GDR Sorrisi e coltelli

Dyolance

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Coi primi disgeli viene annunciato alla Residente Imperiale in Britannia che è intenzione del Sacro Imperatore fare visita alla Prima e a Kyrne Lamiya. Più di dieci anni sono passati dall'ultimo incontro ufficiale tra i regnanti dell'alleanza Britannia-Arpie (https://forum.sohead.org/index.php?threads/a-casa-del-piccione.36758/) e la notizia non porta altro se non gaudio tra le rispettive popolazioni e corti.
Si può parlare effettivamente di un anno felice per entrambe le nazioni: dopo che le Arpie hanno schiacciato la Confederazione e Britannia ha punito la Waagh nei mesi precedenti entrambi gli stati hanno messo fine ai rispettivi conflitti, firmando le paci di Rhi'anon e Gadrakarta.

Grazie alla sviluppata arteria della Strada Reale, lo stuolo dell'Imperatore britannico partì la prima settimana dell'ultimo mese primaverile per giungere a Kyrne Lamiya durante l'ultima dello stesso mese. Tra diplomati, corpo di guardia e nobili il corteo britannico contava almeno duemila persone.
Al suo capo, l'Imperatore Lelouch: il tempo aveva percorso anche le sue membra, e lì dove Kyrne Lamiya ricordava un giovane baldanzoso addirittura alle sue prime azioni ufficiali da regnante ora trovava un corpo e un portamento forgiato nel ferro e nella moneta, potente quanto sicuro, in una parola "esperto". Non si poteva non riconoscerglielo considerando quanto stava facendo in quel piccolo angolo di Ea che una volta era Britannia.

Si presentò al cospetto della Prima con vesti tutto sommato contenute, non pacchiane: l'armatura placcata in oro era da tempo sparita e da anni ormai non si vedeva, così come tutti i pizzi e i merletti... L'immagine del Sovrano era più sobria ma al contempo dignitosa, poiché nella sua umiltà si coglieva tutto il rispetto che Lelouch aveva per i risparmi dei Britannici, i quali nei momenti di mietitura così come in quelli di magra non hanno mai fatto mancare il proprio supporto alla corona attraverso le tasse. Una divisa d'ufficiale d'alto grado, ma pur sempre un ufficiale da campo: non v'erano mantelli sfarzosi, o gioielli, o altri lustri.
Lelouch era sovrano soltanto nella corona d'alloro celebrativa che indossava, unico effettivo gioiello della corona che ancora utilizzava... Curiosamente, tutte quelle abitudini del sovrano britannico erano iniziate con la sua visita al Regno della Tempesta.

Così, dietro la sua uniforme ben tenuta e la sua cappa rossa s'apriva tutta la processione di rappresentanti britannici a cui lui ovviamente era a capo... E subito dietro di lui un paio di piedini, timidi, che si nascondono dietro al padre dopo aver intravisto il profilo ferale e regale della Prima Silene. Lelouch non se n'era neanche reso conto.

Dove tutti si esibivano in larghi inchini d'innazi alla Prima per questioni d'etichetta e bon ton, Lelouch invece si poté permettere un inchino più leggero, fatto più per rispetto che per questioni d'effettiva disparità di potere o rango. D'altronde, si parlava di due imperi alleati, e i nomi potevano cambiare ma erano entrambi tali: un Imperatore e un'Imperatrice.

"Salute, Prima Silene. È un piacere rivedervi dopo così tanto tempo." -disse il sovrano quarantenne alla sua pari- "Sono felice di vedere quanto il tempo sia stato buono con voi: non avete perso un grammo della vostra radiosità."

Così, dove molti potevano pensare solo quanto fosse galante l'Imperatore di Britannia, s'apriva il delicato e sussurrato duello gestuale e verbale tra quei due particolarissimi individui.

(@Silen)
 

Silen

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Effettivamente gli anni erano passati senza lasciare traccia alcuna sulla figura della Prima che pareva tale e quale era stata nell'incontro precedente. Assisa sul suo trono, il gomito destro poggiato sul bracciolo del trono a sostenere il capo negligentemente poggiato sulla destra, sul volto una espressione lievemente sardonica di chi è divertito da uno scherzo segreto che rifiuta di condividere con chi gli stà attorno. Come tutte le Arpie Silene disdegnava gli abiti elaborati e vestiva con una tunica di stoffa pregiata ma semplice e un altrettanto semplice gonnellino. Lamine di argento ricorprivano gli artigli delle mani e dei piedi mentre al collo una catenella d'argento sosteneva un pendente nel quale era incastonata la Lacrima Rossa. Oltre ad essa, aggiunta recente quest'ultima, la Prima indossava un collier di oro rosso dalla elaborata forma simile a una ragnatela, dono dei drow di Kalassia al centro del quale riluceva un rubino dal taglio altrettanto splendido.
Il Trono Alato sulla quale era assisa, splendeva alla luce del sole di primavera, magnifico eppure al tempo stesso bizzarramente diverso da quello che un umano si sarebbe aspettato. Il trono era composto in argento lavorato nel quale erano incastonate centinaia di ametiste e celestine intagliate, pietre che qualsiasi gioielliere umano avrebbe giudicato semipreziose laddove le Alate mostravano verso le celestine un amore quasi infantile: Le gemme azzurre venivano da loro chiamate "Schegge di Cielo" per via del loro colore celeste e venivano pregiate assai più di gemme purissime come zaffiri e acquamarina. Le amestiste invece, che alcuni cortigiani meridionali avevano chiamato, con una buone dose di piaggeria, "Occhi di Silene" erano una passione personale della Prima.

Al saluto dell'imperatore britannico la Prima rispose con un ampio gesto della sinistra
"Ti dò il benvenuto nella mia città, Lelouch. È un piacere inaspettato il ricevere la visita del più fedele dei nostri alleati. Naturalmente ho già fatto predisporre una ospitalità adeguata per te e per tutti i nobili del tuo seguito. Confido che troverete di vostro gradimento gli alloggiamenti che vi aspettano nelle nostre torri laddove tu sarai naturalmente mio gradito ospite."

Come sempre la sala del trono era affollata: soldati in armatura erano disposti a intervalli regolari e molti attendenti si affaccendavano per la sala offrendo piccoli rinfreschi al seguito del sovrano britannico mentre numerose erano le Alate che avevano deciso di assistere all'incontro, facendo commenti fra di loro nella propria aspra lingua nativa.
 

Dyolance

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Tutto cambiava eppure niente pareva essere cambiato: loro e i loro piccoli manierismi erano rimasti gli stessi dei festeggiamenti per il fidanzamento di Odisseus e Anna Never... Diamine, essi erano sopravvissuti persino allo stesso matrimonio poi consumatosi, spezzato dalla morte, nelle lacrime e nell'infertilità dello stesso. In un altro momento avrebbe cercato anche tra i presenti il volto della maga, ma l'attenzione dell'Imperatore al momento era tutta per la sua alleata e nemica.

Prevedibile l'accento sul "fedele", così come il dare del tu della bestia all'uomo. Erano quelli li scorci in cui i due combattevano.

"E per la vostra ospitalità vi sono grato. Se non è troppo disturbo io ed il mio seguito ci sistemeremo immediatamente, così da poter essere vostri buoni ospiti. Prima però..."
Per destino, proprio quella che persona che stava per presentare in quel momento strattonò il mantello del padre dopo aver fatto capolino da dietro di esso e aver intravisto nuovamente la Prima. Lelouch si girò, e trovandoselo dietro lo attraversò con uno sguardo a metà tra il severo e l'amorevole, come un padre che sa di dover rimproverare il figlio ma lo ama talmente tanto da rendere difficile il completo sbottare.

"Prima però" -disse mettendo le mani sull'ometto che si posizionò davanti a lui- "tengo che anche mio figlio Sigmar vi saluti, mia cara amica."
Sussurrò un forza al pargolo, che timidamente fece qualche passetto in avanti nell'ampia sala del trono, sentendo tutto il peso dei numerosi sguardi torvi lì attorno.

Sigmar EL Britannia, Legittimo Principe Ereditario al Trono e Orgoglio dei Cloveringi, era un bimbo come tanti, di nove anni e qualche mese: in buona salute, colmo d'energia e vita, la zazzera bionda come il padre... E gli occhi: gli occhi di Sylvania, della madre Lisbeth, eppure se possibile ancora più colmi d'intento e decisione. Penetranti persino, come pronti ad impartire un ordine, a giudicare o a perdonare; era predestinato a diventare Sovrano. Sparita era la cautela dell'entrata nella sala del Trono: ora che era lui il centro delle attenzioni doveva rendere fiero suo padre e la sua nazione. I passi divennero via via sempre più calmi e Silene, nonostante sempre più vicina, si fece sempre meno spaventosa.

"Sigmar EL Britannia, Prima Silene. Per servirvi." disse con un profondo inchino, ormai distante cinque o addirittura sei metri dal padre. Sigmar era il terzo nella linea di successione diretta, e dove suo nonno era stato il Fondatore e il Profeta e suo padre si stava rivelando il Conquistatore e il Saggio lui doveva dimostrarsi altrettanto grande e degno: stava crescendo a ritmi più serrati dei suoi coetanei, e questo lo si poteva evincere dall'atteggiamento che ora poteva, se non vantare, quantomeno simulare.
Guardava Silene senza paura, dritta negli occhi. Servì solo un secondo alla sua testolina per continuare.
"Vi chiedo perdono, il mio comportamento di prima non è stato consono alla vostra persona. Mi è bastato vedervi meglio per capire..."
Rubò un secondo per trovare al meglio le parole.
"Non fate paura."

Alché ci furono grandi sussurri e vociare alle parole irrispettose del principino, tanto che lo stesso fu infastidito da esse: mosse leggermente la testa di lato come pronto a guardare il padre per capire se avesse detto qualcosa che non doveva dire, ma non completò il movimento. I suoi occhi rimasero su Silene.
Molti britannici bisbigliarono quanto detto dal principino alla Prima; alcuni nascosero una risata o un ghigno, non per la mancanza di decorum dell'erede di Lelouch quanto per l'aperto smacco inferto alla Prima. I più saggi guardavano preoccupati invece per eventuali ripercussioni al giovane troppo giovane appunto per avere più cura.

Dal suo canto, l'Imperatore rimase zitto a guardare suo figlio e la Prima.
 

Silen

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Silene gettò indietro la testa e rise, una cosa che non succedeva tanto spesso nelle udienze pubbliche. Un riso sincero, schietto senza la minima traccia di ira o scorno.
"E perchè mai dovrei farti paura, giovane Sigmar?" chiese non appena la sua ilarità si fu placata "Non ti trovi fra nemici. Non te lo ha forse detto il tuo regale padre? O devo pensare che già in fondo al cuore tu stia covando l'ambizione di conquistare il mio Impero? No, non preoccuparti...non hai fatto niente di sbagliato." Silene ridacchiò di nuovo i suoi occhi violetti scrutarono il giovane principe con divertito interesse "Assomigli molto a tuo padre" commentò "Sei il benvenuto giovane Sigmar, è un piacere per me vederti qui, oggi." concluse infine con un cenno del capo mentre il suo sguardo si spostava su Lelouch "Se avessi saputo che avresti portato il tuo erede in visita avrei fatto in modo che anche le mie verefiglie fossero qui" disse rivolta all'imperatore britannico "ma Sylis e Karissa sono ormai adulte e hanno da tempo lasciato il nido materno per mettersi alla prova altrove, laddove Shalassa è ancora troppo piccola per partecipare a occasioni come questa."
Di nuovo dritta sul trono la Prima rivolse un cenno facendo accorrere un attendente che reggeva un vassoio con due calici di finissimo cristallo, entrambi colmi di vino rosso. Silene ne prese uno, senza guardare il vassoio, e l'attendente si affrettò a portare l'altro a Lelouch.
"Volevo proporti un semplice brindisi di benvenuto" disse Silene alzando leggermente il bicchiedere in direzione del britannico "ma credo che ora ti proporrò invece un brindisi al giovane Sigmar e a tutti i giovani e le giovani, vostre e nostre." la Prima sorseggiò il dolce nettare, con evidente piacere "all'ingenuità e al candore dei giovani. E' rinfrescante sentire l'innocente schiettezza delle nuove generazioni, un vero balsamo quando si è abituati a udire tanto spesso i vaniloqui e l'ipocrisia dei diplomatici."

Silene continuava a fissare Lelouch con un mezzo sorriso sul volto, gli occhi pieni di divertita malizia. Sembrava quasi che gli stesse chiedendo se capiva tutte le allusioni che andava tessendo insieme ai complimenti e alle frasi di circostanza. Le udienze con la Prima erano tutte così, un seguitarsi di piccole schermaglie, allusioni e non detti. In quasi mezzo secolo erano pochi gli ambasciatori che erano usciti indenni da quella sala ed era unviersalmente noto che un incontro con la Prima a Kyrne Lamiya era un pò come un passaggio sulla graticola: a ogni movimento incauto si rischiava di rimanere scottati.
Se i nobili di Britannia, bisbigliavano, le alate commentavano senza curarsi di quanto fosse alto il volume della propria voce. Qualche sguardo ostile venne diretto agli ospiti britannici, molti altri sguardi attenti vagavano invece dalla Prima all'imperatore per vedere come si sarebbe evoluto il dialogo fra i due.
 

Dyolance

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Sigmar stette ritto e attento durante tutto il parlare di Silene, soffermandosi sul profilo etereo della stessa e sulle sue componenti più ferali: le ali, i denti aguzzi che sghignazzavano divertiti.
Assomigliava certamente al padre, perché era l'unica persona nella stanza tra i Britannici a non provare i classici due istinti della nobilità contro le arpie: paura o disgusto. No... I Cloveringi provavano verso Silene e le sue sorelle un altro sentimento, che però non è ancora dato sapere.

Lelouch annuì con il capo alle parole sulle figlie di Silene, chissà in quale modo concepite, o meglio da quale sfortunato seme. In cuor suo ovviamente non se ne dispiaceva di quanto fatto.
Per tutto il tempo il figlio rimase lì, anche mentre al padre venne servito il vino.
Istintivamente, Lelouch alzò il calice verso la Prima e si mise ad ascoltarla... Con naturalezza, un sorriso sinceramente divertito colorò il suo viso. Aveva un ché di magistrale quanto lui e il mondo fossero cambiati in quegli anni e invece quanto Silene fosse rimasta ferma nella sua paranoia e nelle sue mezze frasi. Aveva fatto la scelta giusta ad iniziare lui stesso il loro personalissimo e nuovo conflitto.

Ora, era famoso l'Imperatore di Britannia per galanteria ed osservazione delle tradizionali regole di buon costume che vigevano universalmente in tutta Ea, continente di monarchie e corti. Quanto però stava per succedere aveva equamente dell'assurdo e dell'intollerabile, qualcosa che potenzialmente si sarebbe discusso a lungo nei giorni a venire non solo in Kyrne Lamiya ma in ogni angolo di Ea dove sbattesse un paio di ali con un accenno di tette.

Sigmar, il quale ora guardava il regale padre per una risposta, fu testimone degli eventi: Lelouch abbassò il braccio e guardato per un minuscolo attimo il terreno con una faccia divertita, si mise quindi a camminare verso il trono. Un passo dopo l'alto, lentamente, sicuro, solenne... Feroce, in un certo senso. Lo sguardo era tenuto in basso, non verso l'arpia; il sorriso sornione. Lo si sarebbe potuto descrivere come un uomo che ascende al letto di un'amante dopo troppi giorni senza averla.

In altri stati e in altre corti non si sarebbe mai sognato di fare un gesto del genere, così ecclatante... Ma lì, sapendo quanto fosse Silene stessa ad apprezzare quegli stessi gesti, sfrontati certo ma almeno senza peli sulla lingua (o almeno, che a lei dicevano intimamente la verità), sapeva di poter reclamare per sé quella libertà.
In un modo o nell'altro, forse con guardie fermate dalla stessa Prima incuriosita da quell'atteggiamento, Lelouch e il suo metro e novantacinque arrivarono davanti a Silene e al suo metro e settantadue, svettando: lì dove prima c'erano gli scalini ora c'era la regnante più potente e temuta di Ea.

Sollevò nuovamente il calice, elevandolo con una leggera flessione del braccio verso di lei.
Parlò di nuovo, ma senza scandire particolarmente bene. In un certo senso poté sentirlo solo Silene e i più vicini in sala, compreso il giovane Sigmar.
"Ai giovani e alla verità: che il mondo si riempia di entrambi come già riempie la nostra sincera e fruttuosa amicizia."
Tin.
Quindi bevette, lo sguardo sempre fisso sull'Imperatrice Alata.

Erano passati pochi minuti e l'Imperatore aveva già pareggiato se non superato lo scandalo del Valzer di Kyrne Lamiya di dieci anni prima.
 

Silen

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La Prima rimase in silenzio per un momento, probabilmente stupita da quel gesto tanto fuori dalle righe, persino per i suoi standard. Poi il petto dell'Imperatrice Alata cominciò a sussultare mentre la Prima cercava di soffocare, senza riuscirci, una risata e infine arrendendosi ad essa in una esplosione di allegria sfrenata. Si, la Prima apprezzava davvero molto quel tipo di dialettica arguta. Ancora ridendo, l'Arpia si alzò in piedi, levò in alto il calice e bevve il suo contenuto tutto di un fiato.
"Tu sei maledettamente divertente, imperatore Lelouch lo sai questo? Potremmo fare grandi cose insieme" disse fra una risata e l'altra poi, rompendo a sua volta il cerimoniale di corte (cosa che però aveva certamente meno importanza li a Kyrne Lamiya che in un altra nazione) gli si affiancò, accompagnando il britannico mentre ritornava verso il suo seguito al centro della sala e scatenando una vera e propria tempesta di bisbigli e commenti sia da parte delle Arpie che dei nobili britannici.
"Ah ma il mondo ne è già pieno, non è vero? Di giovani e di verità" disse mentre i due camminavano fianco a fianco "ho conosciuto umani che erano pronti a morire in nome della verità...ma è così importante la verità? Più gli anni passano, Lelouch, e più mi accorgo di quanto piccola, scomoda e fondamentalmente sgradevole sia la verità. Una cosa infima, insignificante se paragonata alla immensità di un Sogno." la Prima sospirò, in maniera alquanto teatrale "Ebbene, hai suscitato la mia curiosità, o Imperatore di Britannia: a cosa devo il piacere della visita tua e del tuo pulcino? Vuoi invitarmi nuovamente a ballare?" chiese in un tono fra il serio e il faceto.
 

Dyolance

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Lelouch non aveva dubbi che Silene avrebbe apprezzato o sarebbe rimasta intrigata dal suo gesto sconsiderato. Il risultato fu che la situazione si distese velocemente una volta che la Prima appurò che l'Imperatore non fosse cambiato ma anzi che quella sua particolare arguzia si fosse ancora di più affinata e affilata nel corso degli anni; anzi, si può dire anche che Silene si acquietò solo dopo averne avuto una generosa porzione, lo si chiami pure lauto antipasto.

Adesso a braccetto, il Sacro Imperatore e l'Imperatrice Alata scesero gli scalini fino a raggiungere entrambe le platee dei loro misti sudditi, tutti ammutoliti o sbalorditi da quanto successo. Lelouch poggiò nuovamente il calice sul vassoio del paggetto, poiché il brindisi era stato fatto; intanto ascoltava Silene, non potendo che essere divertito dai soliti discorsi dell'Arpia.

"Ma concorderai certamente che lì dove vuole esserci Fiducia deve esserci Verità. Se ci si abbandona solo ai Sogni si finisce con il dormire sempre ad occhi aperti... O a realizzarli, a discapito di tutti gli altri."
- disse laconico, preciso come uno spillo che trafigge il cuore.

"Purtroppo non è solo il piacere della visita a portarci qui." - disse, camminando con sempre al fianco l'arpia. I due sembravano passeggiare come se fossero da soli nella gigantesca e gremita stanza. - "Il continente sta cambiando, sono sicuro che te ne sarai accorta anche tu. Anche noi siamo certamente cambiati. Penso che sia arrivato il giusto momento per parlare del Futuro... Esattamente come facemmo dieci anni or sono."

Si bloccò improvvisamente però, piantandosi in un punto qualsiasi della stanza, ovvero quello calcato in quel momento da lui e dalla Prima.
"Ma non è nulla che non possa attendere. Discuteremo certamente meglio questo argomento che so essere caro a entrambi questa sera a cena, non pensi?"

Vi sarebbe stato un concedo ufficiale e quindi i Britannici si sarebbero ritirati nelle loro stanze. Sarebbero scesi appunto quando chiamati da paggetti ufficiali, ovvero quando i preparativi per la grande festa/cena che ci sarebbe stata durante la sera. L'Imperatore però avrebbe inoltrato una richiesta particolare all'organizzazione del palazzo: lui e Silene i tavoli per la sera, se possibile, dovevano essere messi ben distanti da un tavolo singolo, ovviamente riservato ad Imperatore e Prima e ai loro molti discorsi che sarebbero sicuramente giunti. Isolati ma al contempo sotto lo sguardo attentissimo di tutti.

Come all'arrivo, Lelouch si presentò sfoggiando la sua uniforme, adesso mancante anche della corona di alloro regale.
 

Silen

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"Ma non sempre dove c'è Verità c'è Fiducia" osservò quietamente Silene mentre camminava tranquilla accanto all'umano "il mondo stà cambiando, vero. È divenuto più vasto...o forse più piccolo. Un tempo oltre il mare si stendeva solamente un grande mistero, ora sappiamo che esistono altre terre abitate da creature di carne e sangue come noi. Entusiasmante, ma anche un pò deludente....l'alone di mistero non c'è più, sostituito da ordinarie questioni politiche. E anche noi siamo cambiati, certo, anche se cambiati a volte significa semplicemente invecchiati"
la Prima sogghignò nuovamente "Com'è quel detto tanto in voga fra voi umani? Muori da eroe o vivi abbastanza a lungo da diventare il cattivo. E tu cosa preferiresti Lelouch?"
L'Arpia rise allegramente, lasciando la domanda sospesa nell'aria ma dando l'idea di non aspettarsi una risposta.

"Naturalmente avremo tempo di parlare in una sede più adatta" proseguì alle successive parole di Lelouch "ci sarà un ricevimento e un banchetto questa sera, come si conviene nei rapporti fra amici. Immagino che tu e chi ti accompagna sarete stanchi per il viaggio: i miei attendenti si occuperanno del vostro benessere".

Il banchetto e la festa che seguirono erano stati organizzati in maniera splendida: era evidente che attendenti e maestri di palazzo avevano fatto molta esperienza da quella festa di fidanzamento di dieci anni prima. Furono serviti aperitivi e antipasti elaborati mentre una piccola orchestra in un angolo del piano dediato alle feste allietava l'atmosfera con una musica leggera dal ritmo tranquillo e non invadente. Erano presenti molte Ein'kethi di rango dalla bellissima ma fredda Francesca Findabair alla silenziosa Sienna Silavandrel alla maga Sabrina Glessivig mentre le sorelle-vere di Silene brillavano per la loro assenza sebbene fossero presenti diverse Alate. C'era anche Anna Never, sbadata e distratta come sempre anche se un pò meno vivace di quando l'imperatore la aveva conosciuta. Alla corte di Britannia si sapeva che il matrimonio con Odisseus, pur breve, era stato felice e la maga sembrava ancora un pò smarrita dopo gli eventi che avevano portato alla sua precoce vedovanza.
"La maggior parte delle mie parenti sono ad assistere alla schiusa della quinta figlia di Shiver" spiegò la Prima al tavolo un pò discosto dagli altri dove i due imperatori cenavano "un evento tanto lieto quanto inaspettato...Shiver ormai non è più giovane e la sua quarta nata ha più di quarant'anni." Silene proseguì su questo tono, chiaccherando amabilmente di cose di poco conto attendendo che fosse Lelouch a introdurre l'argomento del colloquio.
 

Dyolance

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I Britannici che entrarono in sala non si potevano definire membri influenti della corte imperiale, quanto notevoli presenze o scalatori sociali: per lo più facevano gruppo e stuolo al loro sovrano. V'erano nobili, interessati alla politica, e membri dell'Arte, concentrati a fare affari nel breve tempo di una cena. L'Imperatore ovviamente entrò con a fianco il proprio pargolo, ma prima di raggiungere Silene nel tavolino centrale a tutti -come un centro di gravità- e dedicato solo a loro due deviò bruscamente una volta intravista la faccia di Anna Never tra la folla. Con lei scambiarono un saluto e qualche parola di conforto: i tempi come si sapeva erano stati brevi, ma la maga si era in fretta abituata ad essere parte della famiglia. Un vero peccato che il loro amtrimonio non avesse dato frutti, altrimenti la maga sarebbe stata costretta a rimanere alla corte imperiale britannica.

Detto questo, alla seduta dell'ospite, la cena poté cominciare. Il salone e l'atmosfera erano più piacevoli dell'ultima volta... Più civilizzato, anche. Era evidente che SIlene avesse sviluppato un certo gusto per un po' di mondanità, o almeno voleva darne sfoggio davanti al suo invitato.

DOpo quelle tipiche frasi d'inizio e il racconto su Shiver, la cena prese subito la piega che voleva l'Imperatore. Cominciavano in quel momento a servire i piatti principali.
"Le mie congratulazioni vivissime, ma con tutto il rispetto non è di Shiver che m'interessa parlare." disse l'Imperatore prima di ringraziare con cortesia il paggio che mise sotto il suo naso nuovo cibo. Imbracciò forchetta e coltello e con garbo allargò il fazzoletto per porlo sulle gambe. Come se fosse niente intanto continuò, non guardando l'arpia e invece concentrtato con lo sguardo appunto in ciò che stava facendo.

"Il mondo è cambiato e il Sud più di tutti: Centauri, Antico Fuoco, ora la Confederazione. Mi auguro che la lista termini qua... Che il Sogno"
e solo allora il suo sguardò perforò quello dell'Arpia "abbia trovato i suoi confini definitivi."
Lasciò posare un attimo sulla tavola. Attorno a loro molti commensali parlavano, ma qualcuno capì che la parte succulenta fosse iniziata. Tagliò un pezzo della carne servitagli e se lo mise in bocca, buttando giù praticamente dopo quattro, al massimo cinque fulminei morsi; ricominciò a parlare dando un tempo e un ritmo alle sue frasi roteando la forchetta in aria e ogni tanto il coltello in aria.

"I rapporti tra di noi si sono recentemente fatti... più tesi rispetto al passato, diciamo così. Ma spero che ascolterai un amico quando vuole invitarti alla calma per evitare che ancora più persone di quante già non lo facciano comincino a considerarti insaziabile."
 

Silen

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"Immagino che qualcuno lo farà in ogni caso." commentò la Prima con una scrollata di spalle. Silene poteva anche essere insaziabile ma questo non sembrava manifestarsi in relazione al cibo: sebbene avesse di fronte a sè un delizioso arrosto insaporito con salse e spezie varie e cucinato a regola d'arte, l'Alata non sembrava interessata al cibo che piluccò appena "Cosa ti preoccupa Lelouch? Un tempo non temevi la portata delle mie ambizioni, vere o supposte che fossero, eri più occupato ad inseguire le tue. E se ben ricordi, ti dissi che tu e la tua nazione avreste avuto una parte rilevante nel mio Sogno." L'Arpia sospirò in modo un tantino teatrale e fece un ampio gesto con la destra a comprendere la grande sala e la festa che stava avendo luogo "i risultati della nostra collaborazione sono evidenti per chiunque: noi dominiamo il meridione e tu ti sei appena impossessato dei due terzi del territorio dei goblin. Nessuno osa contrastarci apertamente...Eppure le tue mosse di questi ultimi anni si sono fatte caute, guardinghe. Nella migliore delle ipotesi i nostri interessi non sembrano più essere in sintonia come un tempo, nel peggiore sembrerebbe che tu voglia svincolarti dalla nostra alleanza. Anche le parole che hai appena pronunciato suonano bizzarre alle mie orecchie." le labbra della Prima si piegarono in un aspro sorriso "Credi forse che la tua Britannia abbia una fama molto migliore del mio Impero? Sono in molti a giudicare...ah...spregiudicata la tua politica fin dal tempo della tua ascesa al trono."
La Prima, come tutte le Alate, non utilizzava forchette e coltelli di sorta: le sue mani dalle dita lunghe e dagli artigli affilati non erano adatte
a quegli strumenti e ben poche Arpie utilizzavano le versioni modificate che alcuni intraprendenti artigiani avevano realizzato trovandole maledettamente scomode. Tuttavia la lunga permanenza aveva ingentilito anche i costumi delle Alate: l'arrosto nel piatto di Silene era stato tagliato in piccoli bocconi da mani esperte in modo che la Prima potesse infilzarli con gli artigli con la massima facilità. Concluso il suo discorso Silene fece appunto questo trafiggendo un boccone con l'artiglio dell'indice della destra e portandoselo alla bocca per poi ripulirsi la mano con l'aiuto di un bacile di acqua e un asciugamano posti nelle vicinanze del suo seggio.
Dopo aver masticato pensosamente il suo boccone l'alata proseguì "Visto che ti preoccupa così tanto, sappi che non ho intenzione di dare inizio ad altre guerre di espansione nel prossimo futuro. A meno di non essere costretta a combattere contro qualche alleanza di sciocchi decisi a porre termine alla minaccia che io costituisco per la libertà, naturalmente. Sai, come nella passata Grande Guerra..." L'alata fece un gesto con la destra, liquidando in modo sprezzante la coalizione Naga-Centauri-Tempesta che aveva cercato di abbattere il suo dominio molti anni prima "...al contrario ho tutta l'intenzione di godermi i miei allori e dedicarmi ad altri progetti. Vi sono interi continenti da scoprire ed esplorare e financo altri mondi e altre dimensioni che i maghi ci dicono essere raggiungibili. Un argomento affascinante. E tu Lelouch, a cosa intendi dedicarti ora che la Waaagh non esiste più? Confido che tu non stia predicando a me la pace solo per avere il tempo di assicurarti i bocconi più succulenti del Mondo Conosciuto..."
 

Dyolance

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L'Imperatore, finito il suo discorso, prese ad ascoltare l'arpia mentre assaporava la sua carne. Con Silene bisognava approcciare così la discussione: non interrompere, non rispondere immediatamente, bensì reclamare del tempo per la meditazione e l'assorbimento della domanda o dell'affermazione stessa. D'altronde si parlava di un rapporto uno a uno, ovvero era sul piatto la fiducia che l'uno metteva nell'altra e viceversa, ma dai loro discorsi si declinava anche una larga fetta di politica internazionale. Molto si decideva sulla sopravvivenza dell'alleanza che attualmente abbracciava e praticamente dominava il centro-sud di Ea: amavano viaggiare entrambi su di un sottile filo di scherno, complimento, insolenza, insulto e smancerie, ma con una parola di troppo il castello di carte poteva crollare in un battito di ciglia. E Britannia non era ancora pronta per farlo cadere.

Finita il piatto, l'Imperatore sollevò il calice e lo avvicinò a sé, senza berlo. Vagò con lo sguardo un po' ovunque nel salone, facendo finta di notare tutto lo sfarzo che ancora di più di dieci anni prima adornava il salone dove mangiavano.
"È incredibile comunque come abbiate allestito qui per noi, non posso per esserti grato per quest'accoglienza." disse seguendo il profilo dei pinnacoli fino in cima al tetto. COn la testa rivolta in alto sorseggiò finalmente il vino.

"Penso di parlare di una cosa reciproca quando dico che di te ho sempre ammirato l'ambizione e il comportamento materno che hai con le tue figlie;" appoggiò il calice sul tavolo, giochicchiando poi con la sua base sull'ottima tovaglia bianca. Lo sguardo su di esso, pensoso, distante. "anche per me ogni uomo è un figlio, e come ogni buon padre sono pronto a tutto per loro. Mentire, spergiurare, uccidere, manipolare. Tradire. In dieci anni ho imparato a non dare molto peso all'onore... E fortunatamente ora siamo dove siamo."
Un altro sorso, molto più veloce degli altri. Poi mise da parte anche il vino e si proiettò completamente in avanti con il corpo e verso Silene, per entrare con ancora più forza nella discussione.

"Siamo entrambi due sognatori ma non so quanto i nostri Sogni coincidano; dal canto mio essi possono coesistere, ma il tuo... È grande, Silene. Immensamente grande. Così grande che ci stiamo contemporaneamente io e l'ultimo degli schiavi umani nel tuo vasto impero"
Non voleva osare troppo, ma un sottotono lontanamente critico si poteva assaporare. Anzi non critico quanto allusivo: la citazione agli schiavi umani non era casuale. Il punto però era un altro.

"Mi chiedi cosa mi preoccupa... Io sono padre, Silene. Padre vero, di due splendidi bambini; e tu sei madre. Possiamo raccontarci che il mondo rimarrà supino e attenderà solo di essere conquistato da noi ma sai anche te benissimo che non è così. Per il bene della mia famiglia, se posso evitare un'altra guerra della magnitudo di quella contro la coalizione, mi batterò strenuamente giorno e notte per raggiungere l'obiettivo."
Picchiettava ogni tanto sul tavolo per scandire le parole, sottolinearle e dare a loro ancora più forza.
"Siamo tuoi alleati e amici e se prendono in viso te finiremo anche noi nell'occhio del ciclone. Abbiamo perso entrambi cari... Non voglio perderne altri."

Le ultime parole sicuramente avrebbero colpito nel segno. Per quanto in conflitti diversi, entrambia avevano versato del sangue proprio sull'altare della propria fame.
Tornò ad affondare nella sua poltrona l'Imperatore, calmandosi e prendendo un profondo respiro.
"Voglio consigliarti una politica più cauta, amica mia; o quanto meno, quella espressa dalle tue Residenti: Ea non può sopportare a lungo un grande occhio che giudica e giudica, giorno dopo giorno, che chiede spiegazioni costantemente sulle decisioni più personali o controverse... E parlo con gli amici ancora più che con i nemici." parlava da distante, quasi da una posizione di superiore moralità. "Il mondo non trama continuamente per la tua disfatta... E se anche lo facesse, che possibilità avrebbe? Abbiamo superato il punto in cui qualcuno possa spezzarci, ma questo non ci rende immuni dal sanguinare."

Il suo discorso era complesso e toccava leggermente molti punti, in primis il rapporto tra loro due: sin dal giorno del Tradimento di Rammaj, l'opera di controllo delle arpie su Britannia era stata certosina. V'era prima stata l'invasione del formicaio, ordinata dalle arpie, e poi il secondo attacco al formicaio a parte delle arpie, mossa mal vista da Britannia ma a cui non si opposero ufficialmente; successivamente ci fu la crisi coi Goblin, terra che anni prima Britannia aveva giurato di liberare dal giogo della schiavitù e che le Arpie comunque provarono a "proteggere" in un certo modo, augurandosi che il Sacro Impero chiudesse con la diplomazia la crisi. E poi una lista infinita, dai costanti litigi sulle ritrattazioni degli scambi commerciali d'importazione o esportazione, all'apertura di Britannia verso nuovi mercati e parteners commerciali, alla chiusura diretta recente di un'importante tratta di ferro che Britannia comprava dal Meridione, secondo l'Imperatore un chiaro segno di unire utile al dilettevo da parte di Silene (ovvero aumentare la propria produzione ma punire e "lasciare indietro" un'altra nazione equamente impegnata in una corsa alle armi). Senza contare le mosse sul Minnonar, su Kalassia, sul Sud, sulla Contea, su ogni dove, e le guerre fredde con la Tempesta e, in maniera più ridotta ma comunque sottile, con Sylvania.

Il suo artiglio era lungo e inevitabile... Ma quanto tempo sarebbe servito prima che qualcuno si fosse deciso a ferirlo?

"E' tuo diritto la guerra, ma non lo è voler controllare il mondo. Per questo dico che il tuo Sogno è troppo grande: più di qualunque altra nazione di Ea, esso oltrepassa i tuoi confini nazionali. Temo che qualcuno nuovamente decida per una nuova coalizione... E la prossima volta potrebbe essere Sylvania, o i Rahonavydi, o non so chi. Non di certo una banda senza capo né coda di stati in lotta tra loro oltre che con te."

Detto questo, ovvero toltosi il pesante peso, si rilassò finalmente sulla sua sedia.
"Comunque, sono estremamente felice che, oltre a questo, già un punto lo condividiamo. Non possiamo di certo lasciare il Nuovo Mondo a Stannis o ai suoi successori, no?"

Ovviamente Silene avrebbe potuto essere particolarmente colpita dal discorso di Lelouch e forse avrebbe scelto di rimanere su quanto detto in precedenza invece che muoversi sugli affari più concreti. In realtà, Lelouch aveva altre proposte da fargli per riportare in auge l'immagine del meridione agli occhi del mondo... Ma esitò a presentarle immediatamente, preferendo prima assorbire la reazione della Prima

(sorry, ti chiedo di essere un po' più cauto nelle robe che mi spari perché ho fatto tanta fatica ad organizzare il discorso per risponderti. Con il fatto dei turni non posso risponderti instant e quindi per fare un discorso di senso compiuto ho dovuto ricamare e ricameare tanto per non fare un listone o un casino)
 

Silen

Get a life
(LOL e pensare che a me sembrava di aver parlato più che altro di ovvietà, non mi pareva di aver toccato chissà che temi :asd:)
 

Silen

Get a life
Silene indirizzò una occhiata severa a Lelouch alla parola tradire e fece una smorfia che la diceva lunga sulla sua opinione in proposito. Dopo tanti anni e tanti passi avanti nella comprensione reciproca fra Alate e Senzali, Tradimento era ancora una parola tabù per le Arpie, la peggiore e la più infamante delle accuse, il crimine che si poteva punire in una maniera soltanto. Tuttora, a mezzo secolo dalla fondazione dell'Impero, una accusa di tradimento, anche se poco fondata, portava direttamente a un tribunale speciale presieduto da Silene, se nella capitale, o da una delle sue Residenti Imperiali, nelle grandi città dell'Impero e il verdetto finale solitamente era l'esecuzione. Il condannato in questi casi poteva dirsi fortunato se la cosa terminava con la semplice decapitazione; spesso i traditori venivano infilzati su un enorme spiedo e arrostiti a fuoco lento, per l'erudizione del popolo. La fine fatta fare da Ilias a Elenwen, spogliata nuda e cacciata nei boschi come un'animale con un breve vantaggio, era stata leggendaria.
La Prima non fece commenti, ma il suo silenzio rendeva chiaro che non approvasse il pensiero dell'imperatore di Britannia. Silene intervenne successivamente
"Non schiavi, Lelouch" disse in tono gentile "non vi sono schiavi umani nel mio Impero. O di nessuna altra razza, in effetti. Al contrario, mi lusingo di aver portato loro molta più libertà di quanto non avessero mai usufruito sotto i loro precedenti signori. I Senzali che mi servono lo fanno di loro volontà e io ho portato loro la pace, li ho protetti e resi prosperi. Certo, non tutte le mie Sorelle hanno condiviso questa visione, all'inizio, ma ora le nostre giovani hanno superato questi vecchi pregiudizi. Io non ho mai creduto che i Senzali vadano disprezzati, Lelouch, soltanto guidati. Io desidero che tutti i Senzali del Territorio di Caccia prosperino e si moltiplichino e che diventino mercanti, artigiani, coltivatori, allevatori...e naturalmente, soldati. Più essi diventano numerosi, ricchi e prosperi e più il mio Impero diventa forte e potente."
L'Arpia tese una manoe subito un attendente si avvicinò a riempirle il bicchiere di vino rosso, frizzante. Era cosa nota che le Alate apprezzassero grandemente i vini dolci e le bollicine
in tutte le occasioni, persino durante i pasti. Silene bevve un sorso e sorrise con aria compiaciuta. La Prima amava essere obbedita all'istante, vedere numerose persone affaccendarsi per soddisfare tutti i suoi desiderie capricci: anche questo era ben noto.
"Ti senti osservato, Lelouch? Giudicato? Dovresti esserci abituato, ormai, visto il posto che occupi. Ci sarà sempre qualcuno che giudicherà le tue azioni, amico o nemico che sia. Non dovresti perdere il sonno su queste inezie. Quanto al fatto che il mondo non trami costantemente la mia disfatta...preferisco diffidare e sbagliarmi che peccare di eccessiva sicurezza e pagarne le conseguenze. È stata l'eccessiva fiducia nei centauri che ha portato alla nostra disfatta nella battaglia di apertura della Grande Guerra. Ed è stata la eccessiva fiducia in una condotta di battaglia cavalleresca a permettere a Elenwen di arrivare tanto vicina ad uccidermi. No, Lelouch non ripeterò un errore così grossolano, non di nuovo. Lascia pure che le altre nazioni spettegolino di quanto dura e diffidente è diventata Silene con passare degli anni." concluse con una risatina.
Le successive parole del britannico vennero accolte da Silene con aria meditabonda "Ah ma quanto può essere grande un Sogno? Quanto possono essere estesi i suoi confini? Alcuni filosofi umani hanno dissertato a lungo sull'argomento e stabilito una gerarchia di sogni grandi e piccoli in base alle loro meschine preferenze. Ma l'apprendista della bottega di un vasaio, sogna, Lelouch, e i suoi sogni possono essere grandi quanto quelli dell'Alata Imperatrice." Silene sorseggiò ancora la sua bevanda "Direi proprio di no, lasciare che il Regno della Tempesta si estenda in Aman a suo piacimento è fuori questione. Naturalmente inviare una spedizione esploratrice così lontano è uno sforzo non indifferente. Infinite cose da fare e così poco tempo..." concluse citando un altro modo di dire molto in voga fra gli umani.
 

Dyolance

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È nella natura del leone cibarsi di carne.
L'ordine naturale delle cose stabilisce che il più forte si cibi del più debole.
Quanto erano vere queste due considerazioni quando si parlava di Silene: rendeva fiera la propria razza con quel suo atteggiamento costantemente affamato di più e più e più e più. Di certo l'Imperatore di Britannia non aveva la presunzione di porre fine a quel grande desiderio di conquista e ricchezza che inebriava l'arpia; eppure, una parte di lui rimase male davanti alla palese volontà della Prima di persistere sul proprio cammino.

Quanti decenni erano passati ormai dall'inizio di quel sogno? Dieci, venti? Forse quasi cinquanta o più. Sinceramente, ogni anni per l'Imperatore era parso talmente lungo da sentirsi vecchio come una quercia secolare.
Sorbì la mania di grandeur dell'Imperatrice Alata, buttando giù l'amaro con il dolce vino.

La gente rideva, festeggiava, beveva e mangiava. Alcuni per carità si contenevano, osservando con attenzione due dei regnanti più potenti di Ea in preda a chissà quale discorso o contrattazione.



Nessuno poteva minimamente sapere che con quello scambio Lelouch IL Britannia si era definitivamente rassegnato all'idea della guerra contro il Sud. Era solo una questione di tempo: prima o poi sapeva che il Sogno di Silene avrebbe coinvolto anche Britannia.
Bisognava sopprimere la bestia. Prima che fosse lei ad uccidere.



Indubbiamente avrebbe mentito. Diamine, lo avrebbe fatto persino quella sera.
Lo avrebbe fatto e fatto ancora, ogni singolo giorno, piegando il destino affinché i tasselli s'allineassero per il grande balzo. In quel senso, era grato di essersi mosso messi prima e di aver incontrato Sylvania, Minnonar e Tempesta per cominciare a far aleggiare l'idea.

"Voglio solo proteggere la mia gente, Silene. Solo questo. Evitare loro il peso di una guerra troppo grande o che ci trovi troppo impreparati. Non guasterebbe la cautela, ma è anche vero che... Penso che non ci sia più nessuno capace d'opporsi a me. O a te. A noi."
Il suo era un discorso non particolarmente concentrato: spesso l'Imperatore parlava con incredibile precisione pur apparendo con la testa distante, pensoso, magari con lo sguardo vitreo e perso nello stesso calice da cui pochi attimi prima beveva. Riprese di fatto coscienza guardando nuvoamente l'arpia.
Un incaricato della cronaca dell'incontro avrebbe potuto benissimo descrivere lo sguardo e gli occhi del Sovrano come improvvisamente ridenti.

Prese un coltello e lo pulì dei residui di carne.
"Voglio prometterti una cosa in un patto di sangue, e spero che tu mi farai il piacere di fare lo stesso con me:" - disse guardando brevemente l'Imperatrice prima di concentrare la propria attenzione sul coltello. Lo impugnò con la sinistra e lo fece passare sul palmo della destra, segnando in modo abbastanza profondo la carne da far uscire del sangue.
Chiuse il pugno e la mano si colorò completamente di rosso. Solo dopo averla guardata per assicurarsi che tutto fosse in ordine la tese verso l'Arpia.

Un breve excursus: la pratica dei patti di sangue era una pratica abbastanza diffusa in tutta Britannia e si rifaceva ad antiche vie dei primi autoctoni della zona piuttosto che a ideazioni di natura legislativa o governativa. In Cloveringe (prima Taraska) e dintorni era il più solenne dei patti, tanto che prima la Santa chiesa di Ea e ora il Culto dell'Allfather identificavano la stretta di mano come un patto di natura divina, come se fatto agli occhi di Dio in persona; romperlo significava maledizione e certamente una fine atroce.

"Da ora in poi giuro di non chiedere o sperare in spiegazioni davanti a decisioni che tu crederai sia giusto prendere per il bene della tua gente. Sono un tuo alleato e sarò lì per consigliarti se vorrai, così come per sostenerti se lo riterrai opportuno. Avrò cura di non costrigerti a decisioni difficili all'interno o all'esterno dei tuoi confini in conseguenza di miei movimenti o decisioni, e sono sicuro non avrai problemi a prometterlo e farlo anche tu.
Ma basta giochetti da bambini: se vorrai attaccare tutti i Formicai di questo mondo lo potrai fare... Così come io potrò attaccare tutte le Waagh di questo mondo. E nessuno dovrà spiegare all'altro niente, perché saremo trasparenti e parleremo delle nostre politiche e idee come due amici parlano del più e del meno. Ci confideremo e ci consiglieremo, ma mai più voglio che la nostra alleanza sia messa in discussione o incrinata da risentimenti e disaccordi.
Vi sarà Verità e nuovamente Fiducia tra di noi. Questo è ciò che mi auguro da oggi."


L'Imperatore prese come esempio il piccolo gioco diplomatico consumatosi qualche anno prima per far arrivare con vigore le fondamenta del patto che voleva stringere quella sera: nel momento in cui Silene attaccò il Formicaio, rompendo la tregua stabilita tra i tre contendenti interessati nella Guerra dei Quattro Mesi, Britannia provò timidamente ad opporsi alla conquista, la quale infrangeva l'accordo di rispetto della sovranità nazionale della Regina dei Formian sui suoi pochi e piccoli territori in qualità di territorio ormai completamente neutrale. Ma poi, vedendo una stregua resistenza l'Imperatore optò per considerare la mossa come un ipotetico "bonus" diplomatico che consumò portando un conflitto ai confini dello stato delle Arpie, in quella Waagh che la stessa Silene cominciava a "temere" (poiché troppo caotica, non pericolosa) e che sperava che Britannia portasse all'ordine (tramite diplomazia e modi gentili, non di certo "portare all'ordine" nel senso di "conquistare").
Esso era esempio di quell'atteggiamento di costante diffidenza che coesisteva tra i due stati, per più tempo portato avanti dalle Arpie ma abbracciato anche da Britannia sin dal raggiungimento dei suoi attuali fausti economici.

La fine del guardarsi costantemente alle spalle e di chiedere compensazioni o risarcimenti tramite moneta o politica in seguito a decisioni dell'altro.

La mano era tesa, nonostante alcune gocce di sangue cadessero macchiando così la tovaglia.
Una persona non a conoscenza dei reali intenti del Sovrano avrebbe potuto benissimo confondere quel suo tendere la mano come una reale volontà d'appianare i dissapori e guardare al futuro radioso piuttosto che ai litigi del passato. Invece, essa non era che il primo intrigo nel suo ultimo piano... Il primo passo del Grande Tradimento.
 

Silen

Get a life
Il gesto di Lelouch sembrò cogliere di sorpresa la Prima che alla vista del sangue si irrigidì mentre dai suoi occhi violetti scaturiva un lampo alquanto ferino, subito nascosto da un lieve movimento del capo e un altrettanto rapido balenare dei denti bianchissimi
"Sei un uomo strano, Lelouch" commentò in tono fra il serio e il faceto "Prima affermi senza ritegno alcuno che faresti qualsiasi cosa, mentire, spergiurare, uccidere, manipolare....tradire. E poi dopo avermi convinta che sei un uomo capace di tutto e che non indietreggia di fronte a nulla, mi proponi un solenne giuramento, come se fosse la cosa più naturale del mondo. Non so se ritenerti più diabolicamente astuto o disperatamente ingenuo.....Davvero, sei una infinita fonte di sorprese e di divertimento."
Quale che fosse la ragione dell'attimo di turbamento dell'Arpia, ormai quell'attimo era passato: Silene alzò nuovamente lo sguardo ed effettivamente i suoi occhi ora briillavano, scintillanti di divertita malizia, percettivi e inquisitori come sempre. No, non era una persona che si potesse considerare di poco conto l'Imperatrice Alata, con tutte le sue qualità e i suoi difetti.
"Ma certo che giurerò anche io, Lelouch, diamo pure qualcosa da vedere alle mie Sorelle e ai tuoi umani. Perchè dovrei negare loro un pò di divertimento dopo che ne ho avuto tanta parte?" Silene ridacchiò e, dato che la Prima non aveva posate, usò uno dei propri artigli per incidersi il palmo della mano finchè non ne scaturì una goccia di sangue, dopodichè strinse energicamente quella dell'umano, tanto in effetti da graffiarlo lievemente "E ora, un bel giuramento, parole sincere e solenni che vengano ricordate da tutti...vediamo, giuro di parlare delle nostre politiche con la massima tranquillità e disivoltura ma soprattutto con la tua stessa schiettezza, con quella grande sincerità di intenti che ti rende onore in tutto il Mondo Conosciuto. Giuro che da ora innanzi Britannia occuperà un posto speciale nei miei pensieri come, ne sono certa, il mio Impero occupa un posto speciale nei tuoi. E giuro anche che mai trascurerò di ripagare Britannia di ogni suo atto di amicizia, per quanto piccolo o insignificante esso possa sembrare."
Pronunciate che ebbe queste parole Silene rivolse un sorriso radioso all'Imperatore di Britannia e, nuovamente impugnato il calice, lo alzò in un silenzioso brindisi.
 

Dyolance

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Colpiva sempre nel segno Silene, ma non importava: non poteva cambiare con una frase il nucleo di una persona. Silene, fondamentalmente, era una persona diffidente; quanto meno, astuta. Non si lasciò cogliere ovviamente il grande controsenso del Sacro Imperatore, colui che trattava i trattati come quanto di meno sacro vi era e di cui la parola valeva d'onore valeva meno di poco; anzi, persino meno del niente.

Nonostante tutto la mano era stata stretta platealmente e questo tanto bastava. In realtà, voleva sentire dire quelle parole da Silene piuttosto che dirle lui stesso: certo, le Arpie si sarebbero aspettate quel suo comportamento da parte sua ma d'altro canto avrebbero rispettate quelle stesse regole. Una promessa, scritta o orale che fosse (in quel senso, tanto giocava il fatto d'averla contratta in modo così plateale per l'arpia più che per l'uomo), per le Arpie era un canovaccio da seguire ad litteram e tanto bastava. Certo, le parole di Silene potevano lasciare adito ad interpretazione e non nascondevano doppi sensi... Ma c'era più spazio di manovra, sicuramente più di prima.
L'Imperatore strinse l'artiglio con pari vigore rispetto all'arpia, alzando a sua volta il calice. Il suo però non fu un brindisi silenzioso.

"Quanto detto oggi vale a nome di entrambi. È un nuovo giorno per la nostra alleanza: taccia chi ha messo in discussione la sincera amicizia che unisce Silene dell'Impero Meridionale e Lelouch di Britannia."
Avvicinò il calice a quello della Prima, facendolo così tintinnare.
"A noi e ad altri cento anni di prosperità."

La scena poi sarebe andata su di un pacifico scivolare: i nobili e gli attendenti presenti, nel frattempo alzatisi come i due regnanti in occasione del nuovo brindisi, parteciparono all'augurio bevendo il vino, per poi tornare ognuno seduto al proprio tavolo; tornarono seduti anche i due al centro di tutto, uno (l'umano) con un delicato sorriso sulle labbra.

"Quanto hai detto è vero: posso essere astuto così come ingenuo, essere sincero o mentire spudoratamente... Ma sono sicuro che sia anche questo il motivo per cui andiamo d'accordo." - disse nella privacy dei due. Bevette ancora un po' dal suo bicchiere e poi lo posò per parlare di tutt'altre cose.

"E ora dovrò tediarti parlando d'affari e del futuro, cara mia."
S'asciugò i baffi con un fazzoletto prima di continuare.
"Ho voluto chiarire la situazione tra di noi, e ora che posso definire risolta la questione posso parlare con te in tutta franchezza.
Il Regno della Tempesta. Voglio avvisarti che ho intenzione di cambiare strategia nei loro confronti: il quadro è immensamente cambiato: parliamo di un nuovo cocchiere alle redini del carro, una persona giovane e piena di speranze che più volte mi ha cercato per appianare i rapporti dopo la rottura di anni fa. Abbiamo entrambi vissuto con il timore di un loro attacco da un momento all'altro, o quanto meno con la consapevolezza di avere un nemico sì sconfitto ma comunque ancora forte e in grande ripresa, colmo sempre d'odio nei nostri confronti. Ma il conflitto in questione è ormai vecchio di più di dieci anni e penso abbiano capito da tempo di non avere più i mezzi per contrastarci: abbiamo entrambi eliminato le minacce più vicine a noi, facendo venire meno a loro eventuali appoggi o alleati nelle nostre zone. La Bastiglia è ormai isolata, talmente tanto che ha volto il proprio sguardo altrove, in altro continente.
Ormai penso che non rappresentino più una minaccia e perciò intendo aprire a loro i miei mercati: può essere un partner importante e sai quanto ormai guardi di buon occhio l'economia nella mia politica. Ci è stata fatta la proposta e non penso di rifiutarla, ma volevo comunque che lo sapessi. Ciò non vuol dire che ci fideremo di loro, anzi: lo faccio anche per disincentivare una loro mossa, visto che attaccarci comporterebbe una perdita di denaro anche per lui. È solo un'occasione per arricchirci ancora di più, niente di più.

Infatti, andiamo alla mia seconda proposta: mi pare siamo entrambi d'accordo che lasciare a Dedric Aman sia un errore: ogni giorno che passiamo a guardare immobili è un nuovo territorio che lui conquista o un nuovo amico con cui tesse rapporti. Dobbiamo mantenere lo status quo e per farlo dobbiamo mandare una missione congiunta... Insieme, i nostri marinai supereranno sicuramente la traversata e porteranno il nome di Lelouch e di Silene anche nel nuovo mondo. Dimmi se sei d'accordo, ma nel caso direi che possiamo iniziare i preparativi negli ultimi mesi di questo inverno (gdr off: ovvero nel prossimo turno!).

Infine, un favore: come sai, sono molte le montagne conquistate recentemente da noi con l'assalto alla Waagh. Ti sarei molto grato se potessi fare lo stesso favore che feci a mio cognato anni fa: una forgia sarebbe un acquisto importante per la nostra nazione."
 

Silen

Get a life
"Un nuovo cocchiere, già." ripetè l'Arpia con spiccata mancanza di entusiasmo. Per molte cose era nota Silene nel Mondo Conosciuto e una di queste era il rancore che portava per chiunque le avesse fatto un torto, vero o presunto che fosse: Silene non dimenticava e non perdonava. E Dedric, autore della famosa dichiarazione pubblica "Dieci, cento, mille Falka" dopo l'assassinio della Sorella-vera della Prima, occupava un posto di rilievo nella personale lista nera della Prima. Non aggiunse nulla, Silene, ma non ne aveva bisogno: il suo silenzio era di per sè stesso un segno di disapprovazione, evidente per chiunque avesse occhi per vedere e orecchi per sentire.
"Una missione congiunta? Una idea interessante Lelouch ma forse non il modo più saggio di procedere. Ognuno di noi dovrebbe preparare una spedizione in Aman per conto proprio, in modo da coprire uno spazio maggiore. Non ha senso deporre tutte le nostre uova nello stesso paniere. Quello che possiamo fare è stabilire an anticipo su quali coste puntare...a giudicare dalle mappe di Aman che sono giunte fino a qui le terre settentrionali del continente sono fin troppo affollate; ma esiste una gran quantità dit erre inesplroate più a sud. Nuovi popoli con cui prendere contatto, nuove terre dove stabilire una colonia."

Silene tese nuovamente la mano che impugnava il calice e ancora un attendente riempì a mezzo il bicchiere, fermandosi a uno sguardo dell'Alata. La Prima fece ondeggiare lentamente il vino apprezzandone la ricchezza del colore e dell'aroma per poi prendere un piccolo sorso, gustando il rosso nettare con evidente piacere.
"Una forgia" disse pensosamente "presumo tu intenda una forgia di mithril ma non sono certa di poterti aiutare, Lelouch. I fattori necessari sono ben noti" la Prima alzò il dito indice della destra "è indispensabile un vulcano per trarre il prezioso metallo dal sottosuolo poichè nessuna miniera è abbastanza profonda da raggiungere le vene del minerale" un secondo dito si alzò mentre l'Alata enumerava i fattori "ed è indispensabile ricorrere a dei nani che lo lavorino poichè sono gli unici Senzali abbastanza abili per poterlo manipolare. Il costo che le Sorelle hanno dovuto sostenere per essere in grado di costruire la nostra forgia è stato enorme e lo sforzo ha richiesto anni interi di studi e preparazione. Non è una cosa che si possa fare in un giorno e in ogni caso non potrei procurarti dei nani: un tempo erano schiavi degli gnoll io li ho riscattati e in cambio del loro aiuto li ho liberati e ho concesso loro uno statuto con dei diritti ben precisi. Come certamente capirai, non posso venire a meno alla mia promessa."
Silene studiò per un momento Lelouch con aria pensosa "Credo di poterti aiutare a realizzare la parte...diciamo, magica del lavoro ma sono costretta a chiederti qualcosa in cambio del mio aiuto. In fondo si tratta pur sempre di uno dei più grandi risultati ottenuti dalle Sorelle, in molti vorrebbero poter mettere gli artigli sulle nostre ricerche, persone meno degne di fiducia del Sacro Imperatore di Britannia. "
 
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