FRANCIA
Venezia:
Dopo l'increscioso evento con la flotta inglese, i francesi pensano bene di inviare un intero esercito (5/5/3). Si attendono la risposta inglese. Intanto il resto della Lega storge ampiamente il naso chiedendo a venezia di essere di rimandare a casa i francesi. Dopo un po' di temporeggiamento, all'udire degli eventi nel vicino Piemonte, chiede immediatamente al Re francese di ritirare la sua flotta e le sue truppe come da accordo. Ora sta a Parigi decidere cosa fare
L'espansione:
La cosa ai territori vergini non si ferma neanche per la Francia, che, partendo dalla fiorente colonia in Sud Africa e facendo tappa nel porto in Madagascar, giunge a metà della costa est del continente africano, cercando di prendere possesso di Zanzibar. Dopo lo sbarco, i coloni vengono immediatamente circondati dai nativi che attaccano in ordine sparso con archi e frecce avvelenate. Di armi da fuoco neanche l'ombra. I 5 reggimenti di miliziani francesi, nonostante il quasi nullo addestramento ed equipaggiamento, con la sola forza della polvere da sparo massacrano i difensori lasciando sul campo circa 1500 uomini. Viene creato così un piccolo enclave francese affacciato sul mare e circondato da nativi che non vedono l'ora di cacciarli
La Révolution:
Poco prima dell'inizio di settembre, inizia a circolare tra i salotti di nobili parigini la voce che il Re voglia fare un editto massacrante per il potere, sia economico che politico, della nobiltà. Più la voce girava per Parigi, più le tasse venivano incrementate e le libertà ridotte. Dopo un mese, qualche nobile, non si sa esattamente chi, decide di passare all'azione: in accordo con quasi tutte le famiglie nobiliari di Parigi e dintorni forma un "fondo" con il quale pagare uomini ed equipaggiamenti per fare una rivolta in piena regola. Nella settimana successiva vengono armati più di 15000 contadini dei dintorni di Parigi. Alla fine viene lanciata l'offensiva, i 15 reggimenti di miliziani degli insorti vengono lanciati nelle strade di Parigi a distruggere tutto quello che trovano, mentre un gruppo molto meno numeroso, composto di individui altamente selezionati parte alla volta del palazzo per uccidere il Re. L'esercito di stanza a Parigi, mantenuto fedele da lauti compensi ai comandanti, affronta compatto l'orda di mercenari che stanno mettendo a ferro e fuoco la capitale, ma non fanno niente che non sia contenimento dei danni.
Il manipolo di uomini che vanno verso il palazzo viene intercettato dalla cavalleria che e da circa 2000 fanti, costringendoli immediatamente alla resa. Riportata la situazione in relativa sicurezza nell'area del palazzo, Luigi XVII rende pubblici due carte appena firmate, la prima prevede una ricompensa di 2 monete d'oro per ogni nobile cospiratore consegnato alla giustizia reale, mentre il secondo non è altro che l'attuazione delle voci che tanto avevano fatto preoccupare i nobili: le tasse vengono portate da 2 punti ad 11! Il clero passa da 0 a 5, cosa che fa infuriare il Papa, ma data la situazione non molto prestano orecchio a tali "urla". Invece per le altre classi sociali le tasse vengono diminuite da 1 a 5 punti. Immediatamente vengono fatti tutti i nomi dei nobili implicati nel tentativo di golpe. Immediatamente catturati e processati vengono tutti condannati per alto tradimento e condannati a morte. Mai si videro tante ghigliottine e teste volare tutte insieme. La nobiltà francese, tronfia del proprio potere economico e sicura che il la Corona non avrebbe mai ottenuto il favore del Popolo aveva così segnato la sua fine.
La nuova Costituzione:
Innanzitutto il nome viene cambiato da "Regno di Francia" ad "Impero francese". L'Imperatore diventa l'icona e l'incarnazione dello Stato ed il titolo è trasmesso al primogenito maschio della Casa regnante.
Viene sancito che il "cittadino francese" è chiunque sia nato in Francia e che gode pienamente dei diritti sanciti dalla Carta, come l'uguaglianza di fronte alla legge e alle imposte, nonché la libertà d'impresa. Al contrario, alla nobiltà risente ampiamente del tentativo di rivolta: il Diritto Feudale viene abolito ed il titolo diventa puramente onorifico, nessun trattamento speciale.
L'ultimo aspetto della nuova Carta vede riformata la divisione dei poteri. L'assemblée National prende il nome di Senato ed assume il potere legislativo, mentre prima era puramente consultiva. Il potere giudiziario rimane in mano alla Corte di Giustizia, ma cambiano le nomine, ora il Senato ne elegge il 60% mentre il Re il restante 40%. Il potere esecutivo rimane concentrato nelle mani del sovrano o a persone da lui designate per operare in sua vece.
Per sancire il cambiamento da una monarchia assoluta ad una parlamentare, viene disegnata una nuova bandiera e scritto un nuovo inno nazionale
La presa di Torino:
L'intera famiglia reale piemontese viene trovata morta nella sua residenza a Torino. Immediatamente partono le ricerche dei colpevoli che giungono a conclusione un paio di settimane dopo con un paio di persone del luogo che confessano di aver avvelenato le forniture di cibo verso il Palazzo. Con una linea di successione assente, Julien Descamps, nominato dal defunto re come governatore militare del Regno, indice una pubblica votazione sul futuro del Piemonte. Le possibilità sono tra l'indipendenza o l'unione all'Impero francese. Tutti sono convinti che vinca il fronte dell'indipendenza, tanto quanto è forte la convinzione di brogli quanto si scopre ha l'opzione per l'unione è stata votata di più. Piccoli scontri nascono qui e la tra i tornesi e le forze francesi in loco, subito sedate. Il Piemonte diventa così parte integrante dell'Impero francese. Ci si chiede però quanto tempo passi dalla prima rivolta e tentativo di liberazione.