Report turno 14

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Alemanni:


Miglioramenti del regno:


La tribù Alemanna, ancora molto piccola, pare dedicarsi esclusivamente al benessere del proprio minuscolo territorio. Vengono edificate le prime strade in terra battuta e stanziati fondi per incentivare le costruzioni di case e villaggi vicino ai fiumi al fine di migliorare la redditività della pesca.
I problemi economici sono risolti con un raid ai propri vicini che porta a casa un piccolo bottino.


La controversia religiosa continua:


Il sovrano decide di placare le varie diatribe stabilendo una legge che obbliga i sudditi a seguire la religione del re. La cosa però non specifica se si tratti della religione del re attuale persempre o se cambi di sovrano in sovrano.
Alla morte di Torismondo, a 64 anni, sale al trono il figlio pagano Gibuldo I che si sposa con una nobile di una fara minore.
Gibuldo non attua repressioni verso nessuna fede e la questione religiosa viene accantonata per ora ma rimane ovvio un miglioramento necessario nel corso degli anni.
Oltre alle tensioni religiose, si aggiungono anche molti nobili che chiedono a viva voce più terre per il popolo alemanno.
 

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Anglosassoni:


Una pace tanto attesa:


Dopo una guerra dalla lunghezza senza precedenti gli Anglosassoni riescono finalmente a stabilire la pace con i Romani. Con il trattato di pace ottengono Kent, Lundein, Durolipons ed Eburacum, con la promessa di versare tributi all'Impero ma mantenendo una formale indipendenza anche nella politica estera.
Sono inoltre liberati tutti i prigionieri romani e inviati diversi principi delle grandi fare anglosassoni alla corte romana, come ostaggi.
Infine, nell'ottica di una maggiore amicizia con Roma sono chiuse le alleanze con Sassoni e Dani, facendo crollare il Patto di Ferro.


Organizzazione delle nuove terre:


Le prime misure sono volte a contenere la peste, molto dilagante. Con una grande durezza l'epidemia diventa rapidamente controllata e si evita un'ulteriore sua diffusione.
Si assiste inoltre al congedo massivo dell'esercito, ai cui soldati vengono assegnate fette delle nuove terre conquistate.
Inoltre si assiste alla presa di potere, dopo la morte del capotribù, del giovane generale Whuffa.
 

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Sassoni:


La soluzione angla:


Dopo anni di contestazioni, accordi e promesse, i Sassoni riescono ad imporsi sui Dani e ottengono di diventare i "protettori" dell'Anglia, elevando Rodd Dentedidrago al rango di Earl di Anglia.
La cosa viene anche celebrata con sacrifici rituali ad Uppsala, dove i Sassoni non si recavano da diverso tempo.


L'equità e la vendetta:


Come richiesto dalle minoranze frise viene varata una legge di uguaglianza fra questo popolo e quello dominante. Inoltre si incentiva un forte raid navale a danno dei Lemovi, composto solamente da Vandali, desiderosi di sfogarsi sul loro antico nemico.
La cosa ovviamente non piace agli Unni, specialmente dopo che un commando sassone tenta di uccidere il loro generale Bleda il Vecchio, sfortunatamente fallendo nell'impresa.


Altro:


Il figlio primogenito del duca supremo, Offa, si sposa con una nobildonna frisa e da lei ha una figlia, Frigga.
 

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Kurtiurg:


Spostamento:


Osservando i movimenti dei vicini Onogurs decidono di muoversi a sud ed occupare le terre rimaste vuote dopo la partenza di questi ultimi. Si segnalano anche un raid ai danni degli Abkhasi e dei Cimmeri. Pace ufficiosa con gli Unni.
 

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Franchi:


Placare gli interni:


Sono anni turbolenti in cui il sovrano Meroveo si dedica interamente a placare il dissidio interno dato dalla recente conversione al cristianesimo.
Le truppe sono rimpatriate dalla britannia ma lasciate in quarantena per prevenire possibili epidemie di peste.
 

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Ghassanidi:


Schermaglie in Mesopotamia:


Dopo aver passato diversi anni a fuggire attuando una tattica di terra bruciata, i Ghassanidi affrontano un distaccamento dell'esercito persiano nella zona di Opis, ottenendo una discreta vittoria. Un successo maggiore avviene a Mhundir, dove l'esercito Ghassanide si mostra abbastanza forte da sfidare in campo aperto circa 30.000 persiani, stanchi e scossi dalla mancanza di cibo e dalle lunghe marce.
Le armate persiane sono costrette alla fuga dopo un acceso scontro, ripiegando su Susania e lasciando di fatto spianata la strada per la presa di Al Hira.


L'assedio di Yatrib:


Mentre l'esercito arabo si trova impegnato a nord un fortissimo gruppo di arabi pagani si danno al saccheggio della regione di Yatrib, ponendo sotto assedio la stessa città. Fortunatamente le pesanti mura locali si rivelano ostiche da perforare e gli assedianti sono costretti a levare le tende e tornare a nord.
 

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Eruli:


Un regno tutto mio:


Il re degli Eruli Odoacre, dopo la morte del Khan Dengizico, decide che sia giunto il momento di fare del suo popolo la nuova superpotenza dell'Est.
Con una serie di audacissime mosse riesce a sconfiggere un grosso esercito unno in Marcomannia, supportato dai Venedi e ad occupare la regione.
Da quel momento dichiara la fine della sudditanza unna e l'indipendenza del proprio dominio, facendo anche pressione sui Turingi perchè accettino la sua possanza.
 

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[size=1.45em]Alani d'Oriente:[/size]

Le trincee:

In questi anni gli Alani erigono una serie di fortificazioni difensive in previsione di un attacco unno, come palizzate e fossati, questi ultimi anche come misura igienica. Il nemico non si muove e fortunatamente non c'è bisogno di testarle.
Per ovviare al problema dei finanziamenti si lanciano dei piccoli ma mirati raid nel nord, specialmente ad Olbia dove le truppe alane riescono ad ottenere un buon bottino.

Il cerchio si stringe:

Mentre a corte si discute e viene allontanato il nobile Cardipet, senza un motivo ben specificato, le truppe alane rimangono pavide sia di fronte al tradimento dei Visigoti che alla caduta dei loro alleati Gepidi.
In tutta l'Alania si diffonde il panico e ci si aspetta una battaglia decisiva sul breve periodo.
 

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Visigoti:

Voltafaccia...ancora:


Dopo gli screzi aperti e le accuse era inevitabile. I Visigoti dichiarano la propria indipendenza da Costantinopoli creando un proprio regno autonomo. Cio che maggiormente colpisce è la stipulazione di una pace con gli Unni, lasciando alla loro mercè Gepidi e Alani, i primi vengono infatti rapidamente schiacciati dall'attacco nemico.
Si assiste ad alcuni tentativi di raid in Maroneia che però non hanno un buon effetto a causa della massiccia presenza di legionari romani in loco.
In ogni caso l'ennesima giravolta in politica internazionale non gioca affatto alla fama dei Visigoti.

Difesa ad oltranza:


Consci della propria inferiorità i Visigoti cercano di organizzare una buona difesa creando un sistema di fortificazioni lungo il confine sud e stabilendo nuove e migliori leggi per le sentinelle e le guardie cittadine.
Continua anche l'opera di conversione all'Arianesimo che ormai prende circa il 90% della popolazione.
 

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Caledoni:

Pace e pacificazione:

Oreste II, insieme ai romani, riesce a stipulare una pace apparentemente duratura con gli Anglosassoni. Questa gli permette di muoversi a nord per scacciare i Dani e infine, attaccare le Ebridi per soggiogare la nascente potenza degli Scoti.
Questi comunque riescono ad organizzare forti resistenze in molte isole e si rivelano una spina nel fianco per gli occupanti.
Si segnala anche una legge, dura ma necessaria, per arginare il fenomeno della peste

Provincia romana:


Nonostante la sconfitta ad est ora i Caledoni controllano praticamente tutta l'isola (anche se molto spopolata). Dopo aver nominato suo figlio Gask come erede, Oreste II accetta la proposta di Roma di estendere la cittadinanza alla popolazione caledone e di trasformarsi in provincia.
Oreste diventa Magister Militum di tutta la Britannia e i primi due senatori caledoni sono inviati al Senato di Roma. La popolazione, ampiamente romanizzata dopo 70 anni di foederatio e una serie di leggi volte ad aumentare l'influenza di Roma fin dai primissimi anni, pare non lamentarsi eccessivamente di quello che sembra un grosso punto interrogativo.
 

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Dani:

Aakon in Rugia:


Il Generale Aakon guida una serie di attività molto varie per penetrare in Rugia. La cosa ha un certo successo e comprando diversi villaggi i Dani riescono ad ottenere un dominio vagamente stabile in loco.
Per placare l'ira dei nobili si cerca di comprare le grandi fare con cessioni di titoli e poteri. La cosa funziona e l'ira si assopisce anche se non si può dire quali saranno le conseguenze future.
Aakon viene poi nominato successore di Sven il rosso.

Anglia, Pittia e Hibernia:

Una volta liberata l'Anglia e stablizzata l'area si lancia un fortissimo raid contro l'Hibernia del nord. Le truppe dei dani riescono addirittura ad assediare Dub-Lin, venendo poi costrette alla fuga al sopraggiungere dell'esercito dei duchi uniti di Leinster, Munster e Connaught.
In ogni caso il terrore delle navi norrene torna vivo nell'isola.
I fatti della Pittia gettano una certa ondata di sconforto fra l'aristocrazia guerriera dei Dani.

Norvegia:

Un grosso successo in politica estera è la stipulazione di un'alleanza con alcune tribù dei Norvegi. In questo modo i Dani ottengono campo libero per futuri raid e si assicurano il dominio del mare grazie al patto di amicizia.
 

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Albània:

Arroccarsi a nord:

Re Umyar II decide di rinforzare il proprio esercito e collocarlo nella parte nord del proprio dominio, trincerandolo sulle montagne dell'Alto Caucaso. In questo modo scoraggia un attacco persiano ma permette ai nemici di occupare senza colpo ferire la metà sul dell'Albània.
Qui comincia immediatamente una fortissima guerriglia finanziata da una rete appositamente creata che crea gravissimi disagi alle truppe occupanti. Per tutta risposta i Persiani bruciano diversi villaggi e sgozzano almeno 2000 ribelli o presunti tali pochissimi anni.

Situazione di emergenza:

Nelle montagne del nord gli albàni vedono momenti duri ma il sovrano vara una serie di leggi d'emergenza per garantire la stabilità e il successo dei suoi.
La più rilevante è una totale amnistia per i pagani oltre che la promessa della libertà di culto in caso di vittoria.
L'esercito albàno cresce di numero e si fortifica rispetto alla sconfitta di 5 anni prima e, nonostante l'incursione persiana, pare pronto a reagire.
 

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Onogurs:

L'esodo inaspettato:


Contro ogni aspettativa il popolo dei bulgari onoguri decide di prendersi il suo posto nella storia e, approfittando della guerra a sud, organizza un vero e proprio esodo della sua popolazione entro i confini del Caucaso prima e dell'Impero poi.
Il primo a cadere è il regno di Lazica, praticamente indifeso a causa della recente sconfitta contro i persiani.
Successivamente l'orda penetra i confini imperiali a Trebisonda, conquistando la città dopo un lungo assedio. Non paghi delle nuove terre gli onogursi riescono anche a conquistare Sinope con una certa facilità, infine si spingono a Teodosiopoli dove incontrano la viva resistenza dell'esercito armeno.
Qui, stanchi per le lunghe battaglie e le marce, sono costretti alla fuga dopo i primi scontri in cui gli armeni hanno facilmente la meglio.
Il regno di Iberia non viene toccato, forse rispettando gli antichi vincoli di amicizia.

Riorganizzazione e alleanze:

Nelle terre occupate la legge degli onogursi è semplice: morte per chi non si sottomette, mantenimento dei privilegi per chi riconosce l'autorità del Khan. La cosa ovviamente porta ad una totalità dell'accetazione dei nuovi padroni, seppur per convenienza, mentre alcune guarnigioni nemiche vengono comprate con oro sonante.
Infine, non dichiarando guerra formale a nessuno, gli Onoguri offrono i propri servigi "a chi meglio saprà ricompensarli".
 

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Burgundi:

Gundobado I e le sue leggi:

Non senza una certa riluttanza Chilperico I cede il regno al nipote Gundobado, che sale al trono.
Le sue prime delibere sono per arginare il fenomeno del banditismo e la corruzione, poi viene varata una legge che comporta l'espropriazione dei beni e dei titoli di chiunque si metterà contro il sovrano, cosa che crea comunque un certo malcontento fra la grossa nobiltà che teme un utilizzo "ad personam" di tale provvedimento.
Si assiste alla nascita dei primi figli del sovrano: Sigismondo e Gunteuca.

Patto con i Vandali:

Dopo aver convocato il Gran Consiglio di Burgundia il sovrano si adopera per creare una tregua ufficiosa fra Vandali e Romani stessi. La cosa, che rimane sul vago a causa dei diversi passaggi di parole e dei pochissimi contatti fra Roma e i Vandali, crolla su se stessa non appena si scoprono gli invii di carichi di materiale navale in cambio di ferro e olio.
I Romani accusano pubblicamente il nuovo sovrano di tradimento e lo invitano a presentarsi a Roma, oltre che a chiudere immediatamente l'accordo.
Mentre la nobiltà burgunde borbotta Chilperico ne aprofitta per accusare il giovanissimo sovrano di essere un "ragazzo inesperto" e proporre che la corona sia riaffidata a lui.
La cosa sembra destinata a sviluppi futuri molto forti, specialmente in base alla decisione del re.
 

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Iberia:

L'eroica resistenza:

Forse anche a causa di alcune imprecisioni nel comando armeno, l'esercito iberico schiaccia i suoi avversari con perdite molto contenute. Mhirdad II, che aveva puntato molto su una seconda battaglia a Kartveli dimostrò di averci visto bene.
La sua popolarità crebbe enormemente all'interno del suo dominio e il problema della foederatio fu ulteriormente accantonato.
Suo figlio Vakhtagan si sposò con Paonessa di Lazica, una nobiltonna laz-romana di grande importanza. La caduta del regno e l'avvicinarsi di un amico molto scomodo lasciavano un grosso punto di domanda sulla politica futura del re.

Brucia, brucia brucia:

Rimarcando la sua fama già torbida nella prima guerra persiana, Mhirdad si fece portatore di una serie di attacchi incendiari rivolti verso i confini armeni, senza una logica militare, solo per il gusto di uccidere e far vedere quanto fosse crudele.
Stessa sorte toccò agli armeni d'Iberia che venno rapidamente catturati e condotti verso un destino ignoto.
In breve tempo la fama di Mhirdad II lo gli fece guadagnare l'appellativo di "Spezzarmeni" fra i suoi e di "il terribile" fra i suoi nemici.
 

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Armenia:

Stabilità per il Paese:

Nonostante la guerra il re d'Armenia cerca in ogni modo di tenersi la popolazione dalla sua parte, fedele oltre ogni limite. Per prima cosa vengono elargite monete nelle piazze e nei villaggi, mostrando che il regno si trovi in un periodo di ottimo andamento economico e che non ci sia nulla da temere.
In secondo luogo viene posto come erede il generale Vasak, esperto comandante delle legioni armene.

Lo sfortunato assedio di Kartveli e gli Onogurs:


Nonostante la guerra fosse iniziata splendidamente, la forza espansiva degli armeni si arresta definitivamente contro le forti mura della regione di Kartveli e della sua capitale, Telavi.
Inoltre si assiste ad un improvviso attacco degli onoguri, fortunatamente respinto.
 

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Impero Romano d'Oriente:

Impero Romano d'Oriente:

L'Impero vacilla:


Visto l'attacco di diverse popolazioni, molte decisamente inaspettate, l'Impero è costretto a mettersi sulla difensiva data la prospettiva di una guerra su più fronti.
Vengono poste le resistenze in Egitto ad una cataratta superiore nel Nilo per resistere ai Blemmi e la fortissima vittoria ad Antiochia non cambia certo la sorte dell'Impero visto l'attacco vittorioso degli onoguri e una forte sconfitta vicino ad Edessa, pur mantenendo la città tutta.

Zenone I il diplomatico:

Il generale dell'Armata d'Oriente, vittorioso ad Antiochia, di nome Tarassicodissa viene nominato Co-Imperatore dal fratello Leone I e alla morte di questo diventa l'unico signore d'Oriente.
La sua politica si mostra molto conciliatrice, infatti invia immediatamente ambascerie alla Persia, ai Visigoti e ai Blemmi, sperando in una risoluzione del conflitto.
 

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Vandali:

Ilderico il Generoso:

Il sovrano vandalico tenta di accattivarsi la simpatia della popolazione in un momento tragico, con una serie di donazioni principalmente di carattere alimentare. Nascono poi tre figli del sovrano: Gutemondo, Unerico e Genserico.
Viene poi incentivato lo smantellamento di alcuni gruppi di soldati veterani con cessioni di terre incolte.

La "tregua" romana:

In questi anni turbolenti si cerca una tregua con l'Impero attraverso la mediazione burgunde. Diverse ambascerie vengono inviate anche se di fatto nè i romani nè i Vandali firmano una tregua effettiva anche se non si verficano invasioni.
Tuttavia, mentre i Vandali rimangono molto "stagnanti" in questi anni i romani ne approfittano per rinforzare i propri armati e inviare una flotta da guerra a porre un blocco navale, dopo lo scandalo del commercio burgunde.
La situazione si fa di mese in mese sempre più critica.
 

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Khanato Unno:

La caduta:

In questi anni assistiamo ad una forte contrazione territoriale del potere unno. Nonostante la vittoria netta contro i Gepidi il grande Impero pare destinato a essere molto ridimensionato lasciando spazio alle potenze emergenti
 

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Impero romano d'Occidente:

Pace sui confini:

Per la prima volta da quasi 35 anni l'Impero può dirsi in pace, salvo la piccola parentesi vandalica.
La Britannia viene totalmente pacificata, in Africa finiscono le incursioni nemiche e anche il confine renano è sicuro. Importante inoltre un accordo con i Bretoni che accettano lo status di Foederati.
Mentre l'Oriente agonizza, l'Occidente pare trovare un punto di svolta.

Marcellino I:

Marciano, vecchio e senza eredi, designa come imperatore il Magister Militum per Galliae Marcellino, già Comes d'Hispania e braccio destro di Marciano stesso. Alla morte dell'Imperatore il generale illirico sale al trono e continua la politica del suo predecessore.
Come prima cosa viene post o un blocco navale ai Vandali, dopodichè si cerca di ottenere maggiori consensi stabilendo privilegi per la coltivazione dell'uva nel suolo italiano.
Marcellino, pagano adoratore di Mithra, vagheggia di una possibile tolleranza religiosa come era voluta da Giuliano I anche se per ora non succede nulla di pratico.
 
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