[Minmatar] Colui che colpisce con odio

Sirion

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tum... tum... tam... tum... tum...

Corridoi stretti, sezione lievemente trapezoidale dai cui bordi si emana una tenue luce giallognola. Ma l'ammiraglio non può permettersi di meglio su una nave da guerra. Ogni mattina alla stessa ora la forza dell'abitudine lo sveglia presto e come sempre indossa la tenuta da jogging, asciugamano attorno al collo apre la pesante porta dei suoi alloggi vicini al CIC e inizia a correre.

tum... tam... tum... tum... tum...

L'ammiraglio ama questo momento, l'unica vera ora della giornata in cui ha la possibilità di pensare liberamente a ciò che più gli aggrada. Un metro e ottanta, un po' stempiato con capelli bianchi tagliati molto corti, cinquantacinque anni di cui più di 30 in servizio nella Marina Militare, oltre ai 5 passati nella accademia ufficiali della Marina nel complesso orbitante J. T. Norberg. Di strada ne ha fatta da quel momento, da pilota di supporti recon, ufficiale esecutivo di fregata, il primo comando su un incrociatore classe Muninn fino a divenire ammiraglio al comando di una intera flotta, con un gioiello come la Nidhoggur.

Dacen Salm ogni mattina segue lo stesso percorso: segue i corridoi del ponte 3 attorno ala bolla inerziale che contiene il CIC finchè non scende di corsa la scala a chiocciola che lo porta al ponte 17, a tribordo, punteggiato da piccoli oblò rotondi che danno direttamente sul pianeta nella cui orbita staziona ormai da più di un anno. Su questo ponte ci sono gli alloggi dei sottoufficiali e degli eventuali ufficiali di collegamento. Non è ancora ora di cambio del turno quindi il corridoio è abastanza tranquillo, escludendo ora due sottoufficiali scientifici che vengono incontro all'ammiraglio, probabilmente diretto verso gli spogliatoi comuni. Uno di loro è Karl Szedrie, esperto di contromisure elettroniche, droni ECM e droni esca: è raro che una tale mente abbia deciso di dedicarsi ad un campo scientifico non proprio tipico nelle accademie militari.

"Ammiraglio..."

Dacen risponde con un cenno di saluto col capo e continua a correre. Prima che il ponte termini imbocca una ripida scaletta che dà sul ponte sottostante, gli alloggi dei piloti. La Nidhoggur non è una portacaccia ma è in grado di mettere in volo piccole pattuglie di caccia e disporre missioni di ricognizione e logistiche di piccola entità. Quattro alloggi comuni con cuccette e armadietti per solo una trentina di piloti. Sulle pareti l'ammiraglio guarda sempre un grosso poster che riproduce un antichissimo manifesto che al tempo dell'occupazione veniva appeso abusivamente nelle strade dalla resistenza. Ogni pilota che abbia prestato servizio sulla Nidhoggur ha firmato col proprio tag-name quel manifesto: una piccola usanza della nave. Quasi non si vede più cosa il poster una volta rappresentava, ma ancora diverso spazi sono liberi.

"Attenzione: il responsabile del ponte di volo faccia rapporto al più presto presso il capo squadriglia. Ripeto: il responsabile del ponte di volo faccia rapporto al più presto presso il capo squadriglia"

Ogni giorno Dacen Salm, prima di dormire, si aspetta che una chiamata simile lo svegli nel pieno della notte perchè un attacco è in corso. Non teme che ciò si verifichi ma da sempre agli ufficiali in comando viene insegnato di prevedere sempre il peggio da uno scenario e adeguare il proprio stato mentale di conseguenza. Anche ai piloti viene insegnato che quando salgono sul loro caccia è come se fossero già morti: i morti non provano paura e non hanno niente da perdere.

L'ammiraglio imbocca ora il ponte 31 che si snoda trasversalmente lungo la sezione di poppa: è un crocevia verso diversi settori, dal controllo danni, ai motori e volendo anche verso l'accesso ai magazzini. Questa strada lo porterà a babordo verso il ponte 41, speculare al ponte 17. In questo momento presso gli oblò di babordo si riesce a vedere in lontananza la gigantesca struttura orbitale appena terminata di costruire: non sarà mai più così splendente nella sua esistenza, il sole è riflesso nella tipica sfumatura rossiccio-marrone con cui la Repubblica è solita costruire le sue strutture orbitali ma nonostante il rivestimento opaco, la luce solare la fa brillare.

Non smette di correre e si avvia verso una scala a chiocciola che lo porterà sul ponte 24, verso gli spazi ricreativi e infine dirigersi verso gli alloggi degli ufficiali attorno al Centro di comando. Oggi ha in programma tre esercitazioni di tiro, una di rifornimento in volo per la squadra di pattuglia, deve ricevere i rapporti settimanali sullo stato dei sistemi di energia ausiliari e avviare il test di diagnostica per il sistema di puntamento armi, che gli prenderà circa tutto il pomeriggio. Verso sera prenderà una navetta e incontrerà alla cittadella l'ufficiale di collegamento col governo. Una giornata piuttosto tranquilla dopo tutto.

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La Nidhoggur è in servizio da 32 anni. Lui è il settimo comandante a cui viene affidata ma questa è la prima missione veramente importante alla quale la nave prende parte. Da secoli la Repubblica non rischiava la guerra e ora sembra proprio che si sia ad un passo dallo scatenarla. Sa bene che sono tutti addestrati per questo ma se qualcuno anche solo cinque anni fa gli avesse chiesto con quale probabilità si sarebbe giunti ad una situazione del genere lui sarebbe stato molto scettico.

L'ammiraglio è sempre stato un tizio solitario. Non ha mai gradito dover mediare i propri ordini con qualcun altro e si è sempre dimostrato determinato e autoritario nel metterli in pratica. E' la vita del comandante, deve prendere decisioni e farsi carico della responsabilità che comportano. La solitudine è una situazione comune tra i comandanti ed è assolutamente necessaria per lui: L'equipaggio deve eseguire i propri ordini, la gloria deve andare a tutti mentre l'onere del fallimento solo a lui. Lì fuori gli errori si misurano in vite perse e navi distrutte e bisogna saper convivere con decisioni sbagliate senza mai dimenticarle. Dacen non ha mai sbagliato sul campo, e non intende farlo.

Dacen Salm ripassa ora davanti al proprio alloggio e inizia un altro giro, controllando l'orologio. Entro mezz'ora rientrerà, si farà una doccia, si raderà, indosserà la sua uniforme con le stellette dorate sul collo e prenderà servizio.

 
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