Dyolance
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In una placida e anonima mattina, una lettera chiusa dalla ceralacca si fece trovare rispettivamente sulle scrivanie di Marianne e di Cristopher. Di bella fattura e posizionata nell'economia della loro mobilia in modo tale da risaltare, da venire fuori, essa portava il sommo Sigillo Imperiale, ovvero il leone incrociato al serpente che solo il caro loro fratello Lelouch poteva vantare, utilizzare e portare al dito come se fosse una seconda fede.
La stranezza dell'avvenimento fu ulteriormente ampliata e approfondita dal contenuto di essa: una convocazione ufficiale alla corte, che si sarebbe tenuta il giorno seguente nella sala del trono. Particolare, più che altro perché una convocazione del genere poteva essere elargita ad un dignitario di Britannia, a un Visconte, magari ad Capo-gilda dell'Arte, raramente ad un Inquisitore (ora Esarchi e Vermigli) per questioni di rispetto per figure religiose, ma mai la misura era stata utilizzata per un principe e una principessa dell'Impero.
Per tutto il giorno il caro fratello Lelouch fece in modo di non incrociare i famigliari, chiudendosi nei suoi alloggi. Non v'era motivazione dietro quella richiesta, ovvero non c'era allegata una spiegazione; tuttavia, l'etichetta imponeva il rispetto assoluto di quello che più era un ordine per gli standard britannici, e per non incappare in uno spiacevole scandalo per l'opinione pubblica i cari fratelli Cristopher e Marianne erano obbligati ad accettare.
Così venne il giorno dopo e Lelouch si fece trovare per l'ora stabilita nella sala del suo sommo trono, coperto di tutta la gloria che poteva vantare: la sua armatura dorata, la sua corona trionfale anch'essa dorata a forma d'alloro e la spada cerimoniale. Sommamente accolse il fratello e la sorella, i quali secondo etichetta entrarono dal portone principale per la grande sala.
All'interno, a differenza di altri simili occasioni, grande solitudine: solo loro tre, la punta di diamante dei Cloveringi, e le guardie a difesa dell'Imperator.
Una volta prostratisi davanti al loro fratello-signore, Lelouch non diede il benvenuto, né si perse in vizi di forma. Andò dritto al dunque.
"Oggi metterò la parola fine a quest'insulsa faida famigliare."
[ @Silen parliamo di Contropoteri ]
La stranezza dell'avvenimento fu ulteriormente ampliata e approfondita dal contenuto di essa: una convocazione ufficiale alla corte, che si sarebbe tenuta il giorno seguente nella sala del trono. Particolare, più che altro perché una convocazione del genere poteva essere elargita ad un dignitario di Britannia, a un Visconte, magari ad Capo-gilda dell'Arte, raramente ad un Inquisitore (ora Esarchi e Vermigli) per questioni di rispetto per figure religiose, ma mai la misura era stata utilizzata per un principe e una principessa dell'Impero.
Per tutto il giorno il caro fratello Lelouch fece in modo di non incrociare i famigliari, chiudendosi nei suoi alloggi. Non v'era motivazione dietro quella richiesta, ovvero non c'era allegata una spiegazione; tuttavia, l'etichetta imponeva il rispetto assoluto di quello che più era un ordine per gli standard britannici, e per non incappare in uno spiacevole scandalo per l'opinione pubblica i cari fratelli Cristopher e Marianne erano obbligati ad accettare.
Così venne il giorno dopo e Lelouch si fece trovare per l'ora stabilita nella sala del suo sommo trono, coperto di tutta la gloria che poteva vantare: la sua armatura dorata, la sua corona trionfale anch'essa dorata a forma d'alloro e la spada cerimoniale. Sommamente accolse il fratello e la sorella, i quali secondo etichetta entrarono dal portone principale per la grande sala.
All'interno, a differenza di altri simili occasioni, grande solitudine: solo loro tre, la punta di diamante dei Cloveringi, e le guardie a difesa dell'Imperator.
Una volta prostratisi davanti al loro fratello-signore, Lelouch non diede il benvenuto, né si perse in vizi di forma. Andò dritto al dunque.
"Oggi metterò la parola fine a quest'insulsa faida famigliare."
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