[Repubblica di Siena] La riscoperta della cultura toscana

L.Arrotino

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La vivace situazione economica e culturale di Siena nell'ultimo decennio del XII secolo si manifestava sotto vari aspetti.
A seguito della costruzione del monastero di San Sergio a Montalcino, alcuni fra i nobili appartenenti alle correnti Ghibellina e Guelfa, in un altro atto di distensione pacifica, donarono ai monaci dell'Ordine Benedettino alcuni volumi classici, per far si che la cultura ed il sapere sviluppatosi negli anni nella repubblica fosse conservato e tramandato. Fra questi, vi erano due testi, pervenuti a Siena con l'arrivo dei Griffi, Consoli di Pisa, nella città a seguito dei moti della città alfea del 1145: il "Liber Maiorichinus" ed il "Gesta Triumphalia per Pisanos", due stupendi scritti in latino riguardanti la conquista delle isole Baleari da parte della Repubblica Pisana in quella che venne ricordata come la Crociata delle Baleari, portata avanti dai Conti di Barcellona ed Empuries e dal Console Pisano, nonchè voluta da Papa Pasquale II che consegnò alla spedizione, tramite il Cardinal Bosone, la "Romana signa, sedis apostolicae vexillum" - lo stendardo romano, bandiera della sede apostolica di Roma.

I due volumi, uno scritto prosaico il primo ed un poema epico il secondo, iniziarono ad essere considerati fra le letture della nobiltà mercantile senese, composta, in minima parte, da esuli pisani. La famiglia dei di Montone ne venne a conoscenza dai Caccianti, famiglia nobiliare di pensiero Guelfo ma che seguivano la corrente moderata di Arrigo Tolomei, e vollero averne una copia.
Ci volle un anno di lavoro e la considerevole capacità calligrafica di uno dei monaci di Montalcino per la copiatura dei due manoscritti, ma i di Montone poterono godere dell'opera che esaltava le gesta della repubblica pisana, ormai soppiantata dall'Arcivescovado repubblicano. L'epica delle composizioni e la metrica gradevole e rapida vennero apprezzate, al punto che i due manoscritti furono al centro delle conversazioni di alcuni incontro fra i membri del Consiglio ed il Console presso la sua casa. Ben presto, con molta gioia dei Caccianti, fautori della riscoperta di queste opere che descrivevano anche la partecipazione avuta da alcune libere compagnie di soldati senesi all'impresa, il Liber Maiorichinus fu più volte richiesto in copia al monastero di San Sergio.

Come segno di distensione, il Console di Siena decise di inviare presso la nobiltà Pisana rimasta in patria ed all'Arcivescovo stesso le copie del Liber Maiorichinus e del Gesta Triumphalia per Pisanos in suo possesso, dimostrando l'ormai cessata rivalità fra le due entità della costa Toscana.
 
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