Regno di Gizeh

MisterTango

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-VINOOOH-

-Sire, la seduta di oggi è molto importante, è meglio rimanere tutti lucidi e…-

-Appunto, sono molto più lucido con il calice pieno-

Vladimir giunse le mani e annuì in silenzio, abbassando lo sguardo sul tavolo. Gli altri presenti si scambiarono reciprocamente delle occhiate, rassegnati.

-A proposito, con i talenti che mi verrà costare questa… questa…- riprese Re Cleobert, annuendo soddisfatto mentre un valletto versava del liquido purpureo nel suo calice d’argento.

-Enciclopedia, Sire…-, gli rammentò Vladimir, con lo sguardo sempre fisso sul tavolo.

-…questa Enciclopedia, ecco, mi verrà a costare tanto quanto una fornitura annuale del miglior vino delle colline di Farquart. Sarà meglio che serva a qualcosa-.

-Verrà a costare al Regno, Sire- lo corresse di nuovo il Mastro del Conio.

Cleobert si voltò stizzito. -E io cosa ho detto?-.

-Le garantisco che i vantaggi saranno molteplici, Sire- intervenne Mastro Bik, integrando le sue parole con ampi gesti delle mani. –L’Enciclopedia di Gizeh contribuirà a dare lustro al Regno, con effetti positivi sulle relazioni con le altre nazioni e un notevole impulso sui commerci, e poi…-.

-Mi fido-, lo interruppe bruscamente il Re, liquidando la prolissa spiegazione. –Ti rammento che, se questa…-

Vladimir chiuse gli occhi, sprofondando nello schienale della poltrona. –Enciclopedia, Sire, Enciclopedia…-

-…se questo stramaledetto affare-, sbottò Cleobert, sputacchiando qualche goccia di vino qua e là. –sarà un buco nell’acqua, verrò a renderne conto direttamente a te, chiaro?-

Bik deglutì, sgranando gli occhi. –Ma Sire, la stesura dell’Enciclopedia è stata decisa da tutto questo Consiglio, sul decreto ci sono le firme di tutti-.

-Sarebbe stato meglio spendere tutti quei talenti per le nuove corazze dei nostri armigeri, piuttosto che su tutta questa carta e inchiostro-, borbottò Ser Robert, grattandosi la barba folta.

-Comincio a stufarmi dei vostri battibecchi. Anzi, sono già stufo-, richiamò tutti all’ordine il Re, facendo segno al valletto di riempire nuovamente il suo calice. –Vediamo di finire questa seduta quanto prima. Che c’è da fare ancora? Non avevate scritto già tutto?-.

Bik deglutì ancora, armeggiando con il pacco di scartoffie manoscritte che aveva dinanzi. –è così, Sire. Bisognava soltanto della sua approvazione la nota d’apertura, che abbiamo redatto a quattro mani Mastro Vladimir ed io-

Vladimir si raddrizzò improvvisamente, come se avesse appena ricevuto una pugnalata alla schiena, fulminando con lo sguardo Mastro Bik.

Re Cleobert annuì. -La approvo-.

-Ma Sire, non vuole prima ascoltarla?-, propose Vladimir, nascondendo la sua disperazione dietro un sorriso mellifluo.

-è proprio necessario?- domandò il Re, infastidito.

Vladimir annuì.

Al che, il Re fece spallucce e annuì a sua volta. –Ebbene…-

Mentre un sorriso compiaciuto si faceva strada sul volto di Bik, questo si schiarì la voce e cominciò a leggere il contenuto della pergamena che stringeva tra le dita ossute.

-“Il Regno di Gizeh, benedetto dal Padre degli Dei. Nato dalle ceneri del Mondo che Fu, dalle imprese del leggendario Bert Primo, e oggi Perla del mondo conosciuto. Dai monti di Baraku, ai poggi di Farquart e alle piane di Viera, tutte le genti di Gizeh guardano oggi al valoroso Re Cleobert, primo nel suo nome, come saggio padrone delle loro vite e destini. Non c’è nemico che i nostri cavalieri non possano battere, non c’è mostro che le picche di Gizeh non siano in grado di tener fuori dai nostri splendidi confini. La sapienza dei dotti e dei mercanti del Regno sono d’ispirazione per tutte le genti. Nelle pagine che seguono, verranno spiegate le ragioni per cui ogni creatura di Ea brama di poter vivere nel potente e sereno Regno di Gizeh”-.

Trascorse qualche istante, poi l’improvviso silenzio parve riscuotere il Re dalla contemplazione del suo calice. –Beh, mi sembra perfetto. Procedete-, disse.

Al che, si alzò e guadagnò rapidamente l’uscita.

Vladimir lo osservò sbigottito, facendo saettare lo sguardo tra la sagoma rotondeggiante del sovrano e le pratiche sparse sul tavolo. –Ma Sire, deve firmare gli stanziamenti del tesoro e le autorizzazioni per…-

-Adesso è ora di pranzo, Vladimir. Ci penserò più tardi-, gli urlò il Re dal corridoio.

Il silenzio calò di nuovo nella Sala del Consiglio, e Mastro Vladimir tuffò il viso nei palmi delle mani, domandandosi quale spirito avesse fatto adirare per rendergli la vita tanto difficile.
 

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ENCICLOPEDIA DEL REGNO DI GIZEH

Capitolo I
Della Storia del Regno
Parte I


Del Mondo che Fu rimanevano soltanto ceneri e rovine. Un mondo senza legge, senza ordine, senza speranza.

Nel Caos dei Secoli Bui, le genti cercarono rifugi in luoghi pacifici, accoglienti, lontani dalle malvagità che un tempo popolavano ogni landa di Ea. Un compito arduo, ma alcuni coraggiosi riuscirono nell'impresa.
Si narra che il Colle di Rhuvan, sul quale oggi sorge il Palazzo Viola, la sede del sovrano di Gizeh, ospitasse un tempo un antico maniero in rovina, forse un tempo dimora di un regnante del Mondo che Fu.

Le piane ai piedi al colle, per svariate miglia tutt'intorno, erano state risparmiate dai violenti cataclisimi che avevano sconvolto Ea, e uno sparuto gruppo di sopravvissuti riuscì a farvi attecchire del granturco.

Un piccolo angolo di paradiso in cui poter vivere pacificamente, fino a quando in una notte d'estate, durante un'insolita tempesta, qualcuno giunse per abitare il maniero...

Uno Stregone, si narra. Questo giunse con l'inganno, con la promessa che le vite degli abitanti delle piane non sarebbero state minacciate dalla sua presenza. Si presentò come un benefattore, in grado di curare la terra e renderla più rigogliosa. Le genti accettarono di buon grado il suo aiuto, e questi sanò l'intera valle, rendendola ancora più fertile di com'era stata prima del Cataclisma.

Ma i suoi sforzi richiesero un prezzo.

Notte dopo notte, sempre più sparizioni cominciarono a sconvolgere la piccola comunità. Una maledizione, dissero i saggi, per loro che avevano sfidato il corso naturale degli eventi. Il mondo stava per finire, e tentando di sopravvivere, avevano sconvolto l'ordine degli eventi, adirando gli spiriti del male che avevano deciso di intervenire per punirli.
Ma un giovane guerriero, Rhuvan, fu ancora più saggio a non credere nei miti.

Rhuvan non riuscì mai ad accettare la sparizione della sua donna amata, e giorno dopo giorno, notte dopo notte, indagò, giungendo infine alla terribile conclusione: la causa delle sparizioni non era altro che lo Stregone che, in realtà, era riuscito a celare la sua vera natura dietro promesse e sorrisi. Un Signore del Male, un Succhiasangue, il cui nome non è stato tramandato dalle leggende perché mai più deve essere pronunciato in queste lande.

Pieno di dolore per aver scoperto l'orribile trapasso della sua consorte, affrontò armi in pugno il terribile Nemico. Armi che avevano spezzato le anime di innumerevoli Demoni, in quella notte di tempesta ebbero la loro ultima, gloriosa vittoria.

Si narra che dopo un tremendo combattimento, Rhuvan riuscì a trafiggere il cuore del demone. Un terremoto sconquassò allora tutta la piana, mentre una pioggia di saette trafiggeva la terra. Il Demone urlò, e infine spirò. Mentre la sua anima demoniaca lasciava la sua incarnazione terrena per tornare nell'Altrove, il suo corpo esplose, spezzando il Colle.

Di Rhuvan non rimasero tracce, se non il ricordo nelle menti di coloro che aveva salvato, ed oggi le parole vergate su questa pergamena.

Dalle rovine del maniero, gli uomini trassero le pietre per erigere un castello, e divennero forti, seguendo l'esempio di colui che li aveva salvati.

Fu allora che nacque Gizeh.
Fu allora che la Speranza tornò a splendere in queste lande.
 
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