Dyolance
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Teogene era un uomo mite, mitissimo, persino troppo per la sua età: avanti con gli anni ma non abbastanza per essere defibile anziano, la sua saggezza ed il suo intelletto si erano più volte dimostrati senza pari, ma tanta era l'umiltà nel proprio cuore e la timidezza che più volte aveva rischiato di sprecare le occasioni cte il destino gli aveva offerto. Fortunatamente però, ben consigliato da amici e parenti, non si era mai allontanato dalla cosa pubblica ed ora stava lì, su di una barca in mezzo al mare di nulla, spiacevole posizione al quale era arrivato proprio grazie alle proprie doti da oratore, benedizione che aveva convinto il Re Giusto di Creta ad inglobarlo nella sua corte.
"Vi mando in missione per convincere una popolazione autoctona ad entrare sotto la nostra ala protettiva. La Grecia è in uno stato di caos e confusione, numerosi staterelli la popolano e tutti si stanno muovendo per inglobare o schiacciare piccole realtà indipendenti che ovunque popolano la nostra terra. Non possiamo rimanere a guardare o rimarremo indietro. Conto su di voi, saggio Teogene."
Ed ora stava lì, in mezzo al mare.
Lui odiava il mare: l'acqua alta lo terrorizzava e moriva al sol pensiero di morire annegato.
Passò la maggior parte del tempo al centro della trireme, oggetto di risate e battute silenziose di marinai e scorta, rimanendo con gli occhi sbarrati e le braccia incollate all'albero.
Raggiunta la terra fu il primo a mettervi piede ed a scendere dalla nave, benedicendo Poseidone per quella grazia. Scaricate le merci necessarie al pernottamento, le guardie si assemblarono attorno a lui (non più di una decina) ed insieme attesero che gli autoctoni (se mai ce ne fossero stati) si facessero avanti.
Altrimenti avrebbero preso ad esplorare la zona.
"Vi mando in missione per convincere una popolazione autoctona ad entrare sotto la nostra ala protettiva. La Grecia è in uno stato di caos e confusione, numerosi staterelli la popolano e tutti si stanno muovendo per inglobare o schiacciare piccole realtà indipendenti che ovunque popolano la nostra terra. Non possiamo rimanere a guardare o rimarremo indietro. Conto su di voi, saggio Teogene."
Ed ora stava lì, in mezzo al mare.
Lui odiava il mare: l'acqua alta lo terrorizzava e moriva al sol pensiero di morire annegato.
Passò la maggior parte del tempo al centro della trireme, oggetto di risate e battute silenziose di marinai e scorta, rimanendo con gli occhi sbarrati e le braccia incollate all'albero.
Raggiunta la terra fu il primo a mettervi piede ed a scendere dalla nave, benedicendo Poseidone per quella grazia. Scaricate le merci necessarie al pernottamento, le guardie si assemblarono attorno a lui (non più di una decina) ed insieme attesero che gli autoctoni (se mai ce ne fossero stati) si facessero avanti.
Altrimenti avrebbero preso ad esplorare la zona.
ruolata di assimilazione della provinia bianca pianeggiante 32
@giobia86
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