[SRI]La Lunga Marcia

Falciatore

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Corrado, sempre più vecchio, aveva lasciato che la questione fosse risolta dalla dieta. Quasi nessuno osò contrastare gli ordini di Federico II, ormai quasi sicuro di essere il preferito, e dopo aver deciso le mosse un folto numero di messi furono mandati alle varie guarnigioni dell'impero per la mobilitazione.
Una pergamena con poche lettere e simboli indicava esattamente quel che doveva fare il battaglione che l'avrebbe ricevuta.
Era una mattina di febbraio quando nella nebbia mattutina i primi drappelli di poche centinaia di uomini iniziarono a convergere sulle strade della Via Europa.
La marcia era lunga ma la strada la rendeva più veloce e ben presto un piccolo esercito si formò alle porte di Friburgo, la regina delle città Europee.
Lo sguardo torvo di Corrado scrutava quei fieri uomini dalle mura della città. Quanti figli avrebbe perso ancora l'Impero?
 

Falciatore

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Diario di Federico II
11 marzo
Oggi, 11 marzo 1159, siamo arrivati nell'Holstein.
La 4° e la 5° armata dovrebbero giungere in questi giorni a rafforzare le fila.
i Nobili locali ci hanno avvisato che un grosso esercito guidato da Valdemaro è in arrivo dallo Jutland, ho giurato davanti a loro che non toccheranno l'Holstein,non da vivi almeno.

12 marzo
Notizie sconfortanti, la 5° armata non arriverà in tempo. Penso di avere ragionevolemente un numero adeguato di uomini ma avrei preferito avere il reparto di cavalleria della 5° Armata al mio fianco.
Domani partiremo per il Nord.

18 Marzo
I ricognitori hanno visto l'esercito sorpassare l'Eider, ho studiato le cartine e sembra un punto dove la cavalleria Imperiale può sfruttare la sua carica.
L'esercito di Valdemaro lo passerà entro domani, domani ci sarà la battaglia.

19 Marzo
Oggi la Gloria dell'Impero ha vinto sulla stoltezza. L'esercito di Valdemaro era immenso, mi è parso di vedere uomini Nordici tra di loro e sicuramente lo stile di combattimento non era per molti quello Danese.
Ma come i Danesi sono periti in fretta.
Alle 10 di mattina abbiamo formato il primo muro di scudi mentre valdemaro si fortificava vicino al fiume. Le sue spie devono avergli riferito della nostra dimensione e deve aver avuto paura ad essere il primo ad attaccare.
I suoi uomini sembravano disciplinati e forti, avevano ben poco da invidiare ai miei, ma nei loro occhi c'era la consapevolezza della sconfitta, e nessun esercito ha mai vinto senza l'arroganza del vincitore.
Ordinai agli arceri di schierarsi davanti alla fanteria e di iniziare a sfoltire il nemico che ora si trovava in un punto più basso, ma la disciplina degli uomini che mi trovavo davanti fece si che i miei arceri sprecarono più che altro le loro frecce.
Un'ora passò prima che riuscì a convincere i miei uomini ad una carica, ma bastò un'altra ora perchè l'esercito di Valdemaro si sgretolasse sotto la pressione dei miei uomini. Il lato ovest, coperto da reclute fresche mi pare, era il più fragile e ordinai ad un intero reparto di cavalleria di aumentare la pressione in quel punto.
La linea nemica si sfasciò e ben presto dell'ordinato esercito di Valdemaro rimasero solo piccoli gruppi che cercavano di difendersi mentre il grosso cercava di sorpassare il fiume, forse il più grande carnefice della battaglia.
Ora che l'Holstein è al sicuro aspetterò l'arrivo della 5° divisione prima di marciare ancora a nord.
 

Falciatore

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25 agosto

Gli uomini ora ridono e scherzano e il buonumore si è diffuso in tutto il campo. L'addestramento è duro e continuo ma questo serve per distoglierli da altre attività che potrebbero fare male alla popolazione, che non dobbiamo inimicarci.
Stamattina è giunto un messo con nuove da parte di Bisanzio, Corrado vuole che risponda io a nome dell'Impero, questo mi fà ben sperare dopo la discussione nella Dieta.
Ho risposto a tono, il vedere tutti i giorni la forza immane del mio esercito mi dà fiducia.
Temo però che le truppe che aspetto per avanzare in Jutland non arrivino prima dell'inverno... Poco male, con la batosta che ha preso Valdemaro non tornerà a cercarci, ne ora ne mai.
 

Falciatore

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15 marzo 1160
Da un mese i rinforzi che attendevo si sono uniti al mio esercito, ora più che mai sento la brama di battaglie sempre più grandi che dimostrino il valore dell'Impero.
Capisco in questi giorni che poco mi interessa della vita di corte, la mia vita è qua sul campo, con questi uomini, gli unici veri in quest'epoca di buio per l'Europa.
Forse che sia questa la via segnalatami dal signore?
Ieri notte non ho dormito, sto studiando le battaglie dei Cesari... Che maestri di tattica e strategia furono, noi, loro figli, abbiamo molto da imparare da essi.
Ho discusso la cosa con i generali e sono concordi, accetteranno i miei ordini nella battaglia in Jutland


25marzo

Oggi c'è stata battaglia.
L'esercito nemico era di propozioni enormi, molti generali vennero a chiedere di parlamentare con i nemici e stringere un patto per evitare la guerra. Tutti mi dissero che sarebbe stato da pazzi iniziare quella battaglia dall'esito tanto incerto. Nessuno avrebbe voluto applicare la mia strategia, oltremodo insicura in quell'occasione.
Ma Dio sussurrava al mio fianco e poco diedi ascolto alle loro parole.
Dopo un'ora dallo spuntare dell'alba l'esercito Imperiale era posizionato. Dall'alto dove stavo vedevo bene la situazione fragile e delicata del centro. Gli uomini più coraggiosi erano stati impegnati in quella posizione, dove il muro di scudi non raggiungeva che le 6 file, per lo più fanteria leggera.
I lati invece erano inspessiti da file e file di fanteria pesante, armata di tutto punto e pronta a far valere la sua forza nello scontro.
Vari reparti di Cavalleria aspettavano di bilanciare lo scontro secondo l'esigenze del momento.
Ma la pedina che contava su questa scacchiera il nemico ancora non l'aveva vista. Alla testa dell'intero corpo di Cavalieri Teutonici aspettavo che la situazione crollasse per travolgere l'orda nemica.

Dopo poco tempo Valdemaro, da sciocco qual'è, si accorse che il centro Imperiale fletteva.
La sua carica di cavalleria venne avvistata in tempo e il centro inizio ad arretrare sempre più velocemente. I ribelli non si domandarono perchè il nemico scappava ma gli scudi rimanevano girati verso di loro?
la corsa fù lunga e sono fiero dei miei uomini, arretrati che furono si ricomposero in un attimo e due guarnigioni di fanteria pesante sostennero lo scontro con la cavalleria di Valdemaro.
Era il momento.
Il corno risuonò 3 volte e noi Cavalieri teutonici iniziammo la nostra folle corsa, come la Morte a falciare gli uomini del nemico, ormai incuneato all'interno del mio esercito.
La loro retroguardia venne divisa in due, come un coltello caldo taglia il formaggio, non incontrammo praticamente resistenza. Le fila davanti non capivano cosa stava succedendo finchè non gli giungevamo addosso, un orda di ferro e carne, guidata dallo Spirito di Cristo. Innumerevoli furono gli uomini che caddero sotto la mia spada, e innumerevoli sotto quella dei cavalieri a me vicini.
Portammo lo scoramento e la nostra carica non aveva ancora fine.
Fù allora che Valdemaro si accorse che il suo schieramento aveva perso corpo e spinta, che intorno a se, da ogni lato, vedeva bandiere dell'Impero e che il suo fronte stava perdendo lo scontro.
Ordinò una ritirata per cercare di uscire dall'imbuto in cui era andato a finire ma appena l'ordine fu lanciato le prime linee, ancora più impaurite, cedettero in vari punti.
Il muro di scudi nemico era infranto.
Mentre ancora affondavamo nel corpo dell'esercito Ribelle il resto della mia cavalleria avanzava dalla testa fin nel corpo, la ritirata ribelle divenne una rotta sanguinolenta.
Cercai Valdemaro ma il diavolo riesce sempre a tirare i remi in barca nel momento opportuno e non riusciì a trovarlo.
Parecchi furono però i prigionieri, dopo 3 ore di inseguimenti. Non contammo i morti e incaricai i miliziani, non ancora utilizzati in battaglia, di seppellire tutti i morti, sia i nostri che i loro, per dimostrare alla Danimarca che lo spirito Cristiano dell'Impero la proteggerà per sempre, in vita come in morte.
Oggi l'Impero ha vinto, non solo una battaglia, ha vinto la sfortuna e non c'è nulla che potrà fermarlo.
 

Falciatore

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30 marzo

Davanti al mare una triste sorpresa che già mi aspettavo.
Barche Norvegesi veleggiavano al largo, imponenti.
Una seccatura che in qualche modo speravo di non dover affrontare, ma questi erano gli anni del riscatto, guidato da Cristo niente mi avrebbe fermato.
 
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