-Ancora sveglio, Kani?- Fece Lakya, entrando nella tenda del suo collega. Lo trovò chino su diverse pergamene, mentre testava in scala delle piccole versioni dei suoi incantesimi. L'espressione di lui era tetra, per usare un eufemismo.
-Da quanto so il mio prossimo sfidante è abile nel mio stesso terreno, ma con più esperienza e più frecce al suo arsenale. Sto cercando qualcosa di utile in mezzo a tutte queste pergamene, ma proseguendo così, l'esito dello scontro sembra essere piuttosto certo.-
La Variyarsa studiò le ricerche dell'Idromante, vedendo se c'era qualcosa che il suo talento le diceva. Kani aveva decisamente più anni di esperienza rispetto a lei, ma manteneva quella rigidezza mentale dei maghi che avevano sempre fatto le cose nello stesso modo. L'età di certo non aveva addolcito quella caratteristica.
-Direi che con questi incantesimi, non puoi andare da nessuna parte.-
-Dimmi qualcosa che non so già.-
-Tuttavia, dopo la sconfitta, ho avuto modo di brevettare qualche piccolo incantesimo contro gli altri maghi, giusto per non sprecare tempo dato che non posso ancora tornare in patria.- Kani la fissò corrucciato: -Sai che non sono pratico con la tua magia, vero?-
Lakya lasciò lì le sue pergamene e scostò il lembo della tenda: -Hai tutta la notte per imparare un paio di trucchetti per sorprendere il tuo avversario domani. Del resto, sei già stato umiliato da qualcuno che usava i fulmini, forse questo ti ha motivato ...-
Kani aveva dormito poche ore quella notte, per cui dovette consumare una di quelle misture di erbe amare che i soldati usavano per tenersi svegli durante i turni di notte per apparire almeno in forze.
Come lo scontro con il Carandor, anche questa volta vennero portate delle botti di acqua di mare, con un'eccezione: una lunga asta metallica venne infilata nel terreno, come se fosse il pennone di una bandiera.
-Saluti a lei, Nobili Kairos. Ho intenzione di utilizzare tutto il mio sapere nel campo dell'Acqua e l'aiuto di un'amica, in questo scontro.-
All'inizio avrebbe combattuto nel solido modo: elementali di acqua, raffiche di ghiaccio e di vapore, cercando di tenere una zona secca attorno a sè in modo che i fulmini seguissero la via più "umida".
Tenendo distratto così l'avversario, avrebbe fatto sparire il bastone nel terreno e l'avrebbe fatto avanzare fino a sotto il suo avversario. Poi avrebbe utilizzato uno dei trucchetti che aveva avuto modo di memorizzare quella notte.
Una struttura a gambia avrebbe rinchiuso il mago nemico, in modo che i suoi fulmini si scaricassero a terra. L'aspetto della gabbia era molto poco elegante ed era visibilmente l'opera di un mago inesperto in quel tipo di magia, ma la funzionalità sarebbe stata sufficiente ai suoi scopi.
A quel punto, si sarebbe giocato il tutto e per tutto: avrebbe cercato di congelarlo nella gabbia, in modo da tenerlo bloccato lì, per poi fargli scoppiare la prigione di ghiaccio addosso, sperando che un attacco proveniente da tutti i lati fosse sufficiente ad abbattare il suo scudo.
Troppi sè per i suoi standard, ma doveva prenderlo alla sprovvista.