[size=2em]Germania (parte finale):[/size]
Burgundi:
Anni molti attivi per Gebicca che si mostra uno dei sovrani più lungimiranti della regione. Come prima cosa concede libertà di culto a tutti i pagani, ancora numerosi, presenti nelle sue terre, scatenendo un'ondata di consenso come non se ne era mai vista dai tempi della conversione.
Viene concessa una deroga fino a 27 anni per la legge dei matrimoni approvata gli anni precedenti. Tale modifica però lascia insoddisfatti ancora i piccoli nobili che rimarcano di "non potersi permettere troppe doti, né a 15 anni né a 30 né a 100". Timidamente iniziano i primi casi di infanticidio femminile.
Nel 413 viene dichiarata guerra alla Franchia e i soldati burgundi si muovono in Frisia, dove assistono allo "scandalo dell'incendio". Gebicca nega ogni coinvolgimento e, sentendosi offeso, stacca il suo esercito da quello Sassone marciando direttamente su Menapi.
Con una certa difficoltà causata dalla mancanza di provviste e dall'ordine di Gebicca di non torcere un capello ai Frisi l'esercito burgunde occupa Menapi indisturbato. Solamente due giorni dopo arrivano i rimasugli delle armate franche che gettano le armi e implorano pietà.
Gebicca comunica loro che non gli sarà fatto alcun male e che i burgundi saranno rispettosi dei Franchi e del loro re.
Dopo aver occupato le terre franche Gebicca ordina un raid verso Euboni. Qui i soldati della banda da guerra tornano con notizie preoccupanti. Parlano di decine di migliaia di romani ammassati al confine in assetto da guerra e confermano di non essere riusciti ad ottenere nulla se non di salvarsi la vita.
Un'altro raid, in concomitanza con i Longobardi è ordito ai danni dei Semoni in Chattia. Le truppe burgunde fanno diversi danni e portano a casa un po' di bottino. Gebicca approfitta della cosa per comunicare ai nobili di aver lavato l'onta dell'invasione semona di 5 anni prima. I nobili paiono entusiasti di avere un sovrano che, sprezzante del pericolo, non teme di far valere le sue ragioni senza piegarsi.
Nel 412 il figlio ed erede di Gebicca, Godemaro annuncia la nascita della piccola Crimilde.
Franchi:
Clodione, come rinsavito da un fortissimo malanno, comprende di aver attuato molti errori e tenta in ogni modo di rimediare. Scaricando tutte le colpe possibili al padre giunge ad un accordo con il fratello ribelle: vengono abolite le odiatissime leggi sul fieno e sulla conversione, pur permettendo a chi ha già beneficiato di tali leggi di non modificare il suo status. Il fratello di Clodione, Clodo è associato al trono e ai cristiani vengono poste una serie di limitazioni, come il divieto di portare le armi.
Consci di essere in una posizione difficile i due fratelli si dedicano a fortificare la Frisia erigendo una serie di poderose palizzate chiamate "il Vallo Friso" e per guadagnare ulteriormente consensi vengono create fosse comuni da utilizzarsi nei periodi di epidemia. Un tentativo di uccidere il friso Clodino con un gruppo di sicari armati di arco fallisce. Gli uomini sono presi e sgozzati nell'accampamento dei Sassoni.
La sconfitta e l'occupazione delle terre rendono quantomeno difficile il compito del neo eletto unico re Clodo. I suoi dominii sono spartiti fra Sassoni e Burgundi. Un concilio dei nobili, indetto in fretta e furia, cerca di stabilire come sia meglio comportarsi.
Vandali Asdingi:
Anni dedicati praticamente solo alla preparazione per la guerra in terra sveva, a parte la piccola parentesi del Concilio. Re Godsigel forse si fa troppo prendere dai suoi amici romani e dai fatti svevi tanto che, suo malgrado, si dimentica del piccolo colpo di stato a suo danno. Il fatto di ordinare a Gudemondo di comandare nuovamente un esercito in una guerra data per infruttuosa, per di più senza poter portare la spada, fa scatenare un'ondata di fortissimo odio nei confronti del re.
Una mattina d'estate del 414 un gruppo di nobili fa irruzione nel "palazzo" reale, senza incontrare resistenza. Prendono in custodia Godsigel e lo depongono, confermando l'elezione del figlio Gudemondo. Come se non bastasse anche in bassa svevia accadono fatti che sfuggono al controllo del Re. La popolazione, lasciata in balia della peste e senza controllo si rivolta apertamente contro i "cani vandalici", di fatto occupando la regione visto che la trova totalmente sguarnita.
Voci non accreditate parlano di Rechila, re degli Svevi, giunto di recente a dare manforte alla rivolta.
Svevi:
Ancora una volta gli Svevi dedicano tutte le proprie energie alla sopravvivenza. Nonostante subiscano una sconfitta ad opera dei Vandali riescono a riorganizzarsi verso sud. La battaglia per la Svevia non è ancora finita e il popolo svevo pare non intenzionato a cedere.
Alemanni:
Consueto raid ai danni dei romani.
Alani d'Occidente:
Pressati dagli Anti da una parte e dai romani dall'altra accettano la "protezione" del grande impero degli Unni diventando una provincia autonoma.
Anti:
Raid a danno degli Alani d'Occidente