GDR Talassocrazia

Last Century

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Molti ricordavano con una certa miscellanea di amarezza e felicità gli anni in cui i confini col Regno della Tempesta erano aperti e prosperi. Certo la stabilità e la rinnovata ricchezza avevano spinto anche i più reticenti a non lamentare troppo il silenzio gelato caduto tra i due reami, ma ovviamente tutti sapevano che sarebbe stata solo questione di tempo prima che, per un motivo o per l'altro, si dovesse arrivare ad una riapertura di qualche tipo. Non necessariamente tornando ai fasti passati, visti i legami con l'Impero ed il Ducato, ma invero non c'era motivo alcuno per non aprire una porta ai vicini.

La possibilità - e la scusante - per tale riavvicinamento venne sotto proposta della neopromossa ammiraglia della flotta, Vittoria, che a sorpresa aveva domandato alle camere di poter chiedere ufficialmente al Re Tempesta di fornirle uno scalo verso il nuovo mondo. Una scelta che da molti era stata considerata audace e, da molti altri, anche un poco rischiosa visto l'andamento della situazione politica dell'ultimo anno. Tuttavia, vuoi anche per la fede riposta nella prima umana titolata del Principato, le era stato concesso di salpare verso i porti della Bastiglia d'Ishitara. Dopo aver avvertito con un messo la Bastiglia dell'arrivo di Vittoria, vennero ultimati i preparativi per il viaggio.

Alle prime giornate buone della primavera, quindi, al comando di un galeone disarmato risalì la costa e, battendo bandiera minnonarense, si avviò all'ingresso del golfo. Dopo aver ammainato le vele attese l'arrivo dei vascelli della Tempesta che, sapeva, non avrebbero tardato a raggiungerla nel giro di un baleno. Fece disporre l'equipaggio, per l'occasione ridotto al minimo, sul ponte di prua così che potessero fare il presentat'arm agli equipaggi in arrivo. Vittoria Melara si era portata dietro quasi esclusivamente umani, sebbene un paio di eldar sbucassero ugualmente tra i marinai, poiché riteneva - a torto o a ragione - che i vicini avrebbero maggiormente preferito conversare e rapportarsi con umani piuttosto che con gli eldar con cui avevano avuto tanti alti e bassi. La sua era una richiesta semplice quanto rapida: voleva chiedere un incontro con i vertici del regno per discutere del futuro.

Una volta avvicinata dai locali s'inchinò e disse.
«Il mio nome è Vittoria Melara, Capitano di Vascello del Principato di Minnonar e vengo qui in amicizia. Sono stata inviata per chiedere al vostro signore la possibilità di riaprire il dialogo che per lungo tempo è rimasto taciuto tra i nostri paesi, nonché per discutere del futuro oltremare.» poi, subitamente, aggiunse. «Spero che il mio arrivo non abbia cagionato vicissitudine alcuna, nel qualcaso mi scuso ma ho ben pensato che fosse prudente andar via mare piuttosto che varcare impunemente il confine in questi giorni di tribolazione.»

 

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Ad avvicinarsi fù una veloce goletta.
Arrivati in linea di vista fù il capitano della piccola imbarcazione, un elfo, a sporgersi a prua per sentire le parole dell'umana.
Dopo aver squadrato la nave e l'equipaggio rispose laconicamente di seguirlo alla distanza di uno scafo di distanza mentre, allo stesso tempo, lungo gli alberi venivano issate variopinte bandiere nautiche.

Le due imbarcazioni attraversarono velocemente lo stretto che serrava il golfo di Ishitara superando i due imponenti templi dedicati Solonielle che, sul limitare delle scogliere, sembravano esserne a guardia.
Entrati nel golfo, costeggiando il litorale meridionale, si trovarono nel giro di poco tempo all'ingresso del grande porto di Bastiglia, dove, su un piccolo molo in disparte, si poteva già scorgere un drappello di guardie ad attenderli.

Una volta approdati un ufficiale cittadino condusse, senza tanti convenevoli, Vittoria per le strade della città fino a giungere alla sala delle udienza del Palazzo Reale.

Il salone era ripieno di gente che dibatteva sommessamente di questa o quella faccenda mentre in fondo, di fronte al Re, sembrava andare in scena una disputa di poco conto tra due nobili minori.

Una volta attraversato l'ingresso uno dei cerimonieri con voce imponente annunciò la presenza della donna.
"Vostra Maestà, è giunta Vittoria Melara, l'inviata del Principato di Minnonar."

La moltitudine dei presenti di colpo si zitti facendosi da parte e creando un passaggio libero fino al scranno reale.
 

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Vittoria si fece scortare sino al Palazzo senza proferire parola. Mai era stata in quel d'Ishitara e anche se avrebbe voluto lasciarsi affascinare dall'architettura cittadina i suoi pensieri erano rivolti solo ed unicamente a conferire al Re i suoi buoni propositi. All'ingresso nella sala tutto piombò nel silenzio dacché il vociare dei magistrati e politicanti sparì lasciando che tendessero le orecchie verso di lei. Doveva essere strano, forse per quei nobili più che per lei, vedere qualcuno del Minnonar entrare in quelle aule. Ma Vittoria non si lasciò scoraggiare da quell'inquietante silenzio e, avvicinandosi a passo lento verso il Re Tempesta arrivò a portata di voce prima d'inchinarsi elegantemente.

«Re Tempesta, grazie di avermi ricevuta con sì poco preavviso ed in un momento di concitazione evidente.» esordì, riferendosi chiaramente a quanto accaduto ai Domini.
«Sono qui per chiedervi ufficialmente di riaprire il dialogo tra i nostri paesi e collaborare alle scoperte del nuovo mondo. A tal proposito sappiate che le gesta dei vostri marinai sono divenute note in tutti i porti del Minnonar e hanno ispirato me, così come tanti altri, a prender la via del mare.» continuò.
«Con la cessazione della crisi dei Domini, che avete pacificato prima che le cose degenerassero, ci sentiamo pronti a iniziare una nuovo capitolo della nostra storia che non ci veda necessariamente né ostili né indifferenti, e nulla mia è sembrato più congeniale se non venire qui in persona a chiedervi la possibilità di intavolare questo futuro dialogo.»
 

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Stannis rimase in silenzio per quasi un minuto alla fine della presentazione.
Nel salone dopo i primi momenti in cui sembrava non volare una mosca, pian piano iniziarono a levarsi numerosi brusii e borbottii.

"Non mi sarei mai aspettato" esordì Stannis appoggiandosi allo schienale "che dopo nove anni di totale silenzio il Principato di Minnonar mi mandasse in ambasciata... un umana.
Non so se dovermi sentire onorato per tanta premura o offeso per non essere ritenuto degno di un Eldar.

Silenzio poi... personalmente non ho mai avuto il piacere di conoscere il Principe Carnil e devo ammettere che da parte mia vi sia stato silenzio in questo senso, non posso tuttavia dire lo stesso a parti invertite, immagino che il vostro Principe abbia avuto modo di conoscermi in qualche modo, visto che ha avuto premura negli anni di descrivermi in modo così... colorito.

Ho ricevuto molte storie su come sono stato descritto al di là dei confini, a volte come un corruttore, altre come avido, altre volte da traditore e a volte anche come un pazzo, la somma di ogni male insomma.
Sapete..."
aggiunse sogghignando "a volte mi sono sentito in difetto nel non essere al passo con questa titanica fama che veniva decantata.

E' da qualche anno che non sento della musica nuova... ditemi Vittoria, di quali nuove grandi opere sono la causa quest'oggi nelle terre degli eldar?

Perdonate la mia curiosità ma sapete, è da così tanto che bramo discutere con un ambasciatore di Minnonar."
 

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Vittoria si strinse nelle spalle, sospirando appena. Non che avessero lesinato sul dirle quanto poteva essere difficile compiere un riavvicinamento di quel tipo, ma trovarsi lì sul momento era cosa ben diversa dall'averlo immaginato per giorni e giorni durante il viaggio.
«Non è stato facile convincere i miei superiori dell'utilità di questo nostro incontro.» ammise. «Ma sono stata io a insistere per venire qui come umana, con un equipaggio di umani. Sapevo quanto delicata poteva essere la situazione e, li conoscete, i miei compatrioti di stirpe elfica tendono a essere o troppo espansivi o troppo poco elastici. Oltre al fatto che la diffidenza ed il timore si sono instillati in molti cuori e molte menti... quindi ho preferito così. A volte avere una vita ragionevolmente breve aiuta le persone a ragionare più lucidamente; se avreste preferito un eldar al mio posto chiedo scusa, ma la colpa di tale scelta è mia e mia soltanto.» annuì lentamente.

«E sì sono consapevole degli attriti e delle scaramucce verbali più o meno velate compiute fin'ora. Al tempo io prestavo ancora servizio su un mercantile, ma la reazione del Principe fu senz'altro dettata dal bisogno di imporre nuovamente il regno come capace di muoversi e rispondere autonomamente ai problemi. Certo, mentirei se dicessi che più di uno vi ha accusato apertamente di aver agito in maniera oltremodo severa con le compagnie mercenarie ma ogni Re è Sovrano a casa sua e quello che viene detto o fatto fuori dai confini altro non è che un'illazione, perlopiù.» si fermò un secondo, poi riprese.
«Poi, se volete la mia non richiesta opinione, avete agito con ragione. La presenza di gentaglia che si svende al primo offerente non serve né a Ea né a nessuno dei suoi abitanti. Ma questa è la mia umile opinione, nient'altro.» rimarcò il fatto che stesse solo esprimendo il suo parere, ma anziché tirar corto pareva aver argomentato volutamente l'evento. Dopotutto quei prezzolati che si erano ribellati erano costati all'Alleanza anti Imperiale molto di più del loro peso in oro, con tutto quello che ne era conseguito.

«Per quanto riguarda l'essere accusato di tradimento penso siano solo sciocchezze. So che può suonarvi come una giustificazione, ma dieci anni fa il regno non era quello di oggi, era debole e lacerato, con una capitale controllata dal nemico e un territorio fratturato in mille pezzi. Abbiamo cercato un colpevole, e nel momento misto di ira e sconforto sono stati tanti a prendersela con questo e con quell'altro. Alcuni hanno odiato voi e la vostra gente, altri l'Unione, altri ancora Britannia e l'Impero.» abbassò gli occhi. «Inutile dire che anche tra gli alleati ci siamo ritrovati spesso soli e qualcuno, persino io stessa, ho provato rancore nei confronti di chi - in quella guerra - ci aveva trascinato in maniera sconsiderata. Ma tradimento è una parola che si confà a ben altri, in questa storia, piuttosto che a voi. E questo, che ci crediate o no, Re Stannis, è anche il pensiero del Principe e della stragrande maggioranza della Corte.»

«Non cercherò di indorare la pillola fingendo che tutto vada a gonfie vele e che il passato non conti nulla, ma vi prego di credermi quando dico che ulteriori attriti sono da evitare, possibilmente per molti anni, tra i nostri popoli. Per i canoni del nuovo Minnonar potreste essere un Re all'antica, un qualcosa che ricorda sciaguratamente Elenwen e l'amicizia che vi legava a lei, ma non per questo un nemico o qualcuno da temere piuttosto che rispettare. I vostri traguardi sono innegabili e nonostante tutto siete colui che ha ottenuto più successo nell'ultimo decennio. Questo non è passato inosservato a noi come a nessun'altro su Ea... e presto anche il nuovo mondo saprà di voi, prima che di chiunque altro.» a quel punto si fermò per alcuni istanti, dondolando la testa lentamente a destra e sinistra.
«Per quello che può valere vi chiedo scusa a nome del Minnonar per le parole spese in passato, qualora questo possa porre rimedio all'offesa, ma il mio desiderio qui oggi è solo quello di ottenere da voi la grazia dell'amicizia. Sarebbe venuto il Principe in persona, probabilmente, ma la nostra diplomazia è al momento suscettibile a certe limitazioni che non possiamo liberamente rompere. Domando scusa anche di questo, Re Tempesta.»

Fece una piccola riverenza.
«Spero di aver soddisfatto la vostra curiosità, vostra maestà, e che la mia presenza qui sia benaccetta.»
 

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"Essere trascinati in guerra... un concetto che ho sentito più volte e che devo dire non ho mai totalmente compreso.
Siamo un popolo semplice, per certi versi, qui nel Regno della Tempesta. La nostra parola è sacra e posso dire di non aver mai infranto un impegno o un trattato, ovviamente esigiamo il medesimo trattamento verso coloro con cui trattiamo.
Da decenni, tra Minnonar e Ishitara prima, e Tempesta poi, è rimasta in vigore un alleanza militare. Siamo morti al vostro richiamo sulle vostre terre ottemperando ai nostri doveri quando fù il tempo.
Un decennio fa avete semplicemente ottemperato al vostro dovere e ai nostri accordi, rispondendo al nostro di richiamo. Non vedo alcuna forzatura in tal senso. Voi si?
Le scelte che ha preso al termine della guerra il Principe Carnil non sono imputabili a noi, ne lo è la vostra situazione attuale o degli ultimi anni."

Dopo una breve pausa riprese "Accetto di buon grado le vostre scuse che intendo ritenere sincere e non di interesse.
Dunque, Vittoria, intendevate parlarmi del futuro, siamo tutti molto interessanti a quanto avete da dire"
disse il Re allargando il braccio sinistro con un gesto ampio, fino a fermarsi ad indicare un piccolo gruppo di individui che ad uno sguardo più attento non tardarono ad rivelarsi come Eldar.
 

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«Deve essermi sfuggito il pensiero sbagliato, Re Stannis, chiedo venia. Quello che intendevo sull'essere trascinati in guerra non era tanto l'ottemperanza ai trattati, quando il senso comune della gente. Come sempre si dice "finché tutto va bene non ci sono problemi"... diciamo che il grosso del danno è arrivato quando tutto è andato a catafascio. Non cercavo d'imputarvi la colpa, ma di spiegarvi come mai taluni possono vedervi con quegli occhi, piuttosto che come un vecchio amico.» poi si voltò a guardare gli eldar per un attimo. «Ma non è niente di insanabile, almeno dalla nostra parte.»

«Sono stata incaricata dall'Ammiraglio Demerzel di mappare i confini del mare ed esplorare i nuovi regni sul continente da voi scoperto, ma è chiaro che un viaggio così lungo - nonostante i recenti interessi navali del Principe - non sarebbe fattibile neanche con Solonielle a vegliare sulle acque. Voi siete l'unico regno ad essere nella posizione strategica ottimale per permettere una traversata verso Aman, pertanto la mia unica richiesta è quella di poter attraccare nei vostri porti insulari per carenare le navi e rifornire le stive. Non siamo esperti come voi nel navigare e sono certa che i vostri armatori potrebbero evitarci di perdere qualche galeone - e di vite preziose - durante tra traversata.» disse. «Chiaramente, se necessario, pagheremo per la vostra disponibilità il prezzo che riterrete opportuno.»
Poi, tornando agli eldar, continuò. «Se mi posso permettere, ma questa è più una mia iniziativa che altro, sarebbe bello che il popolo eldar fosse riunito dopo tanto tempo. Abbiamo tutti una qualche colpa in quello che è successo al nostro paese, ma credo che sia giunto il momento che - vostra grazia permettendo - la nostra gente ritrovi l'unità.»
A quel punto si voltò direttamente ai figli di Gallean. «Sempre che v'interessi, naturalmente.»
Poi tornò sveltamente a guardare il Re. «Se c'è qualcosa che, nella nostra limitata autonomia, possiamo fare per dimostrarvi buona fede non avete che da chiedere.»
 

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"Insomma... siete giunta fin qui per chiederci uno scalo sicuro per Aman. Modo curioso e disinteressato per riaprire i rapporti.

Che prezzo pensate sia adeguato per darvi scalo a Finisterra, rifornirvi di cibo e magari darvi pure qualche dritta?
Avete una vaga idea dei rischi?
Le nostre prime traversate si sono rivelate... disastrose. Navi inadeguate all'alto mare, ai suoi venti e alle correnti ci hanno lasciato poco più che naufraghi, sopravvissuti per la provvidenza di Solonielle nel dirigerci verso terre abitate, amichevoli ed ospitali.

Oltre che chiedermi aiuto... lanciate pure l'idea di riunire il popolo eldar.
Non si può dire che non siate temeraria...

Apprezzo le persone temerarie, senza quel coraggio misto ad incoscienza non avremmo mai fatto alcun passo come popoli.

Malgrado quanto il vostro Principe, o chi per lui, possa sostenere, non posso che riconoscere di essere profondamente legato alla stirpe degli Eldar.
Decenni di amicizia, fiducia e, oserei dire, quasi fratellanza, non possono essere dimenticati come se nulla fosse. Per anni le nostre genti hanno versato il sangue fianco a fianco, sulle terre di Minnonar o nel nord contro i non morti, e questo non intendo scordarlo.
Il fastidio o l'astio che posso provare per i modi con cui sono stato trattato e additato da Carnil, non possono essere una colpa di un popolo, e non mi sento di poter negare a quel popolo l'opportunità di riunirsi come era nei sogni di Elenwen e di Loras prima di lei.

Per quanto riguarda questa riunione, se i miei ospiti lo gradiscono"
disse Stannis guardando gli eldar li presenti "avete il mio permesso per poter richiedere un concilio da tenere sul confine in terra neutrale. Farò convocare nuovamente nel Regno il nobile Lantalion Eruan Silverhorn un tempo portavoce di coloro che si fecero chiamare I figli di Minnonar, per una tale trattativa."

@Silen
 

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«Non siate così rancoroso con il Principe Carnil, Re Stannis.» disse Vittoria. «Come vi ho detto ha fatto quello che doveva e che riteneva giusto in relazione alla situazione esplosiva che si era venuta a creare nei nostri confini. So che può apparire molto semplice come soluzione quella di additarlo come una persona che parlava a vanvera, ma non è che avesse le mani più di tanto libere, né che il nostro stato potesse permettersi di mostrare eccessiva debolezza.» continuò. «Il suo sarà pure stato un atteggiamento freddo nei vostri confronti, ma non è che le colpe siano mai unidirezionali nella vita. Il punto non è continuare a indugiare sul passato, altrimenti troverete sempre motivi per denigrare chiunque, perché chiunque nel bene o nel male ha commesso degli sbagli. La questione è capire quanto gravi siano stati questi sbagli, da cosa siano scaturiti e quali siano state le conseguenze degli stessi.»

«Riuscireste a soprassedere sugli attriti tra voi e il Principe Carnil? Dopotutto se sono stata mandata qui a chiedere scusa a nome del Minnonar l'ho fatto anche in sua vece. Non siamo venuti qui a mercanteggiare come banchieri contrattando la vostra amicizia col denaro. Sono venuta qui scusandomi per le responsabilità che ha avuto la mia gente tutta in questa storia. Oramai il Minnonar non dipende più da una sola voce, come ai tempi di Loras ed Elenwen, ma da un coro la cui espressione è il Principe Carnil.» poi fece una breve pausa. «In quelle lettere era la mia gente a lamentarsi del vostro operato, così come ora sono io, che impersono la mia gente tutta, a chiedervi scusa per gli attriti e le offese recatevi, giuste o non giuste che fossero.»

«E non nascondo nemmeno che il mio è un interesse, ma di certo non mascherato con lustrini e scempiaggini, mio Re. Sono una marinaia, ho vissuto più per terra che sul mare, ma penso di essere abbastanza intelligente da capire - alla luce del vostro regno - che sia inutile cercare di intortarvi con belle parole e salamelecchi. Se c'è una cosa che il nuovo Minnonar sta cercando di fare da dieci anni e più a questa parte è tamponare gli errori del passato fatti con gli amici e coi nemici, dentro e fuori dai confini.» proseguì. «Per questo ho pensato che fosse più sensato venire da voi a chiedere qualcosa piuttosto che fingere disinteressatamente di volervi di nuovo come amici. L'avreste preferito, forse, ch'io fingessi spudoratamente? Non ci sarei nemmeno riuscita, anche volendo, quel che ho detto è sempre stata la verità. Riavvicinarsi è un processo lento che va deciso da ambo le parti in causa, dopotutto, e di cui noi ci stiamo facendo promotori.»

«Onestamente, sire, non vi ho fatto un'offerta perché venire da voi a proporvi dei talenti rasenta l'idiozia, quando non l'arroganza. Cosa possiamo offrirvi in termini economici che voi non riusciate già a fare? Cento? Duecento talenti? Cos'è una cifra del genere, quello che uno dei vostri porti produce mensilmente? Se volete un pagamento pecuniario non avete che da chiederlo, Re Stannis, e mi scuso peri l mio pregiudizio, ma dovete capirmi: venirvi a offrire soldi mi è parso non più furbo di offrire derrate alimentari ad un caduto. Solo voi sapete ciò che più può farvi contento.»

Poi a quel punto ringraziò. «Grazie, sire. Se gli eldar della Tempesta vorranno allora ci organizzeremo in separata sede.»

@Silen magari se gli Eldar accettano apriamo n'altro gdr a parte?
 
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(Come preferite, potete sia continaure a parlarne qui sia aprire un altro thread, decidete voi)
 

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(Per me puoi dirci solo se accettano o meno, se accettano tanto la cosa si terrà in separata sede e noi continuiamo con l'argomento principale della discussione! @Redual )
 

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"Certo... capisco senza dubbio perchè siete giunta voi, umana e navigante, davanti a me, e non qualcun altro. Solo voi potevate dire certe cose che credevate io volessi sentire.

Ciò che io voglia o non voglia fare rispetto agli eventuali attriti tra me e il vostro Principe è irrilevante. I Regni non sono la somma dei loro governanti, ma la somma dei loro popoli e del loro passato.

Tornando a ciò per cui siete venuta.
Vi permetto la partenza ed il ritorno da Finisterra per un massimo di due squadre navali senza armati imbarcati. Vi riforniremo di cibo e... qualche consiglio sulle rotte da seguire.
Il costo di questo servizio è..."
Stannis rimase silenzioso qualche secondo girando gli occhi prima al cielo e poi verso un contabile poco distante "dieci cristalli.

Se, o meglio quando, in futuro vi servirà altro, per nuove spedizioni, o scali commerciali, sarò felice di riparlarne con il Principe Carnil.
Spero che possiate tornare dal vostro viaggio Vittoria, avete fegato, mi piace chi ha fegato.

Tornando a Minnonar dite di farmi sapere, se sono dell'idea, quando vorranno organizzare l'incontro per gli discutere le questioni degli eldar."
 

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Vittoria s'inchinò. «Vi ringrazio a nome del Minnonar per la vostra generosità, riporterò quanto detto ad Almarillan. Avrete presto buone nuove, ne sono sicura. Vedrete che la vostra gentilezza non sarà né malriposta né non ripagata.» dopodiché la donna prese congedo, lasciandosi scortare nuovamente all'esterno del palazzo della Bastiglia.Da lì avrebbe dovuto sveltamente tornare in patria e organizzare quanto richiesto. Dopotutto lei, e lei sola, avrebbe dovuto guidare quella piccola, sparuta, prima spedizione.

@Silen Noi abbiamo finito!
 
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