GDR [Russia] Discorso del Presidente alla nazione

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Come di consueto a gennaio, il Presidente Russo Budnikov si rivolge alla nazione nel discorso di inizio anno, da sempre mezzo per trattare temi di politica interna ma anche per indicazioni e moniti esteri.
Nel discorso fiume di oltre un ora del presidente, che va a toccare decine di argomenti politici ed economici interni, saltano agli occhi dei media nazionali ed internazionali solo una manciata di passaggi.


"[...] e quindi grandi sfide attendono la Federazione in questo nuovo anno.
Possiamo e dobbiamo tenere con noi, l'orgoglio e il riconoscimento verso le forze armate che hanno finalmente riportato la pace tra i nostri amici di Cipro che, dopo decenni, possono riconquistare l'unione e l'integrità della loro amata terra. Da oggi si faranno tacere per sempre le armi e si distenderanno le tensioni mentre uniti come fratelli ci adopereremo, per ricostruire e ridare ricchezza a tutta l'isola.
Dobbiamo altresì felicitarci di poter di nuovo annoverare le nazioni balcaniche quali nostri patner fraterni.[...]

[...] tuttavia non possiamo ignorare la rinnovata e sempre più crescente aggressività di talune nazioni della NATO.
La militarizzazione degli stretti danesi e del bosforo e il dispiegamento di forze aeree ai nostri confini sono una seria e grave minaccia agli interessi strategici nazionali che non possiamo ignorare.
Mi auguro e chiedo che nei prossimi mesi vi siano ripensamenti sulla politica strategica dell'Allenza Atlantica o sarò costretto ad ordinare la messa in atto di adeguate contromisure.
Sono passati ormai vari anni dal ritiro delle armi tattiche dal cuore dell'europa, la volontà di questo esecutivo è di non portare più minacce di questo tipo ai confini occidentali, ma se, come oggi, si rimettono in gioco i nostri interessi fondamentali saremo costretti a ripensare al nostro approccio in questo senso.[...]

[...]Infine, prima di concludere, desidero spendere qualche minuto sulla grave crisi economica che si sta abbattendo negli Stati Federali d'Europa.
E' di ormai tre anni fa l'accordo di Kaliningrad, che agli occhi di oggi posso valutare come una vaccino a queste turbolenze. Con il governo di Bruxelles sognammo un grande spazio economico che avrebbe concesso a tutti noi stabilità e solide fondamenta.

Ormai tutti hanno ribattezzato questo come "il secolo asiatico" e gli avvenimenti avvalorano largamente questa tesi.
A dispetto delle chiusure, delle tensioni e del troppo astio che ancora viene covato la Russia, non vuole girare le spalle all'europa. La Russia vuole ancora sognare nel secolo non asiatico, ma euroasiatico, un secolo che parta da Lisbona per raggiungere Vladivostok.
Non è un sogno che durerà in eterno, siamo un paese in salute ed in movimento, che si muove verso orizzonti lontani dal passato.[...]

[...]e che Dio benedica l'amata Madrepatria."


@Il Partito @Nemo @morfeo
 

[S]ir[B]ardiel

Amministratore
Membro dello Staff
Una stringata nota degli Esteri dichiara il sistema America perfettamente in grado di reagire a minacce nucleari in risposta a soldati di stanza ad Istanbul, qualora si dimostrasse e soprattutto contro minacce realistiche.
Osserviamo inoltre che il ben collaudato binomio Russia-Europa potrebbe risentire del dispiegamento o dell'utilizzo di armi tattiche sul vecchio continente.
 

Redual

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Qualche giorno dopo la ventilazione di ipotesi nucleari da parte degli Stati Uniti il grado di allerta e approntamento delle forze armate russe viene portato al livello 3.
 
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