Report turno 2

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[size=2.65em]Africa:[/size][size=1.45em]


Getuli:

[/size]Continuano le scaramucce tribali tra i vari signori della guerra getuli. [size=1.45em]

Mauri:

[/size][size=1em]I Mauri lanciano una serie di profondi raid che arrivano a toccare la città di Ippona, prima di essere intercettati dalla cavalleria romana e ricacciati indietro.

[/size][size=1.45em]Blemmi:

[/size][size=1em]I romani d'Oriente pagano un forte tirbuto a re Banu in cambio della sua neutralità. Il re mantiene la parola e cessa i raid.[/size][size=1.45em]

Nobatia:

[/size][size=1em]Anche la Nobatia riceve un tributo da Costantinopoli. Da segnalare una grossa rivolta di schiavi sudanesi a Dongola, stroncata nel sangue.
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[size=2em]Medio Oriente:
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[size=1.35em]Ghassanidi:[/size]

I Ghassanidi si dedicano a rinforzare l'apparato agricolo vicino a Quazar Azraq. Cio che avrà grandi ripercussioni sul futuro sono le mosse politiche del re ghassanide. Anzitutto un'armata al comando del generale Jabala si lancia in una serie di raid contro la mesopotamia persiana. Vengono razziati diversi villaggi e la popolazione fugge terrorizzata verso est. Inoltre, lo stesso re Nu Man si muove con un'armata nelle terre Lakhimidi. La cosa desta grande stupore quando si scopre che non si tratta di un'armata aggressiva ma dell'avanguardia di un forte esercito arabo venuto a liberare i lakhmidi dal dominio di ferro dei persiani.

[size=1.35em]Lakhmidi:[/size]

[size=1em]Viene stabilita la capitale nel profondo sud delle terre Lakhmidi. L'arrivo dei ghassanidi ha un effetto dirompente sullo stato arabo in questione. Diverse dozzine di popolani furibondi, sentendosi coperti, si lanciano in razzie contro i centri del potere persiano in loco: i templi di zoroastro e le caserme cittadine. I soldati regolari inviati per schiacciare le rivolta finiscono con l'accettare la causa degli insorti e combattere al loro fianco. Ovunque a nord il popolo lakhimide urla parole di vendetta contro la strage persiana di alcuni decenni prima. A sud il re Lakhmide si avvolge in un totale silenzio, radunando la propria armata nella capitale e non facendo sapere altro. Si pensa stia temporeggiando per decidere il da farsi nel momento decisivo
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[size=2em]Germania (parte 1)[/size]

[size=1em]
Sassoni:

Il popolo sassone contina la sua opera raidatrice proprio come negli anni passati. I primi a subire un feroce attacco sono i Chatti, la cui già precaria "economia" giunge allo stremo. Seguono i romani, che vengono colti impreparati ad un raid in Aetrabatia. Infine, dopo aver siglato un'alleanza con i vicini Semoni i sassoni ne approfittano per invadere il territorio dei vicini Lemovi picchiando in profondità. Da segnalare anche l'invio di truppe al confine con i Franchi, non si sa ancora se per scopo puramente di vedetta o per qualcosa di più. Ma il capo Offa non è certo uomo da limitarsi alla sola guerra. Infatti vengono stipulati ben due matrimoni con Semoni e Angli; gli sposalizi coinvolgono due fare minori dei sassoni, una dei Semoni e la Fara del Drago Bianco degli Angli.
Per celebrare tale lieto avvenimento vengono consacrate due foreste in Sassonia ed Angria, con immensa gioia da parte del popolo. Infine, il figlio diletto del capo tribù, Korl, viene inviato ad Uppsala ad assistere ai sacrifici rituali.
Ma forse, la cosa che è destinata a dare più scalpore è l'accoglimento di un giovane principe alla corte sassone, che cresce allevato direttamente da Offa e sviluppa una forte amicizia sia con lui che con suo figlio Korl.
Col tempo verrà rivelato che si tratta di Clodino di Frisia, figlio di Clodo e re legittimo di Frisia.
Ecco infine le note dolenti: verso il 408 una piena particolarmente forte del fiume Elba distrugge alcuni villaggi di pescatori. I danni sono molto limitati e si parla di circa 70 vittime. La cosa che genera più problemi è un esodo numeroso della popolazione frisa nel 409 verso le terre sassoni. In prevalenza vecchi, donne e bambini si riversano sul confine sassone, chiedendo cibo e protezione nei villaggi di confine. I nobili, impietositi da quella massa di disperati non hanno il coraggio di cacciarli e invocano aiuti dal capotribù Offa. Parlando con i frisi la situazione si rivela per loro drammatica: i franchi hanno sterminato tutti gli individui di sesso maschile e schiavizzato le donne.

Chatti:

[/size][size=1em]La popolazione chatta, dopo anni di sofferenze, stenti e saccheggi da parte dei sassoni in una terra totalmente povera, decide di tentare il tutto per tutto e cercare fortuna ad ovest. Il trattato di passaggio con i burgundi gli assicura una via tranquilla verso le terre dei romani. I burgundi si occupano di scortarli personalmente con la loro cavalleria, forse per prevenire danni alla popolazione locale. In ogni caso si verificano sporadici episodi di saccheggi e assalti da parte di entrambe le parti. Economicamente non sono rilevanti ma aumentano la tensione da embedue i lati.[/size]

[size=1em]Semoni:

La sussistenza dei Semoni raggiunge il limite. Le terre sono povere e l'unica speranza è ad occidente. Così il popolo semone migra a sud in Westfalia. Qui però scopre di non essere da solo, infatti i burgundi hanno occupato la zona ma questo non crea alcun problema visto che la migrazione è iniziata. Decine di migliaia di semoni si riversano nell'area occupandola; riguardo alle pretese burgunde rispondono ufficilamente con un << Questa terra è mia! >>.
[/size]Sarà da vedere come reagiranno i vicini.Da notare anche un'alleanza stipulata con i vicini Sassoni.

Rugi

Niente da segnalare nelle terre dei Rugi salvo un raid profondo in Lombardia occidentale. Inoltre moltissime persone si ammassano ai confini, caricando carri e preparando i cavalli. Che sia l'inizio di una migrazione a sud?

Lemovi:

Sostanzialmente si limitano a seguire i Semoni e ad occupare il vuoto lasciato.
 

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[size=2em]Germania (parte 2)[/size]

[size=1em]
Longobardi:



[/size]Re Leti si dimostra un successore degno di Lamissone. Anzitutto trova moglie in Ariberta, una giovane donna della fara della Vipera. Dopodichè decide di fare dietro front con la dominazione sui Quadi. Attraverso trattazioni private il re riesce a creare una sorta di vassallaggio verso il futuro regno quado, pur lasciandogli sostanzialmente un'atonomia pressochè totale. Così vengono richiamati i coloni longobardi e vengono fatte le scuse al nuovo sovrano quado. Contemporaneamente una coalizione di longobardi, silingi e quadi schiaccia definitivamente i Marcomanni liberi e conduce la Marcomannia sotto lo scettro longobardo. Chi accetta i nuovi dominatori viene a tutti gli effetti inserito nei giochi di potere mentre gli altri ottengono una vita di servaggio. L'arrivo di molti marcomanni lealisti desta rabbia verso la nobiltà longobarda che si sente privata dei propri privilegi. Viene poi cercato di stabilire un rapporto diretto con i romani inviando in ostaggio il generale Vacone. Il popolo di Roma tuttavia rifiuta, considerando il soggetto troppo grande e non idoneo per uno scambio di ostaggi, comunicano che gradirebbero volentieri il figlio di Leti, se ne possiede uno. Infine vengono varate due importantissime leggi, una sulla politica di fara e una sulla disciplina dell'esercito, dando al popolo longobardo una piccola parvenza di civilizzazione che tuttavia fa torcere il naso ad alcuni nobili per alcuni punti non particolarmente apprezzati.
Nel 408 i Rugi oltrepassano la frontiera e fanno una grande razzia, depredando esaccheggiando. La popolazione locale si trova immediatamente senza cibo ed invoca l'aiuto regio per riuscire a sopravvivere.

Marcomanni:

Annata nerissima per i Marcomanni. Dopo la sconfitta ad opera degli invasori diventano a tutti gli effetti un popolo sottomesso

Silingi:

Ottengono una grande vittoria sui Marcomanni e si dedicano a razziare la regione. Dopo aver ottenuto il bottino ricercato fanno ritorno a casa soddisfatti.

Sciri:

Stalibiscono un patto di non aggressione con gli Alani d'Occidente.
 

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[size=2em]Britannia[/size]:

[size=1.35em]Caledoni[/size]:

Anni tranquilli per il popolo caledone, che si insedia nelle nuove terre assegnategli dai romani. Oltre a presidiare il Vallo inviano una consistente forza in appoggio ai romani per sedare la rivolta di Costantino. Il fatto suscita grande scalpore in Italia, dove l'Imperatore Onorio scrive una lettera personalmente indirizzata ad Oreste dove lo considera << Più degno di suo padre >>. Dopodichè, come segno di riconoscenza, lo nomina Dux per Britannia Superior. Si segnalano inoltre l'arrivo di esperti romani e la nascita del terzo figlio di Oreste, che tuttavia muore poco dopo il parto portandosi con sè la madre e causando grande dolore in tutte le tribù. Viene inoltre inviato un delegato ad Uppsala, forse per tentare di avvicinarsi ai popoli norreni ma questi ultimi non gradiscono i celtisti nei loro luoghi sacri, perciò li allontanano senza troppa delicatezza. Nel 409 viene varata una legge che impedisce ai caledoni di nuocere ai romani autoctoni, causando diversi malumori nelle frange più estremiste.
I focolai di colera, presenti già dal 405, sono ignorati dal potere centrale e sfortunatamente si espandono, facendo diverse vittime fra gli strati più bassi della popolazione. Un'altra nota dolente è l'occupazione della Caledonia da parte di un numeroso esercito pittico.

[size=1.35em]Pitti:[/size]

I Pitti muovono verso sud ed occupano la Caledonia. Fra le loro file milita un certo Gask e suo figlio col medesimo nome. Costui si dichiara erede legittimo al trono caledone e rigetta il servaggio fatto nei confronti dei romani, sostenendo la necessità di colpirli duramente e di riprendersi la terre. Le sue parole di accusa toccano direttamente Oreste, definito un reietto romano che ha beneficiato fin troppo dell'ospitalità di un popolo che con i romani non dovrebbe avere niente a che fare. La notizia crea un certo sgomento sia fra i caledoni che fra i romani. Il Dux Britannorum Severino comunica a Oreste di prepararsi alla difesa, mentre invita Gask ad abbandonare la via della guerra ora che è possibile.

[size=1.35em]Hiberni:[/size]

L'improvvisa morte della regina madre abbassa tremendamente la fiducia nei suoi sostenitori. Nihall coglie il momento per colpire con violenza marciando su Dublhin. I lealisti si disperdono senza combattere fuggendo nelle terre di Brigantia. Nihall si incorona Re Supremo d'Irlanda ma il suo potere è ancora lungi dall'essere solido. Infatti, i lealisti trovano una guida nel giovane Gaile, che riorganizza l'esercito e si prepara allo scontro finale.

[size=1.35em]Rivoltosi di Costantino:[/size]

Inizialmente godono di un certo successo ottenendo il consenso di buona parte della popolazione britannica poichè si attribuiscono il merito di aver fatto cessare le invasioni dei dani e dei sassoni. Tuttavia la sconfitta e la morte di Costantino stesso lavano via dalla scena politica questo tentativo di una britannia meticcia indipendente
 

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[size=2em]Germania (parte finale):[/size]

Burgundi:

Re Gebicca si conferma uno dei sovrani di primo piano del panorama barbarico. Anzitutto viene stipulato un matrimonio reale fra la figlia prediletta del re burgunde e l'erede al trono di Vandalia. La giovane Grimilde diventa la prima donna di un popolo al di fuori dei vandali a convertirsi alla Chiesa eretica vandalica. Inoltre viene varata una legge che obbliga tutte le donne di buona famiglia a sposarsi entro i 22 anni per cementare i legami fra burgundi e creare maggiore unione nel regno. La proposta lascia abbastanza indifferenti i grandi nobili ma provoca un certo dissenso fra quelli più piccoli che sostengono di non potersi permettere una dote per 3-4 figlie e chiedono una deroga in base alla quantità di terre possedute. Per quanto riguarda l'economia Gebicca vara una serie di leggi di grande portata. Anzitutto autorizza a disboscare intensivamente alcune aree del regno, provocando un certo dissenso da parte dei nobili più credenti alle vecchie tradizioni norrene che a quelle ariane che chiedono di "non disturbare gli spiriti" con un'opera così vasta. La legna viene venduta attraverso la via fluviale del Reno, mentre le terre strappate alla foresta sono trasformate in pascoli ed in zone coltivate. Infine, sempre in campo agricolo, viene intesificata la coltivazione sfruttando direttamente i grandi signori e le loro fare. Questi ricevono come ricompensa buona parte dei raccolti.
Per quanto riguarda il piano militare viene istituito un sistema di vedette di confine, prevalmentemente a sud, con il compito di riportare notizie di penetrazioni nel regno.
La politica familiare si rivela di altrettanto successo: l'erede Godemaro si sposa con una nobildonna burgunde, il giovane gudincaro viene avviato alla carriera ecclesiastica e il piccolo Giselcaro a quella militare, pur senza un precettore ufficiale.
Il matrimonio culmina anche con un'alleanza formale. Nel 409 i Chatti, sfruttando la scusa del loro diritto di passaggio, si riversano nelle terre burgunde transitando per quelle romane. Nonostante i burgundi si sforzino di contenere i loro sgraditi ospiti l'aumento temporaneo di popolazione provoca danni non irrilevanti. Probabilmente per ovviare a questo un drappello di burgundi annette la Westfalia, provocando un certo sgomento da parte dei nobili che desiderano andare a sud verso le terre romane e non certo tornare indietro.
Anche qui si rivela una grossa gatta da pelare l'arrivo in massa dei Semoni e il conseguente abbandono da parte dell'esercito burgunde, inferiore di numero.
Infine, un tentativo di stabilizzare il confine proposto dai Franchi, con un patto di non aggressione, vede i burgundi giungere all'appuntamento ma ritrovarsi soli. Parte della nobiltà si fa sentire nei confronti del Re e si dimostra tremendamente offesa << Se non ci considerano nemmeno degni del rispetto di un patto non oso immaginare altro...>> Lamenta uno dei nobili.
Nel 408 una piccola scossa tellurica si abbatte sull'alta burgundia, provocando una trentina di morti, l'abbattimenti di diverse abitazioni, di una chiesa e molta paura.
Pochi mesi dopo a complicare la situazione è un'esodo di frisi nell'alta burgundia. Le dinamiche si svolgono in maniera identica a quanto accaduto nelle terre sassoni.

Franchi:

Re Clodione, a differenza di quanto si aspettavano i suoi sudditi, si dimostra controverso e crudele perfino più del padre. Come prima cosa ordina a tutta la popolazione frisa di costruire centri per l'addestramento dei mastini, non specificando dove ma la cosa che desta più scalpore è il fatto che non solo si comunica che i frisi non verranno pagati per questo ma che anzi devono provvedere personalmente ad accumulare i materiali per l'uso. La stessa cosa viene fatta per una serie di canali che dovrebbero portare all'aumento della produzione di grano secondo il sovrano. I frisi, vuoi per la lenta ed incerta burocrazia franca sul da farsi vuoi per l'occupazione recente prendono coraggio ed insorgono in massa contro il potere centrale. L'esercito franco allora passa ad attivare un piano di riserva: sterminio di massa di ogni maschio friso e schiavizzazione di ogni donna. Lo scontro prosegue per 3 anni a fasi alterne, complice il fatto che re Clodione non si premunisce di dare ordini ai suoi uomini e nemmeno di nominare un comandante in capo ma alla fine la cavalleria franca ha la meglio. I rivoltosi sono costretti a fuggire a sud o ad est oppure a rintanarsi nei boschi. Alcuni fuggono via mare. La Frisia viene totalmente devastata e si trasforma in un soltiario deserto d'erba. Momentaneamente accantonata la parentesi frisa Clodione cerca di trovare moglie, anche qui senza successo. Dopodichè ordina la creazione di sentinelle lungo il confine, non stanziando però né fondi e né uomini per tale progetto, che rimane meramente sulla carta.
Ma la cosa che desterà più scalpore in tutto il regno e il mondo è la seguente. Da tempo Roma chiedeva ai Franchi di convertirsi al cristianesimo e forse il pagano Clodione sperava di ingraziarseli concedendo una legge che dava terre e schiave frise a chiunque si fosse convertito al cristianesimo. Immediatamente orde di uomini liberi ma soprattutto di servi senza terra abbracciano la nuova religione e si trasferiscono in Frisia, pur rifiutando le schiave poichè non possono mantenerle. La cosa fa infuriare la nobiltà pagana sia per il fatto religioso ma soprattuto per aver perso una consistente parte dei propri servi. Il ritorno da Roma di Clenone, fratello del re ostaggio, fa si che la nobiltà insorga direttamente contro il re attuale, eleggendo il giovane fratello a nuovo sovrano franco.
Per tutta risposta il grosso dei convertiti imbraccia zappe, forche e coltelli e si schiera con il vecchio sovrano, nella speranza di non perdere i privilegi.
Infine, un tempesta nel 406 distrugge parte del naviglio franco.
La guerra civile franca era iniziata...


Vandali:

Il sovrano più controverso dei Vandali porta avanti una politica bizzarra ma certamente non stupida. Probabilmente intuendo gli errori fatti in precedenza e non volendo rischiare una rivolta nobiliare per essersi mostrato troppo filoromano decide di compiere un ardito dietro front, non senza inconvenienti. Per prima cosa stipula un importantissimo matrimonio con il popolo burgunde, ben visto dal grosso della popolazione che ora non vede più i Vandali come "fantocci romani". Il matrimonio sfocia anche in un'alleanza formale. Un'altra grande novità è la crazione di una Chiesa vandalica che unisce elementi del paganesimo norreno e del cristianesimo. La cosa piace moltissimo a tutta la popolazione ma molti atteggiamenti sono solo di facciata. Di fatto il grosso dei vandali si converte formalmente ma di fatto venera ancora le vecchie divinità nel medesimo modo, forse non comprendendo nemmeno la differenza fra l'eresia vandalica e la religione norrena.
La nuova religione comunque ha una portata molto vasta, risuonando echeggiando in tutto il mondo conosciuto.
La ritirata dell'esercito vandalico dall'Alta svevia causa diversi turbamenti generali sull'andamento della guerra e non fa altro che aumentare il prestigio del principe Gunderico agli occhi del popolo e dei nobili. Costui viene visto come colui che "si sporca le mani sul campo" mentre il padre rimane arroccato nel suo villaggio a discutere di teologia e di cose da romani. La cosa orrorifica ancora di più la nobiltà quando si viene a sapere che Gundemondo è stato mandato in guerra molto frettolosamente, senza rimpiazzare tutte le perdite della battaglia per la bassa svevia. Nel 408, mentre Gunderico si riposa ancora per le ferite subite in guerra, un drappello di nobili fa irruzione nella sua stanza, lo alza sugli scudi e lo proclama solennemente "re dei Vandali". Si tratta a tutti gli effetti di un colpo di Stato ma starà a Gunderico decidere cosa fare.
Altro da segnalare è una legge a favore della conversione che non viene varata a causa di problemi burocratici e infine un'epidemia di peste nella Bassa Svevia che flagella diversi villaggi del sud.

Roma, dal canto suo, rimane disgustata dal matrimonio con i burgundi e dall'eresia. I rapporti fra le due potenze diventano molyo più tesi.

Svevi:

Dopo la battaglia per l'alta Svevia il prestigio di Rechila sale ancora, portando dalla sua parte anche i pochi detrattori che aveva. Il sovrano invia un'ambasceria ufficiale ai vandali per chiedergli la fine delle ostilità in un conflitto totalmente insensato e fraticida, che avvantaggia solamente i romani. La missiva viene indirizzata a Gunderico e in essa Rechila fa sapere che "lo riconosce come unico rappresentante legittimo del popolo vandalico".


Alemanni:

Consueto raid a danno dei romani, pur senza molta fortuna.


Alani d'Occidente:

Per fuggire dagli Anti gli Alani hanno sfondato nelle terre dei romani ed occupato Sordisci. Tuttavia, la pronta reazione delle legioni romane ha ricacciato questo fiero popolo oltre il confine. Per gli Alani si prospetta un periodo nerissimo stretti fra Anti, Unni e romani

Anti:

Popolazione nuova ed aggressiva che si sta facendo strata a spese degli Alani, probabilmente per sfuggire alla pressione sempre più incalzante degli Unni.
 

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Caucaso:

Continuano i raid in profondità dei barbari del nord. In Armenia il trono passa a Khosrov III, fratello di Vram Shepu. I persiani inviano un'ambasceria ufficiale chiedendo la mano della figlia minore di Vram Shepu; promettono di unire l'Armenia persiana a quella "fantoccia dei romani", in cambio di vedere sul trono d'Armenia il principe Pharasman di Persia
 

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[size=2em]Terre barbariche (nordorientale)[/size]:


[size=1.45em]Goti Cimmeri:
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L'arrivo dell'Orda Unna a nord crea una situazione di diffuso panico. Una serie di violentissimi raid nell'alta cimmeria rischia di far crollare il potere dei Goti cimmeri, che si trovano immediatamente soli e disperati. L'unica cosa che possono fare è scendere a patti con Bisanzio. Di fatto riunciano alla dominazione delle città di Kherson e Kaffa e vengono inglobati con una certa autonomia nello Stato romano. L'alta cimmeria invece viene "convinta" ad unirsi agli Unni.
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Alani orientali:

[/size][size=1em]Saulo il Gobbo, sotto comando degli Unni, lancia prima un violento raid contro la città di Dorostrum. Dopodichè, trovandola indifesa, invia una piccola forza di occupazione in loco. La notizia lascia sgomenti sia i visigoti che i romani. Questi ultimi, tramite il governatore di Sordisci annunciano che " i barbari saranno presto spazzati via".
Di fatto era iniziata una vera e propria guerra fra Visigoti ed Alani.
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[size=2em]Balcani

[/size][size=1.35em]Ostrogoti:

[/size]Schiacciati fra romani e unni gli Ostrogoti rimangono tranquilli dedicandosi alla politica interna. In questi anni si convertono all'arianesimo[size=1.35em]

Visigoti:
[/size][size=1em]
I Visigoti inviano un nutrito contingente a Costantinopoli per aiutare i romani nell'imminente guerra persiana. Re Alarico dona poi i fondi necessari a creare un sistema di corporazioni della arti e dei mestieri, legge già varata negli anni precedenti. Per quanto riguarda i problemi legati alla successione, il re ribadisce ancora una volta la sua decisione facendo leva sulla sua autorità ma promettendo il governatorato di ampie regioni ai parenti rimasti esclusi dalla successione. Il problema della peste e della carestia viene risolto magistralmente prima isolando le zone infette e poi distribuendo viveri gratuti alle zone colpite dalla carestia. La cosa desta un enorme successo a livello popolare ma fa infuriare parte della riottosa nobiltà visigota che ora pretende un risarcimento in monete sonanti per il danno subito.
L'ultimo problema interno, quello dei ribelli religiosi, viene risolto concedendo libertà di culto a patto che i cultisti pagani siano sorvegliati da gendarmi visigoti durante le loro processioni e che si registrino ad una specie di "albo" all'interno delle prefetture. La cosa naturalmente lascia scontenta Bisanzio che impone di usare il pugno duro contro i pagani ed invia un ammonimento scritto.
Per quanto riguarda la politica estera re Alarico muove il grosso dell'esercito visigoto contro i Gepidi. La cosa però non è da considerarsi come un'invasione poichè tra i visigoti cavalca Ardanico, figlio del precedente re dei Gepidi e legittimo erede. La sua presenza infonde coraggio al popolino gepide e ad una parte dei nobili che non avevano mai apprezzato l'idea di avere un sovrano imposto dagli Unni.
Segue una piccola scaramuccia nell'accampamento principale gepide, dove le truppe visigote e ribelli hanno facilmente la meglio, viene così eletto re dei Gepidi Ardanico il Calvo.
Le truppe visigote però non si accontentano di aver messo sul trono un sovrano amico e si gettano sulla Gepidia, razziando e devastando la regione, probabilmente in cerca di ricchezze. Re Ardanico rimane sdegnato dal comportamento dei nuovi alleati e in una lettera ad Alarico lo ringrazia per l'aiuto ma lo invita a ritirare le sue truppe dalla Gepidia.
Nel 409, in risposta all'invasione delle terre dei Gepidi gli Unni ordinano agli Alani di occupare Dorostrum ed inviano un ultimatum agli Ostrogoti per diventare loro vassalli.
Sempre nello stesso hanno il Danubio esonda e flagella Dorostrum


[/size][size=1.35em]
Carpici:

[/size]Consapevoli della loro inferiorità vengono a patti con gli invasori Unni. Di fatto nominano Donato gran Khan dei Carpici e si sottomettono al suo volere a patto di conservare la possibilità di vivere nella loro terra attuale.[size=1.35em]

Iazigi:[/size]

Il terrore per gli Unni convince gli Iazigi a cedere parte della loro terra come tributo e a compiere un paio di raid ai danni dei romani mostrando il loro orientamento nei giochi delle varie potenze.
 

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Altro:

Nel 408 a Costantinopoli muore l'imperatore Arcadio e gli succede in tutta tranquillità il giovane figlio Teodosio II. Data l'età del nuovo imperatore e forse pensando di cogliere l'Impero in un momento di instabilità con gli Unni che si espandono a nord i persiani lanciano una nuova serie di raid massicci. Mentre l'impero si interroga sul da farsi ecco che i ghassanidi rispondono con un raid in Persia e con il colpo di mano dai Lakhmidi. Il sovrano persiano si dice furioso ed esige un pagamento di 400 monete più la testa del re ghassanide per mantenere la pace. Il rifiuto di Costantinopoli provoca una dichiarazione di guerra.
La "pace eterna fra romani e persiani è durata 12 anni".

L'Imperatore d'Occidente Onorio mostra tutta la forza del suo dominio inviando un esercito di oltre 50mila uomini a scacciare gli alani invasori, dopo aver recuperato anche la provincia di Sordisci. Quello che segue è un autentico massacro ed una vittoria totale dei romani, superiori di numero, di armamenti e di tecnica. Onorio mostra come il suo impero si sia molto rafforzato in una decina di anni ed annuncia che "mai più un barbaro metterà piede sul nostro suolo".
 

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[size=2em]Scandinavia[/size]:

[size=1.35em]Angli[/size]:

Gli Angli lanciano un piccolo raid nell'alta britannia. Stipulano inoltre un matrimonio di bassa importanza con i Sassoni e un patto di non aggressione con gli Juti

[size=1.35em]Juti[/size]:

Avvicinamento ulteriore con il popolo dei Semoni attraverso la definizione di "sfere di influenza" per i raid. La cosa viene meno quando gli Juti sono invasi e sottomessi dai Dani.

[size=1.35em]Dani:[/size]

Vengono emesse una serie di importantissimi leggi per stabilizzare i problemi interni, specialmente per quelli di successione. La legge riguardante il duello è modificata al fine di renderla più accettabile ai nobili, che ora paiono meno indisposti. Inoltre viene stabilita tolleranza verso le minoranze norrene come sveoni, geati e norvegi e infine stabilita una legge che predilige il pagamento pecuniario al posto della faida di sangue. La cosa si scontra subito con la nobiltà più "retrograda" che vede nel diritto di uccidere un avversario l'unico modo per vendicare un affronto.
Viene poi inviato lo stesso capotribù a partecipare ai sacrifici rituali. Questi, tornato probabilmente con maggior vigore religioso, decide di consacrare diverse praterie agli dei ma non muove la burocrazia in modo abbastanza efficiente per farlo.
Grande risonanza ha l'invasione dello Jutland e la sua diretta annessione al dominio dei dani.
Voci di corridoio parlano inoltre di qualcosa in ballo con i Longobardi.
Per quanto riguarda la zona geografica, questi anni il clima invernale torna stabile in tutte le isole danesi, rimanendo comunque tremendamente freddo in scandinavia. Una tempesta marittima si abbatte su alcune isole dei dani ma fortunatamente la flotta si trovava già in jutland in quel momento.
 
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