiesto sarà imponente, un sforzo che lascerebbe la madrepatria sguarnita e debole davanti ad una nazione affamata.



Il Duca Pazzo, ho sempre trovato curioso questo soprannome. In tanti modi potrei definire Konrad ma sicuramente nessuno di questi è pazzo, come ci dimostra l'evoluzione delle sue terre.
Sicuramente è scaltro, pragmatico, privo di scrupoli, arrivista e chi più ne ha più ne metta, ma ha sempre fatto i suoi calcoli con una lucidità e freddezza che a mio modo di vedere escludono la follia. I trattati con Sylvania è ben noto che valgano meno della carta su cui sono scritti, ma gli interessi di Sylvania valgono più di qualsiasi altra cosa. Non sto parlando di sposarci con il Duca, ne tanto meno oserei sprecare carta per qualsivoglia trattato, ma ciò di cui parlo io è riaprire contatti sopiti da troppo tempo, trovare un intesa, obbiettivi e scopi comuni e da lì capire come raggiungerli, d'altronde ad oggi per chiunque degli attori in campo... noi potremmo essere il lontano amico con interessi distanti."
concluse sorridendo.


Dopo una breve pausa per riordinare le idee riniziò nuovamente.
"Avvicinarsi a Britannia? Beh... credo di averlo già espresso... se invece vi riferivate all'Impero delle Arpie... non è mio interesse impiegare tempo sul passato.


Per quanto riguarda Aman è indubbia oggi la nostra posizione di vantaggio. E' ugualmente indubbio che possiamo rendere per chiunque qualsiasi contatto con Aman estremamente semplice o ostico. E' un arma nella nostra diplomazia, e non dobbiamo avere paura ad usarla.


Carandor... Carandor ha iniziato una sua crociata contro i non morti che non ci riguarda. In tempo passato fui d'accordo con il progetto mai nato di mio padre di un intervento verso i non morti in concerto con i nostri amici nordici ben diverso da quello in atto e rivolto altrove. Credo che il Consiglio del Giudizio non sia il nostro problema e anzi farlo diventare tale è un grave errore. Detto questo non c'è alcun dubbio che difenderemo i nostri alleati se mai i loro territori venissero invasi, come è già successo in passato, spero solo che questo non diventi... la normalità."
 

Silen

Get a life
Dopo alcune domande minori e i convenevoli d'uso l'udienza si conclude: i consiglieri salutano cerimoniosamente il principe Dedric e il Consiglio della Corona, per il momento si scioglie. Viene stabilito in accordo con Re Stannis che verrà stabilito un lasso di tempo per permettere ai consiglieri di dibattere internamente la questione dopodichè il Consiglio si radunerà nuovamente nella capitale per dare la propria raccomandazione riguardo all'erede prescelto per la successiva ratifica reale-

(GdR off come dire che nel report del prossimo turno vedrete chi il Consiglio della Corona avrà scelto come erede presunto. )
 
Alto