Nel percorso che è la vita, che fine abbiamo fatto?

Epitaffio

SoHead Technician
2014 ho iniziato a convivere e sono stato assunto in una "nuova" azienda a 30min di macchina da casa, nella provincia di dove abito (odio profondamente guidare).

2016 mi sono spostato (dopo 13 anni di fidanzamento, btw).

2018 mi sono licenziato visto che l'azienda non decollava (e ci ho anche perso qualche dindino) approfittando del fatto che altra ditta che collabora con mio padre da decine d'anni cercava una figura da integrare nel gruppo. A tutt'oggi lavoro qui (con partita iva però visto che mi permette di guadagnare qualcosina in più e fare anche roba extra, quando non lo so, ma se capita..) a ben 2 min di macchina da casa (yee).

A breve mi trasferisco a casa nuova perchè a fine luglio nasce un bimbo.
 

Alaisch

Chosen one
Dopo molto volontariato e lavori sottopagati, nel 2015 comincio a lavorare seriamente, e finalmente mi ritrovo in due progetti europei. Poi da li' un dottorato pagato dal governo portoghese, che terminerà a fine 2021, e varie collaborazioni + progetti almeno fino al 2023, sempre in Portogallo. La vita del ricercatore è cosi', a poco a poco. Paradossalmente, nonostante le incertezze, questa situazione del covid mi ha fatto rivalutare tutto, dato che ha mutato il certo per l'incerto.
Allora, tanto vale che fai ciò che ti piace.

NB: Inizialmente mi trovai in accordo con Artista riguardo a chi non avrebbe mai scommesso sul fatto che potessi avere un futuro, precisamente augurare il male a questa gente. Poi però ho capito che, probabilmente, devo il mio successo a queste persone (sembrano quelle frasi fatti lo so).
 
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Ho lavorato per 4 anni (quando era ancora attivo soh) nel campo dello sviluppo informatico <3
Praticamente da Gennaio 2011 (mi sono laureato Dicembre 2010) a Marzo 2014
Una bellissima esperienza, mi sono trovato benissimo.
Poi la mia famiglia mi ha offerto un posto come terzo socio aziendale (io mio bro e mio padre) per uno sviluppo sul territorio italiano di negozi di abbigliamento con un marchio medio-grande. Serviva un socio (io) che avesse una formazione un po' più strutturata, che si occupasse dei vari problemi burocratici & tecnici dell'azienda.
Abbiamo aperto con successo 7 negozi, e siamo usciti 4-5 volte sulle riviste come aziende italiane in ascesa col fatturato.
Nel 2018 abbiamo aperto uno stabilimento balneare nella mia città (si chiama Le Mar Village)
Vivo da solo da agosto 2016, e molti utenti di SoH sono venuti a trovarmi sia a Le Mar, sia a casa mia.

Andava tutto benissimo

Adesso il covid ha praticamente distrutto tutto. :)
 

Shaka

Get a life
Fantacalciaro
Ammazza davvero il COVID che botta vi avrà dato. Io faccio parte di quella parte fortunata di lavoro che con lo smartwork non ha subito, al momento, ripercussioni sulla condizione lavorativa, ma ci sono tanti settori veramente presi in culo.
Daje DDS, quando riparte tutto vi rialzerete

Allora, tanto vale che fai ciò che ti piace.

Questa frase mi ha fatto pensare, perchè l'ho sempre pensato anche io, ma ho scoperto con gli anni che è difficile capire cosa ci piace e comunque poi si raggiunge un livello per cui "ciò che ci piace" non basta più.
Alle superiori volevo fare il programmatore software e, mentre ero ancora all'università, mi capitò l'opportunità e la colsi. Fui assunto nella società dove lavoro ancora adesso. Sono partito come sviluppatore junior a 22 anni e piano piano, spaccandomi il culo, sono salito nei ranghi aziendali. A 25 anni gestivo un gruppo di sviluppo di 3 persone (piccolino) per un progetto in TIM. Adesso sulla soglia dei 40 gestisco un'intera area dell'azienda, ho una 20ina di persone, nel mio gruppo, gestisco una decina di clienti molto molto grandi in tutta Italia ma non tocco una riga di codice da boh...più di 10 anni sicuro. Formalmente faccio oppure ho fatto quello che volevo fare, ho avuto "successo", guadagno abbastanza bene ma...mi rompo il cazzo. Dopo i primi anni di scoperte, apprendimento, crescita, ora sono a un punto in cui mi annoio, pur facendo quello che da giovane volevo fare. Come detto prima sono in una confort zone che non voglio abbandonare, ma che mi tedia. Due anni fa cambiammo struttura interna in un cliente molto grande di Milano. Per 6 mesi ho risentito quell'adrenalina dei primi anni, perchè dovetti riorganizzare tutto il servizio, i gruppi di lavoro, i rapporti con l'IT, dovetti standardizzare i processi, istituire protocolli...molto divertente, ma passato quei primi mesi...di nuovo tutto si è standardizzato...insomma, boh...si potrà mai essere pienamente soddisfatti del proprio lavoro senza cambiare spesso, senza reinventarsi ogni volta, accettare nuove sfide, addirittura forse riniziare tutto da capo? Boh, secondo me la routine ammazza tutto, in tutto i campi, amore, lavoro, vita in generale...
Sarebbe bello cambiare spesso, mandare tutto a fanculo ogni 4-5 anni, ma in Italia ciò non è possibbile, e questo COVID ci ha fatto capire che pure nel mondo è un problema farlo, un rischio. A 20 anni o comunque sotto i 30 puoi anche rischiartela, ma a 40 anni? Chi me lo fa fare? Sono prigioniero di me stesso, della mia noia e della mia pigrizia
 
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Alaisch

Chosen one
Questa frase mi ha fatto pensare, perchè l'ho sempre pensato anche io, ma ho scoperto con gli anni che è difficile capire cosa ci piace e comunque poi si raggiunge un livello per cui "ciò che ci piace" non basta più.
Alle superiori volevo fare il programmatore software e, mentre ero ancora all'università, mi capitò l'opportunità e la colsi. Fui assunto nella società dove lavoro ancora adesso. Sono partito come sviluppatore junior a 22 anni e piano piano, spaccandomi il culo, sono salito nei ranghi aziendali. A 25 anni gestivo un gruppo di sviluppo di 3 persone (piccolino) per un progetto in TIM. Adesso sulla soglia dei 40 gestisco un'intera area dell'azienda, ho una 20ina di persone, nel mio gruppo, gestisco una decina di clienti molto molto grandi in tutta Italia ma non tocco una riga di codice da boh...più di 10 anni sicuro. Formalmente faccio oppure ho fatto quello che volevo fare, ho avuto "successo", guadagno abbastanza bene ma...mi rompo il cazzo. Dopo i primi anni di scoperte, apprendimento, crescita, ora sono a un punto in cui mi annoio, pur facendo quello che da giovane volevo fare. Come detto prima sono in una confort zone che non voglio abbandonare, ma che mi tedia. Due anni fa cambiammo struttura interna in un cliente molto grande di Milano. Per 6 mesi ho risentito quell'adrenalina dei primi anni, perchè dovetti riorganizzare tutto il servizio, i gruppi di lavoro, i rapporti con l'IT, dovetti standardizzare i processi, istituire protocolli...molto divertente, ma passato quei primi mesi...di nuovo tutto si è standardizzato...insomma, boh...si potrà mai essere pienamente soddisfatti del proprio lavoro senza cambiare spesso, senza reinventarsi ogni volta, accettare nuove sfide, addirittura forse riniziare tutto da capo? Boh, secondo me la routine ammazza tutto, in tutto i campi, amore, lavoro, vita in generale...
Sarebbe bello cambiare spesso, mandare tutto a fanculo ogni 4-5 anni, ma in Italia ciò non è possibbile, e questo COVID ci ha fatto capire che pure nel mondo è un problema farlo, un rischio. A 20 anni o comunque sotto i 30 puoi anche rischiartela, ma a 40 anni? Chi me lo fa fare? Sono prigioniero di me stesso, della mia noia e della mia pigrizia

Ti capisco e non ti capisco, nel senso che a volte anche io mi scazzo, ma non ho mai gestito personale, e trovandomi comunque integrato in un team, riesco nel mio piccolo a fare un pò come mi pare.
Magari forse sei nella posizione di non poterti più permettere di fare quello che vuoi, dato che sei responsabile di subordinati. L'unico consiglio che posso darti, che ho imparato in questi anni, è che esiste sempre una scappatoia, che consiste nel capovolgere i tuoi svantaggi in vantaggi. Come potrai immaginare, il guaio è che non è spesso visibile il come e serve tempo per far uscire gli output.
Comunque, andando OT, se ho capito bene lavori con la ESA. Beh quale campo, al giorno d'oggi, stà esplodendo più delle applicazioni spaziali? Ma sopratutto degli output dell' osservazione terrestre? Insomma, le occasioni non ti mancano, basti solo pensare ad Earth engine, che ha riscontrato un successo brutale in tantissimi campi scientifici.
 

Alaisch

Chosen one
Alaisch, come ti trovi in portogallo?

Da quello che ho vissuto posso dirti che la vita è molto placida qui dove mi trovo (Évora), ma sopratutto c'è un senso di comunità (attività, prodotti locali, concerti, cinema gratis). Questa cose si è persa nelle grandi città come Lisbona e Porto, che hanno subito un pesante processo di "decentralizzazione?" nella ultima decade.
In generale c'è un grande senso di civiltà, proprio intrinseco dei portoghesi (poi gli imbecilli stanno da tutte le parti). Una mancanza anche del senso generale del "tanto sò più furbo de te", cosa che ho riscontrato ovunque in Italia. Lungi da me il voler sputare sull' Italia, però uno ogni tanto le domande sulla qualità della vita deve farsele, e sul che senso ha guadagnare una barca di soldi ma stare in un cesso otturato inquinato (smog, chiasso, crimini, ecc..). Dal punto di vista sociale, a me contattano per uscire gente che tipo ho visto una due volte, e non è che sono il massimo della socialità. Stà gente è semplice, e sopratutto non si sono mai sentiti superiori a nessuno, più che altro hanno un grande orgoglio del loro passato (indipendenza, popolo di navigatori, resistenza agli spagnoli etc).

NB: il clima è continentale sebbene il bioma rientra nel mediterranico, almeno dove stò io. Praticamente non piove come al nord del Portogallo, c'è sempre il sole ed è un caldo secco. Il mare è l'oceano, con spiagge straordinarie ma acqua molto fredda (secondo gli standard italiani) e non rassicurante.
 
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Arminio

Ninja Skilled!
Vabbè, l'ennesima prova di come anche la penisola iberica ci abbia scavalcato in civiltà. Qui sembra che si possa solo degenerare.
 

camarillo

Chosen one
Fantacalciaro
Vabbè, l'ennesima prova di come anche la penisola iberica ci abbia scavalcato in civiltà. Qui sembra che si possa solo degenerare.

siamo comunque tra le prime dieci economie mondiali e dai non siamo la somalia dove nell'oscurità della notte potrebbero sbranarti le iene oppure non siamo una polveriera tipo libia (nonostante tutte le situazioni al limite dei diritti umani che nascondiamo neanche troppo bene sotto la luce de 'o sole)

siamo nella provincia dell'occidente con tutte le caratteristiche del concetto di provincia (positivi e negativi), non lo scopriamo oggi
 
Ammazza davvero il COVID che botta vi avrà dato. Io faccio parte di quella parte fortunata di lavoro che con lo smartwork non ha subito, al momento, ripercussioni sulla condizione lavorativa, ma ci sono tanti settori veramente presi in culo.
Daje DDS, quando riparte tutto vi rialzerete


E' una tragedia, il 28 febbraio la mia azienda era un gioiello, pagato tutto, personale, fitti, fornitori e tasse in maniera puntuale

Oggi abbiamo mezzo milione di euro di debito

E il governo col dl rilancio di ieri non ha emanato una legge che sia una che aiuti la nostra azienda, visto che abbiamo più di 5 mln di fatturato.

Niente. Ci rialzeremo da soli.
 

Spam Rulez

Chosen one
Io da oltre 15 anni vivo sempre più abbruttito in una situazione da cui vorrei tirarmi fuori ma da cui, per motivi anagrafici e per motivi di convenienza non mi posso tirar fuori.

Ho un figlio di 8 anni che cresce davvero bene.

A dire in giro che un contratto con una municipalizzata (forse la più grande i Italia) a tempo indeterminato non è un grande affare probabilmente qualcuno mi potrebbe dare del pazzo eppure io è così che la vedo.
 

Felce

Spam Master
Anche a me piacerebbe avere una famiglia tutta mia, ma... credo che i miei requisiti siano troppo restrittivi, senza contare che ho paura di perdere la mia indipendenza.

Quindi, domanda: in quanti siamo rimasti single?
 

Rebaf

Get a life
Fantacalciaro
Sembra ieri che postavo l'ecografia della mia prima bimba con la scarpa in testa (ora le stanno crescendo le tette). Adesso mi ritrovo con tanti bravi papà.

:rebaf:

Pazzesco ci siano ancora le gif dei raduni. Grande Norat comunque, rivedere il tuo nick è stato un tuffo nel passato.
 
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