[Norvegia] Carta dei diritti del Re e degli Stati di Norvegia

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Anonymous

Guest
E’ nostra ferma convinzione che la grandezza di un popolo e la prosperità di una nazione siano indissolubilmente legati all’esistenza di una legge chiara e giusta per quanto lo permette la nostra natura di peccatori, che dia ad ognuno, dal Re al più povero dei suoi sudditi serenità nella certezza dei propri diritti e dei propri doveri. Finchè la legge non è scritta è semplice per il malvagio ingannare il giusto, per il ricco opprimere il povero e per il potente sottrarsi alla legge.

A questo scopo e avendo in mente soltanto il bene del nostro regno e del nostro popolo, Noi, Sigurd II di Norvegia ordiniamo che nell’anno 1157 nella città reale di Oslo si riunisca un’assemblea di tutti i notabili del regno. Verrà loro dato libero accesso a tutta la documentazione degli archivi reali allo scopo di stendere una grande Carta che sia comprensiva di tutte le leggi del regno, delle prerogative reali e dei diritti e doveri del re, degli jarl, del clero e del popolo.

Essendo coscienti delle difficoltà che questa opera comporta invitiamo inoltre i nostri fedeli jarl a fornire ogni documentazione o cronaca in loro possesso che possa aiutare nell’immane compito di raccogliere e codificare gli usi e le consuetudini del nostro regno.

Estendiamo altresì questo invito ai venerabili sacerdoti della chiesa perchè possano aggiungere la loro impareggiabile conoscenza del diritto romano per colmare gli inevitabili angoli in ombra, nonchè a tutti gli uomini di lettere della nostra nazione e di quelle vicine affinchè portino il loro patrimonio di conoscenza ad aggiungersi al nostro.
 

[S]ir[B]ardiel

Amministratore
Membro dello Staff
Thomaso Beckett raggiunge la città di Oslo per aiutare l'amica nazione norvegese nel loro valido progetto.
 
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Anonymous

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Il rettore di Oxford venne accolto alla corte norvegese con tutti gli onori e nell'udienza concessagli dal Re lo stesso Sigurd elogiò pubblicamente la sapienza e l'intelligenza di Tommaso Beckett la cui fama aveva ormai raggiunto livello europeo.

Il primo compito che la grande assemblea si trovò ad affrontare fu la stesura di un Codice che comprendesse tutte le leggi del regno...compito questo che si rivelò fin da subito tutt'altro che facile.
Mentre le leggi promulgate da Sigurd e dai suoi immediati predecessori erano disponibili negli archivi reali sotto forma di editto man mano che si risaliva all'indietro nel tempo la nebbia si faceva via via più fitta. La società scandinava era uscita solo in tempi relativamente recenti dallo stadio tribale e il consolidamento dello stato era seguito a oltre cent'anni di guerre e disordini. Persino le leggi promulgate da una figura nota come Olaf il Santo sopravvivevano ormai solo nelle leggende e nelle ballate.

La soluzione caldeggiata da Sigurd ed infine accettata dall'assemblea fu quella di inserire nel Codice tutte le leggi delle quali esistesse una documentazione storica ed accertata prendendo come riferimento il regno di Olaf III il Pacifico ed abbandonando ogni velleità di codificare le leggi dell'"età eroica" delle invasioni vichinghe.

Una volta completato il Codice Re Sigurd ordinò che venissero fatte molte copie dell'originale e inviate a Jarl e governatori, questi ultimi vennero anche incaricati di diffondere il più possibile la conoscenza delle leggi presso il popolo.
Ogni nuova legge sarebbe stata inviata come editto, seguendo l'usanza corrente, ma ogni dieci anni il Codice sarebbe stato revisionato e copie aggiornate parimenti inviate a nobili e governatori.

Eppure questo lavoro, già di per sè importantissimo, era solo una delle parti della Carta dei Diritti immaginata da Sigurd...le successive sedute dell'Assemblea si sarebbero occupate di un altro aspetto della monumentale opera.
 

Valchiria

SoHead Perfumier - Queen of the year
Alla corte di Norvegia arriva Crodin di Uppsala architetto e letterato svedese
 
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Anonymous

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Anche Crodin di Uppsala venne riservata una cordiale accoglienza culminante con un'udienza privata con il monarca norvegese. "Qualsiasi regno che ambisca ad essere definito grande deve avere uomini come voi" fu l'elogio rivoltogli dal Sigurd.
 
A

Anonymous

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Le successive sedute della grande assemblea vennero dedicate lla riforma del sistema giudiziario dello stato. Accesi dibattiti si verificarono quando alcuni dignitari proposero di riformare il sistema giudiziario del regno, ancora modellato sul sistema tribale vichingo, adottando in toto il diritto romano.
Per quanto affascinante la soluzione potesse sembrare furono molte le voci a levarsi indignate contro una simile prospettiva che non teneva in nessun conto il diritto consuetudinario norvegese....fra queste ci fu anche Sigurd che si rendeva conto che il diritto romano era certamente piu evoluto ma troppo estraneo all'ethos della nazione per essere accettato in un sol boccone.

La soluzione finale adottata fu , come sempre accade in queste occasioni, un compromesso che si sperava potesse aumentare l'efficenza del sistema mantenendo i tratti peculiari della tradizione norvegese.
Ogni provincia del regno sarebbe stata dotata di un'assemblea formata dai cosiddetti "Uomini di Legge", Il Thing davanti al quale sarebbero state discusse tutte le violazioni della legge e i casi di crimini comuni quali furto, omicidio, rapimento, ecc. ecc.
Il criterio di giudizio sarebbe stato quello del diritto consuetudinario con qualche importante innovazione...ad esempio venne tassativamente proibite le faide, flagello della società tribale vichinga, sostituite dal pagamento di una somma di denaro o dall'esilio a seconda dei casi.
Diversamente da quanto accadeva nella primitiva società vichinga Re Sigurd badò bene di dare al Thing provinciale il potere far rispettare le proprie decisioni incaricando a questo scopo i governatori e le milizie provinciali di eseguirne le sentenze. Osservatori scelti fra la sviluppata burocrazia norvegese fedele al sovrano avrebbero vigilato per eradicare eventuali irregolarità ed abusi.

Per giudicare i casi più gravi di crimini contro lo stato (riconducibili in sostanza a ribellione e alto tradimento) venne istituita una corte particolare, l'Allthing composta dai più rinomati fra gli "uomini di legge" e dagli jarl di Norvegia.
Per rassicurare gli jarl che la monarchia non intendeva effettuare nè ora nè in futuro atti di arbitrio Re Sigurd accondiscese al principio che sebbene i Thing provinciali avesserp pieno diritto di giudicare e condannare (imponendo multe o persino periodi di detenzione nelle prigioni reali) un nobile che si fosse reso colpevole di un delitto civile o penale, soltanto una sentenza dell'Allthing poteva revocare il possesso di un feudo e soltanto nei casi di un crimine contro lo stato. Nel caso di un grave delitto, non però riconducibile a crimine contro lo stato, la pena più grave sarebbe stata la carcerazione a vita del colpevole ma le sue terre sarebbero legittimamente passate ai suoi eredi.
 

Silen

Get a life
[Uppo il topic in quanto andrò a riciclarlo in questo turno...la Carta dei Diritti è un progetto che vorrei portare avanti]
 

Silen

Get a life
L'ultima fase dei lavori dell'assemblea fu relativa alla definizione precisa dei diritti e dei doveri di ciascun ordine presente all'interno del Regno di Norvegia, dai popolani ai nobili allo stesso sovrano.

Il Re di Norvegia in quanto consacrato da Dio come pastore del suo popolo e come tale decide della pace e della guerra e più in generale delle relazioni diplomatiche con le potenze straniere. Ha diritto di esigere giuste tasse per il mantenimento di un esercito e di una flotta, nonchè per l'apparato statale, le guardie cittadine e quelle opere pubbliche che aumentino la prosperità dei popoli di Norvegia. Ha diritto di promulgare editti e leggi volti a regolare il pacifico svolgersi delle attività di tutti i giorni ovvero impedire il sorgere di controversie.

I nobili Jarl sono gli alfieri di sua Maestà, come primus inter pares essi governano sulle terre loro affidate e sulle quali esercitano diritto ereditario. Sebbene essi siano responsabili delle proprie azioni davanti alla legge i loro feudi non possono essere espropriati a meno che essi non vengano riconosciuti colpevoli di Alto Tradimento. In quanto a loro volta pastori e protettori del loro gregge di servi e popolani hanno altresì diritto di richiedere dai loro servi corvee non superiori a un giorno lavorativo per settimana ed alla decima parte del raccolto delle terre dei servi.
Qualora un signore tenti di spogliare un servo della sua legittima proprietà o cerchi di imporre tasse e corvee superiori a quanto stabilito dalla legge il servo ha il diritto inalienabile di appellarsi alla giustizia del Re.
Il Supremo Althing dei nobili jarl ha il diritto inalienabile di riunirsi almeno una volta all'anno e la facoltà di presentare alla Corona lagnanze e/o suggerimenti sulla politica da seguire. Si precisa tuttavia che tali pareri non sono assolutamente vincolanti ma posseggono valore consultivo.

I popolani e i servi delle terre di Norvegia sono a tutti gli effetti cittadini del grande Regno di Norvegia. Essi hanno il dovere di pagare le tasse alla Corona e ai nobili e di militare nell'esercito reale, hanno a loro volta il diritto di esercitare il proprio mestiere e di beneficiare della benevola giustizia della Corona. Nessun suddito reale può essere arbitrariamente spogliato dei propri averi o arrestato senza motivo. Come specificato nel Codice solo gliAlthing possono deliberare dell'arresto di un individuo e solo dietro precise condizioni.

Se lo spirito vichingo di euguaglianza pervase ancora molto la Carta dei Diritti nel suo complesso con tutto il corollario di precedenti stabiliti dalle consuetudini, d'altro canto specificava minuziosamente i poteri del sovrano e poneva briglie precise alla nobiltà in modo da evitare pericolose situazioni di anarchia feudale. Sigurd II inoltre approfittò della popolarità del suo regno per consolidare e affermare ulteriormente tutte le prerogative della Corona nel duplice sforzo di rendere ulteriormente più saldo il potere sovrano e più efficiente l'amministrazione dello Stato.
 
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