Silen
Get a life
Il Mondo nel Caos
Un conflitto spietato come quello contro i Caduti e i loro schiavi non morti farebbe presumere che le potenze di Ea cercassero, una volta tanto, di superare le proprie differenze per lottare contro il comune nemico: niente di più falso. Per tutto l'anno le tensioni fra i grandi imperi non fanno che salire; eppure nessuno avrebbe potuto immaginare quanto stà per accadere.
Un giorno all'improvviso, con un terribile rumore di tuono, i cieli sopra Arc-en-Ciel si aprono sulla dimensione arcana dell'Altrove e dalla nuova Spaccatura così creatasi nugoli di Demoni si riversano nella nostra realtà. Ancora una volta, dopo un breve momento di stordimento, le creature demoniache si lanciano all'attacco di qualsiasi creatura vivente abbia la sfortuna di essergli vicina.
Nel giro di pochi istanti i combattimenti si estendono a macchia d'olio persino dentro le mura della stessa Arc-en-Ciel. Nessun esercito arriva miracolosamente per un salvataggio all'ultimo momento questa volta e, per quanto disorganizzati e divisi in bande a seconda dei loro gruppi razziali, i Demoni dell'Altrove si rivelano troppo forti per la guarnigione locale. Vedendo che tutto è perduto, le arpie fuggono dalla città condannata, ma ben pochi fra coloro che sono privi di ali riescono a fuggire da quella trappola che è divenuta la regione di Lassil. Poche settimane dopo l'apertura della nuova Spaccatura, non rimane più una sola anima vivente nell'intero territorio. Bande di demoni scorrazzano per ogni dove, combattendosi occasionalmente fra di loro in uno scenaro infernale degno dei più tetri incubi.
Immediatamente dopo la Spaccatura di Lassil, il Formicaio mobilita le proprie forze lanciandosi in un attacco su due fronti: le forze principali dei formian entrano nella regione di Doravos ponendo l'assedio alla città omonima, mentre al lato opposto le driadi esuli vengono mobilitate in massa, secondo i patti stipulati al tempo del loro accoglimento nel Formicaio, e una volta unite a un contingente di mercenari fornito dai dragonidi del Dominio, invadono la regione di Motevuki. In tutte le ambasciate di Ea i Formian notificano di avere intrapreso una guerra difensiva contro i due imperi che, a loro dire, stavano complottando per distruggere il Formicaio. Viene inoltre affermato che la Spaccatura di Arc-en-Ciel, coltre a quella di alcuni anni fa, furono lanciate dalle arpie sul loro stesso territorio per creare un casus belli contro l'innocente popolo formian. Si tratta insomma di un intero complotto ordito contro l'unica razza in grado di comprendere ed arginare il fenomeno.
La risposta dell'Impero delle Arpie, ovviamente, non si fa attendere. Le ambasciate dei paesi neutrali ricevono una seconda notifica in cui l'Impero presenta un lungo trattato che dimostra come, dopo numerosi incantesimi di individuazione e divinazione, il residuo magico della prima Spaccatura punti inequivocabilmente verso il Formicaio. La relazione, ricca di dissertazioni e prove sperimentali è sottoscritta fra l'altro da maghi del Ducato di Sylvania e persino da un naga della Confederazione. "Sempre che" recita una nota finale "ci sia bisogno di altre prove dopo il vile attacco operato dai formian guardacaso subito dopo l'apertura della nuova Spaccatura". La nota prosegue con la formale dichiarazione di guerra dell'Impero al Formicaio con la triplice motivazione
1) di essere responsabile del fenomeno delle Spaccature e delle relative perdite umane e materiali
2) di avere invaso i territori di un alleato al quale le Sorelle sono legate da un trattato di alleanza
3) di avere invaso, proditoriamente e senza provocazione alcuna, i territori dell'Impero.
La nota si conclude con la sinistra affermazione che la pazienza delle Sorelle verso le Prede e i loro tradimenti è esaurita, e che le Sorelle hanno sia i mezzi di operare rappresaglie che la volontà di usarli; e che le conseguenze degli atti dei formian ricadranno sulle loro teste.
Pochi giorni dopo la notifica da parte degli emissari delle Alate, la terra trema: il terremoto che origina dalla regione di Glaresia viene sentito fin nella città di Thebes e la nuvola di polvere e magma sollevatasi viene vista fin da Doravos e Arkhosia. Quando alcuni coraggiosi si inoltrano nella regione per vedere cosa è successo si trovano di fronte un paesaggio lunare ben noto ai reduci della distruzione di Shatima. La città di Miniera Uno è scomparsa insieme ad ogni traccia di vita, obliterate dall'esplosione piroclastica e sommerse da milioni di tonnellate di lava rovente.
Se molti dubitano che le arpie, nonostante la loro ben nota spietatezza, avrebbero aperto delle Spaccature sui propri stessi territori, il rapido svolgersi degli avvenimenti dopo la dichiarazione formale di guerra fa pensare che forse almeno una parte delle dichiarazioni dei Formian hanno qualche fondamento di verità, ovvero quelle secondo le quali i due Imperi stessero macchinando per assalire il Formicaio.
Le truppe dell'Impero meridionale e di Britannia infatti si muovono di concerto con una rapidità e una prontezza che fa pensare a un piano ben studiato più che a una reazione di emergenza. Tutti i trattati e le rotte commerciali coi Formian vengono immediatamente dichiarate nulle e i mercanti dei formian arrestati su tutto il territorio dell'Impero. Nel lontano sud un esercito al comando dell'arpia Mahiri viene sbarcato sulle isole delle Perle che vengono rapidamente occupate schiacciando ogni resistenza; un esercito imperiale al comando dell'arpia Nilin si congiunge nella regione di Kalios alle truppe britanniche marciando poi alla volta di Doravos; qui 44,000 soldati Formian affrontano 34,000 soldati imperiali e 31,000 britannici in una imponente battaglia.
Le truppe Formian partono all'offensiva, aprendo una terribile voragine sull'ala destra del proprio schieramento, proprio davanti alla massa di armati imperiali, grazie alla magia di guerra per bloccare il nemico mentre il centro e l'ala destra cercano di spezzare lo schieramento fidando in ben 10,500 arcieri e un numero ancora maggiore di fanteria pesante. Sfortunatamente anche i loro avversari fanno uso massiccio di magia di guerra: gli incantesimi di controllo del vento rendono inefficaci gli arcieri formian, ma non gli oltre 15,000 arcieri imperial-britannici mentre al centro gli Steamtank di Britannia fanno la loro prima, terribile apparizione sul campo di battaglia. Queste mostruosità metalliche alimentate a cristalli di amna e vapore in realtà fanno più spavento che danno ma le palle di cannone che sparano fanno esitare persino la Guardia Formian, dando tempo ai Crociati britannici di rintuzzare l'assalto nonostante i Formian cerchino di replicare con i dardi delle Ammazzadraghi, enormi baliste in grado, si dice, eprsino di penetrare la corazza di un Antico Drago. Sul lato sinistro la fanteria pesante del Formicaio deve fare i conti con una nuova magia da guerra: una terribile grandinata che si abbatte sui guerrieri stordendone o uccidendone diverse centinaia. Alla magia da battaglia segue una carica di 3500 cavalieri pesantemente armati appoggiati da 5500 fanti pesanti britannici. Sull'altro lato invece i formian debbono vedersela con i fanti corazzati imperiali e soprattutto con le terribili Furie, le arpie armate con due lame che utilizzano con soprannaturale velocità e maestria.
Fallito il tentativo delle forze formian di sfondare al centro e all'ala, segue ilt entativo dei due alleati affondare l'assalto sulle due ali per poi convergere al centro. Sulla sinsitra dellos cheiramento formian i britannici hanno poca fortuna: su quel lato le forze formian sono imponenti e resistono bene all'impatto della cavalleria pesante infliggendo dure eprdite ai cavalieri nemici che dopo accaniti scontri sono costretti alla ritirata,d ando così spazio a un duello di fanterie pesanti. Al centro la fanteria leggera britannica non regge lo scontro con la Guardia Formian, ma come già detto i Crociati, appoggiati dagli Artigli, bloccano la loro avanzata. Sulla destra le cose vanno meno bene...la voragine ha impedito la carica nemica, ma anche se i lancieri e i fanti leggeri formian respingono la cavalleria imperiale, i fanti pesanti schiavarazza e le Furie aprono vuoti sempre più grossi. Dopo mezza giornata di intensi e sanguinosi combattimenti l'ala sinistra formian inizia a vacillare e Kar'Geselk decide di cercare il disimpegno prima che gli imperiali riescano a far collassare l'ala prendendo così in mezzo a due fuochi il centro. Inseguiti dai due eserciti congiunti i Formian si ritirano lasciando sul campo 11,200 soldati contro gli 8,500 dei due eserciti imperiali. Incalzati dal nemico che non lascia loro tregua i formian sono costretti ad abbandonare precipitosamente anche Sulonis riparando nella capitale e perdendo alcune altre centinaia di soldati nelel scaramucce. Le truppe imperialie britanniche per canto loro si fermano sotto le mura della città Fortezza Sotterranea. Dopo alcune settimane necessarie a far riposare le truppe e costruire le macchine d'assedio necessarie i due alleati danno l'assalto alla città: la difesa formian è accanita ma senza speranza: poche migliaia di miliziani e armati alla leggera non possono che soccombere all'assalto di une sercitot anto grande, specie quando le Furie calano dall'alto sugli spalti facendo strage degli arcieri della guarnigione. Dopo tre giorni la città cade e viene levata in alto la bandiera del Sacro Impero di Britannia.
Cattive notizie giungono anche da ovest: l'esercito imperiale comandato da Ilias infatti dopo essersi ricongiunto coi rinforzi inviati l'anno passato a Val Nira, cala da Elennen su Dor-Lomin in quella che senza dubbio era un'altra manvora da tempo programmata, piombando addosso a Gren Ilvadi; ben poco possono le difese della città contro il terribile Arconita: le porte vengono sfodnate nel giro di due ore e la guarnigione di driadi decide di arrendersi.
A rendere ancora peggiore il caos che sembra dilagare per ogni dove, anche nell'estremo sud si riaccende il conflitto fra gli stati meridionali ed il grande Impero di Silene. Dopo aver rifiutato di ratificare, con un sorprendente voltafaccia (l'ennesimo, commenterà Silene), il trattato di non aggressione concordato nei mesi precedenti, la Confederzione Naga e il regno di Centaurestria dichiarano guerra a Britannia e all'Impero riaccendendo il conflitto sopito tre anni fa. I due stati meridionali cercano di capitalizzare l'effetto sorpresa marciando su due fronti: le truppe naga invadono in massa l'enclave meridionale, lasciata sguarnita dalla mossa delle arpie verso le isole delle Perle. L'invasione avviene senza difficoltà alcuna, Nuova Cherax viene rapdiamente occupata e anche la città di Salnikar conquistata dopo un breve assalto.
Le forze dei centauri tentano invece di penetrare nell'area sud-ovest dell'impero e grazie alla propria mobilità ottengono un successo iniziale occupando le regioni di Zarasin e Sansuer, regioni peraltro desertiche escarsamente popolate. Quando muovono su Unazya però le truppe dei centauri vengono intercettate da un esercito imperiale al comando dell'arpia Sagan e forte di circa 35,000 combattenti. I centauri cercano di evitare il combattimento e ritirarsi ma l'esercito imperiale al contrario è ben deciso a dare battaglia e il generale Gobby è costretto a subire la perdita di un paio di migliaia di buoni combattenti prima di riuscire a rifugiarsi a Goblinshum in territorio amico; l'armata imperiale però è attestata appena oltre la frontiera.
In mezzo a tanta follia non stupisce forse il fatto che profezie su catastrofi cosmiche o sulla imminente fine di Ea abbiano particolare presa sulla folla nè che i culti apocalittici che fanno capo a Tiamat riprendano nuovamente vigore in tutta Ea. Rimasti finora nell'ombra ma mai sradicati i culti che adorano i Caduti ed il Caos primigenio nella sua forma più distruttiva hanno un solido bastione nei Domini del Drago dove lo stesso Shooting Star ne è notoriamente un protettore.
In effetti nei desolati deserti del Mare di Dune si assiste persino alla nascita di una nuova religione. I Seguaci dell'Uno o Servi dell'Uno come i fedeli di questa setta si fanno chiamare mostrano una particolare visione del mondo e della fede. Sorprendentemente essi negano la pluralità delle divinità patrone, affermando che non si tratta di entità separate ma di Aspetti di un'unica divinità identificata nella figura dell'antico, il dio Apsu . Tutte le differenze religiose o di razza vengono quindi negate in quanto frutto dell'error dei mortali o dell'inganno perpetrato da chi, nella sua ambizione, ha utilizzato le paure e le differenze fra le razze come strumento per perseguire il potere personale.
Abbastanza sorprendentemente, viste le premesse, non si tratta di una religione pacifica: l'insieme di tutte le altre fedi, denominate colelttivamente il Grande Inganno, sono identificate come la sorgente di tutte le disgrazie di Ea e pertanto è dovere di ogni credente propagare la fede nell'Uno con tutti i mezzi possibili, compresa se necessario la lotta armata e la conversione forzata. Guidati da un Profeta carismatico, i Seguaci dell'Uno stanno raccogliendo molti fedeli fra i nomadi del deserto e si teme possano diventare una fonte di disturbo per le rotte carovaniere che attraversano il deserto.
Per anni il Dominio dei Frostlings ha diffuso per tutta Ea storie di come le creature del freddo siano riuscite a forgiare una solida amicizia con il misterioso Popolo delle Sirene e sulle richhezze che il commercio con gli abitatori del mare stà portando loro. In molti ricordano lo spettacolo di migliaia di Sirene che scortavano una flotta dei Frostligs e le storie di perle grosse come uova di struzzo, tesori perduti e altre meraviglie sono da allora argomento favorito dei marinai in tutte le locande di Ea.
Sfortunatamente, sembra che queste storie siano infine giunte all'orecchio sbagliato.
Sul finire dell'inverno del 3950 una notizia spaventosa giunge dai deserti ghiacciati del nord; un terribile drago del freddo, uno spaventoso Antico Drago stà calando dai ghiacci del nord in direzione deit erritori dei Frostlings, ed è solo questione di tempo eprchè arrivi ai territori recentemente colonizzati sulle rive del Mare della Morte.
Un conflitto spietato come quello contro i Caduti e i loro schiavi non morti farebbe presumere che le potenze di Ea cercassero, una volta tanto, di superare le proprie differenze per lottare contro il comune nemico: niente di più falso. Per tutto l'anno le tensioni fra i grandi imperi non fanno che salire; eppure nessuno avrebbe potuto immaginare quanto stà per accadere.
Un giorno all'improvviso, con un terribile rumore di tuono, i cieli sopra Arc-en-Ciel si aprono sulla dimensione arcana dell'Altrove e dalla nuova Spaccatura così creatasi nugoli di Demoni si riversano nella nostra realtà. Ancora una volta, dopo un breve momento di stordimento, le creature demoniache si lanciano all'attacco di qualsiasi creatura vivente abbia la sfortuna di essergli vicina.
Nel giro di pochi istanti i combattimenti si estendono a macchia d'olio persino dentro le mura della stessa Arc-en-Ciel. Nessun esercito arriva miracolosamente per un salvataggio all'ultimo momento questa volta e, per quanto disorganizzati e divisi in bande a seconda dei loro gruppi razziali, i Demoni dell'Altrove si rivelano troppo forti per la guarnigione locale. Vedendo che tutto è perduto, le arpie fuggono dalla città condannata, ma ben pochi fra coloro che sono privi di ali riescono a fuggire da quella trappola che è divenuta la regione di Lassil. Poche settimane dopo l'apertura della nuova Spaccatura, non rimane più una sola anima vivente nell'intero territorio. Bande di demoni scorrazzano per ogni dove, combattendosi occasionalmente fra di loro in uno scenaro infernale degno dei più tetri incubi.
Immediatamente dopo la Spaccatura di Lassil, il Formicaio mobilita le proprie forze lanciandosi in un attacco su due fronti: le forze principali dei formian entrano nella regione di Doravos ponendo l'assedio alla città omonima, mentre al lato opposto le driadi esuli vengono mobilitate in massa, secondo i patti stipulati al tempo del loro accoglimento nel Formicaio, e una volta unite a un contingente di mercenari fornito dai dragonidi del Dominio, invadono la regione di Motevuki. In tutte le ambasciate di Ea i Formian notificano di avere intrapreso una guerra difensiva contro i due imperi che, a loro dire, stavano complottando per distruggere il Formicaio. Viene inoltre affermato che la Spaccatura di Arc-en-Ciel, coltre a quella di alcuni anni fa, furono lanciate dalle arpie sul loro stesso territorio per creare un casus belli contro l'innocente popolo formian. Si tratta insomma di un intero complotto ordito contro l'unica razza in grado di comprendere ed arginare il fenomeno.
La risposta dell'Impero delle Arpie, ovviamente, non si fa attendere. Le ambasciate dei paesi neutrali ricevono una seconda notifica in cui l'Impero presenta un lungo trattato che dimostra come, dopo numerosi incantesimi di individuazione e divinazione, il residuo magico della prima Spaccatura punti inequivocabilmente verso il Formicaio. La relazione, ricca di dissertazioni e prove sperimentali è sottoscritta fra l'altro da maghi del Ducato di Sylvania e persino da un naga della Confederazione. "Sempre che" recita una nota finale "ci sia bisogno di altre prove dopo il vile attacco operato dai formian guardacaso subito dopo l'apertura della nuova Spaccatura". La nota prosegue con la formale dichiarazione di guerra dell'Impero al Formicaio con la triplice motivazione
1) di essere responsabile del fenomeno delle Spaccature e delle relative perdite umane e materiali
2) di avere invaso i territori di un alleato al quale le Sorelle sono legate da un trattato di alleanza
3) di avere invaso, proditoriamente e senza provocazione alcuna, i territori dell'Impero.
La nota si conclude con la sinistra affermazione che la pazienza delle Sorelle verso le Prede e i loro tradimenti è esaurita, e che le Sorelle hanno sia i mezzi di operare rappresaglie che la volontà di usarli; e che le conseguenze degli atti dei formian ricadranno sulle loro teste.
Pochi giorni dopo la notifica da parte degli emissari delle Alate, la terra trema: il terremoto che origina dalla regione di Glaresia viene sentito fin nella città di Thebes e la nuvola di polvere e magma sollevatasi viene vista fin da Doravos e Arkhosia. Quando alcuni coraggiosi si inoltrano nella regione per vedere cosa è successo si trovano di fronte un paesaggio lunare ben noto ai reduci della distruzione di Shatima. La città di Miniera Uno è scomparsa insieme ad ogni traccia di vita, obliterate dall'esplosione piroclastica e sommerse da milioni di tonnellate di lava rovente.
Se molti dubitano che le arpie, nonostante la loro ben nota spietatezza, avrebbero aperto delle Spaccature sui propri stessi territori, il rapido svolgersi degli avvenimenti dopo la dichiarazione formale di guerra fa pensare che forse almeno una parte delle dichiarazioni dei Formian hanno qualche fondamento di verità, ovvero quelle secondo le quali i due Imperi stessero macchinando per assalire il Formicaio.
Le truppe dell'Impero meridionale e di Britannia infatti si muovono di concerto con una rapidità e una prontezza che fa pensare a un piano ben studiato più che a una reazione di emergenza. Tutti i trattati e le rotte commerciali coi Formian vengono immediatamente dichiarate nulle e i mercanti dei formian arrestati su tutto il territorio dell'Impero. Nel lontano sud un esercito al comando dell'arpia Mahiri viene sbarcato sulle isole delle Perle che vengono rapidamente occupate schiacciando ogni resistenza; un esercito imperiale al comando dell'arpia Nilin si congiunge nella regione di Kalios alle truppe britanniche marciando poi alla volta di Doravos; qui 44,000 soldati Formian affrontano 34,000 soldati imperiali e 31,000 britannici in una imponente battaglia.
Le truppe Formian partono all'offensiva, aprendo una terribile voragine sull'ala destra del proprio schieramento, proprio davanti alla massa di armati imperiali, grazie alla magia di guerra per bloccare il nemico mentre il centro e l'ala destra cercano di spezzare lo schieramento fidando in ben 10,500 arcieri e un numero ancora maggiore di fanteria pesante. Sfortunatamente anche i loro avversari fanno uso massiccio di magia di guerra: gli incantesimi di controllo del vento rendono inefficaci gli arcieri formian, ma non gli oltre 15,000 arcieri imperial-britannici mentre al centro gli Steamtank di Britannia fanno la loro prima, terribile apparizione sul campo di battaglia. Queste mostruosità metalliche alimentate a cristalli di amna e vapore in realtà fanno più spavento che danno ma le palle di cannone che sparano fanno esitare persino la Guardia Formian, dando tempo ai Crociati britannici di rintuzzare l'assalto nonostante i Formian cerchino di replicare con i dardi delle Ammazzadraghi, enormi baliste in grado, si dice, eprsino di penetrare la corazza di un Antico Drago. Sul lato sinistro la fanteria pesante del Formicaio deve fare i conti con una nuova magia da guerra: una terribile grandinata che si abbatte sui guerrieri stordendone o uccidendone diverse centinaia. Alla magia da battaglia segue una carica di 3500 cavalieri pesantemente armati appoggiati da 5500 fanti pesanti britannici. Sull'altro lato invece i formian debbono vedersela con i fanti corazzati imperiali e soprattutto con le terribili Furie, le arpie armate con due lame che utilizzano con soprannaturale velocità e maestria.
Fallito il tentativo delle forze formian di sfondare al centro e all'ala, segue ilt entativo dei due alleati affondare l'assalto sulle due ali per poi convergere al centro. Sulla sinsitra dellos cheiramento formian i britannici hanno poca fortuna: su quel lato le forze formian sono imponenti e resistono bene all'impatto della cavalleria pesante infliggendo dure eprdite ai cavalieri nemici che dopo accaniti scontri sono costretti alla ritirata,d ando così spazio a un duello di fanterie pesanti. Al centro la fanteria leggera britannica non regge lo scontro con la Guardia Formian, ma come già detto i Crociati, appoggiati dagli Artigli, bloccano la loro avanzata. Sulla destra le cose vanno meno bene...la voragine ha impedito la carica nemica, ma anche se i lancieri e i fanti leggeri formian respingono la cavalleria imperiale, i fanti pesanti schiavarazza e le Furie aprono vuoti sempre più grossi. Dopo mezza giornata di intensi e sanguinosi combattimenti l'ala sinistra formian inizia a vacillare e Kar'Geselk decide di cercare il disimpegno prima che gli imperiali riescano a far collassare l'ala prendendo così in mezzo a due fuochi il centro. Inseguiti dai due eserciti congiunti i Formian si ritirano lasciando sul campo 11,200 soldati contro gli 8,500 dei due eserciti imperiali. Incalzati dal nemico che non lascia loro tregua i formian sono costretti ad abbandonare precipitosamente anche Sulonis riparando nella capitale e perdendo alcune altre centinaia di soldati nelel scaramucce. Le truppe imperialie britanniche per canto loro si fermano sotto le mura della città Fortezza Sotterranea. Dopo alcune settimane necessarie a far riposare le truppe e costruire le macchine d'assedio necessarie i due alleati danno l'assalto alla città: la difesa formian è accanita ma senza speranza: poche migliaia di miliziani e armati alla leggera non possono che soccombere all'assalto di une sercitot anto grande, specie quando le Furie calano dall'alto sugli spalti facendo strage degli arcieri della guarnigione. Dopo tre giorni la città cade e viene levata in alto la bandiera del Sacro Impero di Britannia.
Cattive notizie giungono anche da ovest: l'esercito imperiale comandato da Ilias infatti dopo essersi ricongiunto coi rinforzi inviati l'anno passato a Val Nira, cala da Elennen su Dor-Lomin in quella che senza dubbio era un'altra manvora da tempo programmata, piombando addosso a Gren Ilvadi; ben poco possono le difese della città contro il terribile Arconita: le porte vengono sfodnate nel giro di due ore e la guarnigione di driadi decide di arrendersi.
A rendere ancora peggiore il caos che sembra dilagare per ogni dove, anche nell'estremo sud si riaccende il conflitto fra gli stati meridionali ed il grande Impero di Silene. Dopo aver rifiutato di ratificare, con un sorprendente voltafaccia (l'ennesimo, commenterà Silene), il trattato di non aggressione concordato nei mesi precedenti, la Confederzione Naga e il regno di Centaurestria dichiarano guerra a Britannia e all'Impero riaccendendo il conflitto sopito tre anni fa. I due stati meridionali cercano di capitalizzare l'effetto sorpresa marciando su due fronti: le truppe naga invadono in massa l'enclave meridionale, lasciata sguarnita dalla mossa delle arpie verso le isole delle Perle. L'invasione avviene senza difficoltà alcuna, Nuova Cherax viene rapdiamente occupata e anche la città di Salnikar conquistata dopo un breve assalto.
Le forze dei centauri tentano invece di penetrare nell'area sud-ovest dell'impero e grazie alla propria mobilità ottengono un successo iniziale occupando le regioni di Zarasin e Sansuer, regioni peraltro desertiche escarsamente popolate. Quando muovono su Unazya però le truppe dei centauri vengono intercettate da un esercito imperiale al comando dell'arpia Sagan e forte di circa 35,000 combattenti. I centauri cercano di evitare il combattimento e ritirarsi ma l'esercito imperiale al contrario è ben deciso a dare battaglia e il generale Gobby è costretto a subire la perdita di un paio di migliaia di buoni combattenti prima di riuscire a rifugiarsi a Goblinshum in territorio amico; l'armata imperiale però è attestata appena oltre la frontiera.
In mezzo a tanta follia non stupisce forse il fatto che profezie su catastrofi cosmiche o sulla imminente fine di Ea abbiano particolare presa sulla folla nè che i culti apocalittici che fanno capo a Tiamat riprendano nuovamente vigore in tutta Ea. Rimasti finora nell'ombra ma mai sradicati i culti che adorano i Caduti ed il Caos primigenio nella sua forma più distruttiva hanno un solido bastione nei Domini del Drago dove lo stesso Shooting Star ne è notoriamente un protettore.
In effetti nei desolati deserti del Mare di Dune si assiste persino alla nascita di una nuova religione. I Seguaci dell'Uno o Servi dell'Uno come i fedeli di questa setta si fanno chiamare mostrano una particolare visione del mondo e della fede. Sorprendentemente essi negano la pluralità delle divinità patrone, affermando che non si tratta di entità separate ma di Aspetti di un'unica divinità identificata nella figura dell'antico, il dio Apsu . Tutte le differenze religiose o di razza vengono quindi negate in quanto frutto dell'error dei mortali o dell'inganno perpetrato da chi, nella sua ambizione, ha utilizzato le paure e le differenze fra le razze come strumento per perseguire il potere personale.
Abbastanza sorprendentemente, viste le premesse, non si tratta di una religione pacifica: l'insieme di tutte le altre fedi, denominate colelttivamente il Grande Inganno, sono identificate come la sorgente di tutte le disgrazie di Ea e pertanto è dovere di ogni credente propagare la fede nell'Uno con tutti i mezzi possibili, compresa se necessario la lotta armata e la conversione forzata. Guidati da un Profeta carismatico, i Seguaci dell'Uno stanno raccogliendo molti fedeli fra i nomadi del deserto e si teme possano diventare una fonte di disturbo per le rotte carovaniere che attraversano il deserto.
Per anni il Dominio dei Frostlings ha diffuso per tutta Ea storie di come le creature del freddo siano riuscite a forgiare una solida amicizia con il misterioso Popolo delle Sirene e sulle richhezze che il commercio con gli abitatori del mare stà portando loro. In molti ricordano lo spettacolo di migliaia di Sirene che scortavano una flotta dei Frostligs e le storie di perle grosse come uova di struzzo, tesori perduti e altre meraviglie sono da allora argomento favorito dei marinai in tutte le locande di Ea.
Sfortunatamente, sembra che queste storie siano infine giunte all'orecchio sbagliato.
Sul finire dell'inverno del 3950 una notizia spaventosa giunge dai deserti ghiacciati del nord; un terribile drago del freddo, uno spaventoso Antico Drago stà calando dai ghiacci del nord in direzione deit erritori dei Frostlings, ed è solo questione di tempo eprchè arrivi ai territori recentemente colonizzati sulle rive del Mare della Morte.
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