Silen
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La Grande Guerra del Sud
Dopo il fallimento del grande attacco a Iskandara, dovuto principalmente alla infedeltà dei mercenari coinvolti, il Regno della Tempesta decide di cambiare strategia abbandonando almeno per il momento l'attacco alla piazzaforte dell'isola di Lannach per tentare un nuovo attacco in un punto più vulnerabile. La Prima Flotta reale si incarica di evacuare l'unica compagnia mercenaria rimasta fedeleprima che venga assalita dal nemico lasciando così che le arpie riprendano Lannach senza sforzo e fa rotta verso sud e precisamente verso il Grande Mare Meridionale. Qui la Prima Flotta si trova nuovamente davanti le forze della Flotta Imperiale il cui ammiraglio, il famoso Kair'ed-din, decide dif are un tentativo di contrastare le forze nemiche. Mentre le 100 navi d guerra della Tempesta si scheirano per la battaglia, la Flotta Imperiale, forte di 57 navi da guerra e 98 galee, adotta uno schieramento serrato che rivela solo all'ultimo la manovra dell'ammiraglio imperiale: un certo numero di galee è stato infatti convertito in brulotti che vengono dati alle fiamme e lanciati, col timone bloccato, verso los chieramento avversario. Il risultato è di seminare il caos nell'ordinato schieramento dell'ammiraglio nordico James Graw: alcune navi manovrano disperatamente per evitare i brulotti, altre vengono speronate e prendono fuoco a loro volta, alcune si scontrano persino fra loro e in questo caos Kair'ed-din lancia le sue navi da guerra nel tentativo di spezzare in due la Prima Flotta.
Per una ttimo, la Flotta Imperiale sembra in grado di riportare quella che sarebbe una clamorosa vittoria, ma l'ammiraglio Graw, famoso lupo di mare, riesce sia pure con grandi sforzi ed esponendo più volte la sua ammiraglia al rischio die ssere affondata, a mantenere un minimo di ordine nelle sue forze. Dapprima lentamente, ma poi cons empre maggiore forza le navi da guerra della Tempesta, superiori per numero e forza, riescono a respingere indietro il cuneo delle navi Imperiali seminando poi la distruzione nelle più deboli galee nemiche ed alla fine Kair'ed-din è costretto ad ammettere il fallimento e ritirare le sue forze abbandonando il teatro dello scontro. La Flotta Imperiale ha perso 23 Navi da Guerra e 45 Galee, la Prima Flotta lascia 41 Navi da Guerra ma riporta una netta vittoria confermando così il proprio dominio dei mari.
Il resto delle operazioni navali è un semplcie corollario: lo sbarco della forze dei Guerrieri del Mare Verde ad Agama avviene senza incidenti e l'isola viene occupata quasi senza incontrare resistenza. Poco dopo la stessa sorte tocca anche l'isola di Caluerpa occupata da una seconda compagnia mercenaria reclutata a questo scopo dal Regno della tempesta ovvero i Figli del Fabbro trasportati sul psoto da un secondo contingente navale.
Nei primi gironi di primavera il Regno della Tempesta riporta anche un altro successo, sia pure in un altro campo: viene infatti clamorosamente liberato dalla prigionia il generale Bjorn il Rosso, catturato lo scorso anno nella battaglia di Iskandara e tenuto nelle galere isolane in attesa di essere trasferito sul continente. La fuga del comandante nel bel mezzo della munita fortezza imperiale, circondata da ben due compagnie mercenarie oltre alla guarnigione è senza dubbio un capolavoro del sotterfugio e causa un certo scompiglio fra le forze imperiali. Voci incontrollate parlano di una arpia che avrebbe preso in consegna del comandante nemico, circostanza che viene però smentita rabbiosamente da tutte le arpie che abitano Lannach, senza eccezione...come sia stata possibile la fuga di Bjorn e quale ne sia la dinamicarimane un mistero insoluto.
Nel frattempo nella regione di Shatima i rinforzi provenienti dalla Confederazione e da Centaurestria si uniscono alla armata principale in preparazione al nuovo attacco da sferrare contro la grande armata di Nilin, tuttora trincerata nella regione di Loki. Le truppe alleate si mettono in movimento animate da nuovo entusiasmo nella speranza di ottenere una vittoria dal campo insanguinato di Loki, eppure la marcia è ostacolata da episodi curiosi...strade ben conosciute si rivelanoe ssere vicoli ciechi, altre fanno lunghi giri che riportano al punto di partenza. Le mappe sembrano indicare una direzione e poi un'altra e si genera una certa confusione fra le truppe, il tutto mentre alcuni particolari inquietanti vengono notati: fumarole, zolfatare apaprse dal nulla, vari sintomi che sembrano segnalare una attività sismica mai riscontrata. Quando i maghi alelati infine realizzano che i ritardi e gli errori nella marcia sono quasi certamente da attribuirsi a un subdolo incantesimo di confusione o illusione, accade l'irreparabile: la terra trema violentemente e si spacca lacerata da profonde fratture, in altri punti i colli di Shatima sembrano corrugarsi violentemente come spinti da una pressione interna; lava fuoriesce dal terreno in una terribile eruzione mentre gaas e ceneri ammorbano l'aria: la regione di Shatima si rivela finalmente per quello in cui la magia la ha trasformata: una gigantesca trappola.
I maghi dei tre schieramenti si prodigano con la forza della disperazione per mantenere l'ordine fra le truppe in rpeda al panico: quale che sia la potenza della magia che stà scatenando l'eruzione in una regione come shatima èe vidente che richeide tempo per raggiungere la piena potenza o altrimenti non ci sarebbe stato bisogno della magia di confusione per ritardare la marcia. Arretrare è manifestatamente impossibile, bisogna andare avanti e tentare il tutto per tutto prima che sia troppo tardi e il supervulcano che si stà formando non distrugga tutto e tutti.
I tre giorni successivi sono il resoconto di un inferno: ostacolati da fumi e pioggie di cenere, rallentati dalla magia di confusione interi reparti armati vengono perduti, tagliati fuori dalle convulsioni della terra martoriata o semplicemente dispersi: ma non c'è tempo dir adunarli, bisogna andare avanti, avanti, avanti senza requie.In questa ora buia, il contributo degli Ardenti è senza prezzo: immuni agli effetti del calore e del fuoco gli uomini lucertola fanno da guide prodigandosi per gli alleati fino allo sfinimento, soccorrendo per quanto possibile naga, umani e centauri, senza distinzione. Infine gli alleati escono pian piano dall'area di influsso della magia che stà devastando Shatima e non un secondo troppo presto: un terribile boato e una ultima, disperata convulsione del suolo annunciano infatti il culmine della magia nemica, l'esplosione finale del Supervulcano.
Quando il ritorno della calma permette infine di contare i morti, la pur approssimativa conta è avvilente: oltre ottomila fra morti e dispersi, prima ancora che la battaglia abbia avuto inizio e già all'orizzonte si profilano le armate di Nilin, decise a finire il lavoro. Più tardi si saprà che anche le forze che avrebbero dovuto rimanere a Shatima pur essendo riuscite a fuggire nella vicina regione di Texcoco sono state falcidiate. Di Shatima, non rimane molto. La città degli Ardenti è stata cancellata, distrutta dai terremoti e sepolta dalla lava. A coloro che, dopo che la terra si è placata, entrano esitanti nella regione si mostra un paesaggio diverso, quasi lunare. Ogni segno di civiltà è stato annientato, la vegetazione distrutta, la fauna annientata o fuggita. Quel che resta di Shatima è una desolata Wasteland, silenzioso monumento alla follia della guerra.
La battaglia che segue si rpesenta difficile: alla perdita di 8mila soldati durante l'attraversamento di Shatima si aggiunge il mancato congiungimento con un contingente di 4mila guerrieri naga che a causa di un errore prendono una strada più lunga rispetto al grosso delle'sercito e arrivano in ritardo a Shatima dovendo poi a loro volta fuggire a causa dell'esplosione del Vulcano: in tutto circa 60mila guerrieri delle nazioni del sud oltre naturalmente al contingente del Regno della Tempesta. E tuttavia, non tutto va come le arpie hanno pianificato..a seguito di un ordine giunto da Taraska il contingente britannico infatti si ritira dalla regione ritornando nei confini del Sacro Impero. Quale sia la motivazione di questa mossa, a Nilin rimangono solamente le forze sotto il suo diretto comando portate a 52,000 soldati con gli ultimi rinforzi. Nonostante la leggera inferiorità numerica, è Nilin che passa all'attacco, schierando in prima linea oltre 5000 cavalieri corazzati che caricano frontalmente il centro costituito da truppe della Tempesta e Naga, trovando però la valorosa resistenza di un corpo di lancieri umani e naga. Fermata la carica nemica gli alleati riprendono coraggio e tentano a loro volta una manovra aggirante: un corpo scelto comandato dal generale Hitala si muove sulla sinsitra mentre il contingente centauro cerca, sebbene sia bersagliato spietatamente dalle arpie arciere, di fare lo stesso sulla destra. Nonostante le frecce facciano centinaia di vittime e nonsotante , coem sempre, la magia dei venti permetta alle arpie di neutralizzare in gran parte il tiro alleato, le truppe del genrale Odric incontrano un iniziale successo riuscendo a respingere la fanteria nemica grazie all'impeto dei lancieri e della cavalleria leggera; quando però la manovra sembra per avere successo ecco che di fronte alle forze di Odric si parano ben settemila arpie con armi e corazze di mithril, il fior fiore delle forze imperiali. Coraggiosamente i centauri cercano una nuova carica ma le arpie si limitano a levarsi in volo per evitare la carica e piombare poi sui centauri con effetti devastanti...la cavalleria leggera che costituisce il grosso delle froze di centaurestria non è minimamente in grado di resistere alle arpie corazzate che mettono in difficoltà persino i possenti Dracocentauri della riserva.
Sull'altro lato, le forze di Hitala, che avrebbero dovuto nei piani essere il doppio vengono invece facilmente contenute dalla fanteria pesante imperiale e non si avvicina neanche minimamente all'obiettivo di aggirare il fronte.
Bloccati i tentativi alleati, Nilin fa un nuovo tentativo di sfondare il centro: ritirati i cavalieri pesanti, di cui quasi mille sono caduti nei ripetuti attacchi, a farsia vanti è una truppa composta da circa tremila arpie con corazze leggere e armate in modo insolito, con una spada corta in ciascuna mano. Le nuove venute si lanciano addosso ai lancieri umanie naga e, con orrore del generale Alasz che guida ilc entro dellos cheiramento naga, ne fanno scempio, spezzando lance e scudi, muovendosi e colpendo con una agilità e una perfezione di movimenti magnifica e letale: in pochi soravvivono a quel micidiale assalto e gli alleati devono far accorrere in tutta fretta rinforzi; il centro dei naga in particolare viene sopraffatto facendo rischiare il collasso dell'interoe sercito dell'Egida del sud. Se Nilni avesse un numero maggiore delle nuove guerriere (che dopo la battaglai verranno soprannominate "Furie" dai soldati che hanno combattuto contro di esse) o se ci fossero ancora i Crociati britannici, forse la vittoria sarebbe decisiva; ma le forze di Nilin sono tese allo spasimo e i Fanti di Mare della Temepsta accorrono a chiudere il varco e la opportunità sfuma. Il successivo contrattacco dei Fanti di mare e della cavalleria pesante della tempesta respinge indietro le forze delle arpie e la inevitabile controcarica della cavalleria pesante schiavarazza riporta la situazione del centro in perfetto equilibrio.
Dopo alcune ore di combattimento quindi il centro delle forze alleate regge nel complesso bene l'urto nemico anche se i naga sono in difficoltà; i centauri però, in massima parte armati alla leggera, stanno venendo travolti dalle arpie guerriere: armature e scudi di mithril parano o deviano gran parte dei colpi dei centauri mentre le spade lunghe di mithril affettano cuoio e carne: i dracocentauri oppongono maggiore resistenza ma le arpie sciamano loro attorno con strida di gioia e pur subendo eprdite li abbattono uno dopo l'altro: i generali alleati non tardano a comprendere che le arpie corazzate riescono a sfondare e convergere sul lato l'esercito alleato potrebbe collassare. A malincuore, gli alleati debbono ritirarsi, e ora che Shatima è distrutta e Tepoctlan sepolta dalla lava, la scelta cade su Ardinul-ghazir. Nonostante il successo, le arpie non sono abbastanza numerose da inseguire e annientare il nemico come avrebbero voluto fare; si dice che le imprecazioni rivolte da Nilin a Britannia e ai britannici riempiano la tenda di comando.
Lo scontro è stato particolarmente terribile per i centauri che lasciano sul terreno 4400 caduti e 21 Dracocentauri. I naga perdono circa tremila guerrieri e il regno della tempesta poco più di 2300. Le arpie hanno perduto circa 6600 soldati fra cui 1500 cavalieri pesanti, un migliaio circa delle cosiddette "Furie" e più di 700 arpie con armatura di mithril (per le quali devo proprio trovare un nome).
Il bilancio della campagna non può che essere gramo: le perdite della battaglia e quelle causate dalla magia che ha annientato Shatima hanno inflitto un duro colpo alle forze alleate, pareggiato però dal ritiro di Britannia che ha fatto fallire il grande piano strategico delle arpie che, cols enno di poi, puntavano chiaramente ad infliggere una sconfitta decisiva alle armate alleate che permettesse loro di sfondare il fronte sud.
Sul fronte nord la situazione degli Eldar è ormai disperata, ed è noto che persone disperate ricorrono a misure disperate. All'inizio della primavera, mentre l'esercito di Falka si prepara a un nuovo anno di campagna, un'ombra si materializza nei pressi della tenda di comando ed assale la comandante in capo dell'esercito delle arpie: è una riedizione dell'assalto di dieci anni prima a Kyrne Lamiya, il giorno dell'attentato a Silene. La generalessa delle arpie è una combattente e non esita ad estrarre la spada e cercare di battersi ma l'Ombra evocata dalla magia è più veloce e lo scontro può terminare in un modo soltanto.
L'uccisione della comandante delle arpie genera come prevedibile una confusione enorme; Falka, con tutte le sue tendenze sanguinarie, era una comandante abile e decisa e il suo rpestigio fra le arpie, altissimo: la rabbia causata dal suo assassinio, dall'ennesimo atto di codardia compiuto dagli eldar è nonmisurabile: persino gli ufficiali domestici ne sono terrorizzati. In mezzo a tanto caos, è la maga Driass, la creatrice delll'Arconita a prendere il controllo della situazione: il piano di battaglia di Falka è ormai irrealizzabile ma quanto la maga propone alle sue sorelle folli di rabbia non è una battaglia ma una atroce vendetta. Alla guida di Driass le arpie entrano nella regione di Sendylimion e compiono un massacro: a migliaia si contano le vittime, non viene risparmiato neppure il più piccolo villaggio, pochissimi riescono a salvarsi con la fuga.
Quando la notizia giunge a Kyrne Lamiya, Silene proclama un Ishar'khali contro l'intera razza degli Eldar. Per ordine diretto della Prima, il personale diplomatico eldar presente nella capitale imperiale vengono trascinati in catene a palazzo e giustiziati: Silene in persona uccide l'ambasciatore eldar sgozzandolo con un colpo di artiglio. Un eldar soltanto viene risparmiato perchè torni ad Almarillan a riprotare le parole della Prima.
"Dirai a quel verme che siede in quel vostro letamaio di conigliera che il tuo popolo sanguinerà per quanto ha fatto, preda. Questa volta non ci saranno trattative, non ci saranno indennizzi, non ci sarà perdono. Non solo avete cercato di spargere il mio sangue ma avete ucciso la mia sorella-vera, l'unica che aveva creduto in me fin dal principio. Io voglio la sanguisuga che vi comanda, e la voglio viva per poter spargere il suo sangue sulla tomba di Falka. Avete una scelta: o ci consegnerete lei perchè io possa sgozzarla con le mie mani, o io ucciderò ogni singolo eldar che sia mai stato generato. Attenderò con impazienza la vostra risposta...ma tu prenditela pure comoda, preda: io nel frattempo comincerò a portarmi avanti."
Dopo il fallimento del grande attacco a Iskandara, dovuto principalmente alla infedeltà dei mercenari coinvolti, il Regno della Tempesta decide di cambiare strategia abbandonando almeno per il momento l'attacco alla piazzaforte dell'isola di Lannach per tentare un nuovo attacco in un punto più vulnerabile. La Prima Flotta reale si incarica di evacuare l'unica compagnia mercenaria rimasta fedeleprima che venga assalita dal nemico lasciando così che le arpie riprendano Lannach senza sforzo e fa rotta verso sud e precisamente verso il Grande Mare Meridionale. Qui la Prima Flotta si trova nuovamente davanti le forze della Flotta Imperiale il cui ammiraglio, il famoso Kair'ed-din, decide dif are un tentativo di contrastare le forze nemiche. Mentre le 100 navi d guerra della Tempesta si scheirano per la battaglia, la Flotta Imperiale, forte di 57 navi da guerra e 98 galee, adotta uno schieramento serrato che rivela solo all'ultimo la manovra dell'ammiraglio imperiale: un certo numero di galee è stato infatti convertito in brulotti che vengono dati alle fiamme e lanciati, col timone bloccato, verso los chieramento avversario. Il risultato è di seminare il caos nell'ordinato schieramento dell'ammiraglio nordico James Graw: alcune navi manovrano disperatamente per evitare i brulotti, altre vengono speronate e prendono fuoco a loro volta, alcune si scontrano persino fra loro e in questo caos Kair'ed-din lancia le sue navi da guerra nel tentativo di spezzare in due la Prima Flotta.
Per una ttimo, la Flotta Imperiale sembra in grado di riportare quella che sarebbe una clamorosa vittoria, ma l'ammiraglio Graw, famoso lupo di mare, riesce sia pure con grandi sforzi ed esponendo più volte la sua ammiraglia al rischio die ssere affondata, a mantenere un minimo di ordine nelle sue forze. Dapprima lentamente, ma poi cons empre maggiore forza le navi da guerra della Tempesta, superiori per numero e forza, riescono a respingere indietro il cuneo delle navi Imperiali seminando poi la distruzione nelle più deboli galee nemiche ed alla fine Kair'ed-din è costretto ad ammettere il fallimento e ritirare le sue forze abbandonando il teatro dello scontro. La Flotta Imperiale ha perso 23 Navi da Guerra e 45 Galee, la Prima Flotta lascia 41 Navi da Guerra ma riporta una netta vittoria confermando così il proprio dominio dei mari.
Il resto delle operazioni navali è un semplcie corollario: lo sbarco della forze dei Guerrieri del Mare Verde ad Agama avviene senza incidenti e l'isola viene occupata quasi senza incontrare resistenza. Poco dopo la stessa sorte tocca anche l'isola di Caluerpa occupata da una seconda compagnia mercenaria reclutata a questo scopo dal Regno della tempesta ovvero i Figli del Fabbro trasportati sul psoto da un secondo contingente navale.
Nei primi gironi di primavera il Regno della Tempesta riporta anche un altro successo, sia pure in un altro campo: viene infatti clamorosamente liberato dalla prigionia il generale Bjorn il Rosso, catturato lo scorso anno nella battaglia di Iskandara e tenuto nelle galere isolane in attesa di essere trasferito sul continente. La fuga del comandante nel bel mezzo della munita fortezza imperiale, circondata da ben due compagnie mercenarie oltre alla guarnigione è senza dubbio un capolavoro del sotterfugio e causa un certo scompiglio fra le forze imperiali. Voci incontrollate parlano di una arpia che avrebbe preso in consegna del comandante nemico, circostanza che viene però smentita rabbiosamente da tutte le arpie che abitano Lannach, senza eccezione...come sia stata possibile la fuga di Bjorn e quale ne sia la dinamicarimane un mistero insoluto.
Nel frattempo nella regione di Shatima i rinforzi provenienti dalla Confederazione e da Centaurestria si uniscono alla armata principale in preparazione al nuovo attacco da sferrare contro la grande armata di Nilin, tuttora trincerata nella regione di Loki. Le truppe alleate si mettono in movimento animate da nuovo entusiasmo nella speranza di ottenere una vittoria dal campo insanguinato di Loki, eppure la marcia è ostacolata da episodi curiosi...strade ben conosciute si rivelanoe ssere vicoli ciechi, altre fanno lunghi giri che riportano al punto di partenza. Le mappe sembrano indicare una direzione e poi un'altra e si genera una certa confusione fra le truppe, il tutto mentre alcuni particolari inquietanti vengono notati: fumarole, zolfatare apaprse dal nulla, vari sintomi che sembrano segnalare una attività sismica mai riscontrata. Quando i maghi alelati infine realizzano che i ritardi e gli errori nella marcia sono quasi certamente da attribuirsi a un subdolo incantesimo di confusione o illusione, accade l'irreparabile: la terra trema violentemente e si spacca lacerata da profonde fratture, in altri punti i colli di Shatima sembrano corrugarsi violentemente come spinti da una pressione interna; lava fuoriesce dal terreno in una terribile eruzione mentre gaas e ceneri ammorbano l'aria: la regione di Shatima si rivela finalmente per quello in cui la magia la ha trasformata: una gigantesca trappola.
I maghi dei tre schieramenti si prodigano con la forza della disperazione per mantenere l'ordine fra le truppe in rpeda al panico: quale che sia la potenza della magia che stà scatenando l'eruzione in una regione come shatima èe vidente che richeide tempo per raggiungere la piena potenza o altrimenti non ci sarebbe stato bisogno della magia di confusione per ritardare la marcia. Arretrare è manifestatamente impossibile, bisogna andare avanti e tentare il tutto per tutto prima che sia troppo tardi e il supervulcano che si stà formando non distrugga tutto e tutti.
I tre giorni successivi sono il resoconto di un inferno: ostacolati da fumi e pioggie di cenere, rallentati dalla magia di confusione interi reparti armati vengono perduti, tagliati fuori dalle convulsioni della terra martoriata o semplicemente dispersi: ma non c'è tempo dir adunarli, bisogna andare avanti, avanti, avanti senza requie.In questa ora buia, il contributo degli Ardenti è senza prezzo: immuni agli effetti del calore e del fuoco gli uomini lucertola fanno da guide prodigandosi per gli alleati fino allo sfinimento, soccorrendo per quanto possibile naga, umani e centauri, senza distinzione. Infine gli alleati escono pian piano dall'area di influsso della magia che stà devastando Shatima e non un secondo troppo presto: un terribile boato e una ultima, disperata convulsione del suolo annunciano infatti il culmine della magia nemica, l'esplosione finale del Supervulcano.
Quando il ritorno della calma permette infine di contare i morti, la pur approssimativa conta è avvilente: oltre ottomila fra morti e dispersi, prima ancora che la battaglia abbia avuto inizio e già all'orizzonte si profilano le armate di Nilin, decise a finire il lavoro. Più tardi si saprà che anche le forze che avrebbero dovuto rimanere a Shatima pur essendo riuscite a fuggire nella vicina regione di Texcoco sono state falcidiate. Di Shatima, non rimane molto. La città degli Ardenti è stata cancellata, distrutta dai terremoti e sepolta dalla lava. A coloro che, dopo che la terra si è placata, entrano esitanti nella regione si mostra un paesaggio diverso, quasi lunare. Ogni segno di civiltà è stato annientato, la vegetazione distrutta, la fauna annientata o fuggita. Quel che resta di Shatima è una desolata Wasteland, silenzioso monumento alla follia della guerra.
La battaglia che segue si rpesenta difficile: alla perdita di 8mila soldati durante l'attraversamento di Shatima si aggiunge il mancato congiungimento con un contingente di 4mila guerrieri naga che a causa di un errore prendono una strada più lunga rispetto al grosso delle'sercito e arrivano in ritardo a Shatima dovendo poi a loro volta fuggire a causa dell'esplosione del Vulcano: in tutto circa 60mila guerrieri delle nazioni del sud oltre naturalmente al contingente del Regno della Tempesta. E tuttavia, non tutto va come le arpie hanno pianificato..a seguito di un ordine giunto da Taraska il contingente britannico infatti si ritira dalla regione ritornando nei confini del Sacro Impero. Quale sia la motivazione di questa mossa, a Nilin rimangono solamente le forze sotto il suo diretto comando portate a 52,000 soldati con gli ultimi rinforzi. Nonostante la leggera inferiorità numerica, è Nilin che passa all'attacco, schierando in prima linea oltre 5000 cavalieri corazzati che caricano frontalmente il centro costituito da truppe della Tempesta e Naga, trovando però la valorosa resistenza di un corpo di lancieri umani e naga. Fermata la carica nemica gli alleati riprendono coraggio e tentano a loro volta una manovra aggirante: un corpo scelto comandato dal generale Hitala si muove sulla sinsitra mentre il contingente centauro cerca, sebbene sia bersagliato spietatamente dalle arpie arciere, di fare lo stesso sulla destra. Nonostante le frecce facciano centinaia di vittime e nonsotante , coem sempre, la magia dei venti permetta alle arpie di neutralizzare in gran parte il tiro alleato, le truppe del genrale Odric incontrano un iniziale successo riuscendo a respingere la fanteria nemica grazie all'impeto dei lancieri e della cavalleria leggera; quando però la manovra sembra per avere successo ecco che di fronte alle forze di Odric si parano ben settemila arpie con armi e corazze di mithril, il fior fiore delle forze imperiali. Coraggiosamente i centauri cercano una nuova carica ma le arpie si limitano a levarsi in volo per evitare la carica e piombare poi sui centauri con effetti devastanti...la cavalleria leggera che costituisce il grosso delle froze di centaurestria non è minimamente in grado di resistere alle arpie corazzate che mettono in difficoltà persino i possenti Dracocentauri della riserva.
Sull'altro lato, le forze di Hitala, che avrebbero dovuto nei piani essere il doppio vengono invece facilmente contenute dalla fanteria pesante imperiale e non si avvicina neanche minimamente all'obiettivo di aggirare il fronte.
Bloccati i tentativi alleati, Nilin fa un nuovo tentativo di sfondare il centro: ritirati i cavalieri pesanti, di cui quasi mille sono caduti nei ripetuti attacchi, a farsia vanti è una truppa composta da circa tremila arpie con corazze leggere e armate in modo insolito, con una spada corta in ciascuna mano. Le nuove venute si lanciano addosso ai lancieri umanie naga e, con orrore del generale Alasz che guida ilc entro dellos cheiramento naga, ne fanno scempio, spezzando lance e scudi, muovendosi e colpendo con una agilità e una perfezione di movimenti magnifica e letale: in pochi soravvivono a quel micidiale assalto e gli alleati devono far accorrere in tutta fretta rinforzi; il centro dei naga in particolare viene sopraffatto facendo rischiare il collasso dell'interoe sercito dell'Egida del sud. Se Nilni avesse un numero maggiore delle nuove guerriere (che dopo la battaglai verranno soprannominate "Furie" dai soldati che hanno combattuto contro di esse) o se ci fossero ancora i Crociati britannici, forse la vittoria sarebbe decisiva; ma le forze di Nilin sono tese allo spasimo e i Fanti di Mare della Temepsta accorrono a chiudere il varco e la opportunità sfuma. Il successivo contrattacco dei Fanti di mare e della cavalleria pesante della tempesta respinge indietro le forze delle arpie e la inevitabile controcarica della cavalleria pesante schiavarazza riporta la situazione del centro in perfetto equilibrio.
Dopo alcune ore di combattimento quindi il centro delle forze alleate regge nel complesso bene l'urto nemico anche se i naga sono in difficoltà; i centauri però, in massima parte armati alla leggera, stanno venendo travolti dalle arpie guerriere: armature e scudi di mithril parano o deviano gran parte dei colpi dei centauri mentre le spade lunghe di mithril affettano cuoio e carne: i dracocentauri oppongono maggiore resistenza ma le arpie sciamano loro attorno con strida di gioia e pur subendo eprdite li abbattono uno dopo l'altro: i generali alleati non tardano a comprendere che le arpie corazzate riescono a sfondare e convergere sul lato l'esercito alleato potrebbe collassare. A malincuore, gli alleati debbono ritirarsi, e ora che Shatima è distrutta e Tepoctlan sepolta dalla lava, la scelta cade su Ardinul-ghazir. Nonostante il successo, le arpie non sono abbastanza numerose da inseguire e annientare il nemico come avrebbero voluto fare; si dice che le imprecazioni rivolte da Nilin a Britannia e ai britannici riempiano la tenda di comando.
Lo scontro è stato particolarmente terribile per i centauri che lasciano sul terreno 4400 caduti e 21 Dracocentauri. I naga perdono circa tremila guerrieri e il regno della tempesta poco più di 2300. Le arpie hanno perduto circa 6600 soldati fra cui 1500 cavalieri pesanti, un migliaio circa delle cosiddette "Furie" e più di 700 arpie con armatura di mithril (per le quali devo proprio trovare un nome).
Il bilancio della campagna non può che essere gramo: le perdite della battaglia e quelle causate dalla magia che ha annientato Shatima hanno inflitto un duro colpo alle forze alleate, pareggiato però dal ritiro di Britannia che ha fatto fallire il grande piano strategico delle arpie che, cols enno di poi, puntavano chiaramente ad infliggere una sconfitta decisiva alle armate alleate che permettesse loro di sfondare il fronte sud.
Sul fronte nord la situazione degli Eldar è ormai disperata, ed è noto che persone disperate ricorrono a misure disperate. All'inizio della primavera, mentre l'esercito di Falka si prepara a un nuovo anno di campagna, un'ombra si materializza nei pressi della tenda di comando ed assale la comandante in capo dell'esercito delle arpie: è una riedizione dell'assalto di dieci anni prima a Kyrne Lamiya, il giorno dell'attentato a Silene. La generalessa delle arpie è una combattente e non esita ad estrarre la spada e cercare di battersi ma l'Ombra evocata dalla magia è più veloce e lo scontro può terminare in un modo soltanto.
L'uccisione della comandante delle arpie genera come prevedibile una confusione enorme; Falka, con tutte le sue tendenze sanguinarie, era una comandante abile e decisa e il suo rpestigio fra le arpie, altissimo: la rabbia causata dal suo assassinio, dall'ennesimo atto di codardia compiuto dagli eldar è nonmisurabile: persino gli ufficiali domestici ne sono terrorizzati. In mezzo a tanto caos, è la maga Driass, la creatrice delll'Arconita a prendere il controllo della situazione: il piano di battaglia di Falka è ormai irrealizzabile ma quanto la maga propone alle sue sorelle folli di rabbia non è una battaglia ma una atroce vendetta. Alla guida di Driass le arpie entrano nella regione di Sendylimion e compiono un massacro: a migliaia si contano le vittime, non viene risparmiato neppure il più piccolo villaggio, pochissimi riescono a salvarsi con la fuga.
Quando la notizia giunge a Kyrne Lamiya, Silene proclama un Ishar'khali contro l'intera razza degli Eldar. Per ordine diretto della Prima, il personale diplomatico eldar presente nella capitale imperiale vengono trascinati in catene a palazzo e giustiziati: Silene in persona uccide l'ambasciatore eldar sgozzandolo con un colpo di artiglio. Un eldar soltanto viene risparmiato perchè torni ad Almarillan a riprotare le parole della Prima.
"Dirai a quel verme che siede in quel vostro letamaio di conigliera che il tuo popolo sanguinerà per quanto ha fatto, preda. Questa volta non ci saranno trattative, non ci saranno indennizzi, non ci sarà perdono. Non solo avete cercato di spargere il mio sangue ma avete ucciso la mia sorella-vera, l'unica che aveva creduto in me fin dal principio. Io voglio la sanguisuga che vi comanda, e la voglio viva per poter spargere il suo sangue sulla tomba di Falka. Avete una scelta: o ci consegnerete lei perchè io possa sgozzarla con le mie mani, o io ucciderò ogni singolo eldar che sia mai stato generato. Attenderò con impazienza la vostra risposta...ma tu prenditela pure comoda, preda: io nel frattempo comincerò a portarmi avanti."
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