Alle parole della Regina gli occhi degli elfi sembrano infiammarsi di furore ed emozioni, impercettibili movimenti fanno presagire una foga trattenuta a stento, abbastanza insolito per la razza.
Poco prima che il tutto volgesse al peggio il più minuto tra gli ambasciatori, non ornato da armature e armi ma di scure vesti appoggia un mano sulla spalla di colui che fin'ora aveva parlato e al suo posto prende la parola, mentre il resto dell'ambasciata stizzito abbandona la sala delle udienze.
La voce è meno impostata rispetto all'interlocutore precedente, ma in qualche modo più penetrante.
"Regina, pretendete rispetto e non superbia, ebbene eguale trattamento dovete concedere.
Invero ci aspettavamo... ben altra situazione ad Ishitara, probabilmente i nostri informatori hanno di gran lunga sbagliato.
Vista la differente situazione, quanto detto fin'ora ha una validità nulla.
Ciò che posso proporre è la stipula di due tratte commerciali dalla nostra città di Val Nira alle vostre città di Bastiglia d'Ishitara e Tetroporto.
Ugualmente Sua Maestà Loras sarebbe lieto che i Priminati e i fedeli di Gallean avessero la libertà di poter giungere a Minnonar.
Infine... Non concedete la vostra amicizia a nessuno, e sostenete che Noi non siamo nessuno.
Mostrate forza e spavalderia, usate le vostre Arti con interessante abilità, ma la vostra spavalderia è il vostro peggior nemico.
L'arma e la forza migliore è quella che nessuno vede. Ebbene, io vedo le vostre migliori abilità, quindi già difettate di sorpresa, tolto quello rimangono solo le debolezze, più facili da colpire conoscendo le armi.
Ciò che vi manca è la saggezza e questa possiamo insegnarvela."