Evento Regno di Gnakkia

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Al principio del nuovo anno dalla confusione in cui è precipitato il Patriarcato emerge finalmente un vincitore: uno dei generali goblin ribellatisi al patriarca riesce infine a conquistare la capitale e annientare i propri rivali; come primo atto di governo tutte le leggi e i decreti proclamati dal precedente governo vengono dichiarati nulli. La nazione viene rinominata come "Regno di Gnakkia" forse per arruffianarsi i pelleverde della capitale e cuore dello stato e il generale vittorioso si proclama pomposamente nuovo Re dei Goblin col nome di Gnak V.
 

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Con le nuove alleanze in essere e le notizie a pizzichi e bocconi trapelate prima dal disastroso attacco alla marea, e poi dalla guerra civile, l'Ordine della Rosa aveva finalmente deciso di parlare direttamente con il nuovo sovrano di Grakkia,nella speranza di riuscire a mediare una sorte migliore per le genti del reame e, magari, convincere Gnak V a unirsi alla grande alleanza del nord contro La Marea. Possibilmente evitando di agire da solo e senza coordinazione con gli altri elementi del nord.

Per tale missione sarebbe stata indicata l'accorata e sempiternamente dolce Arianna, ma il suo destino era stato quello di convolare a nozze a Gizeh, quindi l'onere era ricaduto su Carnifinda. Oramai a riposo da più di un anno dalle sue peripezie folli, aveva passato le stagioni libere ad addestrare Agarwaen nell'uso della sua nuova dimora, spiegandogli come aprire le porte senza passarci attraverso. La cosa non aveva dato risultati eccellenti ma il processo era comunque in un susseguirsi di positività.

Passando dal nord, proprio da Gizeh, la delegazione dell'ordine si fermò al confine delle regioni ch'erano state teatro delle rivolte degli schiavi. In parte perché erano quelle più vicine al confine e in parte perché volevano vedere come si era evoluta la situazione sino a quel momento.
 

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L'impresa si era dimostrata meno facile di quello che si sarebbe potuto credere visto che pareva Agarwaen vedesse le porte come semplici ostacoli e la sua politica in proposito consisteva semplicemente nell'abbatterli, nè la povera Carnifinda era forse la persona più indicata a spiegare le sottigliezze della civiltà a una creatura ferale e inselvatichita come l'ibrida. In un modo o nell'altro dopo alcuni monologhi convoluti arricchiti di mimiche improbabili, Agarwaen aveva realizzato che non era il caso di sfondare qualsiasi porta chiusa si trovasse sulla sua strada solo per vedere cosa c'era dietro. Era già qualcosa.

Rassicurata da quel lusinghiero successo la drow dovette pensare che non doveva essere poi così difficile farsi capire da qualche pelleverde di piccola statura. almeno fino a quando una pattuglia di confine non intimò l'alt alla delegazione dell'Ordine.
"Fermallà, spilungò. Vulisse dì pè cortesia o'motivo peccui site venuti in terra nostra" intimò quello che doveva essere il capo pattuglia.
 

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Ah, l'intelletto sopraffino dei pelleverde, paragonabile a quello di un mattone muschiato dimenticato in un cantiere. Quando la pattuglia di confine fermò la delegazione, Carnifinda impiegò qualche istante per capire l'idioma brutalizzato che doveva essere, a detta del pelleverde, comune. Alla fine però, capì grossomodo che volessero sapere il motivo della presenza sul territorio.
«Veniamo dal nord, siamo venuti a conferire con il vostro nuovo sovrano.» disse. «Siamo l'Ordine della Rosa Purpurea, io sono Cernifinda. Abbiamo saputo dalla Teocrazia di Gizeh che ultimamente ci sono stati vari problemi nel vostro territorio e crediamo che la diplomazia possa aiutare a risolverli.» affermò. Non entrò nello specifico su quali fossero stati quei problemi, anche perché dubitava che qualcuno potesse cadere dal pero in un momento come quello, con i non morti alle porte di casa.
 

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"Pffffffffffffffft" sbuffò il pelleverde "E da quannanquà, u question d'e goblin interessann vu oter recch'e gomm, eh? Fusse che fusse a volta che faciste caccos'e utile...vabbuò capebomb, seguisse nus, occhei?"
E dopo aver espresso il suo pensiero in maniera chiara e comprensibile (per un goblin) il pelleverde e i suoi soldati si disposero a fare da scorta agli inviati verso la capitale di Gnakkia. Qui le tracce delle recenti disavventure e della guerra civile erano ben evidenti ma i locali non sembravano farsene pena più di tanto; alcuni operai stavano dando una mano di bianco al palazzo reale, coprendo alcune vistose tracce di sangue e fumo proprio mentre Carnifinda e i suoi venivano condotti all'interno.
 

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Carnifinda comprese forse il dieci percento della frase ma quanto bastava per intuire di seguire il goblin. Oggettivamente comunicare con Agarwaen era stato infinitamente più facile. Nel tragitto verso il palazzo e la capitale, dove i segni dello sconquasso erano ancora belli evidenti, la drow non si lasciò sfuggire più di un commento mentale su quanto la situazione fosse tragica. Con La Marea alle porte del paese anche solo starsene in quel luogo era un rischio infinito, ma non c'era alternativa. Entrando nel palazzo la drow si guardò attorno curiosa.
«Gnak sarà disposto a riceverci? Sembra che la situazione sia... complicatina da queste parti.»
 

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"Massì, massì, nun te preoccupà." disse il goblin con fare dismissivo "In fondo che ci ha a fà o're...na guerra coi mortacci loro, capirai. Quisquilie. Pinzillacchere. Mo facite o bravi recch'e gomm e aspettate aqquà occhei?" disse indicando una panca un pò scassata in quella che sembrava essere una vasta anticamera "sa vedum." aggiunse a mò di congedo.
L'attesa, a dispetto dei peggiori timore di Carnifinda, non fu fortunatamente troppo lunga. Dopo una mezzoretta o giù di li un goblin con una giacca colorata in toni vistosi e un imponente bastone di bronzo con tanto di pomolo dorato in cima entrò nella sala, individuò la delegazione dell'ordine e fece un cenno di invito
"CAPECERN! Sissì dico a vus. O re vannà a vedè nau. Venghino pure."
La sala del trono aveva un aspetto un pò migliore dell'esterno, probabilmente era stata rimessa in sesto per prima. Un pelleverde dall'aria un pò attempata sedeva sul leggendario trono che si diceva appartenuto al primo Gnak molti secoli addietro in un era ormai leggendaria, circondato da guardie e attendenti. Il goblin che aveva guidato Carnifinda, una specie di ciambellano si fermò a una certa distanza dal trono e sbattè per tre volte la estremità del bastone per terra per attirare l'attenzione (la terza centrò in pieno il piede di Carnifinda) per poi annunciare con voce stentorea "SUPRIMM' E MERAVOGLIOS RE O GOBBLIN GNACCO CINQUE; TECO DI FRONT U'BAMBASCIONN D'ORDINE D'A ROSA ROSS CU VURREBB PARLÀ CO'VOSSIA PE CUACCOS A CO FAR COI MORTON. TENG O'ONOR DE PRESENTÀ U AMBASCIATOR CARNUFIND" a questo punto il ciambellano goblin sbattè il bastone per terra altre tre volte; fortunatamente stavolta il piede della drow fu evitato (per un soffio).
 

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Il vernacolare goblin aveva dell'assurdo e la drow doveva fare i salti mortali per capire il senso delle parole dei locali e spesso l'intervento della sua guardia d'onore era fondamentale per tradurre, in un collettivo di traduzione, quello che veniva detto. Nondimeno quando finalmente le venne permesso di accedere alla sala del trono, unico luogo che pareva essere scampato - o velocemente rimesso a nuovo - dopo il disastro della guerra civile tutto parve prendere una piega "positiva". Tutto eccezion fatta per la bastonata su un piede che il ciambellano conferì alla drow: Carnifinda dovette costringersi a non tirar fuori il coltellaccio, ma la voglia di incidere nella fronte del ciambellano una gigantesca ingiuria in lingua oscura era tanta. Forte. E francamente comprensibile.

Dopo essere stata finalmente introdotta e aver perso la sensibilità in un piede, la drow si fece avanti al cospetto del Re Goblin.
«Grazie per avermi ricevuta con così poco preavviso, Grak V re di Grakkia.» esordì. «Vengo per conto della mia Gran Maestra, Isilwen, a fronte di notizie spiacevoli che sono trapelate lentamente lungo i confini negli ultimi anni.» spiegò, prendendola un poco alla larga. «Abbiamo avuto notizie di rivolte, guerre civili e di un attacco solitario scagliato sulla Marea, tutti elementi che sono prodromo di disatro.»
«Abbiamo anche saputo che... il vostro predecessore era solito schiavizzare uomini ed elfi. Chiaramente l'atto è per noi profondamente deplorevole e ci chiedevamo - prima di parlare di altro - se tale pratica fosse ancora in vigore nel vostro nuovo pontificato.»
 

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"Pensavo che la vostra ambasciata avesse a che fare più con la prima questione che con la seconda" disse il re parlando in un comune molto più convenzionale di quello della maggior parte dei suoi sudditi "del resto anche se volessi discutere degli schiavi, schiavi elfi per la cronaca, non umani, non c'è molto che potrei fare. Si sono ribellati, con la copiosa assistenza di una delle vostre nazioni a quanto ne sappiamo."
 

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«In realtà sono... strettamente collegate.» rispose Carnifinda. «Vedete i nostri comuni vicini, la Teocrazia di Gizeh, sta preparando una Grande Alleanza per combattere La Marea e sarebbe certamente vantaggioso per tutti se anche voi vi unisse alla crociata contro i morti. Senza conta che vi aiuterebbe molto non avere più l'impiccio di lottare da soli. Tuttavia tenere in schiavitù persone, di qualsiasi tipo, è... consuetudine decaduta e spiacevole per la stragrande maggioranza dei reami del Nord. Ora... capiamo che le vecchie abitudini siano durissime a morire, visto e considerato la mia razza nello specifico, ma per iniziare col piede giusto posso dirvi che pur non c'entrando nulla con l'insurrezione degli schiavi, siamo disposti a cercare una pacificazione al problema.» disse. «Così che non vi siano attriti o screzi durante i conflitti contro i non morti. La mia Gran Maestra mi ha dato il "permesso" per così dire di comprare la libertà di qualsiasi schiavo viva nei vostri territori. In ogni caso sarebbe difficile scendere a patti con degli schiavisti per i reami del nord, specie dopo i proclami di Gizeh sul Padre Celeste, quindi considerate questa offerta di pagamento come un modo per avere liquidità utile a sanare quanto distrutto dalla guerra e allontanare ogni possibile futuro dissenso interno.»

TL;DR mi offro di comprargli gli schiavi per eliminare alla radice tre problemi in un colpo solo: future ribellioni, attriti con la futura alleanza e ovviamente attriti diretti con me che sono antischiavista per eccellenza.
 

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Il re allargò le braccia "In questo momento tutti gli schiavi provenienti sul nostro territorio sono ribelli...diciamo che se riuscirete a convincerli ad emigrare pacificamente nel vostro territorio accetteremo la vostra proposta. Francamente non è la soluzione che preferiremmo ma non sbagliate quando affermarte che una guerra su due fronti in questo momento è l'ultima cosa di cui abbiamo bisogno."
 

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Carnifinda fece un piccolo inchino in segno di rispettoso ringraziamento. «La vostra è una scelta lungimirante e faremo il possibile per evitare altri spargimenti di sangue. Sono certa che un'apertura di questo tipo non farà altro che farvi avere l'aiuto dei vostri vicini e, ovviamente, anche della nostra gente quando verrà il momento di combattere unitamente la minaccia.» era andata meglio del previsto, visto e considerato quanto male poteva finire per Gnakkia a livello diplomatico. Forse c'era davvero la speranza di evitare un bagno di sangue inutile e allo stesso tempo di spingere i goblin ad abbandonare pratiche inutili e dannose.
«Se ho il vostro permesso, Re Gnak, andrò a comunicare con questi ribelli. Forse vedere qualcuno delle loro razza potrebbe convincerli a deporre le armi e restituire le terre senza combattere. Ditemi solo dove posso trovarli.»
 

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"Più che lungimirante, è l'unica scelta possibile" disse il sovrano goblin con un duro sorriso "Fate pure, effettivamente forse avete più possibilità di noi di farvi dare ascolto. Troverete i vostri compari nelle foreste di Troshk e Valrin...una scelta tipicamente elfica se posso dirlo. Buona fortuna"
 

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Carnifinda fece un nuovo inchino. Era chiaro che il goblin avrebbe preferito incatenare tutti i riottosi e schiaffarli in prima fila come muro anti-Marea, ma l'alternativa sarebbe stata spiacevole. Anche se con una piccola forzatura era senz'altro meglio arrivare a una soluzione pacifica del conflitto che non a un delirio o un bagno di sangue. Dopo aver lasciato la corte di Gnak V con la promessa di futuri e piacevoli rapporti, la delegazione della drow si diresse nella foresta di Troshk, la più vicina in ordine di distanza dalla capitale di Gnakkia. Qui, dopo qualche indicazioni dai locali, si fecero indirizzare verso le foreste dove li avrebbero aspettati i ribelli. Ovviamente non era difficile capire che non fossero al soldo di Gnak V né che facessero parte del reame pelleverde, ma in ogni caso trovare dei ribelli non avrebbe dovuto costituire troppa fatica.
 

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Fu necessario vagare un pò per le foreste ma non ci volle molto perchè Carnifinda si accorgesse che il drappello di inviati veniva accuratamente osservato e seguito in ogni sua mossa. Apparentemente però i loro silenziosi corraziali parevano disposti ad attendere che fossero gli ambasciatori dell'Ordine a fare la prima mossa.
 

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Quando Carnifinda si rese conto di essere osservata alzò la voce, così che tutti i ranger nascosti dei ribelli potessero sentirla.

«Veniamo in pace, non abbiate paura. Siamo cavalieri dell'Ordine della Rosa, uno dei nuovi reami sorti dopo l'apocalisse, abbiamo... sentito quello che è successo con i vostri schiavisti goblin. Siamo venuti a proporre una soluzioni che eviti spargimento di sangue.» disse. «Inizialmente avevamo pensato di massacrare tutti questi pelleverde e porre fine a qualsivoglia desiderio schiavista, ma l'alternativa più sana era quella di chiedergli con gentilezza di lasciarvi andare. Grank V ha accettato di lasciarvi andare, e noi vi offriamo asilo nei nostri territori.» spiegò.
«Abbiamo città, risorse e soprattutto non abbiamo schiavi. Quindi, ecco, vi offriamo la possibilità di migrare assieme a noi ed evitare altri spargimenti disangue.»
 

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Dopo qualche istante di silenzio un elfo dall'aria dura con ancora l'arco a tracolla emerse dal folto della foresta, fermandosi poi a una mezza dozzina di passi da Carnifinda.
"Senza dubbio il pelleverde ha acconsentito ah, per pura gentilezza. Immagino che il fatto che la banshee del nord bussi alle sue porte alla testa di un orda di morti rianimati abbia poco o punto importanza." esordì il ribelle senza por tempo in mezzo o sprecare tempo in convenevoli "il che ci porta direttamente al nocciolo della questione, ovvero cosa abbiate promesso in cambio al quinto goblin che ha preso il nome Gnak e quali siano i vostri progetti nei nostri confronti. Comprenderete che dopo tanti anni in cui siamo stati trattati più o meno come bagaglio a mano ora siamo piuttosto diffidenti ad accettare un accordo a scatola chiusa, per quanto la abbiate infiocchettata con nastri colorati. Una domanda che potrei farvi è come potremo rifarci una vita nella vostra terra quando tutto cià che abbiamo in genere ce lo portiamo addosso, come nel mio caso."
 

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«Diciamo che potrei avergli detto indirettamente che avremmo marciato su Grakkia bombardando ogni cosa fino a rendere la sua capitale una prateria, penso abbia capito l'antifona senza bisogno di arrivare a minacce dirette. Indubbiamente La Marea ha dato il suo contributo alla cosa.» ammise, molto schiettamente, la drow. «Inizialmente avevo proposto di comprare la vostra libertà e offrirvi asilo nei nostri territori, ma a quanto pare siete una spina nel fianco così grave che Grank preferisce perdervi pro bono o quasi. In cambio della sua sopravvivenza in un'alleanza anti non morti di tutto il nord, in larga parte, ma niente che riguardi comunque il vostro coinvolgimento diretto. Mi sarebbe piaciuto liberarvi a cannonate, ma è meglio risparmiare vite in un momento come questo, a dispetto di tutto.» spiegò.

«L'accordo è molto semplice: venite con noi e potrete insediarvi in una città ed essere trattati come persone, anziché manvalanza. Abbiamo sul confine, a pochi giorni di marcia, una roccaforte poggiata in una valle naturale tra le montagne. I coloni lì sono tutti elfi, lavorano la terra e proteggono il fianco ovest del nostro reame. E' una zona sicura, circondata da difese naturali solide e soprattutto prospera. E c'è tutto lo spazio che volete, anziché starvene qui in mezzo ai boschi col rischio di crepare da un giorno all'altro.» Carnifinda era pur sempre una bestia nell'esprimersi diplomaticamente, ma almeno stava raccontando le cose nel modo più schietto e onesto che le fosse possibile.
«Non siete obbligati a venire, ma l'offerta di una vita migliore e senza dover combattere per avere accesso a cibo, lavoro e un tetto sopral a testa non è cattiva nella vostra situazione. E non fraintendetemi, non mi piacciono i pelleverde, per niente, ma ora come ora non potevamo permetterci una guerra contro di loro per liberarvi. Abbiamo optato per la soluzione diplomatica.» ci teneva assai a quel particolare, come e le desse fastidio essere accusata di codardia. O di non aver fatto abbastanza.
«E nel caso non lo aveste capito, il mio Ordine è fortemente schifato dalla schiavitù, quindi la vostra libertà non era argomento di negoziato con Gnak, ma l'unico presupposto perché i negoziati potessero anche solo essere presi inconsiderazione.»
 
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