[Repubblica di Toscana] Elezioni del Gran Console

Giafo

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Fantacalciaro
Sul finire del 1197 in Toscana giunse il momento di eleggere un nuovo console ma era già da diverso tempo che i vari candidati muovevano le loro mosse per cercare consensi e arrivare al potere.
Da subito emersero 3 personalità in grado di concorrere per il governo della Repubblica Toscana:
· Bernardo Adimari, rappresentante dei Guelfi e discendente della famiglia che governò dopo la dipartita dell’indimenticato Broccardo Bonati, primo Gran Console della Repubblica.
· Bongiovanni Amidei, capo della fazione Ghibellina della Repubblica Toscana.
· Cecco Buondelmonti, console in carica ed espressione della fazione più legata alla dinastia dei Cerretani, i Re di Gerusalemme.
Un po’ a sorpresa rimase, fin da subito, ai margini della lotta per lo scranno di Console Durante Bonati che, ormai a capo della numerosa fazione vicina agli interessi veneziani, sembrava aver perso l’impeto giovanile e la volontà di ripercorrere i fasti della sua famiglia. I Bonati, però, sono sempre stati al centro della politica Toscana e anche in queste elezioni il candidato che riuscirà a ingraziarsi loro e le famiglie a loro vicine potrà conquistare la vittoria.

Nonostante la posizione ricoperta negli ultimi anni il Buondemonti parte da una posizione di svantaggio visto l’esiguo numero di seggi destinati alla sua fazione. Seppur da molti non ritenuto particolarmente carismatico il console ha dalla sua ottime doti diplomatiche e il suo non essersi apertamente schiarato nelle lotte tra Guelfi e Ghibellini lo rende appetibile a tutti i notabili della Repubblica che non vedono di buon grado le violenze degli ultimi anni.

Dal canto loro, invece, l’Amidei e soprattutto l’Adimari si fanno portatori di valori più rigidi e di un carisma personale in grado di trascinare intorno a se numerosi importanti uomini Toscani. Numerosi sono stati gli incontri che questi due candidati hanno avuto con le fazioni dei Lucchesi e dei Veneziani ma proprio a causa della rigidità delle posizioni Guelfe e Ghibelline e dei vecchi contrasti tra i Bonati e gli Adimari la situazione è rimasta pressochè invariata anche se singoli membri del consiglio dei Bonomini si sono mostrati più facilmente interessati alle proposte di uno o dell’altro candidato.
In questa situazione di incertezza e con il concreto rischio che il Bonati decidesse di candidarsi personalmente Cecco Buondelmonti ha dato il via ad un biennio particolarmente ricco di iniziative.
L’intera Toscana ha giovato, durante questo periodo, di una serie di importanti investimenti negli ambiti più disparati della società e il Console in carica è riuscito a guadagnare i favori del popolino esponendosi in prima persona in un discorso di vicinanza al Re di Gerusalemme sopravvissuto ad un attentato e sottolineando come un uomo di origini fiorentine e imparentato con la sua famiglia sia stato salvato dal buon Dio e dalle preghiere dei suoi fratelli Toscani.

Lucca, e i suoi rappresentanti, non avevano mai avuto un ruolo di spicco all’interno della Repubblica di Toscana e oltre che assicurarsi i voti dei Lucchesi il console Buondelmonti doveva fare in modo che gli abitanti di quella regione si sentissero davvero parte della Repubblica e così si impose in prima persona per la costruzione di una vera e propria città in cui un mercato potesse arricchire l’intera Repubblica.
Dimostrando le sua abilità diplomatiche il Console, oltre che soddisfare una parte dei Lucchesi, è riuscito anche a iniziare a ingraziarsi lo spirito mercantile della fazione guidata dal Bonati che ha sorriso ulteriormente quando furono annunciate nuove rotte stipulate con il Doge e con la Serenissima.

Avendo portato parte dei Lucchesi e dei Veneziani dalla sua il Console Buondelmonti aveva stabilito una parità apparente tra i 3 candidati al comando della Repubblica ma fu da molto lontano che arrivò l’avvenimento che ruppe questo equilibrio dando la vittoria ad uno dei 3 candidati.
Nell’autunno del 1197 fu reso pubblica l’alleanza tra il Ducato delle Basse Fiandre e la Toscana che segnava, da una parte, un avvicinamento all’impero e dall’altra segnava il ruolo della Toscana da tramite tra i commerci Veneziani e le terre del le Fiandre.

Con questa ultima mossa il Buondelmonti riuscì a erodere all’Amidei una parte dei suoi sostenitori e riuscì, quasi del tutto, ad ottenere il supporto del Bonati e dei suoi uomini.
Cecco Buondelmonti venne, quindi, eletto per la seconda volta come Gran Console di Toscana anche se, ancora una volta, il suo governo era retto da equilibri molto sottili e c’era il concreto rischio che i Guelfi si ponessero come veri antagonisti del Console e delle fazioni che lo hanno sostenuto in questa elezione.
Il Gran Console, appena eletto, fissò a 8 anni la durata del suo mandato che si sarebbe, quindi, esaurito sul finire del 1205.
 
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