Giostra [Primo Turno] Ga'Agder Mulandze vs Calarel Scudo di Foglia

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Mentre il primo turno del torneo di magia volge ormai al termine, nella parte dell'arena dedicata alla giostra cominciano a prepararsi i concorrenti al primo turno della Grande Giostra del Torneo Le Prestige.
Alle estremità opposte del campo dell'onore si preparano l'eldar Calarel Scudo di Foglia e il suo primo avversario in questo torneo, lo gnoll Ga'Agder Mulandze.

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Calarel accarezzò il collo del suo stallone con l'unica mano ancora libera dalla pesante armatura da giostra. Nonostante l'esile e sinuosa figura del suo corpo la Generalissima Eldar sembrava a suo agio con tutto quel metallo addosso, quasi lo trovasse una seconda pelle. E quel termine, Generalissima, non le era stato attribuito a caso, tutt'altro, Carnil le aveva chiesto espressamente di fregiarsi di tal nome in virtù del fatto che, a differenza del principe, lei era una vera guerriera. Sistemando meglio la sella sul cavallo ripensò per un breve istante ai giorni della guerra civile ad Almarillan e di come lei, assieme a pochi altri, aveva dato la caccia a tutti i nobili traditori; per monti e valli aveva marciato e lottato, cavalcando instancabilmente sino a vedere la sua città messa a ferro e fuoco dalle arpie. Socchiuse gli occhi, inspirando profondamente mentre cercava la concentrazione per lo scontro imminente.
Lei era una di quelle che attribuiva la colpa dello sfacelo del regno ad Elenwen e Stannis, non alle arpie, e straordinario era che tra tanti suoi simili, proprio lei che aveva la mete così aperta e prona ad accettare il cambio di alleanze fosse stata posta a comando dell'esercito. Certo non era sempre stato così, ma a distanza di quasi quattro anni certe cose le erano scivolate addosso come pioggia; aveva sofferto e pianto come tutti, ma alla fine il cielo si era di nuovo tinto d'azzurro per gli eldar e per il loro futuro. Espirò di nuovo, profondamente, lasciando che quell'ultimo e sereno pensiero la invadesse.

«Un garzone mi ha detto che eravate qui, dama Calarel.» il principe ereditario apparve da dietro un mucchio di stai per la biada. Era simile al padre nei tratti del viso, inclusa una lieve barba ben curata - nonostante la giovane età - ma nei modi pareva ancora più etereo. Sembrava, a vederlo bene, che nessuno potesse scalfire la sua profonda e imperturbabile serenità d'animo.
«Vostra Altezza!» accorgendosi del sovrano la generalessa si prodigò in una riverenza seguita da numerosi tintinnii metallici.
«Non è il caso di essere così riverenti, suvvia.» sorrise lui. «Ero venuto ad assicurarmi che foste pronta per il duello, ma vedo che il mio viaggio è stato vano. Ho Saputo che avete rinunciato ad uno scudiero, posso sapere come mai?» chiese, avvicinandosi alla bestia e accarezzandola a sua volta.
«Sono nata in una famiglia non abbiente, mio principe, mi hanno insegnato ad essere autosufficiente tanto in pace quanto in guerra. Mio padre ha servito in cavalleria nella prima guerra contro l'Impero, io non ho seguito le sue orme ma...» carezzò di nuovo l'equino. «Abbiamo qualcosa nel sangue per queste bestie, noi Scudo di Foglia.» sorrise ad Ailas che, di rimando, annuì appena.
«Capisco bene. Mio padre ha scelto bene per il nostro esercito... ci sono stati abbastanza nobili e nobilotti senza arte né parte che si son dimostrati troppo inetti per fregiarsi di un titolo come il vostro.»
«Bel Riose era un bravo comandante, mio signore.» disse lei, a voce bassa. «E di sicuro avrebbe meritato una fine migliore di quella a cui la sorte l'ha condotto. Ma capisco cosa volete dire, e in parte non posso che condividere... molti dei miei soldati sono pieni di livore nei riguardi dei ribelli e dei nostri vecchi alleati. Vostro padre ha fatto la scelta giusta ad aprirsi alla gente comune, anche a costo di apparire più debole dei suoi predecessori.» s'infilò anche il secondo guanto d'arme, salendo a cavallo quasi senza sforzo subito dopo.
«Non c'è debolezza né disonore nell'abbassare la testa, se questo porta la salvezza della propria stirpe. Non c'è vergogna nell'ammettere una sconfitta, né v'è codardia nell'ottemperare alle richieste dei propri sudditi. Sappiate, mio principe, che stimo molto vostro padre e lo stimerei con o senza corona. È una persona buona, non meritava il fardello che gli è capitato.» guardò Ailas dritto negli occhi con uno sguardo che, in altri tempi, sarebbe stato considerato inaccettabilmente sfidante, ma anziché cagionare qualcosa di spiacevole non fece altro che convincere il giovane eldar della genuinità delle intenzioni del padre.
«Vi ho trattenuta anche troppo.» concluse lui. «Il vostro contendente vi aspetta, fatevi valere Calarel!» si fece da parte, permettendo alla campionessa di far trottare il cavallo fuori dalla piccola scuderia, dirigendosi nella piazza d'arme dove si sarebbe tenuto in tenzone.

Passò dai giudici di gara a recuperare la sua lancia, tenuta in custodia onde evitare manomissioni, arrivando poi davanti al palco d'onore. Reggeva l'emo a bocca di rana sotto il braccio con cui tratteneva le redini, mentre con l'altro sosteneva la grande arma smaltata di bianco; la bardatura del cavallo sfoggiava i colori del bianco e dell'azzurro, ma in testa ai blasoni del principato campeggiavano le insegne Sylvane del Duca. Era stato Carnil stesso a ordinare che le araldiche per il torneo - e per il neonato esercito - avessero quel chiaro richiamo a Sua Grazia Konrad, sia per dimostrarsi degno di fiducia sia per dimostrare a tutto il mondo che il Principato del Minnonar non era della stessa foggia dei suoi predecessori.
«Nobili dame e nobili Signori, vengo a portarvi gli omaggi di Sua Altezza Reale il Principe Carnil Calenardon Elensil e, con essi, anche la mia esperienza come Dama della Battaglia.» fece un inchino con la testa, poi si allontanò, prendendo posizione in attesa del suo avversario. Quando lo vide si calcò l'elmo sul capo, alzando la massiccia celata per salutarlo a modo.
«Salute a voi campione della Banda.» disse. «Che i nostri dei ci assistano nello scontro e che vinca il migliore.» e dopo un cenno solenne del capo calò la celata preparandosi alla carica.
Fianna le aveva spiegato, tempo addietro, che genere di bestie cavalcassero gli Gnoll in combattimento; i Phooaka risultavano possenti e quasi indomabili, decisamente più temibili rispetto al normale equino noto in tutta Ea e ammansito dalle generazioni. Tuttavia era pronta a scommettere di poter bruciare la bestia nemica sulla velocità essendo sia lei che il suo stallone più leggeri del nemico - almeno all'apparenza - e su questo si sarebbe basata. Non appena gli arbitri dettero il segnale iniziò a caricare, spronando al massimo l'animale che subito scattò addentando il morso e strattonando le briglie; ampie falcate che gettavano in aria zolle di terra compattata seguivano quella carica furiosa, mentre Calarel teneva gli occhi fissi sullo gnoll. Partì con la lancia verso l'alto, abbassandola mano a mano che galoppava sino a poggiarla sulla resta pochi istanti prima dell'impatto: puntò verso l'interno della spalla sinistra, ove si trovava la guardastanca rinforzata, cercando di colpire quanto più lontano possibile dalla parte periferica. Allo stesso tempo puntò i piedi sulle staffe inclinando lievemente il busto in avanti per sfalsare la distanza di impatto e provare a entrare di allungo, bruciando il canide sul tempo.
 

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« UNA! UNA SOLA G! SE DICE GA'ADER NON GAAGDER, PARE CHE ME CHIAMO COME NA GHEGBOLL!!! »
« Amò, ma che è na ghegboll? »
« Una cosa di cui ora nun potemo parlà, semo ancora 'n fascia protetta. Poi sennò traumatizzamo libbimbi bbritannici e lelù s'incazza. »
« Aaah! » - La gnoll si coprì il muso con le mani, imbarazzata, e non aggiunse parola. Dliko'o, seduto accanto alla coppia reale, non disse niente, limitandosi ad attendere che il torneo della Giostra avesse inizio.
Ga'Ader dal canto suo era tutto baldanza e vivace entusiasmo: il più anziano compagno generale non aveva ottenuto il risultato sperato nella gara di tiro, anche se comunque si era piazzato bene a parimerito con altri notevoli concorrenti, e per questo era stato accolto con gioia dal resto degli Gnoll delegati - e anche dagli umani, che l'avevano in simpatia avendo appreso anche da loro importanti nozioni e tecniche per avere un tiro più preciso. Era vero comunque che non si erano classificati nemmeno nel podio, rubato da molte di quelle stirpi che di base erano più avvezze alle armi da tiro; un esito prevedibile ma non per questo meno irritante. Ga'Ader dunque, spesso presentato - a confrontpo con Muldrun - come volto più carismatico e bonario degli eserciti Gnoll, si riprometteva di portare a casa un risultato migliore. E già dal sorteggio aveva sorriso fra sé, notando di essere capitato contro una razza che, dopotutto, di cavalcature era rinomatamente meno esperta - per territori prediletti e per affinità guerresca.
"Ga', semo contro l'erdarr; spero nun saa prendano se poi ce capita de vince, dopotutto so' tutti npo' artezzosi."
"Fanno du fatiche e se scazzano: c'hanno avuto n po' de fortuna coll'archi e so' terzi, ora tocca ad artri de fasse avanti."
"Sì c'hai raggione, però fatte vedé bbeneducato."

Muldrun, a volte, era troppo cerimonioso e attento a quel genere di formalità tanto care agli altri stati., e questo infastidiva il bruno generale; ma Ga'Ader capiva che fosse per via di un po' di fisime di fare bella figura davanti agli altri popoli di Ea e di non apparire come un popolo troppo rozzo o barbarico. Volenti o nolenti dovevano farsi accettare, anche se Ga'Ader avrebbe preferito qualcosa di più verace. Guardando il baccano ancora animato fra gli spalti da alcuni elfi malandrini, gli venne una mezza idea.

A differenza dei normali cavalli, i Phooaka si muovevano molto silenziosamente sul terreno, e questo unito alla loro grande mole li rendeva se possibile ancor più inquietanti. Concretamente erano dei predatori, e come tali si muovevano in corsa: le grandi zampe gli permettevano una buona aderenza anche sui terreni più accidentati, balzando da ostacolo a ostacolo, e l'articolazione più allungata delle zampe anteriori consentiva loro di correre più vicini al terreno, di fatto rendendo spesso più difficile a battaglioni di lancieri avversari colpirli mantenendo una buona linea di tiro avvalorata dal punto d'appoggio a terra. Qualcun altro avrebbe considerato l'idea di placcare i loro artigli o il loro corno affilato per renderli ancora più letali, ma avrebbe fatto presto a imparare che snaturare le "armi" di un Phooaka è una pessima idea: creature violente e soprattutto orgogliose per natura, qualsiasi cosa piazzata sul loro corpo troppo intralciante e pesante - e quindi che potesse aiutarli a combattere - veniva prontamente rimossa a furia di scalciare, rotolarsi e sbattere dappertutto. Per questo Ga'Ader entrò nell'arena con il suo Phooaka spoglio di qualsiasi armatura anche cerimoniale, se non una sobria bardatura color ocra e bordò che ne rivestiva i fianchi possenti ed una sella di semplice fattura. E per lo stesso motivo l'armatura di Ga'Ader non era pesante e corazzata come quella delle cavallerie pesanti ordinarie: portava comunque la guardastanca sulla spalla sinistra, ma c'erano molte parti coperte soltanto da cuoio e gambesone. In particolare le gambe erano completamente scoperte, se si faceva eccezione per la scarsella che copriva in parte le cosce.
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Già uno gnoll di suo non pesa poco dopotutto, e riuscivano a stare in sella solo grazie al completo dominio sulla cavalcatura. Anche in quel momento il Phooaka un po' tirava le redini e grattava il terreno dell'arena con gli artigli, e Ga'Ader gli rispondeva con ringhi sommessi. - « Stabbono, Zzannalama. » - La creatura sbuffò. Tutto così il rapporto fra Phooaka e Gnoll, una lotta continua. Ma era anche così che si temprava ancor più l'animo selvaggio di ogni gnoll.
Ga'Ader aveva osservato con curiosità l'incedere dell'eldar e la sua presentazione a suo dire ampollosa ai giudici ed i nobili presenti. L'uomo jena maculata si avvicinò tutto impettito e fece un mezzo inchino alle delegazioni di nobili e nobilotti provenienti da tutto il resto di Ea, prima di parlare.
« Ao', signori essignore di tutta Ea. La Bbanda di Kor'Voth gareggia pper la prima vorta ai vostri occhi in un Torneo cavalleresco, e spperamo chelle nostre arti dela guerra del lontano Nord ve possano divertire e sorprendere. Io, Ga'Ader Mulandze, combbatterò per la gloria della Bbanda e 'l divertimento de vo' ssignori. » - Poi si voltò prima da una parte e poi dall'altra, alzando in alto la propria lancia da giostra con un gesto di incitamento cameratesco, mentre parlava alla folla del popolo venuto ad assistere a quei divertimenti. - « E lo farò pure pevvoi! Arzate la voce, ch'io vinca opperda, questo torneo è n momento di ggioia in cui non facciamo la guera ma combattiamo er Buon Combattimento de' cavalieri! Divertimose!!! » - Muldrun, sentendo quel fuoriprogramma, un po' si agitò dal suo posto sugli spalti delle delegazioni, ma ci pensò Ougri'i a tenerlo buono indicandogli come la folla sembrasse gradire il coinvolgimento.
Dopodiché il crestato generale prese posto sulla sua cavalcatura - facendo tutto da solo: non che non gradisse l'aiuto, ma come tutto il resto delle cose, anche quelle faccende erano qualcosa di personale fra Gnoll e Phooaka... E chi ci capitava di mezzo rischiava spesso di rimetterci una mano o peggio - ed attese che i giudici dessero il via a lui e l'eldar sua avversaria. Ricambiò con un cenno del capo il saluto della giovane. - « Ao' avvoi, campione dell'eldar. Che Gallean tassista. » E pure lui calò la celata dell'elmo, che ricalcava una fauce gnoll a zanne snudate per via del bordo inferiore frastagliato a zig-zag.
Partirono, rombare di zoccoli contro morbidi tonfi di zampe: Zannalama tirava e spronava attirato dall'odore di preda del cavallo, e non servì molto incitamento da parte di Ga'Ader per correre a tutta velocità - anzi, piuttosto doveva controllarlo per evitare che si lasciasse andare ai moti più istintivi della caccia. Lo Gnoll poggiò da subito la lancia in resta per avere un minore affaticamento in vista del forte impatto: addossato in avanti contro il possente collo del Phooaka e tutto chino in avanti per contrastare lo scontro imminente cercò la guardastanca avversaria, sperando che il maggior peso in movimento sarebbe valso abbastanza da attutire la forza dell'assalto dell'eldar e al contempo avvalorare il proprio colpo.

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Le due cavalcature prendono velocità mentre Calarel e Ga'Agder puntano la lancia contro lo scudo del proprio avversario secondo le regole della giostra; come da antica tradizione il vincitore sarà colui che riuscirà a disarcionare il proprio avversario oppure se non vi saranno disarcionamenti a colui che, a giudizio insindacabile dei giudici, avrà raggiunto il punteggio di almeno 12 punti, calcolati questi ultimi in base alla forza ed alla precisione del colpo.
Non c'è bisogno di dirlo, ma ovviamente il pubblico sugli spalti attende con grande anticipazione l'esito dello scontro, la giostra è da sempre uno spettacolo amato da tutti a britannia, grandi nobili come anche popolani, e tutti si augurano che la vittoria venga decisa nel modo più onorevole ovvero tramite disarcionamento dell'avversario e non soltanto grazie al freddo calcolo dei punti.
La prima carica già suscita l'entusiasmo del pubblico: Calarel Scudo di Foglia e il suo destriero corrono letteralmente con la velocità del vento mentre Ga'Agder e il suo Phoaaka prendono velocità più lentamente ma con la forza travolgente di un uragano. Quando i due si incontrano entrambe le lance dei contendenti si spezzano con un rumore secco fra gli applausi scroscianti del pubblico; il colpo portato da Calarel sembra comunque un poco più preciso di quello di Ga'Agder che però si è mostrato più potente tanto che l'elfa barcolla lievemente sulla sua cavalcatura. Immediatamente due nuove lance vengono consegnate ai due cavalieri e ci si prepara alla seconda carica; Calarel sembra avere qualche difficoltà: l'odore del phoaaka sembra infatti avere innervosito il suo cavallo, non avvezzo all'odore ferino della belva degli gnoll. Infine ha inizio la seconda carica; ancora una volta Calarel punta sulla velocità e Ga'Agder sulla potenza, ma quando i due si incontrano la lancia del rappresentante di Kor'voth colpisce perfettamente al centro lo scudo dell'avversaria più leggera che viene sbalzata dalla sella. Con grande sorpresa del pubblico è Ga'Agder che si aggiudica la prima manche, per disarcionamento dell'avversario.

Come sempre viene concesso qualche minuto di pausa ai due contendenti perchè possano preparasi adeguatamente alla seconda serie di cariche.
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Calarel, rialzatasi dal capitombolo, si tolse l'elmo per tornare a respirare con maggior semplicità. Non poteva dire di trovare inaspettata quella situazione, dopotutto era contro un vero e proprio bestione, più che un normale cavaliere, al netto della bravura la presenza del phooaka e la sua stazza giocavano in modo determinante contro di lei. Avrebbe fatto volentieri a meno di giostrare a quelle condizioni, ma se questo la sorte aveva scelto, questo lei avrebbe affrontato. E lo avrebbe fatto a testa alta, come le avevano sempre insegnato a fare. Si mosse da sola verso il proprio cavallo, recuperato dai garzoni e tenuto fermo vicino alla parte finale dell'arena di gioco. La guardastanca aveva assorbito quasi tutto l'urto della lancia dello gnoll, ma la brusca caduta non l'aveva lasciata propriamente indifferente: ben lungi dall'aver bisogno di fermarsi, tuttavia, si sfilò il guanto destro per guardarsi la mano. Aveva le nocche arrossate che, sull'incarnato pallido, risaltavano immediatamente; la forza con cui aveva serrato la lancia le aveva quasi fatto venire un crampo, ma del resto non poteva far molto di più. Rimise il guanto, assicurandolo saldamente alla protezione del braccio prima di fermarsi vicino ai garzoni.
«Niente di inaspettato.» commentò, visibilmente frustrata, fuori dai denti. «Se Demerzel osa lamentarsi del suo contendente cosa dovrei dire io?»
Il garzone di britannico la guardò, non sapendo bene cosa dire in merito - dato che non aveva idea di chi fosse Eto Demerzel - ma si limitò ad allungarle le briglie in modo che potesse afferrarle saldamente.
«Non saprei mia signora, avete fatto tutto sommato discretamente. Contro quella bestia in pochi avrebbero potuto far di meglio. Fortuna che gente di quella risma, qui, non se ne vede tutti i giorni.»
Non voleva essere esattamente offensivo, ma nel Sacro Impero gli gnoll - e pure gli eldar invero - dovevano essere una piccola rarità, motivo per cui anche concepirne la forza e l'aggressività doveva rientrare nel reame delle cose "complicate" da fare.

«Cerchiamo di concludere con dignità questa cosa e tornarcene a casa con un certo grado di decenza.» quasi scherzò. «Vestire i colori di Sylvania e fallire così miseramente potrebbe indisporre il Duca.»
Annuì alle sue stesse parole, saltando di nuovo in sella e sistemandosi l'elmo sulla testa. Passò col cavallo al padiglione dei giudici in modo da farsi affidare una nuova lancia, dato che la sua giaceva a terra ridotta in mille pezzi dopo la caduta, quindi si mise nuovamente in posizione. Avrebbe voluto dire qualcosa di carismatico o sfidante, ma lei era il tipo di generale che ispirava più fiducia con la presenza e i gesti che non a vane parole; alzò la celata rivolgendo lo sguardo allo gnoll, poi parlò.
«S'io riuscissi a capire meglio i vostri modi, Sir Mulandze, immagino che godrei meglio della vostra parlata.» esordì. «Ma mi accontenterò, per ora, di farmi i complimenti per la carriera, anche se vi dico che il vostro Phooaka vi rende un avversario ancor più temibile di quanto già non siate.» poi guardò verso gli spalti, facendo un cenno della testa al principe Ailas che, di rimando, sorrise e si limitò ad annuire.
«Vedremo, quindi, se la vostra è stata fortuna o talento nel prossimo giro.» si abbassò la celata, alzando la lancia a salutare l'avversario prima dell'inizio della carriera.

Avrebbe potuto, volendo vincere, giocare scorrettamente e puntare a colpire una parte meno protetta della difesa gnoll, ma le sarebbe sembrato incredibilmente barbarico. Altri lo avrebbero fatto senza neppure pensarci, in tutta probabilità, ma lei non era della stessa risma, se lo era ribadito abbastanza volte da averlo impresso a fuoco in testa. La velocità non sarebbe servita a niente, il bestione era troppo grande e pesante, lo gnoll troppo robusto rispetto a lei e alla sua monta, quindi doveva agire d'astuzia e provare a sfruttare la minor precisione dell'altro. Afferrò le redini e le rigirò attorno al polso, facendo in modo di poterle usare come appiglio nel caso avesse rischiato il disarcionamento, poi caricò al segno dei giudici. Partì velocissima, spronando l'animale con forza e facendolo letteralmente balzare in avanti, lancia in resta, allargandosi da subito verso l'esterno, come se volesse evitare d'essere raggiunta dalla lancia nemica. A metà tragitto, però, punto di nuovo verso l'interno, così da riavvicinarsi e - allo stesso tempo - rendere più difficile prendere la mira all'altro. Avendo un angolo di attacco più ampio, visto il lieve andamento obliquo, stavolta mirò dall'esterno all'interno, nel tentativo di far perdere la presa allo gnoll, spingendosi anche in avanti sulle staffe per imprimere quanto più momento possibile a quell'impatto. Non aveva la più pallida idea se sarebbe bastato o meno quel piccolo escamotage, ma più di quello non sentiva di voler fare.
Non contro uno gnoll, almeno.
 

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Mentre ancora terminava la carriera, Ga'Ader agitò la sua lancia - o meglio il moncone che gli era rimasto dopo aver disarcionato l'avversaria - in gesto di vittoria verso il pubblico: in particolare furono i membri della Banda a rispondere, con gli gnoll preda di un tifo scatenato. Anche se era una sola piccola vittoria ci mettevano davvero del loro.
« DAJE C'ANNAMO AVANTIIIIII FORZAAAAAAAAA »
« ANCORA UNA GA' ANCORA UNA DAJE COSI' »
Dliko'o, che non era proprio un tipo espansivo, si accontentava di fare un tifo un po' più pacato, anche se per quelli che gli stavano vicino si notava fosse evidentemente a disagio.
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Rilasciata la presa sulle briglie, Zannalama finalmente fu libero di muoversi come voleva e per prima cosa - se già non bastava l'odore a innervosire le altre cavalcature - si lasciò andare a un forte ringhio che somigliava a un grido gutturale.
« Ohhh stabbono sennò ce cazziano qua. » - Ga'Ader riprese subito il controllo, assicurandosi che la bestia si calmasse un po' dopo una piccola sgroppata e agitar della lunga coda flessuosa. Poi si diresse verso la tribuna dei giudici per farsi dare una nuova lancia - possibilmente evitando che il Phooaka, ancora su di giri per le varie carriere ed i forti impatti con la cavalcatura dell'Eldar, masticasse qualche ditino a portata di muso.
Ga'Ader era baldanzoso ma sapeva di avere sfruttato in larga parte un vantaggio intrinseco della natura della sua cavalcatura: e lo stesso trucco non avrebbe funzionato due volte, con ogni probabilità. Stiracchiò un po' la spalla sinistra, leggermente indolenzita per la forza dei colpi ricevuti dalla Scudo di Foglia - quell'elfa sapeva molto bene dove colpire. Laddove gli gnoll prediligevano la brutalità e colpi più generici nella speranza di fracassare tutto insieme al bersaglio prescelto, gli eldar erano sicuramente più inclini alla finezza e precisione - incoccando un perfetto risultato con sforzo minore. Se non avesse combinato qualcosa, pur con tutto il peso di lui e del Phooaka l'elfa avrebbe potuto facilmente disarcionarlo.
Si riavvicinò al suo lato designato del campo, sentendo con sorpresa - e genuina soddisfazione - che l'eldar un pochino sembrava avere la lingua più sciolta. Certo aveva ancora quell'aria cerimoniosa da damerino ma che poteva farci, er Mulandze, nelle corti di Ea l'etichetta voleva così e gli gnoll ci si dovevano abituare.
« C'èttempo pe' conoscersi, uh... mr- no, miss... » - Incespicò qualche secondo sull'appellativo da usare, maledicendo mentalmente quei crismi inutili: tamnto era più facile fra gnoll che ognuno si chiamava per nome e finiva lì. - « Dame Scudo Di Foglia, sì. » - O almeno gli pareva fosse quello giusto. Poi ci rise sopra. - « Comme vede pper me è difficile ar contrario. Ppotremo 'mparà entrambi. Eggrazzie pe' i complimenti, io c'avrò la prestanza fisica ma pure voi non scherzate. Voi eldar sete cecchini pure co' le lance. Spero che a st'artra cariera de poter vedere quanto davvero potete colpì preciso! » - E a quel punto ridendo si ricalò la celata zannuta sul muso, imbracciando gagliardo la lancia e mettendosi in posizione per poter partire, aspettando il via di giudici. Sotto di lui, Zannalama fremeva e contraeva i muscoli un lato alla volta, come una tigre pronta a balzare sulla preda dal suo nascondiglio. Ciò gli fece venire un'idea.

Partirono entrambi di gran carriera, e stavolta Ga'Ader puntò più sulla rapidità di prima, volendo testare un differente approccio per mettere più in difficoltà la sua avversaria con una tattica inusuale per un bersaglio massiccio e pesante come lui ed il Phooaka. Al momento giusto, quando fossero stati quasi sul punto di colpirsi a vicenda, avrebbe dato due rapidi colpi ai fianchi di Zannalama con gli speroni, stimolando la creatura a compiere un balzo in avanti mentre correva: l'elevazione maggiore avrebbe dato filo da torcere alla sua avversaria, e la forza del peso che tornava giù dopo il balzo avrebbe ulteriormente potenziato il suo colpo, rendendolo, se avesse trovato il suo bersaglio, a dir poco devastante.

ho consultato google per il corrispettivo di sir V: chiedo scusa per la lungaggine nel postare.
 

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E lo scontro ricomincia, sotto gli sguardi affascinati dei nobili britannici, decisamente non avvezzi a vedere uno scontro del genere, e del pubblico britannico che ormai si era diviso in due fazioni più o meno equivalenti in base a insondabili gusti personali e la cui speranza era di assistere ad un altra manche altrettanto vivace. La prima carica si conclude con un nulla di fatto, ma ancora una volta la lancia di Calarel ha superato le difese di Ga'Agder e centrato in pieno lo scudo mentre il colpo di rimando è stato assai meno preciso: lo gnoll però è riuscito a rimanere in equilibrio, forse anche perchè la cavalcatura dell'eldar, spaventata dal phoaaka, tende a scartare, togliendo forza al colpo.
Anche nella seconda carica la cavallerizza eldar ripete la serie di finte, che a quanto pare sembra confondere lo gnoll: questa volta entrambe le lance colpiscono il bersaglio e Calarel deve impegnarsi a fondo per rimanere in sella per la violenza del colpo del suo avversario. Quando i due si preparano per il terzo scontro il pubblico applaude a scena aperta conquistato da quello scontro così affascinante ed equilibrato.
Terza carica...terzo centro pieno di Calarel e questa volta Ga'Agder, centrato in pieno, non riesce a tenersi in sella al suo bestione di combattimento! Calarel Scudo di Foglia si aggiudica la seconda manche per disarcionamento dell'avversario!
I due contendenti sono roa alla pari, la terza tornata sarà quella decisiva. I giudici, dopo aver aiutato lo gnoll a rialzarsi, annunciano l'usuale pausa per permettere ai due di ristorarsi e prepararsi al meglio per la pugna.
 

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Calarel alzò la lancia al cielo, esultando tra gli applausi del principe Ailas, della sua consorte e degli altri astanti eldar. Anche parte della platea britannica si era unita all'esultanza, trovando evidentemente piacevole lo scontro. Alzò la celata fermando il cavallo, volgendo la testa all'avversario mentre veniva rimesso in piedi tutto sommato senza aver riportato ferite di sorta; era entusiasta del proprio risultato, ma anche consapevole della difficoltà con cui l'aveva raggiunto. Lo gnoll era coriaceo e oramai risultava palese come il phooaka infastidisse le altre bestie, il tutto non contribuiva a facilitarle la vita, anzi, era stata più dura di quanto avesse preventivato. Quella vittoria, tuttavia, le rinnovò la speranza, facendola tornare l'irriducibile ed instancabile guerriera che era sempre stata.

«Dite che ho colpito sufficientemente preciso, Mulandze?» scherzò, avvicinandosi a trotto allo gnoll. «Ammetto che siete un osso più duro di quanto avessi mai potuto immaginare, che sia merito vostro o della vostra bestia non saprei dirlo, invero, ma è certo che stiamo dando spettacolo.» con una mano si limitò ad indicare la platea che ancora applaudiva l'ultimo scontro, tornando giusto in quel mentre composta, poco alla volta. Se non altro, era vero, avrebbero dato qualcosa di memorabile al torneo, o almeno così sperava; se anche l'avesse sconfitta si sarebbe potuta vantare di aver giostrato al meglio delle sue possibilità, nel bene e nel male. «Il Condottiero sceglie bene i suoi emissari... dovrò fargli i complimenti di persona: nonostante non tema di confrontarmi con qualcuno nel vostro caso sarebbe a dir poco complesso uscir vincitori.»
Fece un piccolo cenno con la testa, elegante, prima di voltar l'equino e rimettersi in posizione.

Lasciò andare tutti i pensieri per concentrarsi unicamente sull'ultima, decisiva, carica. Aveva esaurito quasi completamente il proprio repertorio, e ben poco poteva fare per limitare il fastidio provato dallo stallone vicino alla monta avversaria; bisognava che giocasse d'astuzia un'ultima volta, sperando che funzionasse. Si fermò, nel tempo concessole, a riprendere fiato togliendosi le parti di armatura non necessarie in maniera tale da recuperare un poco le forze. Nonostante l'abitudine al combattimento tutto quel giostrare iniziava a provarla, ma non si sarebbe arresa senza dare il tutto per tutto. Fece una carezza alla monta, cercando di fare in modo che si tranquillizzasse il più possibile prima di correre nuovamente, nel frattempo il garzone britannico le portò del vino per rinfrescar la gola e uno straccio per asciugarsi il sudore.
«Complimenti Dama Calarel, avete fatto un'egregia giostra.» si congratulò, mentre l'altra mondava il viso dalla fatica. «Lo gnoll è senz'altro imponente, non v'invidio, ma se non altro siete riuscita a tenergli testa.»
«Grazie giovanotto. Comunque ancora non è detta l'ultima parola, forte com'è non mi stupirebbe avesse la resistenza di un toro.» sorrise, buttando giù mezzo coppa di alcolico senza neppure sentirlo. L'altro, nel vedere quella donna esile e mingherlina tracannare vino come niente, rimase lievemente stordito, al punto che l'eldar gli mosse una mano davanti al viso per accertarsi fosse sveglio.
«Sei ancora con me?» domandò.
«Sì, signora. Cioè sì, non si preoccupi, ho solo avuto una piccola epifania, niente di più.» deglutì, iniziando a farsi venire il dubbio che il vero mostro tra i due contendenti fosse proprio Calarel, anche se per i motivi sbagliati.
«Augurami buona fortuna, quindi. Ultimo giro di giostra.» si rivestì e rimontò in sella.
«Che il Padre Celeste guidi la vostra lancia, mia signora.» disse il garzone.
«In questo momento accetto le benedizioni di qualsiasi divinità. Non vogliatemene, Gallean.» si portò in posizione, recuperando una lancia e preparandosi al confronto finale. Uno contro l'altra gnoll ed eldar si sarebbe dovuti scontrare per l'ultima volta, stabilendo chi, tra i due, avesse avuto il piacere di procedere e chi, invece, avrebbe concluso il torneo al primo turno.

«Nel nome di Sua Maestà Carnil e di Sua Grazia Konrad, facciamo che questa giostra sia degna di entrare negli annali, Sir Mulandze!» si abbassò la celata, alzando la lancia all'avversario in segno di saluto, come aveva sempre fatto, dopodiché si preparò a caricare.
Le rimaneva un'ultima carta da giocare in quel contesto e non avrebbe lesinato nel provarla. Serrò la mano libera sulle briglie, spronando lo stallone al galoppo, lancia in resta. Torse lievemente il busto verso sinistra, in modo da far avanzare la guardastanca e tenere lievemente più indietro la lancia: nel momento in cui i due si sarebbero scontrati avrebbe fatto leva sulla propria agilità per tirare indietro il torso ruotando lievemente all'indietro verso destra, in modo da allungare la lancia e allo stesso tempo sfalsare l'affondo nemico. Sperava che, così facendo, sarebbe stata la sua agilità a compensare la scarsa affidabilità dello stallone. Inoltre, muovendosi a quella maniera, avrebbe comunque provato a mandare a segno un colpo improvviso, meno prevedibile che in precedenza, facendo forza sulle staffe per imprimere tutta la forza possibile.

Giostra spettacolare, da antologia! Gnoll e Elfi per tornei di tutta Ea!
 
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Nonostante lo smacco, mentre un altro paio di gnoll aiutavano il generale a rialzarsi, Ga'Ader non era affatto avvilito: anzi rideva mentre piano piano si rialzava in piedi riprendendosi dalla rocambolesca caduta.
« AHAHAHAHAHAH! Ma è na lancia o n'arco quello?! Lo usi troppo bbene! » - Fece all'eldar quand'essa gli si fece vicino, alzando a propria volta la celata dell'elmo per poterla guardare bene in volto. - « Me sei piaciuta, così se deve fa n duello, se se vince tutto ncè gusto poi. Mo' però statte attenta che o spareggione noo perdo. » - Al ché sogghignò, ma senza tracotanza: Ga'Ader amava l'ebrezza ed il gioco del combattimento come tutti gli gnoll, ma non faceva mai della vittoria una questione di principio laddove non contava davvero conquistarla - cioè altrove che non fosse nella guerra.

Nel mentre, un giovane gnoll dal pelo chiazzato gli riportava - con molta fatica e molta paura invero - le briglie di uno Zannalama riottoso e recalcitrante: la caduta di sella di Ga'Ader doveva averlo in egual misura divertito e infastidito, burlandosi del suo cavaliere ma subendo la sconfitta contro la più doma cavalcatura ordinaria dell'eldar, ed ora sicuramente voleva farla pagare all'avversario equino... Ma a modo suo e con meno onore che in una gara cavalleresca.
Appena si trovò le briglie a portata di mano, Ga'Ader le prese velocemente di mano al giovane e diede un forte strattone per far sì che il Phooaka lo guardasse negli occhi, al contempo snudando le zanne inferocito e ammonendo la creatura con la semplice forza della propria voce, con quel richiamo di valore universale.
« AO'! »
Il Phooaka sgranò gli occhi qualche istante arretrando leggermente, spaventato, e poi si calmò.
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Ga'Ader aspettò ancora qualche istante a muso ingrugnato, prima di sentirsi soddisfatto e di nuovo proprio dell'obbedienza dell'animale e rilassarsi, sciogliendosi in un sorriso - zannuto, ma un sorriso bonario nondimeno. - « Oh, bene. Daje, mò te dò du' bocconcini de porchetta, se ripijamo e jaa famo vedé, sì? » - Zannalama diede uno sbuffo dalle narici per annuire, ancora con gli occhi un po' sgranati.

Si riposarono un paio di minuti, minuti in cui Ga'Ader passò il tempo a rimuginare borbottando fra sé mentre dava qualche sorso a una generosa pinta di birra scura per rinfrescarsi e schiarire un po' la mente. La tattica del balzo, approfittando della minor bardatura del Phooaka che dunque lo rendeva più agile, non aveva funzionato come sperava: la precisione della sua avversaria era molto alta, e sapeva sfruttarla bene con accorgimenti strategici. Le finte gli avevano dato filo da torcere, così come la distanza, che gli aveva impedito di distanziarsi a sua volta - non si sarebbero colpiti a vicenda, altrimenti. La consolazione che aveva era che nonostante tutto, quando i suoi colpi trovavano bersaglio riuscivano ad essere devastanti. Non era necessario - e sarebbe stato sconveniente per la gara - che giocasse anche lui in difesa: doveva trovare solo un modo di colpire ancor prima che la sua avversaria potesse manovrare per proteggersi - cosa che di questo passo si aspettava avrebbe fatto ancora, per sopperire alla differenza di peso e stazza.
Lo gnoll schioccò un paio di volte le mascelle fra di loro, rimuginando a muso arricciato. Aveva tanti trucchi da poter usare, ma nessuno di questi adatto o corretto per un torneo cavalleresco, e non ci voleva certo fare una brutta figura: si doveva gareggiare per divertimento, non spaccare le gambe ai cavalli avversari per far franare la carriera avversaria. Sbuffò fra sé, bevendo tutto d'un sorso quel che rimaneva del boccale e posandolo su di una botte là accanto appositamente allestita dalla sua delegazione insieme a tutto il resto della parannanza da gara. Non gli piaceva, ma forse avrebbe dovuto ripetere qualcosa di simile alla prima carica per tentare di sbaragliare l'avversaria, oltre fare di nuovo affidamento sulla sua cavalcatura.

Salì in sella a Zannalama, passò dai giudici a prendere l'ultima lancia per quella manche e poi si mise in posizione dal suo lato dell'arena. Guardò in alto verso i suoi conterranei: prima un po' scoraggiati dalla sconfitta, ora avevano ripreso con nuovo ardore a fare il tifo per lui, ripetendo e battendo a ritmo con i pugni sui bordi in legno degli spalti: « GAA-DER! GAA-DER! GAA-DER! » . Li salutò con un cenno della lancia, portata in alto: poi si rivolse a Calarel, rivolgendo a lei la sua arma. - « Pe' l mio solo Condottiero, rendemo sta Giostra MAGGICA! » - Calò la celata, preparandosi alla carriera, inspirando profondamente. Iniziò a dare qualche piccolo colpetto nei fianchi di Zannalama mentre aspettava che i giudici dessero il via, e la bestia reagì con ringhi sempre più nervosi e forti.

Strinse forte le briglie di Zannalama, avvolte attorno al polso, e le tirò a tutta forza per spronare il Phooaka a caricare di forza e con veemenza. Già stuzzicato e provocato dal continuo punzecchiare, la bestia avrebbe condotto delle carriere violente, piene di ringhi e snudar di zanne - una piccola tattica che la cavalleria gnoll usava per intimorire le cavalcature avversarie, e sperò che quell'ulteriore stratagemma avrebbe indotto il cavallo di lei a stare più alla larga inficiando sulla sua mira. Avrebbe puntato sulle staffe inarcandosi in avanti, lancia portata più avanti possibile, mentre tendeva la spalla opposta con la guardastanca per essere più difficoltosa da colpire a maggior distanza - contando poi che come gnoll era più grosso, e quindi con un leggero vantaggio sulla distanza che poteva aggiungere torcendo il busto. Con il moto violento del Phooaka, poi, avrebbe reso la vita difficile a chiunque nel mirare correttamente: sperava anche ad un'Eldar.
 

Silen

Get a life
Entrambi i contendenti si preparano al meglio, la manche è quella decisiva: ci si gioca il tutto per tutto, o dentro o fuori. La Prima carica è appannaggio di Calarel che, precisa come sempre, colpisce in pieno lo scudo dello gnoll; purtroppo anche questa volta il suoc avallo recalcitra impedendole di colpire a piena forza. Nella seconda tornata però è Ga'Agder che va vicino a disarcionare la sua avversaria quando il cavallo di Calarel, ormai terrorizzato, minaccia di impennarsi fornendo così un bersaglio eprfetto alla lancia del guerriero gnoll: sfortunatamente per lui Calarel con una mezza contorsione sulla sella riesce a schivare il colpo decisivo. La terza carica si fa attendere per un poco poichè l'eldar deve calmare il proprio cavallo e quando finalmente ha luogo si risolve in un nulla di fatto anche se entrambi si ritrovano con la lancia spezzata.
Trascorse le tre cariche tradizionali i giudici vengono interpellati perchè diano il loro verdetto...ma con grande stupore il verdetto dei giudici è di partità! A Calarel e Ga'Agder viene chiesto di disputare una quarta carica di spareggio.
I due si preparano ad un nuovo scontro...le due cavalcature ormai risentono della stanchezza, come delr esto i loro cavalieri. Tattiche e sotterfugi vanno a pallino, c'è solamente la carica, lo scudo dell'avversario e che sia quel che sia...
E da questo titanico scontro è Calarel Scudo di Foglia che esce vittoriosa! Quando la polvere si deposita, Ga'Agder è infatti stato disarcionato; valga come consolazione per lui i calorosi applausi del pubblico di Taraska.
 
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