Diplomazia Sciogli la treccia, principessa

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La situazione al confine dell'Awt-Nyota era tesa, tesissima, ma la corte di gnoll e aviani aveva preso un impegno a cui adempiere e fosse venuta tempesta o terremoto, avrebbe mantenuto quella promessa. Nekhub non era come Astarte, che non capiva del tutto le sottigliezze politiche di matrimoni e prole reale, ma il sacerdote aviano sì che lo capiva, avendo avuto a che fare per anni con la nobiltà (ed il clero) imperiale e tutte le sottigliezze che essa si portava dietro. Perciò si era occupato personalmente dell'organizzazione della delegazione che sarebbe arrivata con tutti gli onori nel Regno Silvano portando il, se tutto andava bene, promesso sposo della regina. Certo normalmente sotto l'impero erano le donne a esser portate in giro e non il contrario, ma Narluinee non sembrava essere a disagio ed anzi, il cavaliere elfo stava portando un superbo contegno sin da quando era stato caoticamente convocato da Astarte per essere esaminato e poi messo al corrente della cosa senza poi molto tatto. Dopo tutto quanto avevano mandato una lettera verso Ysil per far sapere del loro imminente arrivo.
La delegazione viaggiava con più onori e fasto dell'ultima volta e di qualsiasi altra delegazione normale, ma per un promesso sposo era necessario fare bella figura.
- Siete teso, Narluinee? Siamo quasi arrivati, non dovrebbe mancar molto. - Nekhub, tutto avvolto in pesanti abiti impellicciati, sorrideva al giovane per metterlo a suo agio, ma sembrava non fosse necessaria la sua premura.
- Come lo sarebbe qualsiasi uomo davanti a un tale onore, vostra grazia. - L'elfo sorrise affabile. - Vi ringrazio di aver acconsentito ai miei termini, per quanto possano apparire bizzarri a un uomo di politica come voi.
- Siete fin troppo cavalleresco, e questo testimonia la vostra ascendenza. Sarò onesto: non ho il più piccolo dubbio che la regina vi guardi e si invaghisca come una giovinetta. E se non sarà preda della vostra bellezza, sono fiducioso nel giudizio che sia io che Astarte abbiamo avuto di voi. - L'aviano concluse, mentre da fuori si udivano rumori di guardie che si avvicinavano per accogliere la diligenza, la quale aveva rallentato.

Vennero seguiti e condotti da vicino fino alla capitale - dopotutto si era in tempo di guerra, ed era ragionevole concedere spazio per misure di sicurezza più stringenti; una volta giunti davanti il palazzo reale, era il momento di scendere e presentarsi.
Narluinee era vestito di tutto punto con indosso una armatura di tutto rispetto pur segnata dal tempo qua e là con intacchi e graffi: era l'armatura da cavaliere che l'elfo si era pian piano procurato da solo, con essa aveva combattuto per lunghi anni, ed aveva insistito affinché null'altro lo accompagnasse come degno abito per presentarsi alla regina. Nonostante diverse insistenze Narluinee era stato irremovibile, e quindi l'avevano lasciato fare: vero anche che ci faceva la sua gran figura, nonostante l'usura del tempo.
Quando la regina fu infine pronta a riceverli, Nekhub si prodigò in un inchino allargando ali e coda com'era uso fra gli aviani. - Vostra maestà, è un piacere finalmente incontrarvi: io sono Nekhub Meret Imaxu dei Sapienti, Cercatore dell'Orizzonte al comando dello Stormo delle Stelle. E con me porto qualcuno che voglio presentarvi, che prima ancora che lo chiamassi desiderava mettere la sua spada al vostro servizio: Narluinee Ohtarrin, Cavaliere dell'Awt-Nyota. - Si fece da parte, lasciando che il cavaliere avanzasse e si inchinasse a sua volta. - Onorato di fare la Vostra conoscenza e di rimettere finalmente piede nelle terre dei miei antenati, libere e governate da giusta dinastia. -

Da considerarsi turno 5, poiché sia io che Last saremo in fase di studio ed esami in quel periodo ed avremo poco tempo per metterci a fare diplomazia! @Last Century @Enichaos
 

Last Century

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Gwenniel era appena tornata dal suo viaggio a settentrione, dove aveva avuto modo di scoprire la casa ancestrale dei suoi avi nonché l'ultima dimora di Colui che Oscurò le stelle. Contrariamente all'atmosfera relativamente cupa e opprimente che la guerra aveva lanciato sopra Ysil, la regina sembrava essersi ripresa in fretta dalla coltellata alle spalle inflitta dagli Imperiali e, lasciato che la sorella s'occupasse della guerra, ora poteva finalmente riprendere il suo posto al seggio della diplomazia, tornando ad intrattenere rapporti con popoli vicini e lontani. La prima ambasceria ad attenderla era stata quella dell'Awt-Nyota che, dopo il silenzio dell'anno precedente, tornava in pompa magna facendosi scortare per le strade della capitale pro tempore direttamente verso il Trono Arboreo. I banditori annunciarono l'arrivo della delegazione direttamente alle porte della sala del trono, dove le udienze erano state sospese oramai l'anno precedente, in attesa dei preparativi per la guerra. Quelle aule, rimasta sgombere per sicurezza, sarebbero ben presto non solo tornate ad ospitare chiacchiericci e battibecchi, ma anche trasportate molto più a nord, lontano dai guazzabugli della guerra, dal cuore dell'Impero e dal confine del Regno Silvano. Ma era ancora presto, per pensare a quelle evenienze, e pur sognando ad occhi aperti la regina si forzò a dar attenzione ai suoi ospiti.
Le fece un certo effetto vedere un elfo tra le fila dell'Awt, complice il fatto che si sarebbe aspettata fossero tutti più simili ad Astarte, sia nell'aspetto che negl'intenti, ma nondimeno fu piacevolmente sorpresa e si prodigò in un cenno reverente del capo in saluto ai nuovi giunti. Avrebbe volentieri parlato nella lingua dei figli delle stelle ma, temeva, che Nekhub non avrebbe capito un accidenti e non desiderava affatto escludere l'ambasciatore da qualsiasi discorso. Le serviva invece instaurare un rapporto più duraturo e saldo con l'Awt, e farlo più in fretta possibile.

«Benvenuti a Ysil, amici miei.» esordì la regina. «La situazione, come avrete ben sentito, continua ad essere terribilmente claudicante per noialtri in questo periodo. Spero di avere presto buone nuove da mia sorella, al fronte, ma fino ad allora quelle poche comodità che posso elargire sono vostre. Non esitate a chiedere se avete bisogno di qualcosa.» disse, alzandosi dal trono e facendo qualche passo in avanti verso i due dignitari.
«Dunque ditemi, cavalier Ohtarrin, qual è la vostra storia?
» domandò, con sincera curiosità. «Non capita tutti i giorni di vedere un eldar che si voglia unire spontaneamente al nostro reame, nonostante tutto. Le vicissitudini che ci hanno stravolto dall'inizio della nostra indipendenza sono state fonte di dibattito in lungo ed in largo per il nord, ed è senz'altro piacevole che voi abbiate visto in noi un governo giusto e legittimo.» sorrise. «Raccontatemi, quindi, qualcosa della vostra vita cavaliere, parleremo poi di quello che riserva il futuro.»
 
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